mercoledì 29 dicembre 2021

PERCHE' LODARE GLI ANNI '80?

 Spesso sento lodare gli anni '80 ed in particolare certi leader (discutibili) di allora.

Per averli vissuti (forse anche perché allora ero nel pieno della mia gioventù), devo ammettere che furono sicuramente migliori del decennio attuale.
Al di là di varie considerazioni che bisognerebbe analizzare ben al di là dello spazio ridotto di questo intervento, ritengo che a giocare un ruolo determinante nella positività complessiva di quel periodo furono le qualità del popolo italiano, composto ancora in gran parte da gente che aveva conosciuto il fascismo e la Guerra, che ne aveva subito le conseguenze nefaste attraverso l'emigrazione e che aveva lottato strenuamente per difendere i propri diritti civili e sociali.
Persone che avevano vissuto la fame, angherie e privazioni indicibili.
Allora avevamo anche un Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, esempio emblematico di quanto ho appena scritto e quando l'Italia vinse la Coppa del Mondo di calcio, ci sentimmo davvero un nazione unita come non mai e pronta a riscattarsi come appunto accadde negli anni successivi, quando il "Made in Italy" da semplice slogan si affermò come sinonimo di lavoro e operosità di qualità e serietà in tutto il mondo.
Allora gli italiani erano un popolo che non si tirava mai indietro quando si trattava di fare sacrifici ma anche quando c'era bisogno di rivendicare i propri diritti e la solidarietà (che allora era la regola anziché l'eccezione).
Sia nel mondo cattolico che nel sindacato erano innumerevoli gli esempi di italiani che costruivano una società civile e impegnata e che credevano in quei valori che rendevano il Paese più forte e coeso nell'affrontare i cambiamenti, mantenendo però inalterati i principi sui quali si fondava la Repubblica.
Gli anni '80 cominciarono a declinare verso la fine, quando lo spirito rivoluzionario degli anni '70 era stato ormai spazzato via, era crollato il mondo di Berlino e il neoliberismo del mondo anglosassone stava iniziando a farsi strada anche da noi.
E allora prese il via la stagione del grande ed illimitato consumismo, si affermò la tendenza a mercificare qualsiasi cosa, esseri umani compresi, e si attuò il crollo generalizzato dei partiti di massa, dei sindacati, del mondo cattolico e della credibilità delle istituzioni repubblicane spazzando via uno dei decenni forse più floridi della Storia travagliata del nostro Paese.
Yvan Rettore

martedì 28 dicembre 2021

UN ANNO SENZA MIA MADRE

 All'una del mattino del 29 dicembre scorso mi giunse la telefonata più brutta che si possa ricevere.

Un medico mi informava dell'avvenuto decesso di mia madre in una casa di riposo di Padova.
Causa della morte, Covid, secondo lui.
Due giorni prima aveva avuto un infarto ed era quello ad averla uccisa, soffrendo da anni di un enfisema polmonare incurabile che unito ad altre patologie l'aveva debilitata nel fisico e resa non autosufficiente.
Non il Covid.
Sul momento non ci stetti a pensare, ma dopo pochi giorni capii che era quella la verità.
Data la distanza, non potei assistere alle esequie e nemmeno vederla o chiedere accertamenti su come si erano svolti i fatti.
Mi ci vollero mesi prima di riuscire a mettere dei fiori sulla sua tomba e almeno in quello assecondai le sue volontà di essere sepolta in terra e non piazzata in un loculo.
Se avessi avuto più tempo e non ci fosse stata questa situazione che stiamo vivendo da ormai due anni, probabilmente sarei riuscito a tirarla via da quella casa di riposo, portandola da me nel Salento.
Ma le cose sono andate diversamente e almeno di una cosa sono contento ed è che eravamo riusciti a rappacificarci dopo anni di contrasti ed incomprensioni e ad avere un rapporto finalmente sereno.
Da allora non conto le cattiverie che ho subito da parte dei miei famigliari, di persone che credevo amiche e di conoscenti che perfino in questi giorni non hanno perso l'occasione di sorprendermi ignorando del tutto la mia esistenza e gli auguri di una festa come il Natale, che dovrebbe essere un evento di amore e solidarietà, mentre per i più si riduce soltanto ad un momento vuoto di esibizionismo.
Le cattiverie proseguono e non ci si abitua mai davvero a riceverle, però dopo un anno ho acquisito la consapevolezza che se si persiste nel credere nel bene e nell'amore, nulla è impossibile e che la logica dei fatti e delle cose finirà per prendere il sopravvento su qualsiasi degenerazione umana, com'è sempre accaduto e come sempre accadrà.
Aspettare che tale prospettiva si materializzi non è certo sufficiente e quindi bisogna agire e comportarsi ogni giorno in modo tale perché un giorno possano finalmente affermarsi le tante verità finora calpestate ed aprire una nuova stagione di giustizia e conquiste di civiltà.
In quest'anno senza mia madre, in questo primo Natale senza di lei, ho capito che la serenità e la forza di un uomo non risiedono nella vendetta e nella rivalsa verso coloro che ti hanno fatto del male, ma nel superamento di quest'ultimo e nel saper comunque accogliere chi ammette di avere sbagliato e si dimostra pronto a percorrere insieme a te il cammino di vita che ti resta.
E questo, anche se breve, sono riuscito a farlo con mia madre.

Yvan Rettore

venerdì 24 dicembre 2021

PISTA DI GHIACCIO NEL SALENTO

Oggi, ascoltando una rete TV locale, mi sono imbattuto nell'intervista ad un assessore delle attività produttive di un comune di poche migliaia di anime, che si vantava di avere messo a disposizione dei propri cittadini una pista di ghiaccio.
Se da una parte considero assolutamente giusto ed opportuno addobbare le nostre città di luminarie e decorazioni natalizie, nonché di organizzare manifestazioni inerenti a questo periodo, trovo davvero fuori luogo avere pensato ad una simile iniziativa.
Per uno svizzero come me, che considera l'inverno nel Salento come un'opinione più che una realtà concreta rispetto a latitudini in cui invece esiste davvero, ritengo che spendere circa 10.000 Euro (per non parlare degli oneri energetici da coprire) per noleggiare una pista di ghiaccio sia davvero uno schiaffo alla povertà.
Il bello è che lo stesso assessore, lanciatissimo nel suo ruolo, ha dichiarato che verrà aperto un ufficio per poter intercettare i fondi del PNRR da destinare poi ad imprese del luogo.
A parte il fatto che lo sviluppo di una realtà locale passa necessariamente attraverso la realizzazione di infrastrutture da una parte e l'insediamento di nuove realtà produttive dall'altra, non si capisce allora perché siano stati letteralmente buttati dei soldi pubblici per un'iniziativa di intrattenimento assolutamente inutile, specie in un periodo in cui gli assembramenti (ma la cosa era ampiamente prevedibile) non sono ammessi dalle recenti normative.
Se non si mette un freno a certe esagerazioni, controproducenti per le collettività che sono costrette a subirle, finirà che un giorno si giungerà col mettere addirittura delle piste da bob o delle strutture artificiali sparaneve per fare delle gare di slittino!
Perfino la squadra giamaicana di bob, che partecipò a ben due Olimpiadi alla fine del secolo scorso, si allenava in assenza completa di simili strutture, a dimostrazione di una logica che potrebbe riassumersi così: "Ad ogni paese, il suo clima!".
Yvan Rettore

LO SPOSTAMENTO DELLA SEDE DELLA POLIZIA LOCALE IN PERIFERIA E' UN ALTRO SEGNO DEL DEGRADO DI VEGLIE

 Il 22 dicembre scorso l’amministrazione comunale ha deciso di spostare la sede del Comando della Polizia Locale negli uffici comunali di via Salice.

Tale decisione è stata presa senza consultare la cittadinanza e la considero come un ulteriore segno di degrado del paese.

Perché dico questo?

Perché nella maggior parte dei comuni si cerca sempre di mantenere gli uffici amministrativi nel centro del paese con un particolare occhio di riguardo a quella parte consistente di popolazione che si sposta per lo più a piedi: anziani, disabili e persone indigenti prive di mezzi per spostarsi su lunghi tragitti.

Veglie in questo non fa affatto eccezione e ritengo che tali scelte amministrative annunciate, ma non motivate pubblicamente, non tengono affatto conto di queste specificità legate a cittadini che per giunta sono anche elettori di questo comune.

Se non era più possibile mantenere la sede del Comando della Polizia Locale nel centro del paese, penso che sarebbe stato opportuno valutare un’altra ubicazione in cui trasferirlo che fosse più comoda all’accesso per tutti i residenti e non soltanto per coloro che sono automuniti e/o possono spostarsi con un mezzo privato.

Mi auguro che la prossima amministrazione comunale abbia prioritariamente a cuore questo aspetto perché anche la sede degli uffici comunali (che costituiscono la “Casa comune” di tutti i cittadini) dev’essere vicina a tutti i cittadini e non soltanto in senso metaforico.

Yvan Rettore

domenica 19 dicembre 2021

LA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA: UN'ISTITUZIONE DA RIFORMARE

 Nel nostro ordinamento, il Presidente della Repubblica è la massima autorità istituzionale e rappresenta quindi la nazione.Nel nostro ordinamento, il Presidente della Repubblica è la massima autorità istituzionale e rappresenta quindi la nazione.

Sono rari i casi in cui è stato anche espressione del popolo che la compone e forse l'unico degno di nota è stato Sandro Pertini, soprannominato il "Presidente Partigiano".
In particolare gli ultimi capi di Stato si sono segnalati per questo distacco notevole e crescente tra le istituzioni e la gente comune.
Spesso e volentieri hanno posto come priorità i diktat dell'UE e soprattutto del suo mondo finanziario rispetto ai bisogni ed interessi effettivi del popolo italiano.
La mia non vuole essere affatto un'accusa, ma una semplice constatazione.
La presidenza Mattarella non ha fatto eccezione in quella che si può ormai definire come una "consuetudine presidenziale" e la nomina di Draghi alla carica di Presidente del Consiglio di Mario Draghi ne costituisce una ulteriore conferma.
La Costituzione come pure i trattati internazionali che vincolano il nostro Paese sul piano della difesa dei diritti umani, con particolare riferimento a quelli civili e sociali, sono stati lesi più volte in questi anni e non soltanto da quando è apparso il Covid.
Questo è un dato di fatto inoppugnabile che porta ad una riflessione circa la reale utilità di questa carica nel nostro ordinamento.
Ormai essendo palese che non è più il garante assoluto della nostra Costituzione e vista la facoltà di poter nominare spesso e volentieri "tecnici" non eletti alla guida, appare chiaro che tale incarico svilisce l'essenza stessa della nostra democrazia fondata sulla centralità del Parlamento e l'autonomia della magistratura.
Oggi è evidente che è il governo a legiferare in modo determinante e il Parlamento soltanto in modo accessorio e che la magistratura rimane succube di correnti politiche che comportano rischi circa la genuinità del ruolo che deve garantire nel rispetto delle nostre leggi ed in particolare dei pilastri legislativi fondamentali del nostro Paese.
Per invertire questa pericolosa involuzione in atto ormai da diversi lustri, sarebbe utile ridurre ulteriormente la figura del capo dello Stato limitandone certi poteri, riforme che si potrebbero riassumere nei punti seguenti:

- elezione diretta da parte dei cittadini
- mandato di cinque anni
- limiti di età per essere eleggibile: minimo cinquant'anni, massimo ottant'anni
- non avere tessere di partito
- essere un costituzionalista autorevole
- avere una fedina penale immacolata
- la costituzionalità delle leggi approvate dal Parlamento non passerebbe più dal Presidente della Repubblica ma sarebbe esclusivamente di competenza di un Comitato Garante della Costituzione formato da cinque costituzionalisti estratti a sorte ogni sei mesi
- il Presidente del Consiglio dovrebbe essere un parlamentare eletto dai cittadini ed essere nominato dal capo dello Stato unicamente in quanto leader di una coalizione elettorale vincente e non di quelle improvvisate in Parlamento
- abolizione della facoltà di poter scegliere uno o più senatori a vita e di poterlo diventare a sua volta una volta scaduto il mandato.

Ritengo che queste riforme sarebbero fondamentali per riportare la democrazia al centro della vita politica di questo Paese.

Yvan Rettore

sabato 18 dicembre 2021

L'INTERVENTO CHE NON TI ASPETTI

In uno studio televisivo Mainstream viene invitato un leader di un movimento che è scettico riguardo alla narrazione dominante sulle vaccinazioni anti covid.
Dopo i saluti di rito, gli altri invitati cominciano la solita rappresentazione favorevole alle posizioni del governo col conduttore che ovviamente non li interrompe mai perché tanto vanno tutti d'amore e d'accordo.
Poi, dopo oltre un'ora, si accorge dell'unica mosca bianca presente in studio e decide di lanciare il solito interrogatorio intimidatorio e denigratorio.

Conduttore: "Come prima domanda, vorrei chiederle se lei è vaccinato."
Invitato: "Non sono tenuto a risponderle."

Brusio e parole scandalizzate sottotono dei presenti.

Conduttore: "Perché?! Se si rifiuta di rispondere, significa che lei non si è vaccinato, giusto?!"
Invitato: "Dato che lei è un giornalista dovrebbe essere informato sul perché io non debba risponderle. Per il resto, lascio a lei le sue conclusioni."

Si alzano parole di disapprovazione in studio.

Conduttore: "Vabbé. Allora perché si oppone ai vaccini?!"
Invitato: "No, non mi oppongo."

Il conduttore, sempre più nervoso, riparte all'attacco.

Conduttore: "Allora vuol dire che lei è vaccinato?!"
Invitato: "Ho già risposto a questa domanda."

Il conduttore, disorientato, sbuffa e sta per perdere le staffe.

Conduttore: "Senta, prima mi dice che non vuole dirmi se è vaccinato o meno e poi mi rivela che non si oppone ai vaccini. Mi sta prendendo in giro per caso?!"
Invitato: "No. Ma ad ogni cosa il suo nome. Sono favorevole ai vaccini. Quelli attualmente in circolazione sono terapie geniche, non vaccini."
Conduttore: "Vabbé, lei si sta arrampicando sugli specchi."
Invitato: "Veda lei se preferisce confondere due termini ben diversi tra loro, invece di attenersi alla realtà delle cose."

Il conduttore è visibilmente paonazzo.

"Conduttore: "Ma se la scienza ha detto che rendono immuni dal contagio! Lei si oppone quindi alla scienza?!"
Invitato: "Credo nella scienza non nelle case farmaceutiche!"

Il conduttore del tutto frastornato cerca di sferrare ancora un colpo per cercare di averla vinta sul suo interlocutore.

Conduttore: "Vedo che lei non sa tante cose su questo tema!"

L'invitato, con un sorriso di scherno, ribatte prontamente.

Invitato: "Finora è lei che ha dimostrato di non essere ben informato su questa questione."
Conduttore: "Ma come si permette?! Vuole per caso insegnarmi il mio mestiere?!"
Invitato: "No. Semplice constatazione basata su quanto da lei dichiarato. Nient'altro."

A quel punto il conduttore, pur di salvare la faccia, rinuncia a proseguire un confronto che stava prendendo una brutta china per lui e concentra il resto della trasmissione esclusivamente sugli altri invitati cercando sostegni contro quel personaggio scomodo.
Questi dal canto suo rimane imperturbabile e non reagisce minimamente alle provocazioni finché in chiusura di trasmissione il conduttore, tronfio della situazione che si è venuta a creare, cerca di dargli un'ultima stoccata tesa ad umiliarlo.

Conduttore: "Allora, ha qualcosa da aggiungere prima della fine di questa trasmissione?"
Invitato: "No. Ho detto quanto mi è stato consentito dire. Il resto si commenta da solo."

Silenzio improvviso in studio, seguito dal solito brusio e parole inutili!

Yvan Rettore

venerdì 3 dicembre 2021

I VANTI RIDICOLI DI MENTANA E GRUBER CONTRO CHI NON LA PENSA COME LORO SULLA CAMPAGNA VACCINALE

Enrico Mentana e Lili Gruber si vantano di non aver mai invitato personalità scientifiche contrarie alle vaccinazioni nelle loro trasmissioni.

Fra quelle personalità che loro escludono figurano i maggiori scienziati del mondo (vi sono ben 5 Nobel!) e quindi ciò che fanno è una disinformazione voluta o meglio una censura fondata sulla diffusione delle "verità della fata turchina" a scapito della Scienza con la "S" (e non quella con la pseudoscienza al soldo delle case farmaceutiche!).
Stiano pur tranquilli che i maggiori scienziati del pianeta non hanno certo bisogno di andare nelle loro squallide trasmissioni perché per loro parla ampiamente la loro solida reputazione che si esprime nei risultati di ricerche concrete diffuse dalle maggiori e più autorevoli riviste scientifiche internazionali.
Quindi rifiutarli a tali trasmissioni è da considerarsi un onore per loro in quanto andarci comporterebbe un serio degrado della loro reputazione di cui non hanno affatto bisogno.
Tanto chi ama la verità non segue lo squallore che presentano ogni giorno perché sarebbe offensivo nei confronti della stessa osare farlo!
Yvan Rettore