domenica 28 ottobre 2018

VIVERE IN UNO STATO TOTALITARIO

Pochi hanno la percezione di cosa significhi davvero vivere in uno stato fascista o meglio totalitario e allora ho pensato di spiegarlo con questo breve racconto:
"Sono già tre ore che sto aspettando fuori dall'ufficio del Gip. E tutto solo per avere messo un "mi piace" su Facebook ad un post inserito da mio cognato tempo fa. 
Era un post dall'apparenza innocuo relativo al battesimo di mia nipote. 
Sapevo che mio cognato era di idee opposte alle mie, ma mai avrei pensato di essere indagato per avere messo un semplice "mi piace". 
Ora stanno spulciando nella mia vita privata e vagliando quali erano i miei rapporti con lui.
E pensare che sono sempre stato fedele a questo governo.
Ho appoggiato le campagne xenofobe e contro gli immigrati fin dall'inizio.
Ho sostenuto i rastrellamenti fatti nei campi rom e il loro confinamento nei territori più scomodi e isolati del paese.
Ho gioito quando hanno modificato la Costituzione togliendovi la libertà di espressione e bandendo quindi ogni media o opere narrative contrarie al nuovo ordine esistente.
Mi sono sentito più tranquillo e sicuro nel vedere le nostre strade sorvegliate costantemente da agenti del nuovo ente di sicurezza stabilito dal governo.
Vedere anche le scuole e le fabbriche dove non si protesta più a causa di quelle stupide rivendicazioni di Sinistra ha reso il paese più pacifico, sicuro e tranquillo.
Ora sì, che la sicurezza e l'ordine regnano sovrani.
E chi vi si oppone viene giustamente punito, escluso e recluso e se è necessario con la forza.
Perché è giusto usarla contro coloro che minano la serenità delle nostre abitazioni, i nostri patrimoni e il nostro benessere.
Poi un giorno è squillato il campanello.
E si sono presentati due agenti del nuovo ente di sicurezza.
E' stata grande la mia sorpresa.
Poi, senza chiedermi nulla, mentre uno mi notificava l'accusa di avere avuto a che fare con un sovversivo (mio cognato) solo per avere messo un "mi piace" su un post su Facebook, l'altro metteva sottosopra mezza casa per cercare altri elementi compromettenti nei confronti della mia persona e eventualmente anche di mia moglie.
Mi hanno quindi ordinato di seguirli lasciando sbigottita mia moglie seduta sul divano.
Privo di cellulare, mi hanno costretto a sedermi sui sedili di una macchina dai vetri oscurati, incastrato stretto da due omoni dall'espressione inquietante.
Ora sono tre ore che sono ammanettato ad una sedia e siamo una decina di persone a vivere questa esperienza. 
Ci è proibito di parlare tra noi e gli agenti ci tengono costantemente sotto'occhio!
E tutto per un "mi piace" messo su un post apparentemente insignificante su Facebook!"

Da meditare....specie per coloro che sostengono Salvini & Co.



mercoledì 24 ottobre 2018

ADERIRE AD UN'ORGANIZZAZIONE SIGNIFICA ACCETTARNE LE REGOLE!


Quando aderisci ad un'organizzazione ne accetti le regole.
Se dopo un po' non ti vanno più, hai quattro scelte possibili:
- esci dall'organizzazione assumendoti le conseguenze che ne deriveranno
- resti nell'organizzazione accettandole passivamente
- cerchi alleanze all'interno dell'organizzazione per giungere ad una fase di negoziato che possa almeno in parte cambiare in meglio le regole in vigore
- resti nell'organizzazione disobbedendo alle regole e assumendoti la responsabilità delle sanzioni che ti verranno imposte per il tuo comportamento.
La prima scelta è rischiosa e bisogna verificare se è effettivamente conveniente.
La seconda è irresponsabile e potrebbe rivelarsi dannosa se non subito a medio lungo termine perché presenterebbe un carattere involutivo.
La terza è una scelta responsabile e intelligente che richiede determinate capacità e competenze, ma che presentando un carattere evolutivo risulterebbe comunque positiva per l'insieme dell'organizzazione.
La quarta è una scelta sciagurata che non porta da nessuna parte e che oltre ad arrecare danni a se stessi, li porta all'insieme dell'organizzazione in quanto tale. Alla fine tutti ne risultano perdenti.
Ora poniamo questo ragionamento all'adesione dell'Italia all'Unione Europea.
Questo governo dopo avere paventato l'ipotesi della prima scelta si è arenato sull'ultima. 
Quelli precedenti si sono fossilizzati sulla seconda. 
E sono ormai diversi lustri che più nessun esecutivo si applica nell'operare la terza scelta, l'unica davvero costruttiva e positiva.

Yvan Rettore


APPIATTIMENTO DELLA POLITICA E PRIVATIZZAZIONE DELLA FORMAZIONE

Il disinteresse e la diffidenza verso la politica costituiscono un fenomeno comune all'insieme del mondo occidentale. 
Vi sono non pochi paesi avanzati dove generalmente vanno a votare non più del 40% del corpo elettorale e anche in Italia i segnali già a livello locale vanno verso la medesima direzione.
E' sicuramente una cosa voluta e orientata dai poteri forti che controllano il nostro mondo, i quali fondano parte del loro dominio proprio sull'appiattimento della politica ridotta ormai ad un settore servo incondizionato degli interessi finanziari ed economici prevalenti in ogni singolo paese e anche quando questa sfocia nel populismo si discredita ulteriormente facendo un ennesimo favore a coloro che speculano su simili reazioni. 
Per quanto concerne la formazione, specie quella universitaria, le cose non vanno molto meglio. 
E questo benché vi sia un distinguo da fare, perché mentre in Italia la formazione superiore rimane sempre più staccata dal mondo lavorativo e si riduce ad un periodo di vita essenzialmente dedicato ad un accumulo di conoscenze sul piano teorico, in altri paesi a fronte di una maggiore integrazione col mondo del lavoro, si assiste ad una privatizzazione del settore e ad una difficoltà di accesso alla formazione e alla cultura per coloro che non possono permettersi il pagamento di studi dai costi esageratamente alti. 
Gli Stati Uniti, ma anche paesi come la Francia, la Svizzera e il Regno Unito sono un esempio palese di questa involuzione nell'accesso universale al mondo del sapere.
E questo aspetto unito ad una burocratizzazione eccessiva dello Stato abbassa notevolmente il livello complessivo del settore pubblico creando di fatto una massa di privilegiati, i quali essendo di buona famiglia, difficilmente potranno avere la percezione di cosa significhi gestire la cosa pubblica nell'interesse dell'insieme della collettività perché abituati da sempre a vivere nella bambagia e nella soddisfazione senza limiti di ogni loro capriccio.

Yvan Rettore


domenica 14 ottobre 2018

DISASTRO ITALIA: NON E' SOLO COLPA DELLE ISTITUZIONI EUROPEE, ANZI!

E' vero che l'attuale deriva dell'Unione Europea è destinata a non avere futuro, ma bisogna evitare di credere che i problemi del nostro paese siano legati soltanto a questo aspetto, perché è il sistema neoliberista in toto che sta fallendo e che non risulta più sostenibile. 
Pur con differenze di non poco conto, lo sfascio del "sistema Italia" è riscontrabile in modo analogo anche in altre realtà e perfino nella stessa Germania che conta il maggior numero di lavoratori sottopagati del continente e in Francia in cui il settore industriale è messo molto peggio che da noi. 
Questo solo per citare alcuni esempi. 
Ma qui non si tratta di vedere chi sta meglio o chi sta peggio, ma solo di prendere atto che siamo alla fine di un'epoca le cui logiche distruttive non saranno più replicabili in futuro. 
E allora volenti o nolenti, bisognerà per forza cambiare. 
Non certo nel segno voluto dai populisti, ma nella volontà di creare un'autentica alternativa allo schifo attuale. 
E se non lo faremo adesso, dovremo per forza farlo in un futuro non troppo lontano. 
La scelta sta solo nell'aspettare che i populisti facciano a pezzi quanto di buono è rimasto, oppure nel cercare fin da subito di creare un argine profondo alla loro avanzata in modo tale da decretarne una sconfitta definitiva. Concludo con una piccola parentesi che però ritengo importante. I problemi dell'Italia non sono soltanto imputabili all'Unione Europea o all'Euro, ma al modo irresponsabile nel gestire la cosa pubblica da parte dei nostri governanti, specie in questi ultimi lustri. 
L'Italia ha potuto usufruire per ben 7 anni del Quantitative Easing da parte della BCE. In soldoni significava una garanzia mensile di copertura di acquisti da parte della stessa dei nostri titoli di Stato e di un interesse che rimanesse nei limiti dello spread. 
Da questo mese il Quantitative Easing è stato dimezzato e da gennaio 2019 non ci sarà più. Invece di usare questa possibilità per ridurre il debito pubblico e creare politiche espansive di sviluppo, l'Italia ha tirato a campare, aumentando ulteriormente quel debito e mandando a quel paese una eventuale ripresa che potesse ridare fiato agli italiani senza dover operare tagli allo Stato sociale che alla fine della fiera impoveriscono tutti noi. 
Lo spread è schizzato quindi alle stelle non soltanto a causa del Def presentato da questo sciagurato governo, ma anche per via del forte ridimensionamento del Quantitative Easing da questo mese. 
Questa è la situazione in cui ora ci troviamo e non solo per via dell'avventurismo di questi dilettanti all'esecutivo, ma anche dei governi a guida PD che lo hanno preceduto e che avrebbero potuto veramente prevenire questo disastro se avessero fatto veramente il loro lavoro per il bene del paese!

Yvan Rettore


QUANDO LA FINANZA VIRTUALE UCCIDE L'ECONOMIA REALE!

Bisogna prendere atto che la crisi nella quale è entrato il neoliberismo nel 2008 non è mai finita e ha finito col diventare cronica e irreversibile. 
Lo spread è solo uno dei tanti elementi speculativi su cui poggia una finanza ormai quasi del tutto staccata dai parametri dell'economia reale e avvitata ormai saldamente su valori unicamente virtuali che alla fine della fiera stanno facendo a pezzi l'insieme del sistema. 
Se la speculazione sullo spread può quindi avvantaggiare grandi potentati bancari (specie americani, ma non solo) a breve termine, protraendosi nel tempo può minare l'assetto stesso dell'intera economia europea, perché in caso di crollo dell'Italia a ruota ci andrebbe comunque subito dopo anche la Germania e con lei il resto degli stati europei.

Yvan Rettore


sabato 13 ottobre 2018

E C'E' ANCHE CHI RIESCE AD ESULTARE PER L'AUMENTO DEL DEBITO PUBBLICO IN ITALIA!

Sentire esultare in un dibattito tv una giornalista alla notizia che la JP Morgan comprerà questo mese i titoli di Stato italiani di cui prima garantiva integralmente l'acquisto la BCE attraverso il Quantitative Easing è davvero una scena che potrebbe essere inserita tranquillamente fra le migliori rappresentazioni comiche di Zelig.
Perché?
Perché con lo spread ormai stabilmente a 300, l'emissione di quei titoli costerà un ammontare di interessi da pagare per lo Stato italiano di due o tre volte in più rispetto ai mesi precedenti!
E chi è lo Stato italiano?
Ovviamente, noi, i soliti fessi che ci ritroveremo ancora più poveri e vessati da un governo che sta dimostrando davvero di essere formato da una massa di dilettanti pericolosi quanto irresponsabili!
In parole povere: aumento del debito pubblico ancora più vertiginoso rispetto ai mesi precedenti e blocco quasi completo di una qualsiasi crescita perché ciò comporterà tagli ancora maggiori allo Stato sociale e una pressione fiscale ancora più gravosa per l'insieme degli italiani.
E in tutto questo ci guadagnerà la più grande banca d'affari del mondo che da sempre specula su questi fenomeni per arricchirsi a dismisura a danno dei popoli che ne sono vittime.
E poi ti ritrovi questa scribacchina esaltare affermando che il deficit di bilancio lo pagherà la JP Morgan!
Come se la più grande banca d'affari del mondo ora si mettesse a fare beneficenza al nostro paese!
Ma per favore!
Si può essere così ingenui da credere ad una simile panzana?!


sabato 6 ottobre 2018

DECALOGO DEL GRILLINO MODELLO

1. Noi siamo onesti, tutti gli altri no.
2. Noi abbiamo sempre ragione, anche quando sbagliamo.
3. Le nostre opinioni contano di più dei fatti.
4. I nostri progetti sono prioritari rispetto ai limiti della spesa pubblica.
5. L'incoerenza è una virtù non un difetto.
6. Competenze e capacità sono superflue per governare.
7. Se qualcosa non funziona è sempre colpa di qualcun altro.
8. Gli altri sono i cattivi, soltanto noi siamo i buoni.
9. Se siamo al governo, possiamo fare tutto ciò che vogliamo.
10. Gli avversari non vanno mai rispettati.


mercoledì 3 ottobre 2018

AFFITTARE AI MERIDIONALI NO, MA VENDERE AL SUD SI'?!

Ho sentito che nel Nord c'è sempre più gente che si rifiuta di affittare ai meridionali.
Poi ti capita di andare nel Salento e di comprarti bottiglie e confezioni di thé freddo e scopri che la ditta che produce tale bevanda viene da Bolzano!
Allora, affittare ai meridionali no, ma proporre loro i propri prodotti in loco sì!
E se questi cominciassero a non comprare più prodotti del Nord e decidessero di orientare i propri consumi esclusivamente su prodotti del Sud?
Della serie, chi la fa, l'aspetti.
O no?


ORA BASTA AVERE LA TERZA MEDIA O AL MASSIMO UN DIPLOMA DELLE SUPERIORI PER PRETENDERE DI GOVERNARE IL PAESE!

Questo è il pensiero che serpeggia fra la maggior parte dei sostenitori di Lega e M5S. 
Infatti i loro leader ne sono un patetico esempio quotidianamente.
Si può essere onesti finché si vuole ma se non si hanno le capacità e le qualità per gestire una qualsiasi attività umana, questa è destinata a fallire.
Questa verità che risulta assolutamente incontestabile a livello aziendale, dovrebbe esserlo a maggior ragione per una cosa ben più complessa che si chiama "Stato".
Invece è diffusa ormai l'idea fra certa gente che meno si è formati, meno si è capaci più si è onesti.
E questa è una equazione davvero ridicola per non dire altro.
Impensabile e assolutamente improponibile nel resto dell'Occidente e ancor di più in Svizzera, l'altro mio paese di origine, in cui se non sei capace e non hai le qualità giuste, non vai manco a fare il netturbino!
Basta un esempio (ma potrei citarne tanti altri per dimostrare l'evidenza di cui parlo) ossia che capacità e formazione sono fondamentali nel gestire la cosa pubblica.
Non sono mai stato prodiano e già quando era al governo non ero di certo un suo sostenitore.
Ma devo ammettere che il suo ultimo governo (2006-2008) fu l'ultimo che riuscì a realizzare una certa riduzione del debito pubblico.
Certo, si può dire di tutto su Prodi (trasformista democristiano, politico mediocre quanto inconcludente, gestione discutibile della liquidazione dell'IRI, il suo ultimo esecutivo fu l'ultimo pre-crisi e quindi era in una situazione diversa da oggi, ecc...) ma questo è un fatto che va comunque riconosciuto.
E in un'epoca in cui c'è gente che tende a spacciare per verità acquisite le proprie opinioni, preferisco attenermi ai fatti che sono gli unici elementi costitutivi di qualsiasi realtà.
E questo rimane un fatto.
Come pure che un asino rimane un asino, anche se a volte c'è chi lo è più di lui (come dimostrato dall'immagine allegata).


SE LA MAFIA TI PERSEGUITA SEI UNA BRAVA PERSONA, ALTRIMENTI NO!

Ora siamo arrivati al punto che ci sono dei magistrati che valutano l'onestà di una persona unicamente in funzione se questa viene perseguitata dalla mafia o meno. 
Traduzione: se la mafia ti perseguita, sei una brava persona. 
Se non lo fa, sei un delinquente. 
Pazzesco!
Questo è il metro di giudizio del pm nella vicenda dell'arresto del sindaco di Riace.
Questo è il livello di preparazione e competenza di certi funzionari nel nostro paese.
Ma d'altronde da un esecutivo che ritiene poco importanti gli aspetti formativi della classe dirigente e dei cittadini in generale, cosa ci si potrebbe aspettare di diverso?


Yvan Rettore