domenica 31 marzo 2019

UN PAESE IN CUI IL GOVERNO LEGIFERA MA NON GOVERNA!

Oggi il governo legifera e non governa, mentre il Parlamento legifera poco e soltanto in modo residuo rispetto a quanto fa l'esecutivo.
Uno dei fondamenti essenziali di una democrazia parlamentare richiederebbe proprio la centralità del Parlamento.
Ormai questa essendo pressoché inesistente, di fatto viviamo in una Repubblica di tipo oligarchico in cui una massa di eletti servono quasi unicamente a legittimare un governo in carica concedendogli praticamente ogni potere, a cominciare da quello legislativo.
In parole povere il popolo sovrano è stato depredato del suo unico organo di rappresentanza e di decisione.
Gli effetti nel Paese si vedono chiaramente in quanto se un governo passa la maggior parte del proprio tempo ad agire per decreto, non riesce a gestire la cosa pubblica in modo efficace e costruttivo.
Peggio ancora, agisce unicamente in chiave di ricerca del consenso elettorale e quindi usa il Parlamento esclusivamente come mezzo per essere legittimato realizzando decreti che suonano più come slogan elettorali che come provvedimenti di legge.
Di conseguenza, oggi si può dire che l'Italia non è praticamente governata da nessuno.


Yvan Rettore


sabato 30 marzo 2019

REINSERIRE LA NAJA PER LEGITTIMARE LA MEDIOCRITA' AL POTERE!

Non è certo reinserendo la naja obbligatoria che si potranno insegnare i valori e principi che contano, perché è un ambiente talmente squallido in cui vengono premiati soltanto i mediocri e penalizzati coloro che invece fanno funzionare il cervello. 
E' l'immagine esatta di ciò che è questo governo e in un certo senso anche del nostro Paese. 
In quanto ai sostenitori della disciplina (elemento tipico di quel mondo) va bene per gente attratta dal totalitarismo in cui non conta pensare ma unicamente ubbidire come pecore appartenenti ad uno stesso gregge!
In un periodo di forte crisi come quello che stiamo vivendo ci sarebbe bisogno di fare investimenti in contesti sociali e culturali in grado di generare un ciclo virtuoso tale da consentire un'evoluzione positiva della società e quindi un rilancio generale del Paese.
Riproporre la naja obbligatoria va esattamente all'opposto di tutto questo.


Yvan Rettore


lunedì 25 marzo 2019

TRIONFI DEL CENTRODESTRA IN BASILICATA, ABRUZZO E SARDEGNA: MA E' DAVVERO COSI'?!

Una evidenza che i media e ancora di più le segreterie dei partiti vincitori delle ultime regionali evitano di dire è che le loro vittorie non sono certo dei trionfi e questo per un motivo molto semplice in quanto rimangono saldamente minoranza effettiva nelle zone che ora sono chiamati a governare.
Per questo basta guardare i dati reali di queste elezioni.
- Basilicata: 124.500 voti su un corpo elettorale di 573.970 cittadini - astensione: 46,48 % - consenso reale sulla popolazione in grado di votare: 21,6 %
- Abruzzo: 299.949 voti su un corpo elettorale di 1.211.204 cittadini - astensione: 46,89 % - consenso reale sulla popolazione in grado di votare: 24,75 %
- Sardegna: 364.059 voti su un corpo elettorale di 1.470.401 cittadini - astensione: 46,26 % - consenso reale sulla popolazione in grado di votare: 24,75 %.
Mediamente 3/4 degli elettori effettivi presenti in queste regioni non si riconoscono nelle maggioranze venute fuori dalle singole elezioni.
E' una constatazione strana dovuta soprattutto al fatto che circa 50% degli elettori sono rimasti a casa e in misura minore ai risultati ottenuti dagli altri schieramenti.
Comunque ciò dimostra indiscutibilmente che tutti questi consensi trionfali del Centrodestra in quelle regioni risultano del tutto inesistenti.
D'altro canto, operare conclusioni sulla tenuta dei partiti a livello nazionale appare alquanto azzardato per non dire ridicolo.
Innanzitutto, il numero complessivo di cittadini che si sono recati effettivamente a votare in quelle regioni supera di poco 1.700.000 unità, pari a poco più del 3% dell'intero corpo elettorale italiano.
Davvero troppo poco per essere seriamente indicativo di una tendenza a livello nazionale.
Aggiungiamoci poi il fatto che due elezioni erano circoscritte nel Centro Sud e una in un'isola, con logiche ed esigenze locali molto diverse le une dalle altre e ancor di più con il resto delle altre regioni italiane e si potrà capire agevolmente quanta scarsa valenza possano avere a livello nazionale.
Tutti elementi che ovviamente i media nostrani si guardano bene dal diffondere e che continuano ad essere celati al pubblico per dovere di una disinformazione congenita di cui sono gli indiscutibili maestri.


Yvan Rettore


sabato 16 marzo 2019

EFFETTO THURNBERG: TANTO CLAMORE MA POCA SOSTANZA!

Come al solito ci sono persone che strumentalizzano tali figure per fini estranei a quelle per cui queste si impegnano. 
Mi sembrava infatti molto strano che una ragazzina come Greta Thurnberg riuscisse ad avere un tale impatto mediatico per il solo fatto di presentarsi a protestare da sola davanti al parlamento svedese. 
Per il resto, non condivido tutta questa enfasi per i cambiamenti climatici e sposo in pieno le teorie del Prof. Zichichi sull'argomento e questo pur non rinnegando affatto che la questione ambientale non sia all'ordine del giorno, ma non certo in questi termini. 
D'altro canto, le grandi campagne mediatiche (di cui le manifestazioni di ieri sono state l'apoteosi) non portano a granché perché fisiologiche al mantenimento del sistema. 
Quando questi giovani capiranno i valori di una società comunitaria in luogo e posto di quella individualista e distruttiva attuale, allora si potrà parlare dell'inizio di un cambiamento radicale che va nella direzione giusta.
In parole povere, saper rinunciare agli effimeri benefici materiali di una società come la nostra e capire che è nella condivisione che risiedono la salvezza del genere umano e della qualità dell'ecosistema, esattamente come stanno cominciando a cogliere milioni di giovani con meno mezzi in vari paesi del Sud del mondo. 
Da noi, purtroppo questa tendenza ancora non si vede.


Yvan Rettore