sabato 9 dicembre 2017

ISTITUZIONI SOPRANAZIONALI PER SUPERARE IL NEOLIBERISMO?

Se è vero che l'introduzione di istituzioni sopranazionali potrebbe arginare il fenomeno del dominio quasi assoluto di alcuni speculatori finanziari sul mondo contemporaneo (bypassando le decisioni dei parlamenti e dei governi degli Stati nazionali) è anche vero che tali istituzioni potrebbero funzionare soltanto in presenza di un superamento radicale del neoliberismo attuale attraverso il passaggio fondamentale degli Stati (in particolare quelli occidentali) da una democrazia puramente formale (e quindi funzionale al mantenimento dell'attuale sistema) ad una democrazia compiuta (di tipo partecipativo, con un coinvolgimento effettivo dell'elettorato nella gestione della cosa pubblica a tutti i livelli, riducendo le sfere di influenza dei soliti poteri forti). 
Altra tappa altrettanto fondamentale è rivedere la gestione complessiva delle imprese (in particolare di quelle medio-grandi) che non possono essere lasciate in mano alla dittatura esclusiva di coloro che ne detengono il capitale finanziario.
Questo perché qualsiasi azienda non è costituita soltanto di quest'ultimo elemento, ma anche di quel capitale umano troppo spesso sottovalutato e considerato soltanto parzialmente dal mondo capitalista occidentale. 
Al di là della categoria di certi manager pagati in modo esageratamente (e spesso in modo del tutto ingiustificato) elevato (col rischio di mandare a gambe all'aria le aziende in cui operano), i lavoratori dipendenti sono in gran parte sottopagati (per non parlare dei precari) e in balia di coloro che detengono il capitale finanziario, quando in realtà è proprio la componente "lavoro" ad essere determinante nella qualità e competitività di un'azienda. 
Quindi, i dipendenti non dovrebbero più essere considerati come "persone usa e getta", ma essere parte attiva nelle decisioni e nei destini della società in cui operano e questo al di là della sola componente finanziaria che non può costituire l'unico mezzo decisionale all'interno di essa. 
Dovrebbe essere quindi introdotto il concetto di "democrazia economica" nel mondo del lavoro, senza il quale qualsiasi tentativo di superare il neoliberismo è destinato a fallire miseramente. Su questa scia, dovrebbe poi essere diffuso il "Social Business" di Yunus, che potrebbe rappresentare un trampolino di lancio per il lancio di nuove aziende che grazie all'ausilio interessato di grandi colossi sarebbero in grado di creare nuove opportunità di lavoro e di imprenditoria per migliaia di giovani oggi apparentemente senza futuro. 
Se queste conquiste autenticamente rivoluzionarie verranno introdotte progressivamente in ogni nazione del mondo (a cominciare da quelle occidentali), allora la realizzazione di istituzioni sopranazionali in grado di metter fine alla dittatura globale di speculatori finanziari senza scrupoli non conoscerà alcun ostacolo e sarà effettivamente coronata di successo.

Yvan Rettore


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