domenica 25 aprile 2021

25 APRILE 1945: COSA RESTA DEL SIGNIFICATO DELLA LIBERAZIONE

Per il secondo anno consecutivo le iniziative legate alla commemorazione di questa data fondamentale nella Storia del nostro Paese rimarranno fortemente limitati.

Questo non senza soddisfazione per tutti coloro che avvertono questa data come un simbolo di sconfitta nei confronti di quella folle ideologia che fu ed è ancora il fascismo.
Al di là del fatto che il 25 aprile dovrebbe rappresentare un punto di partenza contro qualsiasi forma di totalitarismo (e quindi non solo il fascismo) è utile ricordare che purtroppo questa ideologia permane tuttora nel tessuto sociale e culturale del nostro Paese.
Contrariamente ad altre nazioni europee, l'Italia non ha chiuso del tutto i conti con il fascismo e questo per diversi motivi, tanto che vi sono stati esponenti democristiani precedentemente iscritti al PNF (uno di loro riuscì perfino a diventare Presidente del Consiglio) e altri che furono protagonisti della vita politica del nostro Paese dopo avere appoggiato chiaramente la Repubblica Sociale Italiana.
Ci sono diversi comuni italiani che hanno addirittura intitolato piazze e vie a questi personaggi e parecchi che non hanno ancora aderito alla Carta Stazzema.
Il reato di apologia al fascismo è stato spesso applicato in modo blando, al di fuori di Ordine Nuovo, le tante organizzazioni sovversive di Estrema Destra presenti in Italia sono tranquillamente tollerate, si vendono senza limiti calendari e oggettistica richiamanti chiaramente il Ventennio, vi sono stati quattro tentativi di Colpo di Stato tra gli anni '60 e '70 ma le pene contro i loro autori sono state blande per finire con la strategia della tensione volutamente messa in atto da apparati dello Stato (con l'indiscusso appoggio americano) per distruggere completamente la Sinistra extraparlamentare italiana degli anni '70 e non soltanto quella che si era involuta nel terrorismo militante.
Oggi il fascismo lo ritrovi chiaramente nelle azioni e comportamenti razzisti ed intolleranti di buona parte del panorama politico italiano e non da ultimo le modalità di insediamento di Draghi alla Presidenza del Consiglio sono del tutto estranee a quei valori e principi di democrazia e libertà per cui si sacrificò un'intera generazione di italiani.
Questo perché la democrazia non può essere soltanto formale ma dev'essere in primis sostanziale e fondata su dei pilastri in grado di garantirne la sopravvivenza nel tempo.
Invece, questi ultimi anni ci hanno dimostrato tutta la sua fragilità e i suoi limiti dovuti all'angheria palese di una minoranza di privilegiati che non intende arretrare di un millimetro dalle sue posizioni dominanti nel Paese.
Prima ho detto che l'Italia non ha ancora chiuso i suoi conti col fascismo e rivendico ancora quest'affermazione per il semplice fatto che l'amnistia è stato un errore storico di cui abbiamo e stiamo ancora pagando le conseguenze.
Tutti i gerarchi avrebbero dovuto essere processati e condannati con pene esemplari e l'insieme dell'apparato statale fascista avrebbe dovuto essere esautorato.
Così non fu con la conseguenza che non furono pochi a farla franca mentre i membri di quell'apparato si rese protagonista di un trasformismo degno del "gattopardo" da sempre simbolo della Storia politica, sociale e culturale del nostro Paese.

Yvan Rettore



domenica 11 aprile 2021

SUD, QUEL LAVORO CHE NON C'E'!

Un giorno capitò in un paese del Sud un uomo dal passato professionale brillante.

Quella località, da centro locale ricco di attività quale era, si era progressivamente involuta fino a vivere un declino che sembrava inarrestabile.
Come tante altre zone del Sud, quel comune si stava svuotando dei suoi abitanti perché i giovani se ne andavano per cercare lavoro altrove e rimanevano soltanto gli anziani ei pochi magnati locali.
Quell'uomo si sentì colpito da quella realtà, molto simile a quella che aveva dovuto lasciare tanti anni prima suo padre, costretto ad andarsene all'estero per riuscire ad avere uno straccio all'estero.
Grazie ad una formazione di grande livello ottenuta in quei lidi quell'uomo era riuscito poi ad emergere professionalmente avviando collaborazioni prestigiose con diverse aziende del Nord.
Disponeva di conoscenze importanti in vari settori industriali e pensava nella sua ingenuità di poterle usare per favorire uno sviluppo di quella zona onde evitare ai pochi giovani rimasti di dover rivivere uno destino analogo a quello vissuto da suo padre nel secondo dopoguerra.
Decise quindi di iniziare tutta una serie di contatti con gente del posto, notabili, sindaci ed ex sindaci, magnati, liberi professionisti e uomini di partito per proporre la realizzazione di un progetto di insediamento di attività industriali compatibili col territorio (da riunire poi in distretti ) da redare fra vari comuni dello stesso.
Una volta concluso, si sarebbe poi fatto carico di presentarlo direttamente a vari imprenditori del Nord perché riteneva che soltanto procedendo in questo modo sarebbe stato più appetibile ed interessante per loro.
Seguirono tante chiacchiere, pacche sulle spalle, espressioni di simpatia ma il tutto si risolse in un nulla di fatto.
E questo con grande rammarico di quell'uomo che non se la prese più di tanto per essere stato preso in giro, ma piuttosto perché da quella terra ancora oggi, i giovani continuano ad emigrare (oa vivere in povertà facendo lavori saltuari, spesso in nero e comunque mal pagati) perché le uniche prospettive occupazionali si trovano nel settore pubblico (ma in modo risicato) e quelle riservate ai figli di.
Troppo tardi quell'uomo si era accorto che non c'è una vera volontà ai piani alti di quella zona per favorirne un vero e proprio sviluppo per l'insieme della popolazione che vi ci vive.
Per loro il progresso si limita alla conservazione del loro benessere e nulla più.
Oggi, passeggiando per quella località, a quell'uomo capita di immaginarla con parchi pieni di verde, grandi viali alberati, quartieri pieni di bambini, aziende in cui vedi una fucina di lavoratori, campi sterminati ricoperti di alberi da frutto e turisti che vi ci vengono non solo per dormirci ma anche per vivere l'essenza della sua cultura e delle sue tradizioni.
Poi, basta un colpo di clacson a farlo tornare alla cruda realtà ea costringerlo a mettersi al riparo su uno striminzito marciapiede ridotto in condizioni pietose.

Yvan Rettore

lunedì 5 aprile 2021

GLI UOMINI DI VALORE

 

Gli uomini di valore sono sempre stati poco visibili.
Oggi ancor di più rispetto a ieri.
Perché?
Perché non hanno bisogno di esibirsi per dimostrare quanto valgono.
L'esibizione è la virtù dei deboli e dei mediocri che riescono ad emergere soltanto attraverso l'immagine e non la sostanza delle cose.
Gli uomini di valore fanno della discrezione la loro scelta di vita perché l'intelligenza non richiede protagonismo.
E quando ti accorgi di loro è unicamente perché in un determinato momento hanno deciso di agire e di esserci spinti non dalla smania di apparire ma per condividere con la collettività a cui appartengono l'espressione di un disagio o di una ingiustizia che colpisce tutti ed in particolare coloro che voce non ne hanno.
Non troverai mai uomini di valore nei luoghi di potere né saranno mai disposti a lottare per esso.
Questo perché l'unica forma di lotta che conoscono e che possono davvero accettare è quella che può portare all'affermazione di una società più equa e più giusta.
E quindi non sarà mai un caso se di fronte alla prospettiva di occupare una qualsiasi poltrona o incarico di prestigio, l'uomo di valore risponderà sempre con un diniego educato ma determinato.
Perché un uomo di valore degno di questo nome può esserlo soltanto se rimane libero e in grado di continuare a pensare con la propria testa senza scendere ad alcun compromesso con chicchessia.

Yvan Rettore