lunedì 28 maggio 2018

PERCHE' IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA HA AVUTO RAGIONE

Piaccia o non piaccia, il Presidente della Repubblica rappresenta la massima istituzione garante della democrazia nel nostro paese. 
E' stato davvero patetico assistere alle lamentele di due ragazzini arroganti e capricciosi di fronte all'unica espressione di rifiuto di un ministro da parte del Presidente Mattarella (facoltà concessagli dalla Costituzione e non da Babbo Natale e con ben 4 precedenti). 
Si è invocato al Colpo di Stato, addirittura ci sono ignoranti che pensano di ricorrere all'impeachment. 
E pensare che Mattarella aveva concesso a Lega e M5S tutto sorvolando anche su alcuni aspetti al limite della costituzionalità e del rispetto dei diritti umani (riconosciuti dall'Italia in varie convenzioni internazionali!). 
E l'unica volta che ha detto di no (proponendo comunque delle alternative), Salvini ha fatto saltare tutto dimostrando un livello di irresponsabilità assolutamente inammissibile verso il paese e un'arroganza inaudita nei confronti delle istituzioni che rappresentano l'ossatura della nostra democrazia. 
Il ragazzino leader del M5S ha perfino insinuato che Mattarella aveva già previsto tutto preparando un piano B (e meno male che ce l'aveva!) arrivando anche a mentire affermando che aveva proposto a Mattarella due nomi alternativi a Savona (di cui non era manco a conoscenza Salvini!). 
Al di là dei punti di vista che si possono avere sulla decisione del Presidente Mattarella, mai nella storia repubblicana si era vista una simile arroganza nei confronti della massima autorità dello Stato e una così grande ignoranza da parte di leader politici sul funzionamento delle nostre istituzioni nella formazione di un nuovo governo. 
Ma ciò che fa cogliere la superficialità di questi avventurieri è il non riuscire ad andare oltre i patetici slogan populisti delle loro campagne elettorali e di non essere capaci di capire gli impegni e i limiti che impongono all'Italia di dover rispettare determinati obblighi a livello internazionale non soltanto per fare gli interessi di entità estere (col solito ritornello idiota e privo di fondamento che la Germania ci controlla e vuole la nostra rovina!) ma anche e soprattutto quelli di soggetti presenti nel nostro paese (anche se non sempre corrispondenti a quelli di tutto il popolo italiano!).
Se Mattarella può essere criticabile per certe scelte fatte in passato, conviene ricordare che difficilmente un Presidente della Repubblica può opporsi ai provvedimenti di un governo in carica che gode di una maggioranza parlamentare, perché per farlo bisogna che gli estremi di incostituzionalità siano chiari e se non fosse così, ci sarebbe allora sì il rischio di una prevaricazione del suo ruolo sul Parlamento, che è la massima espressione di sovranità in una democrazia come la nostra!

Yvan Rettore


domenica 27 maggio 2018

LA CLASSE DIRIGENTE E I POTERI FORTI NOSTRANI SONO IL VERO LIMITE ALLO SVILUPPO DELL'ITALIA

E' indubbio che vi siano poteri forti a livello globale che condizionino il nostro paese, ma questa logica tipica del neoliberismo è presente in ogni singola nazione e quindi non soltanto in Italia. 
Spesso vengono chiamati gruppi di pressione e forse la terminologia in questo caso sarebbe più giusta: grandi potentati finanziari e industriali, multinazionali, crimine organizzato, Vaticano, massoneria, ecc....ecc.... 
D'altro canto a nessuno interessa che l'Italia vada in malora, né ai poteri forti nostrani, né a quelli esteri e nemmeno alla Germania che non può fare assolutamente a meno della nostra potenza manifatturiera (la seconda in Europa) e commerciale (l'asse Milano-Francoforte è il più importante del continente). 
Il problema dell'Italia (ma anche della maggior parte dei paesi dell'area Euro) risiede nei trattati vincolanti sull'Euro conclusi in Europa da una parte e il debito pubblico nostrano dall'altra. 
Quest'ultimo da un lato andrebbe ridotto (togliendo tutta quella componente relativa a debiti da strozzinaggio) e dall'altro andrebbe rinegoziato congelando momentaneamente gli interessi (che sono la componente che grava di più sul debito). 
Ciò permetterebbe di avere in breve tempo fondi importanti per rilanciare investimenti infrastrutturali in grado di rilanciare il sistema paese e i consumi interni. 
Per questo ci vuole una vera e propria politica industriale che nessun governo ha mai più varato da inizio secolo accompagnata da misure fiscali che prevedano di recuperare denaro dall'imposizione dei redditi commerciali della Chiesa e delle basi Nato presenti sul territorio italiano, nonché da un'ottimizzazione degli investimenti nel settore militare (riducendoli sensibilmente e indirizzandoli soltanto su articoli che davvero servono per la nostra difesa). Ovviamente poi dovrebbero essere colpiti i grandi evasori (tutti conosciuti dal Tesoro) e sanzionati pesantemente. 
Dovrebbero poi essere rimpatriati tutti i militari presenti nelle missioni all'estero (spesa inutile) e dovrebbe essere avviata in politica estera la proposta di realizzare una vasta area di libero scambio nel Mediterraneo (che ci permetterebbe di avere materie prime a buon mercato e di costruire nuovi sbocchi commerciai e occupazionali). 
Si potrebbe quindi fare questo e molto altro per fare uscire l'Italia dal pantano in cui si trova, ma la classe dirigente e i poteri forti del nostro paese non sono propensi a farlo perché sarebbe la fine dei loro privilegi secolari e l'inizio di una nuova rivoluzione sociale e economica. 
Quindi, la questione è molto più italiana che dipendente da fattori esterni al paese che avrebbero tutto da rimetterci dal tracollo dell'Italia, in primis proprio la Germania che (come ebbe a dire un noto imprenditore con cui ebbi a che fare in passato) può fare a meno della Francia, ma non dell'Italia. 
E questo già la dice lunga sull'importanza tutt'altro che trascurabile del nostro paese a livello continentale!

Yvan Rettore


martedì 22 maggio 2018

GOVERNO M5S-LEGA: PROVE GENERALI DELL'ENNESIMA DITTATURA DI UNA MINORANZA!

Il governo che sembra profilarsi non sarebbe certo l'espressione di una democrazia ma piuttosto di un sistema che legittima la dittatura di una minoranza che ha soltanto il 37% (Lega e M5S hanno ottenuto meno di 17 milioni di voti su un totale di 45 milioni di cittadini in età di votare!) del consenso effettivo dell'insieme dell'elettorato. 
Una forma di oligarchia legalizzata che nulla ha a che fare con una democrazia compiuta. 
Purtroppo sono ormai troppi lustri che noi popolo bue dobbiamo accettare passivamente queste forme subdole di totalitarismo in cui il nostro voto non conta più nulla se non a sancire il protrarsi di una forma di tirannia al servizio dei poteri forti e che se ne strafrega dei diritti e degli interessi della gente comune...quella gente costituita da individui che si spaccano la schiena ogni giorno per sbarcare il lunario (per coloro che ancora possono farlo!) e che costituiscono non solo le vere risorse ma anche l'essenza stessa del popolo italiano. 
Orgoglioso a maggior ragione di non aver avallato col mio voto questa ennesima porcata!

Yvan Rettore


domenica 20 maggio 2018

GENERAZIONE DOMINATA DA IGNORANTI CHE VOTANO POLITICI IGNORANTI!

Questa è una generazione dominata dagli UCLS (uomini con la soluzione) costituita da ignoranti che eleggono politici ignoranti!
Lasciamo pure che si illudano che le cose cambieranno con questi personaggi limitati e privi di buon senso.
Un giorno non lontano si risveglieranno e si renderanno conto di quanto sono stati presi per i fondelli.
Allora almeno una parte di loro diventerà consapevole che qualsiasi cambiamento tangibile e positivo in una società umana richiede tre elementi fondamentali (oggi invece considerati secondari): conoscenza, impegno e umiltà!
Non basta wikipedia per giungere alla conoscenza!
Non basta diventare un leone da tastiera sui social per impegnarsi nel cambiamento!
Essere intelligenti e di buon senso non significa avere una risposta per ogni cosa, ma riconoscere i propri limiti e non placare mai la propria sete di conoscenza!
Si chiama umiltà!
Io appartengo già a questo genere di persone.
E la logica del tempo e delle cose lavora per gente come noi come una goccia che inarrestabile sta erodendo sempre di più lo schifo di società attuale in cui ancora viviamo!


Yvan Rettore


venerdì 18 maggio 2018

L'ARROGANZA INAUDITA DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLE PROSSIME ELEZIONI LEGISLATIVE VENEZUELANE!

In risposta alla dichiarazione fatta dal Parlamento Europeo in merito alle prossime elezioni legislative venezuelane (vedi immagine allegata), vorrei segnalare quanto segue.

Prima di fare affermazioni non conformi alla realtà dei fatti, sarebbe opportuno vedere come stanno davvero le cose, perché non è affatto come dice il Parlamento Europeo e la cosa è stata confermata in ben 20 tornate elettorali in oltre 20 anni da osservatori e organizzazioni internazionali autorevoli!

Per il resto trovo davvero fuori luogo che un'istituzione del tutto estranea al sistema istituzionale venezuelano si arroghi il diritto di fornire legittimazioni sulla tenuta democratica di elezioni che non la riguardano affatto.

E' davvero inaudito un simile comportamento e non si può più tollerarlo.

Il Parlamento Europeo quindi pensi ad assolvere le competenze per cui è stato incaricato e si astenga dal pronunciare sentenze di legittimazione democratica nei confronti di un paese sovrano!


Yvan Rettore


mercoledì 16 maggio 2018

PERDERE PESO GRAZIE ALL'ISOLAMENTO SENSORIALE


In stato di isolamento visivo, la fame diventa un tema di concentrazione maggiore per l'essere umano. In tale situazione, il consumo medio a pasto può calare fino ad oltre il 10%. Per sperimentarlo è necessario stare completamente a digiuno prima di cominciare a mangiare. Poi con gli occhi bendati, provate a mangiare tre pietanze golose di 100 grammi cadauna, ad esempio: una porzione di tiramisù, una porzione di meringata e infine una di torte di mele. Tempo massimo di esecuzione: circa 20 minuti.

Dando per scontato che è impossibile divorare tutte e tre le pietanze, vi accorgerete che avrete mangiato appena un terzo di tutti i grammi di cibo disponibili.

Se provate poi a ripetere l'esperienza normalmente, noterete che riuscirete a mangiare sicuramente più di tale quantità.

La spiegazione di questa differenza è dovuta al fatto che al buio si è portati a concentrarsi maggiormente sulle sfera percettiva e quindi diventa più facile saziarsi. Il fatto di vedere il cibo ci porta a mangiarlo completamente e questo anche in assenza di fame.

Ripetendo l'esperienza isolando anche l'olfatto e l'udito, la riduzione di cibo consumato sarà ancora più sensibile perché risulterà molto più elevata la sfera percettiva (ricorso ad altri sensi e elementi extrasensoriali di percezione) nel corso del consumo del pasto.

Questo ultimo metodo può essere consigliato magari per i soggetti con problemi di peso davvero importanti.



Yvan Rettore



lunedì 14 maggio 2018

COMUNICAZIONE DEL MIO RITIRO DAL PROGETTO DEL "BRANCACCIO" PER LA FORMAZIONE DI UNA "ALLEANZA PER LA DEMOCRAZIA E L'UGUAGLIANZA"

Qui di seguito la mail con cui ho comunicato poco fa la mia intenzione di rinunciare a proseguire la mia collaborazione col progetto del Brancaccio. 

"Spettabile Gruppo Promotore Alleanza Popolare per la Democrazia e l’Uguaglianza,

Vi ringrazio di avermi interpellato e quindi ritengo giusto dire la mia circa la vostra iniziativa, partendo dall’analisi dei punti da voi sollevati nella vostra ultima mail:

1/  Il rapporto coi partiti
Inizialmente, il progetto era partito piuttosto bene e mi ero momentaneamente illuso che potesse decollare e prendere forma per rilanciare un movimento credibile e autorevole a Sinistra.
Quando è stato deciso di aprire tale progetto ai partiti, mi sono subito astenuto dal rendermi disponibile per qualsiasi attività all’interno dello stesso. 
Era per me assolutamente ovvio che tali partiti avrebbero agito in chiave di puro opportunismo elettorale e di riciclo di personaggi che figurano fra i maggiori responsabili del disastro della Sinistra nel nostro paese. 
Già questo aspetto era una forte contraddizione nei termini.
Il risultato è stato la formazione di “Armate Brancaleone” guidate da dinosauri e con programmi “elettoralistici” per nulla innovativi e soprattutto non al passo con le necessità e le esigenze della gente comune.
Aggiungiamoci poi il fatto che il progetto del Brancaccio è sempre stato carente circa una vera proposta organizzativa di aggregazione di tutte le forze di Sinistra e il quadro del fallimento avvenuto appare completo.

2/ La personalizzazione
Sicuramente la personalizzazione del progetto da parte dei promotori non ha giovato alla sua evoluzione, ma questo anche perché la cosa non è stata allargata ad altre personalità autorevoli di vari settori che avrebbero potuto dare un netto contributo innovativo alla proposta nel suo insieme.
Ora riproporlo ancora una volta con i promotori iniziali (Montanari e Falcone) che hanno dimostrato di essere piuttosto ambigui e inaffidabili e senza legare la partecipazione di tutti ad una militanza attiva concreta, mi sembra impresa alquanto ardua, col rischio di ripetere quanto già sperimentato.

3/ Il distacco dalla società civile
Qui mi permetto di dissentire radicalmente dalla vostra posizione. 
La Sinistra non è affatto morta nella società civile e anzi, non è mai stata così presente. 
Esiste nei movimenti di lotta a difesa del territorio, nei sindacati di base, nelle associazioni di difesa dei diritti civili e sociali, nell’attivismo cattolico e nel mondo del volontariato e in tante altre entità.
Il problema è che queste ultime sono ignorate dalle istituzioni e i partiti si avvicinano a loro soltanto in chiave elettorale salvo poi dimenticarsi delle loro legittime rivendicazioni una volta eletti.
Quindi sarebbe più giusto dire che non esiste più una Sinistra istituzionale degna di questo nome (specie a livello parlamentare) invece di liquidare la cosa in modo semplicistico come avete fatto voi. 

4/ Gli strumenti di partecipazione
Il problema non è tanto legato alle risorse quanto al coinvolgimento attivo di tutti i soggetti partecipanti in modo permanente e continuativo. 
Alla fine della fiera, si ottengono risultati significativi e tangibili con incontri periodici, ma di breve durata e soprattutto conclusivi. 
Si tratta quindi strettamente di una questione organizzativa che non può certo essere risolta attraverso una piattaforma digitale, perché la comunicazione in rete risulta efficace quando si tratta di fare passare informazioni in modo veloce e capillare, ma appare deficitaria e manipolabile quando invece si intende usarla per dibattere o esprimere la propria volontà in modo esauriente ed incontestabile. 
L’esperienza del M5S è lì a dimostrarlo, ma anche i più grandi specialisti di comunicazione via rete possono tranquillamente confermarlo.

Detto questo, vorrei aggiungere quanto segue:
- Il termine “Alleanza Popolare per la Democrazia e l’Uguaglianza” è di debole impatto e appare poco chiaro.
“Alleare” è infatti molto più debole che “Federare”, perché nel primo caso la cosa può sembrare effimera e di breve durata, senza basi di solidità nel tempo tali da far credere in un progetto radicalmente proteso a diventare un autentico soggetto politico in pianta stabile. 
“Federare” invece ha un significato molto più forte perché presuppone un maggiore senso di appartenenza e l’idea di una struttura stabile da costruire con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti con pari grado di dignità.  
Tutte le forze politiche vogliono a parole la “Democrazia”, salvo poi non applicarla all’interno dei loro apparati e ostacolandola in mille modi a livello istituzionale. 
Affermare che si vorrebbe introdurre una “democrazia diretta” all’interno della vostra entità al fine di garantire una forma di gestione orizzontale della stessa appare comunque insufficiente perché non si tratta soltanto di offrire alla base degli strumenti di scelta utili per definire il quadro dirigente, ma devono esserle fornite anche e soprattutto degli strumenti di controllo dell’operato di quest’ultimo con annessi degli strumenti di sanzione effettivi.
Quindi soltanto una “democrazia partecipativa” potrebbe garantire una forma di gestione orizzontale e questo punto dovrebbe diventare anche uno degli elementi fondamentali del programma politico, perché distintivo rispetto a qualsiasi altra forza politica esistente.
“Uguaglianza”? 
Sì, ma di quale uguaglianza parlate? 
Quella assoluta dei marxisti della prima ora o quella della garanzia di dare a tutti le stesse possibilità di riuscita ed emancipazione nella società? 
Nel primo caso, si arriva ad un appiattimento dei valori e ad una forma di “dittatura dei mediocri”, mentre nella seconda si può sperare di giungere ad una società in cui davvero la meritocrazia possa essere considerata uno degli elementi fondanti e positivi nell’insieme della evoluzione umana.
Quindi, troppe ambiguità sono presenti già nella denominazione del vostro movimento con scarso appeal verso i destinatari che preferiscono nella maggior parte dei casi poche parole ma chiare quanto inequivocabili.
- La Costituzione non è un dogma! 
E’ ora di lasciarci alle spalle slogan del tipo “La Costituzione italiana è la più bella del mondo”, sia perché trattasi comunque di una presa di posizione opinabile, sia perché come ogni scritto umano è sottoposto al mutare dei tempi e delle condizioni.
Adatto come testo nel 1948, oggi risulta carente ed incompleto su vari aspetti: difesa dei beni comuni, democrazia partecipativa, autogestione territoriale, federalismo, ecc….
Quindi difesa dell’esistente, ma anche proposte concrete per rendere la nostra Costituzione maggiormente (ed effettivamente) garante dei diritti civili e sociali della gente che vive nel nostro paese.
- Programma politico lacunare e di stile “novecentesco”.
Pur essendo encomiabile il lavoro da voi svolto su questo punto, leggendolo si ha l’impressione che coloro che lo hanno redatto siano rimasti ancorati agli “ismi” del Novecento. 
Il mondo da allora è cambiato ed è fondamentale superare questi “ismi” se si vuole tornare a parlare di Sinistra in questo paese.
Perché altrimenti il rischio è di ridursi ad un gruppo ristretto di nostalgici o peggio ancora di sofisti che amano sentirsi parlare ma che appaiono del tutto inconcludenti nella prospettiva di un radicale cambio di rotta rispetto allo schifo attuale.
Si deve innanzitutto pensare non soltanto ad essere Sinistra, ma ad essere e ad incarnare la volontà di un radicale superamento del fallimentare sistema neoliberista attuale.
E per operarlo è necessario proporre all’interno di un programma politico tutti quei punti che possono permettere il raggiungimento di tale impresa: dalla riduzione del debito pubblico (madre di tutte le battaglie politiche) alla diffusione dell’economia circolare, dal riconoscimento e coinvolgimento attivo dei “common” nella gestione della cosa pubblica alla creazione di istituzioni alternative a quelle esistenti, dalla REU all’autogestione come sistema generalizzato di fare impresa, ecc…

Concludo questo lungo intervento affermando che nel quadro del rilancio di un vero e proprio soggetto di Sinistra in Italia, oltre che curare meglio l’aspetto comunicativo nei confronti della gente comune (non tutti sono laureati e dotati di grande cultura) è fondamentale coinvolgere ogni soggetto attraverso varie forme di militanza attiva e di attuare queste forme di coinvolgimento attraverso la proposta di pochi punti chiari ma nettamente smarcanti (sia dal passato che dai tentativi di riciclo attuali) e realmente innovativi rispetto al resto del panorama politico italiano e che siano identificativi di una Sinistra in grado di dare risposte effettive ai tanti (troppi) problemi che assillano la stragrande maggioranza degli abitanti di questo paese.
Se avete l’intenzione di andare nella direzione di quanto scritto qui sopra, sarò allora lieto di dare il mio contributo. 
Altrimenti, focalizzerò il mio tempo ed energie in un altro progetto politico.
Grazie.
Cordiali saluti.

Yvan Rettore"




domenica 6 maggio 2018

PERCHE' QUEST'ANNO NON GUARDERO' IL GIRO D'ITALIA



Sono ormai diversi anni che non seguo più di tanto il ciclismo e quindi anche il Giro d'Italia. 
Finora il motivo principale era dovuto al doping, perché sono stanco di sentire le solite balle a riguardo, ossia che ci sono atleti dopati e altri no, quando invece è più che evidente che lo sono tutti perché altrimenti non sarebbe possibile resistere ai ritmi inumani di una simile competizione.
Naturalmente anche in altri sport come ad esempio tennis e calcio, il doping è presente in modo massiccio (ma ignorato il più delle volte per via degli interessi enormi in ballo!) e quindi posso dire che non seguo più di tanto lo sport in generale.
Quando manca il confronto leale tra atleti che dovrebbe permettere a chi è davvero più forte di vincere una competizione non c'è motivo valido di guardare spettacoli falsati soltanto in nome delle logiche del profitto.
Ma quest'anno ho un motivo in più per non guardare il Giro, perché stavolta è la politica ad esserci entrata a gamba tesa, facendo partire questa corsa niente po' po' di meno che da Gerusalemme, da quella città martoriata occupata dallo Stato più terrorista del mondo. 
Sì, perché bisogna essere ciechi e sordi (oltre che deficienti) per non accorgersi che da quando è nato questo Stato, i conflitti sono stati costanti in quell'area del mondo e che la persecuzione sistematica del popolo palestinese non è affatto una fantasia ma una spaventosa realtà che non ha assolutamente alcuna giustificazione.
Quest'anno gli organizzatori del Giro d'Italia hanno insultato tutte le vittime perpetrate dai Sionisti in questi anni, facendo partire la maggior gara ciclistica nostrana in un paese che non ha alcun rispetto per i diritti umani.
E quindi oltre che come italiano, mi sento offeso anche e soprattutto come essere umano.
E infine aggiungo una piccola nota "nazionalista" ma non priva di fondamento: si chiama "Giro d'Italia" ed essendo quindi una manifestazione che riguarda il nostro paese, dovrebbe avere una sua partenza e un suo traguardo in quest'ultimo!
Ma si sa, gli sponsor sono più importanti di certi dettagli legati a questo sport e alla sua tradizione.
Altro motivo per non guardare questo patetico spettacolo capitalista che nulla ha a che vedere con lo Sport con la "S"!

Yvan Rettore







venerdì 4 maggio 2018

"ANTISEMITA" E "SEMITA": QUANDO DUE TERMINI RISULTANO CONTRADDITTORI NELLA LORO DEFINIZIONE

E' singolare constatare che col termine "antisemita" si definisce chi è "antiebraico", mentre con il termine "semita" si indica soltanto chi parla o ha parlato lingue del ceppo semitico, ovvero arabi, ebrei e Cananeo-Fenici. 

Quindi perché non estendere il termine "antisemita" anche a coloro che avversano gli arabi e in particolare i palestinesi che sono dichiaratamente vittime di una persecuzione continua e feroce da parte dei sionisti?!

Yvan Rettore