domenica 30 aprile 2017

WILLI RITSCHARD: QUANDO LA CULTURA NON BASTA A FARE UN BRAVO STATISTA!

Ricordo parecchi anni fa, quando abitavo ancora nel mio paese in Svizzera, che fu nominato alla guida del dicastero dei Trasporti un certo Willi Ritschard. 
Operaio, sindacalista, privo di qualsiasi titolo di studio, era diventato consigliere federale ad oltre 50 anni. 
La statura morale e le capacità del personaggio erano però notevoli ed ebbe modo di dimostrarle durante tutto il corso della propria attività istituzionale, come ministro dei Trasporti e delle Finanze poi, fino a diventare Presidente della Confederazione Elvetica nel 1978.
Ad oggi è l'unico operaio chè è riuscito ad entrare nel Consiglio Federale (così viene chiamato l'esecutivo svizzero).
Ma oltre alle proprie doti, Ritschard era molto amato dalla gente comune tanto che nessun statista elvetico ha mai avuto la sua popolarità. 
Sicuramente nel corso degli anni, aveva consolidato anche una notevole cultura da autodidatta, ma nel corso del proprio operato aveva dimostrato che questa non basta a fare un grande statista.
Era anche un uomo libero e schietto, allergico ai "giochi" di partito e probabilmente questa era una delle qualità che lo rendeva maggiormente simpatico fra la gente.
Purtroppo la malattia lo portò via troppo presto.
Ho voluto ricordare questa figura straordinaria per dire che sono l'integrità e l'esperienza sul campo che fanno la grandezza di un uomo politico e ancor di più quando questi è chiamato a ricoprire incarichi istituzionali importanti. 
La cultura da avere gioca sicuramente un ruolo rilevante, ma da sola sicuramente non basta.
In Italia, esempi di politici di grande cultura, ma privi di statura morale e di reali capacità ne abbiamo avuti a iosa, a conferma di quanto detto.
Meglio tanti personaggi come Willi Ritschard, piuttosto che avere questi "professoroni" dannosi per la collettività e il futuro del nostro paese.

Yvan Rettore


martedì 25 aprile 2017

EMMANUEL MACRON: L'AFFERMAZIONE DEL NULLA!

Il candidato alla Presidenza della Repubblica Francese e leader del Movimento "En Marche", Emmanuel Macron, non è altro che un "prodotto" costruito dal Presidente uscente, François Hollande.
Questi, ormai bruciato politicamente per la sua notevole impopolarità e per il suo completo servilismo nei confronti dei potentati della grandi finanza internazionale, non ha avuto altra scelta che sacrificare il candidato del proprio partito, Benoit Hamon, per lanciare questo giovane sconosciuto attraverso la creazione di un movimento, "En Marche", che non fosse né carne, né pesce, quindi compromesso né con il Partito Socialista, né con la mediocre quanto inconcludente area politica gollista ("La Ligue des Républicains").
La manovra risulta piuttosto chiara ed è stata realizzata sia per scongiurare l'avanzata del veterano della Sinistra radicale (rappresentata dal movimento "France Insoumise"), Jean-Luc Mélenchon, che la possibile affermazione di Marine Le Pen, leader incontrastata del "Front National" (formazione politica di chiara matrice neofascista!).
Quindi, Macron (esattamente come Renzi in Italia) non rappresenta assolutamente nulla di nuovo, ma soltanto il riaffermarsi dei poteri forti interni ed esterni alla Francia, mediante un semplice ritocco di facciata.
Un trasformista ad uso e consumo dei poteri forti che continueranno a fare il bello ed il cattivo tempo.
E non soltanto in Francia!
Affermare quindi che un trionfo di Macron possa costituire un bene per la Francia e l'Europa è credere ancora al mondo delle favole, perché non rappresenterà nient'altro che il proseguimento del declino irreversibile di un sistema politico, sociale ed economico sempre più avvitato su se stesso.
Serve soltanto a fermare i populismi dilaganti sia a Destra che a Sinistra.
E l'impresa sta riuscendo.

Yvan Rettore






IL 25 APRILE 1945 FU ANCHE UNA VITTORIA DEI GIOVANI E DEGLI ADOLESCENTI!

Quando si pensa alla Resistenza, ci vengono in mente le gesta eroiche di alcuni dei suoi più autorevoli protagonisti e il martirio di tanti - troppi - altri.
Viene invece dato poco spazio ai giovani e in particolare agli adolescenti dell'epoca il cui impegno fu determinante per la vittoria finale.
Dire che furono mossi ad agire perché antifascisti è sicuramente vero, ma ritengo che sia più giusto affermare che furono la fame e la disperazione di quel periodo ad innescare in loro quella rabbia che li portò ad imbracciare le armi contro l'occupante tedesco.
Mentre le donne rappresentavano ormai la guida fondamentale delle famiglie italiane (dato che gli uomini adulti erano quasi tutti assenti per via della guerra in corso) sostenute come potevano dagli anziani, i giovani e adolescenti dell'epoca decisero in massa di rivoltarsi contro quella vita di stenti e di orrore in cui il fascismo li aveva fatti precipitare.
In una società ormai ridotta allo stremo, in cui mangiare una volta al giorno era già un'impresa (e se si era fortunati si mangiava polenta o patate), riscaldarsi era un autentico lusso e avere un vestito di ricambio ancor di più, le teorie marxiste rivoluzionarie da una parte e i concetti cristiani dall'altra avevano ben poco peso.
Anche in quell'occasione, gli Italiani, come qualsiasi essere umano, dimostrarono che ogni popolo quando è messo alle corde e non ha più nulla da perdere, finisce col trovare il coraggio e la forza di rivoltarsi contro i propri oppressori.
E fu proprio la generazione più forte (quella dei giovani e adolescenti dell'epoca) che decise di farlo, abbandonando i lavori nei campi e nelle fabbriche, per riuscire non solo a lottare per un futuro migliore ma anche per tornare semplicemente a vivere come esseri umani degni di questo nome.

Yvan Rettore





domenica 23 aprile 2017

MARINE LE PEN: UNA DONNA CHE RIMANE FASCISTA!

Giorni fa ho voluto perdere un po' di tempo a leggere il programma elettorale della signora Marine Le Pen, candidata del Front National alle Presidenziali Francesi di cui oggi si svolge la prima tornata elettorale.
A parte il fatto che l'ho trovato estremamente confuso e piuttosto fantasioso su diversi punti, ne ho tratto la conclusione che rimane un programma di matrice tipicamente fascista.
Il perché è presto detto.
Prima  di tutto, si tratta di un programma fondato sul concetto di uno stato poliziesco, paramilitare e fortemente centralizzato, che deve essere sempre teso alla ricerca di un nemico esterno (sale fondamentale di ogni movimento estremista).
Poi, privilegia (ancora) le nazionalizzazioni credendo che si possa far ripartire l'economia di un paese proprio attraverso provvedimenti che hanno dimostrato di non essere una via efficace in tal senso perché sono gli investimenti pubblici la strada maestra per rilanciare la crescita complessiva di un sistema paese. Di questi non se ne vedono traccia in modo consistente e significativo nel programma della signora Le Pen.
Se taluni provvedimenti (pochi) possono essere condivisibili, altri (la maggior parte) sono destinati ad aumentare l'aumento complessivo della spesa pubblica (contrariamente a quanto scritto nel suo programma) e a rendere ancora più dominante il cancro della burocrazia (vero Stato nello Stato)! 
Concludo constatando che  il nazionalismo esasperante e a tratti demenziale non poteva mancare come tratto dominante del programma.
La signora Le Pen può girarla quanto vuole, ma rimane una fascista che non ha nulla di nuovo, originale e costruttivo da dare alla Francia, se non un ritorno ad un passato di cui vorremmo volentieri tutti fare a meno!
Intanto, speriamo che una volta tanto la magistratura faccia il suo corso e giudichi e condanni questa signora per i fondi europei indebitamente da lei usati!

Yvan Rettore





mercoledì 19 aprile 2017

RADICAL CHIC E VOLONTARI PER INTERESSE: LA VERGOGNA DELLA SINISTRA!

Disprezzo i radical chic che attraverso i loro salotti o le loro attività di volontariato di facciata pretendono di darmi lezioni di Sinistra!
Dov'erano quando gente come me si faceva il mazzo per lottare contro il Lager di Via Anelli a Padova o contro il Centro Corelli a Milano?!
Dov'erano quando anche nei centri più piccoli del Veneto, si andava a scontrarsi contro la xenofobia e la corruzione dilagante?!
Dov'erano quando si sacrificava ogni minuto del nostro tempo libero per difendere i diritti degli ultimi?
Dov'erano quando si andava a difendere le mobilitazioni dei lavoratori in assenza di sindacati interessati a farlo?
Dov'erano quando all'estero, gente come me era costretta a subire il razzismo della popolazione indigena e nonostante tutto si sbatteva per difendere i diritti degli emigranti e figli di emigranti italiani?
Dov'erano lor signori?!
Teorici marxisti da salotto e volontari lautamente remunerati bravi solo a elaborare grandi idee continuando però a vivere nella bambagia e capaci solo di fare profitti sulle spalle della gente che crede ai loro impegni fasulli!


Yvan Rettore

domenica 16 aprile 2017

POCO PROBABILE UNA TERZA GUERRA MONDIALE CHE PARTA DALLA COREA DEL NORD!

Una terza Guerra Mondiale che parta dalla Corea del Nord è veramente poco probabile e questo per vari motivi. 
La Corea del Nord è un pulviscolo di stato privo di risorse significative, dipendente in toto dalla vicina Cina, di cui nei fatti è un protettorato. Attaccare la Corea del Nord significherebbe attaccare la Cina stessa e indirettamente anche la Russia che non permetterebbe di certo una intrusione degli Stati Uniti in quella zona. 
Quindi, mettersi contro la Corea del Nord porterebbe ad un conflitto dichiarato degli USA contro la Cina e la Russia, cosa che ovviamente non è proponibile allo stato attuale, sia per gli ingenti interessi commerciali cinesi su suolo americano (i cinesi sono i primi creditori degli Stati Uniti), sia perché gli stessi Stati Uniti non possono permettersi di rinunciare al mercato cinese, come del resto l'insieme dell'Occidente. 
Di conseguenza, lo spazio di manovra del demente dittatore nordcoreano risulta molto ridotto e sembra più teso a voler rivendicare ulteriormente la propria leadership in un paese stremato dalla follia comunista (è noto che ogni paese totalitario cerca sempre come elemento aggregante la paura di un nemico esterno) che ad una vera e propria azione militare di tipo nucleare!

Yvan Rettore


sabato 15 aprile 2017

IL LAVORO PRECARIO E' LA REGOLA!

Oggi, il precariato nel mondo del lavoro è la regola, tanto che quando ci dicono che la disoccupazione è diminuita, evitano abilmente di segnalare che la povertà continua ad aumentare, perché ormai vi è una massa di precari che non riesce più ad arrivare a fine mese!
Lo sfogo dei giovani a riguardo non è quindi soltanto giusto, ma sacrosanto!
Ovviamente non devono mai mollare e continuare a credere in loro stessi, perché le occasioni si trovano soltanto se si persevera nel cercarle.
Anch'io a 41 anni, in piena crisi, mi sono dovuto reinventare un lavoro. Non è stato facile, anzi direi che a volte ho visto i sorci verdi (tanto da avere vissuto forti momenti di depressione), ma non mi sono mai arreso.
Sono convinto però che per spuntarla davvero, bisognerebbe creare occasioni di convergenza tra giovani con qualità e voglia di fare, per permettere loro di fare impresa o quantomeno di crearsi un futuro indipendente dalle aziende rapaci che sono purtroppo ancora troppo presenti nell'economia del nostro paese.
Uniti si vince!


Yvan Rettore


venerdì 14 aprile 2017

C'E' BISOGNO DI PASQUA!

In questi giorni siamo tutti pronti a scambiarci gli auguri di Buona Pasqua, ma forse pochi si rendono conto (o si ricordano) del significato di tale evento.
A Pasqua, la risurrezione di Cristo ha sconfitto la morte e messo in auge la ricchezza più importante di ogni essere umano: la vita!
In un mondo dominato dalla morte e dai suoi corollari di violenze, orrori e sofferenze, la vita deve tornare a trionfare dovunque e comunque.
E Pasqua non deve essere affatto un punto di arrivo, ma l'affermazione di questo cammino che ogni persona su questa Terra dovrebbe intraprendere.
Unire, condividere, abbattere i muri dell'ignoranza e dell'intolleranza, costruire ponti di dialogo, mai arrendersi di fronte agli impegni volti a realizzare la grande "casa umana universale" su  questo pianeta, nel segno della Pace, dell'Amore e della fratellanza tra i popoli.
A coloro che invece sprecano tempo prezioso e energie importanti nel costruire frontiere e recinti, nel fomentare divisioni e nel diffondere odio e cattiverie fra gli esseri umani, cerchiamo di rispondere con le nostre azioni, facendo esaltare la Pasqua in ogni giorno dell'anno, nel segno del trionfo della vita e nella sconfitta della morte.
Partendo dall'Amore...
Questo è il mio augurio di Buona Pasqua a tutti voi!

Yvan Rettore


giovedì 13 aprile 2017

I PASSEGGERI DELLA VITA

La vita è come un treno che corre lungo dei binari.
Sei tu a guidarlo senza sapere esattamente dove ti porterà.
Nella vettura di testa c'è l'Amore incarnato dalle uniche persone al mondo che sai che ti vorranno bene sempre e comunque e che ti staranno accanto qualunque cosa accada. 
Nella seconda vettura ci sono gli amici, quelli veri, che valgono più di un tesoro, presenti in ogni caso e sempre pronti ad essere al tuo fianco. Di solito, sono pochissimi, una mezza dozzina al massimo...a volte uno soltanto. Anche loro cercheranno di fare il viaggio con te fino alla meta finale.
La terza vettura è molto affollata, piena di conoscenti. Persone che oggi ci sono, ma che prima o poi scenderanno in una delle tante stazioni dell'itinerario della tua esistenza. Ognuna ti lascerà qualcosa di sé, nel bene e nel male, ma saranno comunque un insieme di cose che ti faranno crescere e renderanno più sicuro e sereno il tragitto che ti rimarrà da percorrere. 
La quarta vettura ormai è vuota. Era piena di individui che in un modo o nell'altro hanno abusato della tua fiducia e della tua disponibilità. Sono scesi chi prima, chi dopo. Fanno parte del passato e anche se il male è rimasto, ora non possono farti più nulla. Non è detto però che in futuro non possa ancora essere occupata.
Starà a te farli scendere alla prossima fermata!

Yvan Rettore




giovedì 6 aprile 2017

LA RIVOLTA DEL VELO

Finalmente le donne musulmane stanno reagendo anche nel nostro paese contro le angherie e i soprusi dell'ingiustificato potere maschile esercitato finora su di esse. Madri e figlie che dicono basta a umiliazioni varie (quella dell'imposizione del porto del velo è soltanto la punta di un iceberg), a percosse e violenze di ogni genere.
Contrariamente a quanto diffuso da parecchi media nostrani, tale dominio non ha alcun fondamento nel Corano, ma trae invece origine da pratiche e tradizioni arretrate e incivili che non possono (e non devono) trovare alcun spazio ai nostri lidi. 
Introdurre divieti e/o agire in modo esclusivamente repressivo (come suggerito da movimenti di estrema Destra) non risultano sicuramente essere misure risolutive del problema. In parole povere, ad oggi qualsiasi altro intervento dello Stato si è dimostrato ampiamente insufficiente ad arginare in modo significativo e efficace tale fenomeno. 
Quindi è soprattutto attraverso la ribellione crescente delle vittime che si potrà progressivamente mettere fine a questa forma di maschilismo malato (e in diversi casi, azzarderei anche "criminale"). 
Anche nel nostro paese si è constatato che l'emancipazione femminile (benché sia tutt'altro che compiuta) è riuscita ad affermarsi non soltanto grazie al femminismo dilagante degli anni '70, ma anche (e soprattutto) attraverso le lotte tenaci e le mobilitazioni costanti delle donne nei decenni successivi a livello sociale, culturale e politico.
Quindi, anziché limitarsi per l'ennesima volta ad una condanna sterile quanto parziale del mondo musulmano, sarebbe il caso di di cominciare ad appoggiare concretamente queste donne che di quel mondo fanno parte integrante. Questo perché le tradizioni e pratiche barbare si sconfiggono in toto non soltanto a parole o attraverso misure coercitive, ma sostenendo in primis coloro che sono costrette a subirle.

Yvan Rettore



VIVERE SENZA SMARTPHONE?! E' STUPENDO!

Giorno dopo giorno assistiamo ad una diffusione sempre più imponente di smartphone. Dovunque si vada, si vedono individui intenti ad usarlo, spesso in modo accanito, chi a chattare, chi ad ascoltare musica e altri occupati in altre attività che questo rivoluzionario dispositivo consente di offrire: fotografie, filmati, navigazione in rete, ecc...
Risulta del tutto incontestabile che lo smartphone sia estremamente utile, specie a livello professionale, ma è anche vero che si rischia di diventarne praticamente schiavi, al punto da percepire la nostra esistenza quotidiana soltanto in funzione di esso.
Per mia fortuna, non faccio parte degli utilizzatori di smartphone. Mi accontento di un modesto cellulare. Sì, perché per me ciò che è importante è disporre di un mezzo per essere reperibile e per poter chiamare aiuto in caso di estrema necessità. In parole povere quello che era (e che dovrebbe a mio parere ancora essere) il telefono senza fili.
Internet? Lo lascio volentieri relegato ad un uso ridotto del pc in orario prevalentemente serale (circa un'ora).
Whatsapp? Non sento affatto il bisogno di comunicare in un modo così freddo e superficiale in quanto ritengo che con le persone si dovrebbe parlare essenzialmente attraverso quello straordinario (e unico) strumento naturale che è la nostra voce!
Fotografie e filmati? Farli è un'attività creativa nel vero senso della parole e come tale richiede non poco tempo e pazienza. Fondamentali quindi devono essere sia la qualità che l'efficienza degli apparecchi da impiegare. Inoltre, la scelta dei momenti da dedicare a quest'attività (che dovrebbe essere a mio parere una passione più che un semplice passatempo di carattere narcisistico) dovrebbe essere scelta con cura, a meno che si consideri che scattare fotografie e/o girare filmati siano prove che non richiedono alcuna preparazione specifica né tecnologia adeguata.
Togliendo tutto questo, quando esci di casa ti accorgi improvvisamente di avere molto più tempo a disposizione per "assaporare" ogni giorno della tua vita: godere delle bellezze naturali e artistiche attraverso tutti i sensi, leggere per arricchire la propria mente, scrivere per dare sfogo alle fantasie e sentimenti del proprio essere e tanto...tanto altro ancora. Attività che l'uso costante di uno smartphone impedisce di fare o ne limita la realizzazione in modo sensibile. 
Vivere va ben oltre il "rinchiudersi" in un apparecchio seppur utile com'è lo smartphone. Provare per credere!

Yvan Rettore




domenica 2 aprile 2017

I PERCORSI DI ISOLAMENTO SENSORIALE: UN MODO PER RITROVARE IL PROPRIO EQUILIBRIO INTERIORE!

Mi chiamo Yvan Rettore, ho 49 anni e vivo a Ferrara. Italosvizzero, formatore linguistico e scrittore, sono l'unico orientatore di percorsi di isolamento sensoriale attualmente attivo in Italia. Oltre ad avere scritto anni fa un libro sull'argomento dal titolo "Percorso di isolamento sensoriale".

Che cos'è il "percorso di isolamento sensoriale"?

Si deve partire dal fatto che la realtà in cui viviamo va ben oltre le nostre percezioni sensoriali e che siamo dotati anche di notevoli potenzialità extrasensoriali per non parlare poi della sfera mentale che racchiude tutte le nostre emotività, le quali incidono non poco nel nostro modo di agire e pensare in questo mondo. Alle nostre latitudini, vuoi per la diffusione martellante del consumismo, vuoi per il crollo della spiritualità, usiamo piuttosto male e in modo limitato sia i nostri sensi che le nostre potenzialità extrasensoriali e perfino la nostra mente è talmente logorata dalle induzioni presenti in modo dominante nella nostra società da non risultare pienamente libera e serena come invece dovrebbe essere. Il percorso di isolamento sensoriale si inserisce quindi in questo contesto negativo al fine di liberare tutte le nostre positività, allontanare bisogni e paure indotti e esaltare la nostra presenza in questa realtà scoprendola a 360 gradi. 

Come mi sono avvicinato a questo ambito?

Il percorso nasce in Svizzera sulla fine degli anni '80 quando ero studente all'Università di Friborgo. Fui invitato ad un convegno sul razzismo allora dilagante. All'inizio di tale evento, i relatori fecero entrare dieci donne e dieci uomini, tutti con una caratteristica in comune: erano fondamentalmente razzisti. L'esperimento prima cominciò prima con le donne e poi proseguì allo stesso modo con gli uomini. Fu richiesto ad ognuna di loro di stabilire per iscritto una scala di valori relativa alle altre partecipanti indicante la persona che ritenevano "migliore" e giù giù fino a quella che invece consideravano l'individuo peggiore del gruppo. 
Dopo avere stilato ognuna tale lista, ad ogni soggetto furono isolati i "sensi primari": vista, olfatto e udito. Per diversi minuti, i soggetti così isolati dovettero interagire tra loro soltanto toccandosi e affidandosi a elementi di percezione extrasensoriali e mentali. Prima di "liberarli", fu loro chiesto di stabilire una nuova scala di valori sulla base di questo esperimento. La cosa stupefacente fu che ogni soggetto stabilì una scala di valori del tutto diversa rispetto alla prima. Il tutto sancì una verità evidente: il razzismo si forma essenzialmente tramite intolleranze derivanti dalle nostre percezioni sensoriali, extrasensoriali e mentali e quindi non ha assolutamente alcun riferimento con elementi di ordine culturale come invece si accaniscono a rivendicare ancora oggi certi movimenti politici.
Sulla base di questo esperimento aderii ad un gruppo ristretto di studio volto ad approfondire l'argomento attraverso una ricerca socioantropologica di quanto avviene nelle popolazioni che vivono in modo comunitario fuori dall'Occidente (Aborigeni, Amerindi, Pigmei, Masai, ecc...) da una parte e andando a sperimentare nuove forme di scoperta legate al nostro essere e all'ambiente che ci circonda dall'altra. Il lavoro svolto in quel periodo portò poi alla creazione di un vero e proprio "Percorso di isolamento sensoriale" che col tempo si è poi evoluto anche in una espressione individuale e recentemente nella sfera dei rapporti di coppia, di amicizia e a livello filiale e fraterno.

Chi sono le persone che si rivolgono a me e quali esigenze hanno?

Il percorso si rivolge a tutti, dai bambini agli adulti. Ovviamente, sono esclusi i soggetti con patologie mentali o con limiti fisici troppo importanti. Si rivolgono a me principalmente persone che sono coscienti di non interagire pienamente con la realtà in cui vivono e che sentono il bisogno di crescere sia individualmente che collettivamente per scoprire tutte le enormi positività presenti nel loro essere. Gli individui estremamente razionali, materialisti e limitati da false sicurezze e da luoghi comuni indotti non sono certamente fra coloro che possono essere interessati a vivere una simile esperienza. Infatti, qui non si danno risposte ad alcun perché, né si intende guarire dal male chicchessia, ma soltanto orientare i soggetti coinvolti in un percorso di crescita positiva, emancipatrice e liberatoria.

In che modo vengono orientate le persone coinvolte in un percorso di isolamento sensoriale?

L'originalità del percorso sta nel fatto che il soggetto coinvolto è attivo e non passivo. Tocca soltanto a lui costruire il proprio percorso, che ha un inizio e una fine (con l'orientatore) ma che poi potrà proseguirsi per il resto della sua esistenza sia a livello individuale che (possibilmente) collettivo. L'orientatore orienta, suggerisce, ma non impone mai nulla e si adegua al soggetto (percorso individuale) o al gruppo (percorso collettivo). Quindi trattasi di un'attività che non si impara consultando un manuale e che non si può definire come una tecnica, ma che richiede una predisposizione individuale nel riuscire a reperire tutti quelli elementi specifici di una persona o di un gruppo che poi traducendosi in varie prove permetteranno quella crescita positiva, emancipatrice e liberatoria di cui sopra. 
Detto questo, non si tratta né di una disciplina e nemmeno di una terapia. Non ha alcun elemento trascendentale e non si limita a banali "prove fai da te" di isolamento sensoriale come possono avvenire in ambito ludico o nelle cene al buio. Un orientatore opera spinto da un senso di missione considerando il compenso che percepisce per ogni percorso come un mezzo utile per diffondere e far crescere il percorso nel paese in cui è attivo. Il percorso di gruppo si sviluppa in tre incontri di mezza giornata ognuno o in un weekend. Il primo incontro è introduttivo e serve per "rompere il ghiaccio" tra i partecipanti e creare un forte senso di complicità. Il secondo incontro si estende con prove all'esterno, mentre il terzo viene interamente autogestito dai partecipanti con l'auspicio che poi il gruppo costituito possa proseguire e vivere di vita propria, "illuminando" allora il mondo con l'enorme carico di positività che si troverà ad avere in quel dato momento. Il percorso individuale dura circa mezza giornata e si svolge di solito presso il domicilio del soggetto coinvolto in presenza di persone a lui care che sono in grado di emanare una forte positività nei suoi confronti. Apparentemente più rigido di quello di gruppo, è una forma potente di cambiamento positivo dell'individuo che poi si sentirà maggiormente forte e sereno nel caso intendesse vivere un'esperienza di gruppo. Il percorso di coppia presenta analogie con quello individuale, sia nelle modalità di esecuzione che nella tempistica. In entrambi i casi, si possono vagliare progetti di percorsi ad hoc in accordo con il (i) soggetto interessato (i).

Quali sono i benefici nel praticare il percorso di isolamento sensoriale?

Si acquisisce una maggiore serenità e si riesce a recuperare forze ed energie notevoli che nella vita  quotidiana vengono spesso ridotte o comunque colpite dai grandi ostacoli che essa comporta. L'accettazione dell'altro diventa una cosa normale e l'umiltà una caratteristica maggiormente presente nel nostro comportamento. Coprirsi gli occhi con una benda non si riduce quindi più una semplice prova ludica o esperienziale, ma si inserisce invece come un momento (che a volte può essere unito all'isolamento di altri sensi) di dialogo profondo con se stessi scoprendo cose sempre nuove e importanti relative al nostro essere e alla realtà in cui viviamo.

Un messaggio di commiato particolare ai lettori con la foto seguente:


Si tratta di un'immagine che rappresenta la metafora dell'individuo che vuole apparire intelligente e colto atteggiandosi a ricercatore della verità ma in realtà non si accorge che in mano non ha niente, avendo gli occhi bendati dalla convinzione, tanto da sbatterci il naso ottenendo il risultato visibile su tale foto.

Siti utili:

Sito informativo:

http://percorsosensoriale.jimdo.com

Link relativo al libro scritto sull'argomento:

https://www.amazon.it/PERCORSO-ISOLAMENTO-SENSORIALE-Yvan-Rettore/dp/1291620877




Yvan Rettore
 

sabato 1 aprile 2017

IL PROGRESSO AD OGNI COSTO? NO, GRAZIE!

Le attuali proteste dei coltivatori di ulivi in Salento, nei confronti della realizzazione di un gasdotto che dovrebbe attraversare le loro terre sacrificando oltre 200 piante, costituiscono l'ennesima dimostrazione che nel nostro paese lo sviluppo a scapito dell'ambiente non può più essere tollerato dalla popolazioni coinvolte.
Dalla nube di diossina di Seveso in poi permane un nocciolo duro di persone che pretendono che il progresso richiede comunque sempre un prezzo da pagare. Traduzione: "Se ad esempio vuoi usufruire del gas per riscaldare casa tua o per cucinare ogni giorno, devi per forza accettare il rischio di poter incorrere un giorno in malattie degenerative quali il cancro o altre."
Nel caso del Salento la situazione è ancora più grave perché oltre alla vicinanza dell'IlVA di Taranto, sradicando gli ulivi si va a danneggiare in modo gravoso uno dei fiori all'occhiello della disastrata agricoltura del nostro paese. E ripiantare gli ulivi non servirebbe di certo a rimediare al danno arrecato perché trattasi di piante che richiedono parecchi anni per diventare effettivamente produttive.
Detto questo, progresso sì ma a condizione che venga sempre concertato con le popolazioni interessate e non imposto da multinazionali assolutamente prive di scrupoli e orientate soltanto alla ricerca esasperante di fare profitti a qualsiasi costo.
Siamo il paese del sole e delle acque termali da cui è possibile trarre energie inesauribili e pulite in grado di sostituire in gran parte, se non in toto, le energie originarie da fonti fossili che hanno causato (e causano ancora) tanti danni (alcuni irreversibili) all'ecosistema del nostro pianeta. 
Inoltre, il ricorso generalizzato e su larga scala alle energie alternative consentirebbe lo sviluppo di una miriade di aziende in grado di generare migliaia di nuovi posti di lavoro e una crescita conseguentemente positiva del sistema paese in un momento in cui invece questi è fermo.
Unico "neo": se ciò avvenisse davvero, le multinazionali di gas e petrolio non potrebbero più incamerare i profitti astronomici fin qui guadagnati a danno dell'ambiente e sulle spalle di cittadini spesso ignari degli effetti devastanti subiti dal consumo di energie di origine fossile.
Questo però non si chiama progresso e dovrebbe trovare una nuova denominazione che potrebbe essere quella di "genocidio ambientale"! Sarebbe ora di introdurlo come reato nel codice penale del nostro paese considerando l'ecosistema in cui viviamo come un vero e proprio soggetto giuridico da proteggere e valorizzare!

Yvan Rettore


BAMBINI CONSIDERATI COME PRODOTTI DI CONSUMO!

Oltre al traffico secolare di bambini che avviene in varie zone del Sud del mondo, la logica del Capitale ha imposto in Occidente altre modalità possibili per "acquistare" queste creature indifese e innocenti.
Il riconoscimento delle coppie di fatto e l'emancipazione dei gay hanno poi incrementato in modo significativo le varie forme di business in questo ambito.
Le lungaggini e la burocrazia eccessiva legate al mondo delle adozioni legali hanno finito col favorire la diffusione di quelle illegali, tanto che nei paesi in via di sviluppo ci sono sempre più donne che mettono al mondo figli per poi rivenderli a coppie borghesi occidentali. Si tratta di un commercio clandestino sul quale lucrano diversi burocrati dei paesi di provenienza di questi bambini e che si svolge nella quasi completa indifferenza della comunità internazionale.
Ma l'aspetto più grave è rappresentato dalla crescita esponenziale del ricorso alla maternità surrogata, in cui oltre alla donna donatrice di un ovulo utile al concepimento, c'è spesso un'altra donna che deve portare a termine la gravidanza. Entrambe vengono pagate da agenzie incaricate da coppie prevalentemente occidentali. Il tutto nella perfetta legalità dei paesi in cui ciò avviene e dove le donne coinvolte vengono remunerate per effettuare prestazioni come se esercitassero una qualsiasi attività lucrativa. Ovviamente in un simile contesto la dignità di queste persone finisce letteralmente in soffitto, mentre il bambino da far nascere viene considerato soltanto come un prodotto da vendere in un mercato nel quale vi sono individui disposti a pagare cifre sostanziose pur di riuscire a placare i loro desideri egoistici di paternità e/o maternità.
Mercificare la nascita di bambini porta a snaturare del tutto l'essenza stessa dell'essere umano, rendendola serva delle logiche mercantili del capitalismo contemporaneo. Accettandola si finisce col trascurare completamente l'unico sentimento che dovrebbe essere alla base della procreazione di ogni individuo: l'Amore fra un uomo e una donna!
Sembra che parecchie (troppe) persone se lo siano dimenticato!

Yvan Rettore