sabato 28 aprile 2018

A VEDERE L'ITALIA DI OGGI VIENE DA PIANGERE, MA...

Per chi come me ha vissuto parte della sua vita in una Italia migliore di quella di oggi, viene davvero male al cuore a vedere com'è stato ridotto questo paese.
Avevamo un Sistema Sanitario Nazionale invidiabile, secondo soltanto a quello francese, sia per l'estensione che per il livello delle prestazioni che venivano erogate. Poi i tagli alla sanità hanno fatto progressivamente a pezzi questo fiore all'occhiello del nostro paese: aziendalizzazione, ticket, allungamento dei tempi utili per visite specialistiche, crollo generale della qualità dei servizi, ecc... Non intendo dire che tutto sia da buttare, ma è lampante che il SSN odierno non corrisponde manco lontanamente a quello di un tempo.
Avevamo una scuola fra le migliori del mondo e università con settori di ricerca che gareggiavano addirittura con quelle americane per livello qualitativo. In questi ultimi lustri invece il settore dell'istruzione è stato letteralmente massacrato con riforme una peggiore dell'altra che hanno fatto abbassare il livello complessivo del corpo insegnante e messo a repentaglio perfino la sicurezza delle strutture dei plessi scolastici. La ricerca poi si è salvata soltanto grazie alle donazioni di privati e non certo grazie allo Stato che ormai la ignora quasi del tutto.
Si costruiscono case popolari col contagocce, l'inquinamento ormai non si estende più soltanto all'aria che respiriamo ma anche alle falde acquifere, il territorio e le coste vengono trapanate di continuo alla ricerca ridicola di risorse energetiche che hanno però come unico effetto di rendere ancora più fragile la complessa morfologia del nostro paese, si è giunti perfino a inventare malattie inesistenti che rischiano di mettere ulteriormente in ginocchio un'agricoltura e allevamenti che vengono continuamente perseguitati da esecutivi che hanno più a cuore quanto dicono a Bruxelles e nei consigli di amministrazione delle multinazionali che fra la gente che ogni giorno fatica a mettere un piatto a tavola.
Il sistema finanziario è talmente immacolato e protetto da poter rovinare impunemente cittadini senza che lo Stato li tuteli, i sindacati confederali fanno finta di sbraitare contro delocalizzazioni e precariato salvo poi allinearsi alle logiche del potere economico che dominano il paese, il lavoro sia dipendente che autonomo viene mortificato attraverso contratti capestro, tassazioni al limite dello strozzinaggio e condizioni indegne di un paese civile.
Non vinciamo più un Nobel dal secolo scorso, gli intellettuali 
di grande levatura che avevamo un tempo non hanno manco un erede degno di questo nome, il cinema e la musica vanno ormai a correnti alternate (a pochi grandi risultati si alternano prestazioni di una mediocrità assoluta), lo sport fornisce soddisfazioni più nelle discipline individuali che collettive (nel calcio siamo addirittura diventati una cenerentola a livello mondiale!).
Perfino nel turismo, l'Italia perde costantemente posizioni per la cronica incapacità nostrana di fare squadra e di valorizzare pienamente tutto il ben di Dio che abbiamo, ma anche per l'inadeguatezza e la presenza di una burocrazia demenziale che impediscono al nostro paese di tornare sul podio delle nazioni che contano in questo settore.
La libertà di informazione è compromessa dalle concentrazioni editoriali, da conflitti di interesse e da mezzi di diffusione delle notizie che risultano inadeguati e sono tesi a propagare unicamente fatti e eventi che non siano contrari alla linea editoriale degli imprenditori che li controllano in toto.
Nelle città la maggioranza della gente è ammassata in periferie degradate e in certi casi addirittura invivibili, non c'è una politica seria di accoglienza e di integrazione degli immigrati, il crimine organizzato ormai è parte integrante delle istituzioni e non fa manco più notizia e va a nozze con la massa di grandi evasori (tutti conosciuti dal fisco, ma nessuno che venga veramente condannato e punito per i reati commessi!).
Oggi per fare soldi in Italia, il mezzo migliore è fare politica, vivere alla greppia della comunità, affermando oggi una cosa e rinnegandola il giorno dopo prendendo costantemente per i fondelli il popolo bue, tanto alla fine della fiera cosa si rischia se si viene eletti da quest'ultimo con una delega in bianco?!
Ma non tutto è da buttare in questo paese, non ancora almeno.
Abbiamo ancora l'associazionismo e il volontariato più dinamici e forti d'Europa, una capacità di adattamento e una creatività che ci permettono mantenere un'industria di trasformazione che in Europa è seconda soltanto alla Germania, una economia circolare che si sta espandendo a grandissima velocità e che fa ben sperare per il futuro, un settore delle nanotecnologie e dei prodotti alimentari che figurano fra i fori all'occhiello di quello che era il Bel Paese.
Ci sono sindacati che difendono ancora i lavoratori e che non si sono piegati alle logiche del mercato, movimenti di protesta, di resistenza e di controproposte che stanno spopolando dovunque contro la prepotenza dello Stato e delle multinazionali impegnate nella devastazione del territorio, persone che all'interno delle istituzioni non si sono sottomesse al malaffare dilagante che ne sta minando la credibilità e che stanno cercando di amministrare in modo costruttivo e civile il proprio ente. 
C'è ancora bella gente in questo paese, ci sono ancora persone che vogliono sorridere al futuro e che credono in una società migliore tutta da progettare e costruire, ma comunque possibile.
E' giunto il momento di unirle in un grande movimento che come un fiume in piena dovrà mandare nei cessi della Storia tutto lo schifo a cui abbiamo dovuto assistere impotenti finora.
L'Italia merita di vivere questo Nuovo Rinascimento e abbiamo tutte le energie e i mezzi per riuscirci.
Provare per credere e smettiamola di piangerci addosso. 
Mostriamo di essere italiani e di avere l'orgoglio della nostra Storia e Civilità che sono uniche al mondo e che hanno dato un contributo formidabile all'evoluzione del genere umano.

Yvan Rettore

SENZA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA, VOTARE E' INUTILE!

Le ultime elezioni politiche hanno dimostrato per l'ennesima volta quanto sia inutile votare, perché alla fine le forze politiche disattendono comunque la volontà degli elettori pur di accaparrarsi le poltrone del potere!
E' ora di mobilitarsi (partendo dai territori) per ridare dignità a questo nostro diritto fondamentale rivendicandone un corollario fondamentale che si chiama "democrazia partecipativa".
Altrimenti, i cittadini dovranno continuare a fornire queste deleghe in bianco a gente che puntualmente poi ne tradirà le aspettative!
Questa non è "democrazia", ma sanziona soltanto un regime oligarchico che non è al servizio del paese, ma dei soliti noti!
E questo che vogliamo?!

lunedì 23 aprile 2018

M5S SU ELEZIONI REGIONALI IN MOLISE: NON HANNO ALCUNA VALENZA NELLA FORMAZIONE DI UN NUOVO GOVERNO NAZIONALE!

Dato che nelle elezioni regionali del Molise il M5S ha perso un quarto dei propri voti, i suoi esponenti si sono subito espressi sminuendo il significato di tale risultato circa eventuali strategie da operare prossimamente in vista della formazione di un nuovo governo nazionale.
Se avessero invece incrementato i voti e avessero conquistato tale regione, allora sarebbero stati tutti lì a dichiarare che un simile risultato li avrebbe legittimati ulteriormente a rivendicare la leadership del paese.
Due pesi e due misure che ricordano le stesse identiche logiche partitocratiche di questi ultimi lustri.
Dopo avere detto peste e corna per anni contro quelle stesse forze politiche con le quali cercano disperatamente di arrivare a Palazzo Chigi, si stanno rivelando esattamente come loro nell'opportunismo e nello squallore della politica nostrana di cui ormai fanno parte integrante.

Yvan Rettore


sabato 21 aprile 2018

L'UE INCREDULA DI FRONTE ALLA SITUAZIONE POLITICA ITALIANA!

La situazione politica che sta vivendo l'Italia si è già manifestata in Spagna e Belgio (dove fu perfino stabilito il record di paese senza governo: oltre un anno!) e quindi tale incredulità risulta del tutto fuori luogo se non per il livello mediocre e impresentabile della nostra attuale classe politica che non manca mai di dimostrarsi ridicola quanto irresponsabile in quasi ogni sua apparizione pubblica! 
Tutto questo dimostra che l'Italia è forse l'unico paese al mondo che può andare avanti benissimo (e meglio) senza governo, perché le relazioni che interagiscono nella nostra società dipendono (nella maggior parte dei casi) da ben altre logiche che da quelle (prevalenti) di qualsiasi esecutivo. 
Infatti, fin dai tempi dell'Unità ogni governo ha sempre avuto come priorità quella di depredare continuamente la maggioranza degli Italiani per conservare e difendere i privilegi di una classe dominante privilegiata e intoccabile.



sabato 14 aprile 2018

STATI UNITI, PAESE GUERRAFONDAIO!


Dal 1945 ad oggi, solo Gerald Ford (presidente repubblicano degli USA dal 1974 ale 1977) e Jimmy Carter (presidente democratico degli USA dal 1977 al 1981) non hanno fatto partecipare direttamente il loro paese a conflitti in giro per il mondo.
Però, non lesinarono sui mezzi finanziari e appoggi militari al Piano Condor (a sostegno dei regimi fascisti sudamericani), ai guerriglieri afghani e a Israele nella sua opera di persecuzione del popolo palestinese.
Tutto questo sta a indicare che gli Stati Uniti sono una nazione che non può assolutamente esimersi dal fare guerre e/o dal mantenere la propria sfera d'influenza in modo più o meno violento sull'insieme del pianeta.
D'altronde cosa ci si potrebbe aspettare d'altro da un paese nato da un genocidio di vaste proporzioni e dallo sfruttamento massiccio e criminale di varie etnie, prime fra quelle originarie dall'Africa nera?!
La violenza sembra essere nel DNA di un popolo che crede in gran parte di essere al centro del mondo, ma addirittura di doverne essere per forza la guida.
Una pretesa egemonica che si fonda su un'economia che si regge principalmente su industrie e attività che seminano morte e distruzione o nel migliore dei casi che provocano danni e sofferenze indicibili alle popolazioni di mezzo mondo.
Si va dalle industrie delle armi a quelle chimiche, dalle lobby del petrolio alle multinazionali minerarie e alimentari, dalle attività del crimine organizzato a quelle dell'era internet che stanno sconvolgendo negativamente i rapporti sociali e di lavoro ormai dovunque fino a giungere ai potentati finanziari che sono assolutamente privi di qualsiasi morale e il cui unico credo è fare business a qualunque prezzo.
Un modello di società sbagliato, quello americano, basato essenzialmente sulla competizione, sull'individualismo esasperante e sulla ricerca (ad oltranza) del profitto considerato come un dogma assoluto.
Non durerà, è ovvio, anche perché ormai sono decine di milioni gli occhi di coloro che si sono chiusi per sempre a causa degli interventi yankee (giustificati platealmente con la scusa di difendere la democrazia e i diritti umani, quando sono loro i primi a calpestarli; quanta ipocrisia in questo modo di fare!) e sono centinaia di milioni quelli di coloro che non vogliono più vederli nel giardino di casa loro e che si stanno opponendo (chi con le armi in pugno e chi mobilitandosi nel cercare di unire i poveri in "eserciti di pace e aggregazione sociale") sempre più al dilagare della loro arroganza imperiale che non salverà il paese di zio Sam da un sicuro quanto prossimo tracollo. 
La cosa che mi fa personalmente più male è che ci sarà ancora tanto da soffrire e da piangere per arrivare a questo tanto agognato traguardo.
Però è fondamentale arrivarci perché potrà essere soltanto positivo per l'insieme dell'umanità, compreso per quella parte (e non è affatto poca cosa) del popolo statunitense che non si riconosce assolutamente nello schifo a cui stiamo assistendo impotenti da troppo tempo.



NATO NEL '68 E ORGOGLIOSO DELLA MIA GENERAZIONE PERCHE'...

...la nostra generazione è stata quella che ha lanciato il movimento di Seattle (contestando per primi l'insieme del sistema neoliberista a livello mondiale) e i cantieri sociali di inizio secolo,
quella che è riuscita ad unirsi più volte a livello planetario in mobilitazioni contro le guerre e per la difesa dei diritti umani e dell'ambiente,
quella che ha saputo creare imprese e/o sviluppare aziende di modeste entità negli anni '90, facendole diventare protagoniste assolute sul mercato globale,
la prima che ha cercato faticosamente di dare delle risposte concrete alternative (al di là di quelle comuniste) al modello sociale ed economico distruttivo che oggi ancora impera,
siamo stati l'ultima generazione pronta a battersi e a sacrificarsi fino in fondo per i propri obiettivi (fossero essi privati o collettivi)
e sempre l'ultima a credere ancora oggi che per fare qualsiasi cosa bisogna essere capaci per realizzarla e a maggior ragione quando si fa politica e impresa.
Quindi orgoglioso di far parte di questa generazione!
Comunque!

martedì 3 aprile 2018

VIA CRAXI A MOLINELLA, ENNESIMO ESEMPIO DI AMNESIA STORICA DI QUESTO PAESE!

Il sindaco di Molinella, Dario Mantovani, ha annunciato che una delle vie della nuova zona artigianale sarà intitolata a Bettino Craxi, l'ex Presidente del Consiglio socialista morto in esilio in Tunisia oltre 20 anni fa.
Con questo provvedimento, l'Italia dimostra una volta ancora di avere vie e piazze dedicate a personaggi eroici ed esemplari da una parte e a individui ricordati più per le loro malefatte (coperte "istituzionalmente") e per una esistenza quanto meno discutibile dall'altra.
Una perfetta "convivenza" tra le personalità migliori e peggiori del nostro paese.
Quindi, passeggiando per le nostre città si può capitare su "Piazza Falcone e Borsellino" e poi poco dopo giungere in "Viale Luigi Cadorna" oppure passare per "Via Luigi Farini" per poi arrivare a "Largo Andrea Costa".
La memoria storica nel nostro paese è talmente carente da non permettere ai più di distinguere tra personaggi esemplari (che hanno compiuto gesta davvero importanti per il bene dell'Italia) a individui mediocri o di dubbia integrità morale (ma che la Storia ufficiale si accanisce troppo spesso a lodare in modo del tutto arbitrario e fuorviante).
In questo spazio, però non intendo soffermarmi sull'operato politico di Bettino Craxi costituito sicuramente di episodi positivi ma anche di tanti (troppi) risultati negativi (che ancora oggi condizionano profondamente il presente e futuro del nostro paese), ma ricordare che vi sono prove inconfutabili che hanno portato alla pronuncia di due sentenze passate in giudicato, una per corruzione (processo ENI-SAI) il 12.11.1996) e un'altra per finanziamento illecito (per le tangenti della Metropolitana Milanese il 20 aprile 1999).
Sorvolo poi sull'estinzione di diversi reati (causa decesso dello stesso Craxi) e per prescrizione di altri, ma rimane un fatto indiscutibile che l'esponente socialista (piaccia o no) era di fatto un pregiudicato latitante esiliato in Tunisia.
Capisco che il sindaco renziano Mantovani (classe 1982 e quindi durante la presidenza del consiglio di Bettino Craxi giocava ancora alle macchinine!) cercasse una personalità autorevole a cui intitolare quella via, ma lo inviterei caldamente a farsi una cultura sui fatti accertati dalla magistratura relativi alle incriminazioni e successive condanne dell'esponente socialista.
Come già detto, di quei fatti il paese ha pagato (e continua a pagare) conseguenze molto pesanti e negative.
Sarebbe poi il momento che si cominciasse ad operare una netta inversione di tendenza riguardo a come si intitolano vie e piazze nelle nostre città, perché personalmente ritengo profondamente offensivo che diverse di loro siano dedicate a macellai guerrafondai e a persone di dubbia moralità (che più che pensare al bene della nostra patria, hanno consacrato la loro esistenza al proprio tornaconto creando danni e dolori a non pochi dei nostri antenati).
Anche perché se in Italia, gli amministratori pubblici persevereranno nel lasciarsi colpire da "amnesia storica", si finirà con l'intitolare vie e piazze a gente come Raffaele Cutolo, Luciano Liggio o Toto Riina!
La fine di uno Stato civile!

Yvan Rettore