giovedì 31 dicembre 2020

INEFFICIENZA DEI VACCINI ANTICOVID: STORIA DI UN BUSINESS COLOSSALE!

Ultimamente si usa spesso in modo del tutto inappropriato il termine "malattia" parlando del Covid che invece è e rimane un virus. 

La differenza sta nel fatto che una malattia come la malaria o la febbre gialla rimane sempre presente in natura allo stesso modo, mentre un virus muta in modo costante e non sempre diventa devastante come nel caso del Covid. 

E' appunto per questo motivo che un vaccino per combattere un virus risulta di per sé inefficace (a maggior ragione quando per risultare comunque efficace e attendibile dovrebbe essere sottoposto a test di monitoraggio di una durata non inferiore a tre anni). 

Inoltre contrariamente alle malattie, i virus possono diffondersi in modo letale (di solito in due o tre ondate) salvo poi ridimensionarsi definitivamente e diventare innocui quando ormai gli anticorpi delle loro vittime potenziali li hanno resi progressivamente incapaci di proseguire su tale scia. 

Questo fenomeno si nota anche nel caso del coronavirus attraverso due dati evidenti: tra la prima e la seconda ondata ci sono stati infatti un netto calo dell'indice di contagio da una parte e di quello della mortalità dall'altra. 

La terza ondata (già iniziata in GB, in quanto ritengo che non si possa ridurre soltanto ad una mutazione del virus) sta affermando ulteriormente questa tendenza. 

In conclusione, tutta l'enfasi e la corsa sfrenata ai vaccini a cui stiamo assistendo in questi giorni vengono attuate proprio perché gli addetti ai lavori sono consapevoli che ormai il virus sta cominciando a scemare e più velocemente lo farà, meno potranno piazzarli e continuare a fare profitti colossali su questo business.


Yvan Rettore

sabato 26 dicembre 2020

IL VICINO DISPETTOSO

Avere a che fare con un vicino dispettoso e insofferente è un'esperienza non facile da vivere e da superare.

Spesso questo fenomeno appare dopo un primo periodo di apparente affiatamento che si afferma perché sorge una certa confidenza tra le parti coinvolte.
L'ideale sarebbe quindi sempre mantenere una certa distanza ma si sa che i comportamenti umani non sono regolati da una mente robotica, ma risultano piuttosto caratterizzati da sensazioni ed emozioni che sfuggono alla logica delle cose.
Se questo genere di prevenzione non viene attuato, le reazioni contro i dispetti del vicino possono essere molteplici ma hanno tutte o quasi un denominatore comune: la mancanza di un dialogo genuino e autentico tra le parti teso a determinare le cause di questo profondo malessere che finisce con lo sfociare in azioni iniziali di innocua violenza.
Questo aspetto che viene spesso tralasciato finisce con l'aggravare ulteriormente una situazione già di per sé critica.
Nel migliore dei casi, accade che la parte lesa dai dispetti, ha una tale carica di menefreghismo nei confronti di chi li commette, tanto da poterlo logorare fino a farli perdere ogni voglia di perseverare nella sua attitudine distruttiva.
Nel peggiore dei casi invece si giunge a degenerazioni che si traducono in vere e proprie scene da Far West in cui non si riesce poi più a cogliere chi ha torto e chi ha ragione.
Ma a quel punto, direi che le colpe vanno addossate comunque ad entrambi i contendenti che si spartiscono le azioni di un protagonismo insulso quanto inutile.
Certo, si può sempre ricorrere alla legge, ma vedendo come sono le cause civili nel nostro Paese, è una strada difficilmente percorribile e che raramente rende veramente giustizia.
Per non parlare dei costi non indifferenti che comporta.
Che fare quando i dispetti rischiano di diventare crimini se non peggio.
A quel punto l'unica cosa saggia da fare per la vittima è abbandonare la propria abitazione perché di fronte alla rabbia umana, non c'è nulla che ti può davvero salvare.
E purtroppo sono non pochi i casi finiti con un tragico epilogo.
Detto questo, che fare?
Non c'è una bacchetta magica risolutiva a riguardo.
Se non si riesce a prevenire il sorgere del male, la cosa migliore sarebbe di appurarne le cause almeno per tentare di intervenire in modo positivo nel contenzioso tra vicini.
E comunque, almeno una cosa si può sempre fare se si è vittima di tali soprusi: evitare di alimentare la violenza perché di sicuro finisce poi col degenerare in qualcosa di peggiore e tragico sia per sé stessi che per altri.

Yvan Rettore

domenica 20 dicembre 2020

NON FAKE NEWS MA DISINFORMAZIONE!

Sarebbe ora di superare il termine "Fake News" sostituendolo definitivamente con quello che è realmente, ovvero "disinformazione"!

Detto questo, come dovrebbe comportarsi ogni giornalista degno di questo nome per non ridursi ad un semplice scribacchino?

Rimanere comunque se stesso fino in fondo, cercando di affermare sempre la verità, senza lasciarsi condizionare dalle proprie opinioni e attenendosi unicamente ai fatti che dovrebbero essere in ogni caso riportato con la massima obiettività possibile.

In un mondo dominato da una ipocrisia ormai dilagante e da distruttive lobby di potere i Giornalisti con la "G" si contano ormai col lumicino, ragion per cui nelle poche volte in cui riescono davvero ad esprimersi spetta a noi considerare il loro lavoro leggendo e / o ascoltando ciò che hanno da dire e da rivelarci.

Perché la verità rivelata è l'unica che vale la pena accogliere per riuscire a crescere come individui e quindi come società.

Yvan Rettore

sabato 12 dicembre 2020

CIAO PABLITO!

Per quelli della mia generazione, Paolo Rossi e la Nazionale campione del mondo nel 1982, hanno rappresentato qualcosa che andava ben oltre una semplice affermazione sportiva.

Paolo Rossi era uno di noi, una persona comune, sicuramente non un VIP.

Ha dimostrato umiltà sia dentro che fuori dal campo e il riscatto che dette al Paese a suon di gol in quella straordinaria estate del 1982 è ancora nel cuore e nella mente di tutti gli italiani che ebbero la fortuna di vederlo in campo.

Sì, perché pochi ricordano le avversità che quest'uomo gentile e garbato aveva dovuto subire prima dei mondiali: dalle traversie giudiziarie per la vicenda del calcio scommesse a quasi due anni di fermo assoluto, oltre alle polemiche di certa stampa sportiva per la testardaggine del friulano Bearzot di convocarlo ai Mondiali.

Paolo Rossi dimostrò che la classe non è acqua e che se ce l'hai davvero torna comunque, perché si può provare a fermarlo una volta, ma non ci si può riuscire sempre e di continuo.

Questo mi insegnò quel grande campione in quella folle estate del 1982 e sotto sotto ci avevo sempre sperato fin dai tempi in cui lo avevo visto giocare nel Vicenza, quando da solo seppe fare grande una squadra a suon di gol.

Grazie Paolo per essere stato sempre uno di noi!


Yvan Rettore



giovedì 10 dicembre 2020

GLI ESSERI UMANI SI DIVIDONO SOLTANTO IN BUONI E CATTIVI!

Rimango allergico nel categorizzare e catalogare gli esseri umani. Non ci riesco proprio.
Perché ritengo che comunque vada la realtà è molto più complessa e variegata rispetto a facili quanto a volte ridicole generalizzazioni che lasciano il tempo che trovano.
E per fortuna che è così perché spesso che ci si dimentica che sono proprio tali tendenze a generare poi stereotipi e luoghi comuni che costituiscono un terreno fertile a forme di intolleranza che possono sfociare poi nel razzismo o nella xenofobia.
E 'vero che si possono avere determinate preferenze, è umano averne e di per sé non c'è nulla di male.
Ad esempio il sottoscritto non apprezza particolarmente le culture ei modi di pensare dei popoli germanici e anglosassoni, ma da qui a dire che non ama tedeschi e inglesi ce ne corre.
Questo perché dalle esperienze vissute nella mia breve esistenza, ho capito che al mondo ci sono soltanto due categorie di persone: i buoni da una parte ei cattivi dall'altra.
Ed esistono entrambe in tutti i lidi a prescindere dalle frontiere e dai confini che gli uomini hanno scioccamente eretto nel corso dei secoli e che rimangono ad oggi uno dei primi atti di contronatura da essi compiuto.
E una simile stupidaggine gli animali che erroneamente consideriamo gli inferiori non l'hanno mai pensata e nemmeno attuata, proprio perché loro sanno fare benissimo la differenza tra chi è buono e chi è cattivo.
Un limite che noi esseri tanto evoluti non sempre riusciamo a percepire pienamente e che ci porta spesso a ricorrere ingenuamente a rinchiuderci dentro dei recinti (non soltanto materiali ma anche mentali) per evitare di conoscere e affrontare individui che potrebbero rimettere in discussione il castello di carta di convinzioni che non possono mai definirsi certezze in quanto la vita e le sue condizioni mutano in continuazione.

Yvan Rettore


venerdì 4 dicembre 2020

COME COMINCIARE DAVVERO A RISPETTARE LA MADRE TERRA?

Oggi è sempre più di moda di parlare di rispetto dell'ambiente ma poi nella realtà dei fatti l'uomo occidentale persevera nel considerare la natura come un'occasione di fare business ad oltranza piuttosto che riconoscerle il dovuto rispetto in quanto parte integrante di quella Madre Terra di cui tutti facciamo parte.

Per volerle bene davvero basterebbe cominciare a non trattarla più in chiave utilitaristica, limitandosi quindi a ricavarne soltanto gli elementi utili a garantire una esistenza dignitosa a tutti gli esseri viventi ivi presenti.

E per avviare tale percorso sono fondamentali due passi rivoluzionari: sancire l'inviolabilità dei beni comuni all'interno della Costituzione da una parte e considerare la Madre Terra un vero e proprio soggetto giuridico dall'altra.

Utopia?

Il MAS in Bolivia lo ha fatto da tempo e la proposta di legge che elaborai un paio di anni fa va nella stessa direzione.


Yvan Rettore