venerdì 2 maggio 2025

LA COERENZA COME REGOLA DI VITA



Quando io e la mia compagna, Anna, fondammo il Centro Culturale Carmelo Bene a Veglie più di due anni fa, uno degli aspetti su cui decidemmo subito di non mai transigere era (e rimane tuttora) la coerenza nei confronti degli ideali e principi che ci avevano spinti a realizzare quell'iniziativa.
Da allora, la maggior parte della gente che si è affacciata a questa realtà si è comportata con correttezza e lealtà nei ns confronti. Diversi ormai considerano il Centro Culturale Carmelo Bene come una seconda casa in cui poter crescere, confrontarsi, costruire forme di aggregazione, divertirsi, in parole povere sentirsi vivi e autentici nell'essere insieme ad altri.
Altri, una minoranza per fortuna ridotta, si sono comportati in modo opportunista, ipocrita, villano e profondamente irrispettoso nei confronti del ns impegno quotidiano profuso gratuitamente verso il prossimo.
Altri ancora hanno cercato di metterci i bastoni tra le ruote, di diffondere falsità sul ns conto e di ignorarci come se fossimo degli appestati mentre loro invece persistono tuttora a ritenersi una categoria (per fortuna ristretta) di esseri superiori.
I primi si sono autoesclusi perché ovviamente in un contesto come quello del Centro, le primedonne non possono sopravvivere alla visione collegiale e solidale che ne è alla base.
I secondi stanno declinando perché sono talmente presi nel loro delirio di onnipotenza da essere riusciti a costruirsi un deserto intorno a loro che non fa altro che aumentare giorno dopo giorno.
Rimangono da citare i voltagabbana, gente che è venuta da noi sparlando a più non posso dell'attuale amministrazione comunale e/o di entità che ruotano intorno a loro.
Ovviamente coerenti col ns spirito di inclusione li abbiamo accolti, resi partecipi delle ns iniziative, pagato e organizzato quelle proposte da loro e questo non certo per scontrarci con coloro che allora consideravano come nemici, ma soltanto perché ritenevamo giusto dar loro spazio in attività che consideravamo utili per la crescita culturale e artistica della comunità.
Poi tutt'ad un tratto, questi soggetti si sono girati verso altri lidi escludendoci completamente dalla loro esistenza e giungendo perfino a lodare esplicitamente quelle stesse entità che fino a poco tempo prima non avevano mai mancato di condannare, addirittura pubblicamente.
C'è un detto che dice che chi ha l'abitudine di escludere, alla fine rimane escluso, ma mi sembra che questo genere di individui non ne abbia ancora colto pienamente il significato.
Noi ovviamente non escludiamo, né abbiamo mai escluso nessuno, nemmeno coloro che ci hanno fatto del male (e che cercano ancora di farcene) perché la cattiveria, ma in particolare l'incoerenza non fanno assolutamente parte del ns modo di essere, né di agire nei confronti del prossimo.
Semplicemente perché non servono a nulla, se non ad autodistruggersi a fuoco lento e a sprecare tempo ed energie che potrebbero essere impiegati in modi ben più costruttivi sia per se stessi che nei confronti della comunità.
A maggior ragione riteniamo quindi doveroso affermare che qualunque percorso evolutivo che proponiamo può avvenire unicamente attraverso il rispetto reciproco dei soggetti coinvolti, la fedeltà nei propri principi (a cominciare dall'inclusione) e soprattutto nel cercare di compiere qualsiasi azione con uno spirito di coerenza che sia effettivamente compatibile con la ns identità di realtà culturale, artistica, formativa e sociale al servizio della comunità vegliese e di quelle circostanti.
Per coloro che intendono operare in tali ambiti, la coerenza non si rivela una scelta, ma una regola di vita.
La prima che ci fa crescere individualmente e come comunità di esseri umani.

Yvan Rettore




giovedì 1 maggio 2025

IL LAVORO IN ITALIA


Sindacati che non difendono più i diritti dei lavoratori o comunque troppo poco.
Ispettorati del lavoro inesistenti.
Lavoro nero dilagante.
Paghe da fame.
Orari di lavoro sempre più spesso insostenibili.
Garanzie e controlli di sicurezza sul lavoro trascurati o inesistenti.
Impoverimento generalizzato dei lavoratori.
Occupazioni precarie.
Diffusione a manetta di contratti capestro.
Primo posto in Europa per incidenti sul lavoro impuniti.
Obbligo di lavorare fino quasi a 70 anni per poi percepire pensioni da fame.
Nessuna tutela sociale per i lavoratori con Partita IVA.
Un "circo" di ingiustizie, inefficienze e chiacchiere che fanno sì da aver ridotto il lavoro in Italia ad una nuova forma di schiavitù legalizzata.
Per chi ce l'ha ovviamente!
Altrimenti si finisce in quel popolo di "invisibili" di cui non gliene frega niente a nessuno perché non esistono nemmeno come numeri da inserire nei dati ufficiali dell'ISTAT!

Yvan Rettore




venerdì 25 aprile 2025

CIO' CHE RESTA DEL 25 APRILE



Ormai, nella società italiana, il 25 aprile è considerato dai più come un semplice giorno di ferie.

È così vero che sono certo che, se dovessimo intervistare diverse persone per strada, non saprebbero dirci a quale evento storico si riferisce.
In realtà, il 25 aprile 1945 non ha segnato soltanto l'inizio della sconfitta (si spera definitiva) del nazifascismo, ma anche la nascita di un consociativismo che ha minato fin dall’inizio le fondamenta stesse della democrazia italiana.

Volenti o nolenti questa data ha poi rappresentato anche l'inizio di una occupazione militare (diventata poi anche culturale e economica) degli Stati Uniti che ha limitato fortemente la sovranità del nostro Paese e ha in parte compromesso l’evoluzione dell’Italia verso la maturazione di una vera e propria nazione.

Il 25 aprile è stato però anche l’inizio di una nuova era sociale e politica per il nostro Paese, accompagnata da un fervore culturale e intellettuale davvero notevole che portò alla ribalta nazionale e internazionale giganti come Rossellini, Fellini, Malaparte, Pasolini e tanti altri.

Oggi gente di questo spessore la possiamo soltanto sognare!

Ma spesso ci si dimentica che la generazione che in guerra fu costretta a combattere e a subire ingiustizie indicibili, nonché quella immediatamente successiva (che nacque nelle macerie del più mostruoso conflitto della Storia) sopportarono parecchi anni di privazioni e povertà (per non dire miseria) e che centinaia di migliaia di loro furono letteralmente umiliati per anni in diversi Paesi europei in cui andarono ad emigrare per poter riuscire a crearsi almeno un embrione di futuro degno di questo nome.

Certo, la maggioranza degli italiani di allora aveva una scarsa istruzione, le donne erano per lo più discriminate e poco considerate, la Chiesa aveva un peso nella società che risultava asfissiante in ogni settore, ma il senso di comunità e il senso di sacrificio e di impegno erano dominanti fra loro, perché c’era una volontà diffusa nel voler chiudere con quel presente deprimente e quel passato pieno di odii e di violenze che avevano portato l’Italia ad una rovina senza precedenti.

Oggi, cosa resta di quei valori?

Poco o niente!

L’individualismo è imperante dovunque e quando parli di valori e principi, ti senti davvero in minoranza, quasi come se stessi parlando di qualcosa che ormai appartiene soltanto ai libri di storia o poco altro.

E quindi personalmente ritengo che oggi ci sia ben poco da festeggiare, perché queste caratteristiche non sono certo rappresentative di una società umana e solidale.

Quella per cui avevano combattuto i nostri antenati!

Yvan Rettore



martedì 22 aprile 2025

LE LETTERINE DI CORDOGLIO DELLA POLITICA PER LA MORTE DEL PAPA

Uno degli aspetti più deplorevoli in relazione al drammatico epilogo dell'esistenza terrena di Papa Francesco è di avere dovuto assistere ad una marea di espressioni di cordoglio melensi, quanto scontate, ma soprattutto piene di ipocrisia e di incoerenza da tutto il mondo politico sia locale, che nazionale ed internazionale.

Questa enfasi di parole vuote quanto sterili lascia ovviamente il tempo che trova, perché di fronte alla morte di qualsiasi essere umano non soltanto non servono a nulla (se non alla manifestazione dell'autorefenzialità di chi le pronuncia), ma personalmente ritengo che ne offendano la memoria.

E questo trattamento post mortem, nonostante l'opinione che si potesse avere del pontefice, non la meritava nemmeno lui.

Yvan Rettore




martedì 8 aprile 2025

QUANDO LE IMMAGINI RACCONTANO PIU' DELLE PAROLE!

Le immagini relative all'iniziativa di domenica scorsa denominata (ovviamente coi soliti termini inglesi) Plastic Free per ripulire l'ambiente da plastiche e rifiuti abbandonati indiscriminatamente (che a detta delle amministrazioni comunali di Veglie e Salice Salentino si è svolta all'insegna dell'amore e del rispetto per l'ambiente) ha dimostrato in modo palese l'incompetenza di tali amministrazioni nonché delle ditte appaltatrici nella raccolta dei rifiuti di entrambe queste realtà nell'affrontare e risolvere una volta per tutte la questione della presenza di rifiuti sparsi dovunque sui rispettivi territori.

Complice l'assenza ormai cronica di senso civico nella maggior parte dei residenti, si assiste infatti costantemente all'inerzia degli operatori e responsabili di settore nel prevenire e togliere tempestivamente tali rifiuti.
A Veglie, per esperienza personale, quando in un recente passato mi rivolsi ai responsabili comunali per sollecitarli ad intervenire nei campi adiacenti l'Eurospin per prelevare i rifiuti lasciati lì in modo massiccio, ci misero oltre 4 mesi per intervenire!
Nei miei comuni di origine, in Svizzera e in Veneto, non si è mai proceduto a simili azioni e sapete perché?
Perché in quei lidi i settori comunali responsabili e le aziende appaltatrici operano in modo efficace e di rifiuti sparsi sul territorio non se ne vedono manco col lumicino!
Ovviamente il senso civico diffuso dei cittadini ivi presenti aiuta non poco, anche nel fatto di pretendere che gli enti pubblici e le aziende appaltatrici (che vengono mantenuti con le loro tasse) facciano bene il loro lavoro in favore di tutta la collettività.
Qui invece si devono aspettare questi interventi con tanto di slogan anglofono per sopperire alle carenze croniche della pubblica amministrazione!

Yvan Rettore


N.B. Tutte le immagini dell'evento sono visibili nella pagina Facebook del Comune di Salice Salentino.






domenica 6 aprile 2025

MERCATO DELLA TERRA D'ARNEO: TANTO CLAMORE MEDIATICO MA POCA SOSTANZA

Recentemente a Veglie, in provincia di Lecce, si è svolta la presentazione di un'iniziativa tesa a valorizzare le produzioni agricole locali attraverso la formazione di un mercato chiamato "Mercato della Terra d'Arneo" in grado di mettere in contatto i consumatori direttamente con i produttori.

Promosso dall'associazione "Slow Food Neretum", ha visto coinvolti i comuni di Veglie, Salice Salentino, Carmiano e Leverano, nonché il Gal Terra d'Arneo.

Fra gli intervenenti al convegno, ci sono stati i sindaci dei comuni partecipanti all'iniziativa, il Presidente del Gal Terra d'Arneo, la responsabile dell'associazione promotrice dell'evento e una produttrice agricola di Manduria, aderente al circuito nazionale "Slow Food".

Detto questo, alcune osservazioni possono essere fatte fin d'ora in relazione a quanto accaduto.

Prima di tutto, a fronte di una realtà locale poco afferrata con la lingua inglese e a maggior ragione con una popolazione anziana in crescita che in gran parte non li conosce, il ricorso a termini anglofoni sicuramente non risulta far parte di una strategia di marketing azzeccata.

Viviamo in Italia, la terra per eccellenza del settore agroalimentare e la comunicazione meriterebbe quindi un'attenzione maggiore sull'uso di termini e slogan che siano davvero consoni nel colpire i potenziali consumatori su un progetto di tale entità.

Singolare poi è notare che fra gli intervenenti non figurava nessun rappresentante delle entità nazionali (Confagricoltura, Cia e ANPA) ed europee di categoria (COPA e COGECA).

C'era soltanto una produttrice agricola che però non opera manco nei territori interessati e perfino fra i comuni del Gal Terra d'Arneo erano presenti i sindaci di meno di metà dei membri di quest'organismo.

A chiudere il cerchio figurava un'accademica specializzata nel settore agroalimentare.

Quindi in pratica fra gli intervenenti erano assenti operatori del settore agricolo nei territori interessati, agronomi, esperti di zootecnia e rappresentanti di categoria.

La domanda quindi sorge spontanea: "Come si è potuto parlare di agricoltura e di zootecnia in assenza di tali soggetti?!"

Perché poi avere confinato tale iniziativa ad alcuni comuni membri di un Gal senza averne coinvolti altri, anche esterni allo stesso?!

Che senso ha infatti parlare di operazioni del genere se si operano delimitazioni tra un Gal e l'altro?!

L'impressione è che si giunga attraverso simili iniziative ad escludere il grosso dei produttori locali perché si punta a prodotti d'eccellenza del territorio, eccellenza che però è raggiungibile nella stragrande maggioranza dei casi soltanto da coloro che ne hanno effettivamente i mezzi con la conseguenza che a partecipare a simili progetti rischiano di risultare unicamente operatori in grado di realizzare prodotti di nicchia in quanto poi vengono venduti a prezzi non accessibili ai più.

Quindi va bene abbattere la filiera zero ed è giusto eliminare la catena di intermediari tipica della Grande Distribuzione, ma se poi a poter usufruire di tutto questo finisce con l'essere una cerchia ristretta di persone benestanti, allora il tutto si risolve in un'operazione riduttiva quanto di pura facciata propagandistica utile soprattutto a coloro che ne sono i promotori e che lascia quindi il tempo che trova.

Questo fenomeno si è già visto attraverso il movimento "Slow Food" ma anche nelle iniziative private fallimentari come quelle di Oscar Farinetti quali "Eataly" e "Fico" (che ora tenta disperatamente di ripetersi sotto un'altra denominazione) a Bologna.

Infine, quando si parla di penetrazione nei mercati esteri, oltre al fatto che sarebbe stato molto utile la presenza di un esperto autorevole che ne avesse parlato durante il convegno, si tratta di un argomento molto complesso che meriterebbe ben altra attenzione e tempistiche e che non può ridursi di certo alla semplice adesione ad una rete di produttori "Slow Food" per poter effettivamente attuarsi con successo.

In conclusione, un grande evento con tanti proclami ma con poca sostanza.


Yvan Rettore






martedì 1 aprile 2025

MARINE LE PEN: GIUSTAMENTE CONDANNATA E QUINDI DOVE STA IL PROBLEMA?!

Se una persona qualunque commette il reato di appropriazione indebita, viene condannata e nessuno ne parla. Anzi, semmai tutti sono pronti a dire che la magistratura ha fatto bene il suo lavoro.

Se invece viene beccata a farlo una personalità come Marine Le Pen, allora per certe testate del Mainstream e politicanti quantomeno discutibili, la colpa è esclusivamente della magistratura che ha fatto male il suo lavoro e ha intenzionalmente segato la sua candidatura all'Eliseo per scopi prettamente politici.

Per lor signori la morale della favola è la seguente:

se sei un "Signor Nessuno" e ti comporti da delinquente, allora è giusto che tu venga condannato e finisca in galera ma se invece sei un importante esponente politico allora sei comunque innocente (anche di fronte all'evidenza dei fatti!) e la colpa è esclusivamente dei giudici che hanno applicato la legge.

Ovviamente la Sinistra (se si può ancora chiamare così) plaude alla condanna della Signora Le Pen, salvo poi comportarsi esattamente come i giustizialisti di Destra quando è uno dei loro leader a trovarsi in una situazione analoga a quella dell'esponente del RN.

Yvan Rettore