mercoledì 29 gennaio 2020

STRUMENTALIZZARE UN ATTO CRIMINALE E' COLPIRE LA VITTIMA DUE VOLTE!

Un atto criminale dev'essere condannato a prescindere da chi lo commette.
Strumentalizzarlo per dare addosso ad una determinata comunità dovrebbe essere un comportamento che a sua volta dovrebbe essere sanzionato e quindi impedito, perché in questo caso la vittima viene colpita due volte: la prima ovviamente da chi ha commesso il reato, la seconda da chi sfrutta questa tragedia per scopi che nulla hanno a che vedere col senso di giustizia e che rientrano soltanto nella sfera dell'opportunismo politico o peggio ancora di una intolleranza che non possono assolutamente essere ammessi in una società civile.
Per essere più chiari, la dignità della vittima dovrebbe essere sempre salvaguardata e la sua tragica vicenda non dovrebbe mai essere sbandierata come un cencio da squallidi mass media e da politici senza scrupoli che la usano unicamente in chiave propagandistica
L'Italia purtroppo in questo tipo di vicende non dimostra affatto di essere un paese civile.

Yvan Rettore

lunedì 27 gennaio 2020

L'OLOCAUSTO, UNA OCCASIONE PER RICORDARE I MILIONI DI MORTI DI TUTTI I GENOCIDI SUBITI DALL'UMANITA'

Come non essere d'accordo sulla condanna assoluta dell'Olocausto specie quando ad esserne state vittime sono state così tante creature innocenti?!                                                                                                                            
E questo anche se personalmente sostituirei la "Giornata della Memoria" con la "Giornata di tutti i genocidi umani" onde non dimenticare e rendere onore ai milioni di persone vittime di massacri compiuti in ogni lido prima e dopo l'Olocausto.                                                                                                                                        
Riconosco tuttavia che tale genocidio rimane unico nella Storia dell'Umanità per il carattere sistematico e "scientifico" con cui venne perpetrato e forse è proprio per questo motivo che una simile ricorrenza specifica rimane in ogni caso doverosa affinché non venga mai più ripetuto un tale orrore.                                                                   

Detto questo, comunque lungi da me polemizzare a riguardo perché non mi sembra proprio il caso e quindi il mio pensiero va oggi a tutte le vittime dei campi di concentramento nazisti: ebrei, zingari, oppositori politici, partigiani, soldati alleati (diversi dei quali ebbero però la fortuna di venire segregati in campi di lavoro - e non di concentramento - gestiti dalla Wehrmacht - e non dalle SS - e che quindi non presentavano le caratteristiche tipiche di luoghi destinati a realizzare massacri sistematici su larga scala) e non da ultimi i più dimenticati di tutti, i diversamente abili e i malati di mente.                                                                                                                
Vorrei che anche loro venissero ricordati in questa triste giornata e a prescindere dalle posizioni politiche rendere merito all'Armata Rossa che liberò Auschwitz cominciando a metter fine a questo orrore.                          
Concludo con alcune precisazioni. 

Auschwitz non fu l'ultimo campo ad essere liberato. 

Infatti il KL (sigla del campo di concentramento nella Germania nazista) di Buchenwald fu liberato purtroppo soltanto l'11 aprile 1945 stavolta ad opera dell'esercito statunitense al quale bisogna rendere onore a sua volta. 

Peccato che non ci siano riusciti prima. 

E peccato che Josef Mengele (detto "L'angelo della morte") il medico che fece tanti esperimenti (in particolare su bambini) non fu mai catturato e punito per i suoi crimini inauditi. 

Senza dimenticare infine il comportamento esecrabile adottato da certi esponenti di Estrema Destra e fanatici neonazisti (noti soprattutto con il termine di "negazionisti") che osano rinnegare l'esistenza dei campi di concentramento come fece il fascista francese Le Pen anni fa.

Yvan Rettore


venerdì 24 gennaio 2020

UNA AMMINISTRAZIONE COMUNALE PIU' DEMOCRATICA E' POSSIBILE

Una democrazia diventa compiuta attraverso il coinvolgimento e la partecipazione diretta dei cittadini alla gestione della cosa pubblica.

Cittadini che non si riducono a semplici amministrati passivi , ma diventano protagonisti delle scelte amministrative che li interessano in prima persona.
Questo innanzitutto per colmare il bisogno crescente della popolazione di essere ascoltata da coloro che sono chiamati ad amministrarla e a rivendicare di conseguenza un ruolo nelle scelte politiche che vengono fatte nei suoi confronti.
Finora diversi settori sono stati assolti con successo dal volontariato in cui questo protagonismo è riuscito a diventare effettivo con buona pace della classe politica che così si è ritrovata a vedere risolti o comunque affrontati non poche questioni verso cui si era dimostrata incapace o indifferente.
Questo è accaduto in vari ambiti che vanno da interventi nel sociale fino ad iniziative culturali di spessore, dalla tutela ambientale fino allo sport. alla cultura, dallo sport.
Ma nella vita politica questo coinvolgimento attivo dei cittadini finora si è attuato in modo residuale o comunque marginale.
Quindi al di là delle buone intenzioni espresse quasi sempre soltanto durante effimere campagne elettorali a mo' di slogan, sarebbe ora di concentrarsi su metodi precisi da far conoscere e applicare nel contesto di una volontà tesa a far partecipare effettivamente i cittadini alla gestione delle cosa pubblica.
Mentre in diversi casi tali metodologie di partecipazione sono presenti sono spesso allo stato embrionale e scritte in modo poco chiaro e scarsamente regolamentato negli statuti comunali, sono non pochi i casi anche in Italia, ma sopratutto all'estero in cui vengono esplicitati e praticati con risultati molto ragguardevoli.
I campi di azione possono andare dal coinvolgimento diretto dei cittadini nella realizzazione di un determinato progetto all'interno del Comune fino alla gestione della agenda politica corrente, oppure nei casi più ambizioni perfino sulle prospettive generali di progresso di un Comune nel suo insieme.
Per diventare autorevoli sul piano politico e ottenere una valenza giuridica riconosciuta è ovvio che i metodi scelti debbano essere inseriti come regole nello Statuto comunale..
Più appariranno vincolanti per l'amministrazione comunale, più i cittadini saranno incitati a dare un contributo partecipativo importante e costante.
Si pone quindi la necessità dell'abbinamento di metodologie di partecipazione più radicali sul piano decisionale (diritti referendari e diritti di richiamo) da una parte a quelle che si riferiscono a una democrazia di stampo deliberativo che non comprendono una consultazione collettiva con ricadute vincolanti dall'altra.
Entrambe le metodologie e le forme in cui si esprimono hanno uguale legittimità.
Nel primo caso, ad esempio è fondamentale che i cittadini abbiano la possibilità di poter decidere in modo determinante e conclusivo circa argomenti di primaria importanza della politica comunale perché altrimenti gli amministratori pubblici si sentirebbero autorizzati ad agire con la solita delega in bianco che per anni ha contraddistinto la malapolitica in questo paese.
Nel secondo caso, appare altrettanto cruciale che l'informazione, la comprensione esauriente di questioni di interesse pubblico e il dialogo diretto tra amministrati e amministratori consentano ai cittadini di avere ben chiari tutti gli argomenti a favore e contrari, le eventuali motivazioni di scelte politiche alternative e il confronto vivace e costruttivo tra membri di una stessa comunità,
L'abbinamento di questi modelli di partecipazione è indispensabile per formare un processo in grado di unire due azioni fondamentali della democrazia: la deliberazione e la decisione, espressioni di singoli cittadini e di gruppi sociali definiti.
La rappresentatività, elemento caratteristico del nostro sistema politico non verrebbe messa a repentaglio in quanto la maggior parte delle decisioni politiche continuerebbero ad essere adottate dal Consiglio e dalla Giunta comunale.
La novità starebbe nel fatto che al di là di questi elementi chiave della democrazia rappresentativa, verrebbero dati maggior risalto e considerazione ad uno spazio concreto in cui cittadini, esperti, funzionari, tecnici e politici eletti potrebbero confrontarsi direttamente.
In questo modo, i cittadini si ritroverebbero più interessati ad attivarsi per trovare e proporre soluzioni che si fondano su una reale condivisione e ad accettare al contempo stesso di farsi carico di determinate responsabilità a livello personale.
Ma alla fine della fiera, ne godrebbe l'intera collettività che si ritroverebbe a vivere in un comune più civile, vivace e progredito.

Yvan Rettore.

lunedì 20 gennaio 2020

UN COMUNE DEVE ESSERE GESTITO DA GENTE CHE ABBIA EFFETTIVAMENTE LE COMPETENZE E QUALITA' PER POTERLO FARE!

Per gestire in modo soddisfacente un'amministrazione pubblica bisogna avere un minimo di formazione autorevole e delle conoscenze acquisite sulle normative che la regolano. 
Improvvisarsi significa creare ulteriori disagi e problemi alla popolazione che si intende governare.
Considerare che una persona ignorante e incapace sia automaticamente più onesta di una persona competente ed esperta è quindi del tutto fuori luogo, perché l'onestà non dipende affatto da queste differenze di capacità e conoscenze. 
Quindi, i disastri compiuti da una pessima gestione pubblica (che sono una costante nel nostro Paese) non possono essere imputabili soltanto alla disonestà di alcuni amministratori, ma dipendono anche (e soprattutto) da una carenza diffusa di senso civico dei cittadini che sono sempre pronti a chiedere ma fanno in definitiva ben poco perché il comune venga effettivamente gestito bene, limitandosi di conseguenza unicamente a delegare in toto l'amministrazione dello stesso e a lamentarsi costantemente senza però fare granché perché nulla cambi davvero in meglio.  
Si è avuta la dimostrazione palese in questi anni del degrado amministrativo ulteriore generalizzato dovuto non soltanto ad una carenza di risorse quanto ad una manifesta mancanza di preparazione e capacità della nuova classe dirigente che si improvvisa tale senza averne i requisiti. 
E sono non pochi i casi di comuni gestiti male da personale onesto, ma non all'altezza dei compiti amministrativi conferiti.   
Ad esempio, quanti di questi amministratori improvvisati conoscono l'esistenza dei fondi europei (di cui l'Italia usa solo il 30% di quelli messi a sua disposizione) a cui ricorrere per migliorare considerevolmente il territorio e le infrastrutture locali?!  
All'estero, a cominciare dall'altro mio paese di origine (la Svizzera), nessun cittadino si sognerebbe mai di amministrare un comune senza averne le competenze e un minimo di esperienza gestionale, tanto è vero che gli stessi partiti ammettono come candidati unicamente individui che possono dimostrare di avere questo tipo di caratteristiche.  
Ma direi di più. 
Nessun cittadino si sognerebbe mai di eleggere un candidato privo di competenze e conoscenze adeguate in ambito politico e amministrativo. 
Questo aspetto fondamentale del senso civico unito ad un forte senso delle istituzioni fa sì che i comuni vengano effettivamente gestiti piuttosto bene e non da amministratori improvvisati che purtroppo spesso e volentieri approfittano di tale posizione acquisita in modo immeritato per crearsi un posto al sole.

Yvan Rettore

giovedì 16 gennaio 2020

DARE SENZA ASPETTARSI NULLA IN CAMBIO!

Cerco sempre di essere disponibile verso coloro che ne hanno bisogno e spesso purtroppo questo mio modo di essere mi porta ad essere sfruttato in questa mia indole verso il prossimo.
Forse il problema sta nel fatto che sono abituato a non chiedere mai aiuto a nessuno e ad affrontare le cose sempre in solitudine.
E allora accade che di solito quando ci si rivolge a Yvan, lo si fa soltanto per prendere e mai per dare.
Comunque un aiuto vero va sempre dato senza mai aspettarsi che chi lo riceve faccia altrettanto con te.
Dev'essere un atto di generosità davvero gratuito e così cerco sempre di fare.
Spesso quindi contatto le persone per sentire come stanno e per offrirmi in caso di bisogno.
Poi però è ovvio che se sono io a diventar uccel di bosco, sono davvero pochissimi coloro che si interessano davvero di sapere come sto.
E' anche vero però che l'amicizia vera non si misura di certo in uno scambio perfettamente equo di reciproci favori e aiuti, ma che si deve tradurre con la semplice disponibilità ad esserci per l'altro sempre e comunque.
Ecco perché ci sono persone che riescono a rimanere amiche tutta la vita pur vedendosi pochissimo e io ho il privilegio di averne nella mia esistenza.
E questo rimane uno dei più importanti tesori che ho.


Yvan Rettore

lunedì 13 gennaio 2020

L'AMORE OMOSESSUALE: UNA DIVERSITA' CHE DEVE ESSERE CONSIDERATA NORMALE!

L'amore è un sentimento e come tale comporta delle scelte e degli impegni nei confronti della persona amata. 
Riguarda due esseri e quindi la loro felicità, serenità, realizzazione ed emancipazione. 
E tutto questo dovrebbe essere rispettato e accettato sia dalle famiglie di origine che dall'insieme della società, perché in caso contrario si pongono un giudizio e una eventuale condanna di stati e situazioni che riguardano esclusivamente le persone formanti una coppia sentimentale. 
E questo a prescindere che si tratti di un rapporto eterosessuale o omosessuale. 
Sarebbe ora che le diversità fossero accettate come normalità in una società che per troppi secoli ha invece bandito e condannato tutti coloro che non aderivano ai "canoni di normalità dominanti" imposti in particolare dalla Chiesa (ma non solo). 
Proprio quella stessa Chiesa che predica tanto l'Amore, ma troppo spesso ha messo dei paletti su chi può essere amato e chi no, inserendosi in modo arbitrario e spesso invasivo nelle sfere intime e personali dei fedeli e causando direttamente o indirettamente tante situazioni di depressione, infelicità e frustrazioni in coloro che ne sono stati vittime. 
Se si crede davvero nell'Amore, non si possono erigere confini o paletti né imporre restrizioni perché così facendo si rischia spesso di arrecare danni e sofferenze indicibili a chi le subisce. 
Poi un rapporto omosessuale può non piacere e nessuno ci costringe ad apprezzarlo. 
Però chi siamo noi per condannarlo ed eventualmente reprimerlo? 
In nome di quale principio? 
Violare un sentimento così forte ed importante non si riduce soltanto ad un'azione da condannare fortemente a livello morale, ma corrisponde anche alla violazione palese di una libertà fondamentale di ogni essere umano: la libertà di autodeterminazione di ogni individuo. 
Sarebbe il caso di ricordarselo!


Yvan Rettore


LA LIBERTA' DI PENSIERO DOVREBBE SERVIRE ANCHE AD IGNORARE CHI DIFFONDE BUFALE O DISTORCE FATTI STORICI ACCERTATI

La libertà di pensiero ci consente anche di trascurare chi diffonde bufale o ripropone fatti storici in modo del tutto personale e parziale lasciando da parte tutto ciò che potrebbe contraddire le loro teorie in gran parte campate in aria e che servono solo ad uso polemico.
Ricerche autenticamente storiche e il giornalismo d'inchiesta richiedono ben altre qualità e capacità rispetto a questi opinionisti (mai termine fu più azzeccato) di cui purtroppo abbonda la società italiana.
Il problema è che coloro che operano in tal senso sono troppo spesso ignorati o comunque non considerati come dovrebbero perché rivelano verità e contorni scomodi ai salotti bene di chi detiene davvero il potere in questo Paese.

Yvan Rettore

domenica 5 gennaio 2020

LA XENOFOBIA PEGGIORE? QUELLA CONTRO LE PERSONE AFFETTE DA DISABILITA'!

C'è una forma di xenofobia crescente nella nostra società nei confronti di persone affette da disabilità.
Si sa bene che nell'ottica della società perfetta dei nazifascisti certi individui non troverebbero spazio e infatti durante il nazismo in Germania venivano escluse, segregate e massacrate alla pari di ebrei e zingari.
Non si è mai parlato abbastanza di quel genocidio e dopo anni di battaglie civili, finalmente in Occidente sono state loro riconosciute dei diritti sacrosanti e anche se molto è stato fatto, tantissimo resta ancora da fare.
La verità è che in un periodo di crisi irreversibile del sistema in cui viviamo, in cui chi detiene davvero il potere mette i poveri, gli esclusi e i disagiati gli uni contro gli altri per poter continuare a dominarci in modo indisturbato, queste persone vengono nuovamente colpite.
Si allude che abbiano privilegi, corsie preferenziali di accesso al mondo del lavoro e che essere in quelle condizioni dia la possibilità di stare comunque meglio rispetto ad altri.
Quanta ignoranza e stupidità nel sentire queste cose che non trovano riscontro nella realtà.
Ma soprattutto quanta cattiveria nello scagliarsi contro esseri umani che non possono difendersi e che quando cercano di farlo lo possono fare soltanto in modo limitato perché anche le stesse istituzioni troppo spesso i li ignorano.
Ma questi sputasentenze sanno cosa vuol dire vivere senza poter muoversi come si vuole, senza poter usare i propri sensi o nei casi peggiori vivendo in modo catatonico?!
E mi sono limitato soltanto ad alcuni casi perché vi sono purtroppo tante forme di disabilità.
Lo sanno quanta sofferenza subiscono e quante prove di coraggio devono compiere i famigliari per dimostrare ogni giorno il loro Amore a queste persone e a non lasciarli soli?
Chi sono loro per definire chi merita di vivere e chi no?!
Troppo spesso ci si dimentica in questa società individualista che ogni individuo dovrebbe poter vivere con dignità e questo elemento (che non ci si può definire solo monetizzandolo) dovrebbe essere una priorità ogni società civile dovrebbe garantire ad ogni essere umano.
Ancor di più se si tratta di una persona costretta a vivere con delle disabilità!

Yvan Rettore