mercoledì 29 luglio 2020

LETTERA APERTA A VITTORIO SGARBI

Egregio signor Sgarbi,
Sono un cittadino qualunque e mi permetto di contattarla in merito al convegno negazionista del Covid-19 svoltosi recentemente in Senato e da lei organizzato.
Ora nessuno intende impedirle di avere le proprie convinzioni a riguardo, com'è giusto che sia.
Siamo in democrazia e quindi le libertà di pensiero e di opinione devono essere garantite.
La questione in realtà è un'altra.
Ci sono stati i negazionisti della Shoah, quelli che credono che la Terra sia piatta, pullulano i complottisti e tanti altri fanatici su vari argomenti fino ad arrivare ai negazionisti del Covid-19.
Tutte queste correnti di pensiero presentano comportamenti analoghi fra i loro sostenitori, i quali;

  • diffondono posizioni proprie (quindi del tutto soggettive) spacciandole per verità assolute. Non accettano quindi confronti in grado di poter mettere in discussione le loro granitiche convinzioni
  • denigrano e giungono spesso ad offendere chi non la pensa come loro perché chi ha torto deve essere messo alla gogna di fronte all'opinione pubblica
  • le loro posizioni sono puramente emotive e tese spesso ad esprimere una visibilità basata più sulla provocazione che sui contenuti. Non vi è un fondamento scientifico a supporto delle loro opinioni e nei rari casi in cui vi siano luminari a sostenerli lo fanno a loro volta per acquisire una visibilità a buon mercato in quanto vengono forniti soltanto dati parziali e conclusioni personali e quindi soggettive.
Detto questo, signor Sgarbi la pregherei di evitare uscite come quella recente e di ricordarle che una società sana si deve fondare sul senso di comunità e la solidarietà fra gli esseri che la compongono e non sull'individualismo e qualunquismo esasperanti che rischiano di sfociare in derive autoritarie di cui l'umanità non ha proprio bisogno e che hanno lasciato strascichi negativi dovunque si sono imposte.
Quindi se lei non crede all'esistenza di questo virus, liberissimo di farlo, ma eviti di spacciarla e di volerla imporre come verità assoluta.
Ci sono troppi morti in Italia e nel mondo che non hanno ormai più voce per esprimere l'orrore vissuto ma la cui presenza è ancora viva nei cuori e ricordi di coloro che li hanno amati.
Ci sono tantissimi operatori sanitari e statali che ancora oggi stanno dedicando interamente le loro vite per salvarne altre.
Parecchi di loro si sono ammalati e sono morti a loro volta.
E questa tragedia continua.
Se lei non vuole vedere né sentire i protagonisti di questo orrore quotidiano, rimane ovviamente libero di farlo.
Ma abbia la decenza allora di rimanere in silenzio.
Non per fare un piacere a me.
Ma come segno di rispetto verso tutti coloro che hanno vissuto e vivono ancora sulla loro pelle la tragedia in corso e ancora di più verso coloro che non ci sono più.
Lei che gira tanto per l'Italia, quando avrà l'occasione di passare per città come Belluno o Nardò, si fermi un attimo a pensare se domani non ci fossero più.
I morti finora in Italia corrispondono al numero di abitanti di quelle località.
Un po' di rispetto quelle vittime non lo meritano?!
Sempre che si voglia essere umani e vivere in una società veramente civile.


Yvan Rettore


giovedì 23 luglio 2020

LA POLITICA NON PUO' ESSERE VUOTO ELETTORALISMO NE' STERILE PROVOCAZIONE

In questo periodo stanno tornando in auge due pratiche purtroppo oggi dominanti nel modo di fare politica in Italia: l'elettoralismo da una parte e la provocazione dall'altra. 
Cominciando dall'elettoralismo, c'è la percezione diffusa che la politica debba essere intesa unicamente in chiave elettorale.
Ovviamente niente di più sbagliato perché le elezioni, per un politico autentico e genuino, dovrebbero essere il punto di arrivo di un percorso di lotte ed azioni costanti profuso per anni sul territorio in difesa dei diritti civili, sociali e ambientali. In parole povere, dimostrando alla gente comune che ti sei impegnato in modo spassionato e disinteressato per difenderli dalle angherie ed ingiustizie di coloro che si ritengono più forti e fanno pesare questa loro prepotenza ogni giorno sull'insieme della collettività.
Invece ciò che accade in questi anni è radicalmente diverso.
Eccezion fatta per diverse coraggiose realtà associative e sindacali (e per fortuna che ce ne sono ancora moltissime) i partiti e la gente comune sono generalmente assenti dalle grandi battaglie politiche che si fanno o si cercano di fare quotidianamente a livello territoriale in Italia.
Questo perché anche fra i candidati più onesti si è fatta strada la percezione che la politica conta e si fa soltanto se si viene eletti.
Questo modo di pensare tende a svuotare progressivamente la politica dal suo significato originario e a ridurla ad una semplice attività di funzionario che si traduce in una attività in sede istituzionale limitata ad una sterile quanto inconcludente alzata di mano.
E' chiaro che considerando la politica soltanto in funzione elettorale, poi idee, ideali e principi vadano a farsi benedire e che al loro posto trovi sempre più spazio un mercimonio di voti che nulla ha a che fare con la democrazia e che apre la strada ad amministrazioni mediocri quanto impresentabili o peggio ancora alla penetrazione agevolata di entità illegali e criminali all'interno delle istituzioni.
La credibilità e l'autorevolezza di un candidato dovrebbero essere necessariamente dimostrate non soltanto attraverso la reputazione ottenuta grazie all'esercizio della propria professione ma anche mediante azioni ed impegni concreti dedicati al miglioramento della comunità a cui appartiene in tempi antecedenti alla campagna elettorale.
Se questa esigenza non può essere sempre essere generalizzata all'insieme dei candidati, converrebbe per la tenuta stessa della democrazia e di una amministrazione sana ed efficiente che diventasse la regola anziché l'eccezione.
Riguardo alla provocazione usata oggi a manetta specie attraverso i social ma anche ricorrendo ad azioni al limite del ridicolo e comunque effimere, questi mezzi vengono attuati quasi esclusivamente per ottenere una visibilità costante.
Questo modo di fare però comporta uno svuotamento dei contenuti, sostituiti da slogan e frasi ad effetto, riducendo la politica ad uno show da operetta al quale tutti possono accedere ma in cui nessuno dice nulla, perché non è quella l'intenzione di chi realizza simili iniziative.
La cosa positiva è che sembra che l'eccesso di provocazioni o comunque il loro uso anche saltuario cominci ad erodere progressivamente il consenso e l'autorevolezza di coloro che vi ricorrono.
L'aumento delle astensioni e lo sconforto crescente del corpo elettorale dimostrano che la gente comune di questo Paese è profondamente stanca di questi vuoti esibizionismi e che vorrebbe delle risposte concrete sia da parte delle istituzioni che dei politici (anche non eletti) ai suoi gravi problemi quotidiani.
L'elettoralismo da una parte e la provocazione dall'altra vanno esattamente nel senso opposto.


Yvan Rettore



martedì 21 luglio 2020

NON CONFONDIAMO IL PARLAMENTO CON SONDAGGILANDIA!


Vorrei ricordare che fino alle prossime elezioni legislative il primo partito italiano rimane il M5S, seguito dal PD e poi dalla Lega, da Forza Italia e Fratelli d'Italia.
Questi sono e saranno gli equilibri politici che conteranno fino ad allora.
Che poi la Lega sia considerato primo partito e Fratelli d'Italia terzo partito del Paese nelle opinioni di qualche migliaio di intervistati dai soliti sondaggisti non cambia nulla a questo stato di fatto e serve soltanto in chiave di gossip politico.
Quindi che i leader di questi due partiti continuino pure a fantasticare sui dati forniti da sondaggilandia perché per fortuna sono ancora i numeri in parlamento a determinare le scelte e decisioni politiche nazionali di questo Paese.


Yvan Rettore

QUANDO LA CULTURA VIENE SVENDUTA COME SE FOSSE UN QUALSIASI PRODOTTO DI CONSUMO

Visto il successo (effimero) della operazione (di marketing) "Ferragni" suggerirei al Signor Schmidt, direttore degli Uffizi, di rivolgersi a Fabio Corona o Belen per fare una ulteriore operazione analoga!
Forse invece del 24% di visitatori in più (ovviamente trattasi di un risultato momentaneo) riuscirà così ad arrivare ad oltre il 50% di aumento e potrà essere di esempio ad altri musei prestigiosi come il Louvre, il Metropolitan, il Prado e altri.
Un modo originale per ridurre la cultura al livello del cesso di casa e svenderla come un qualsiasi prodotto di consumo su cui lucrare, perché nella società odierna ciò che conta è il profitto ad oltranza e la decenza su come raggiungerlo è del tutto irrilevante!


Yvan Rettore

domenica 12 luglio 2020

UN APPELLO AI GIOVANI CHE ENTRANO IN POLITICA

La generazione a cui appartengo non è riuscita purtroppo a cambiare in meglio il mondo e questo anche se per certi versi alcune conquiste importanti sono state raggiunte.
Abbiamo subito tante sconfitte, l'Italia di oggi è ad anni luce rispetto a quella che sognavamo di realizzare e il bilancio del nostro attivismo politico e sociale è da considerarsi largamente negativo.
Ora la maggior parte di noi ha tanti impegni di lavoro e di famiglia, scarso tempo libero e in parecchi casi siamo stanchi, disillusi e demoralizzati nel consacrare ancora tempo ed energie alla politica attiva che ormai è malata di elettoralismo e non riesce più a dare risposte concrete ai cittadini circa la realizzazione di un presente e di un futuro con prospettive ben migliori rispetto allo schifo attuale.
Detto questo, ai giovani che si affacciano alla politica vorrei dire che è giusto che venga il loro momento di agire per cercare di cambiare le cose e rendere questa società più vivibile, civile, solidale e sostenibile, in una parola sola più umana.
Noi abbiamo fallito in questo, dobbiamo riconoscerlo.
Tuttavia nei limiti dei nostri tanti impegni e nonostante la nostra grande amarezza attuale, possiamo ancora sostenervi, consigliarvi e appoggiarvi nel percorso politico che sceglierete e sempre che questi sia compatibile con i nostri principi e valori.
In cambio cosa chiediamo?
Soltanto di essere rispettati come noi rispetteremo voi con le dovute differenze.
Perché se è vero che noi abbiamo fallito è altrettanto palese che abbiamo pagato il prezzo delle nostre sconfitte e ne abbiamo tratto lezioni e conclusioni per comunque andare avanti e aiutare coloro che intenderanno sostituirci progressivamente nel nostro attivismo politico.
Quindi noi eviteremo di giudicarvi ma allo stesso tempo vogliamo che vi esimiate dal farlo con noi perché il giudizio della Storia nei nostri confronti c'è già stato ed è stato piuttosto pesante.
Mettiamo in campo da ambo le parti la nostra umiltà al fine di fare delle nostre diversità un insieme di grandi risorse tale da riuscire davvero a superare questo modello di società inumano e comunque votato a morte sicura.
Ora tocca a voi agire e a noi di sostenervi in questo difficile ma entusiasmante cammino in cui nulla vi verrà mai regalato ma in cui ogni vittoria varrà più di cento sconfitte.


Yvan Rettore

sabato 11 luglio 2020

ELEZIONI 2020: I VOTI SVENDUTI COME AL MERCATO DEL PESCE!

Dopo avere lasciato il circolo PD di Veglie il mese scorso per manifesto comportamento antidemocratico e mancanza di trasparenza, ho contattato un altro partito di levatura nazionale.
Il primo impatto col referente locale a Lecce non è stato certo entusiasmante.
Poi parlandoci ho capito perché.
Il personaggio, consigliere regionale in carica, mi ha proposto (dato che ci sono le elezioni amministrative nel comune dove risiedo) di fare una lista di appoggio alla lista di un candidato sindaco chiedendo in cambio che gli elettori di quest'ultima votassero il suo partito (e quindi lui) alle prossime elezioni regionali.
Un classico schema di voto di scambio: tu fai qualcosa per me e io faccio qualcosa per te.
E gli elettori usati unicamente come strumenti per assecondare gli interessi di coloro che si presentano alle elezioni.
Ad un certo punto, dopo averlo lasciato parlare (ovviamente parlava soprattutto lui) gli ho chiesto:
"E se facciamo questa operazione cosa gli raccontiamo ai vegliesi?"
Dopo un iniziale momento di imbarazzo, ha cercato di arrampicarsi sugli specchi riuscendo soltanto a giustificare ulteriormente il proprio arrivismo politico.
Ci siamo lasciati con l'impegno che da parte mia lo avrei ricontattato per vedere come e se avviare quel suo ambizioso progetto.
Sta ancora aspettando la mia telefonata....


Yvan Rettore

mercoledì 8 luglio 2020

L'AMORE PER IL PROPRIO PAESE COME CATALIZZATORE DI PROGRESSO

Il sentimento dell'amore ha una caratteristica fondamentale che risiede nell'attrarre gli altri perché è la prima e più potente forma di bellezza che l'essere umano riesce ad esprimere.
Una cosa che mi ha sempre piacevolmente sorpreso nell'Europa è proprio l'amore che traspare nel passare nei villaggi pittoreschi d'Oltralpe, nelle località montane e verdeggianti delle Alpi fino a giungere alle città fiorite e ordinate della Germania.
Noti che la gente che vive in quei luoghi dimostra di avere un certo orgoglio anche attraverso le azioni concrete delle amministrazioni locali a cui si affidano per la gestione della cosa pubblica.
E' vero che in quelle entità domina un senso civico da noi in gran parte sconosciuto, ma è anche palese che questi può affermarsi se sostenuto da amministratori che hanno effettivamente a cuore gli interessi della propria comunità.
E questi ultimi cominciano proprio dalla capacità di rendere belle, accoglienti e piacevoli le località che sono chiamati a gestire.
Per concretizzare quello che oggi può apparire soltanto un bel sogno per Veglie, bisogna quindi necessariamente partire da un sentimento di amore per il proprio paese e per la propria comunità e poi pensare come attuarlo.
Oggi come oggi non è più possibile concepire l'amministrazione comunale in modo confuso o mediante gestioni improvvisate.
E' fondamentale passare ad una gestione manageriale in grado di premiare e valorizzare le diversità e le rispettive competenze messe in campo rispondendo a tre quesiti fondamentali: Chi fa cosa? Come dev'essere fatta? E quando?
In parole povere definire chiaramente gli incarichi, come devono essere svolti e entro quali termini.
Se questi aspetti sono fondamentali per la sopravvivenza di ogni azienda degna di questo nome, lo devono essere ancora di più per un comune in cui c'è in gioco il benessere stesso dei cittadini che lo compongono.
Sempre che vi sia da parte dei cittadini un amore per la comunità a cui appartengono tale da impedire a Veglie di affermarsi come località dormitorio cosa che rischia di farla diventare col tempo una frazione di uno dei comuni circostanti.


Yvan Rettore

L'ASSENZA DI UNA DESTRA CIVILE, MODERATA E AUTENTICAMENTE DEMOCRATICA IN ITALIA

La Destra dell'Unità d'Italia, di stampo borghese e liberale, è stata fatta a pezzi dal fascismo e l'amnistia di Togliatti ne ha sancito progressivamente la fine.
In Italia, quindi si è mantenuta e affermata una Destra non soltanto estremamente reazionaria e conservatrice, ma anche con caratteri permanentemente sovversivi e antidemocratici.
Dal dopoguerra in poi è sempre è sempre stata sostenuta attivamente da tutti i poteri forti per scongiurare l'affermazione su larga scala di una Sinistra che fino agli anni '70, pur essendo variegata, si rivelò molto positiva, originale, innovativa e fondamentale per il progresso sociale, civile e culturale del Paese e da Tangentopoli in poi per evitare che questa potesse risorgere e riaffermarsi nuovamente in quelle dimensioni e andare eventualmente oltre.
Da qui il Berlusconismo, seguito dal Renzismo e dall'affermazione di populismi di matrice neofascista che hanno rimbecillito buona parte del Paese, ridotto la politica a semplice elettoralismo da operetta e mandato in soffitta qualsiasi progetto di costruzione di una Destra moderata, democratica e civile che ancora si trovava nei resti di quella che fu la Democrazia Cristiana.
Una delle tante occasioni sprecate di autentico rinnovamento della politica italiana.


Yvan Rettore

lunedì 6 luglio 2020

UN UOMO GIUSTO


Un giorno mi ritrovo al bar con alcuni conoscenti.
Uno esordisce dicendo che ha incontrato Renzi.
Un altro rivela di essersi fatto un selfie con Salvini.
Un altro ancora dice di avere abbracciato la Meloni dopo un comizio.
Una donna si vanta perfino di avere incrociato Barbara D'Urso sulla spiaggia.
E così via a fare a gara a chi ha incontrato e toccato una personalità di rilievo.
Poi ad un certo punto di fronte al mio silenzio, uno di loro mi chiede:
"E tu Yvan, hai mai incontrato gente così importante?"
Rispondo:
"Padre Zanotelli",
Sorpresi dalla mia risposta, uno mi domanda:
"E chi è?"
Mi alzo e prima di andarmene e pagare il conto di quell'alllegra combriccola, replico:
"Un uomo giusto".
Silenzio.
Manco il ronzio di una mosca si sente più fra quella gente.


Yvan Rettore


domenica 5 luglio 2020

E' L'ULTIMO COLPO QUELLO CHE CONTA!

Kinshasa, 30 ottobre 1974, ore 4 del mattino.
Tutti i spettatori aspettano impazienti l'inizio del "Rumble in the Jungle" ("La rissa nella giungla").
Nello "Stade Tata Raphaël", si affrontano il campione del mondo dei pesi massimi, George Foreman e il leggendario Muhammad Alì.
Il primo ha 25 anni, è un vero e "proprio armadio" e ha un fisico praticamente perfetto.
E' il grande favorito dell'incontro.
Il secondo ha 32 anni, non ha più l'agilità di un tempo e dopo due sconfitte con pugili del calibro di Joe Frazier e Ken Norton, sembra ormai avviato al declino.
L'incontro comincia con una certa aggressività di Muhammad Alì, il quale però si rende ben presto conto che non riuscirà a mantenere fisicamente quella mobilità che l'ha reso celebre per tutta la durata dell'incontro.
E allora cambia tattica e prende ad incassare un colpo dopo l'altro facendosi scudo con le braccia.
Si gioca tutto su quella strategia contando sul fatto che Foreman spremerà così il meglio delle proprie energie.
E infatti, già al terzo round questi comincia a mostrare vistosi segni di stanchezza.
Alì continua ad incassare fino all'ottavo round....quello decisivo.
Con un potente gancio sinistro Alì spiazza il suo avversario facendogli perdere l'equilibrio e poi con un diretto al volto lo stende.
Muhammad Alì così riprende meritatamente la corona dei pesi massimi.
Ancora oggi questo incontro di pugilato è considerato il più bello che si sia mai svolto ed è stato uno dei dieci eventi sportivi fra i più seguiti di tutti i tempi.
Perché ho voluto raccontare questo episodio?
Perché al di là dell'intelligenza e della bravura indiscutibili di Muhammad Alì (sicuramente il più grande pugile di tutti i tempi), l'insegnamento che si può trarre da questo incontro è che puoi anche perdere tutte le sfide, ma ciò che conta è vincere sempre quella decisiva, ossia cogliere quell'unico attimo favorevole che ti consentirà di chiudere definitivamente la partita.
Ci sono stati altri casi celebri nel mondo dello sport in cui si è visto questo.
Dalla semifinale di Italia '90 tra Italia e Argentina quando Maradona toccò l'unica "palla buona" per passarla a Caniggia che poi andò a segnare la rete della vittoria a Greg Lemond che vinse un Giro di Francia nel 1989 superando per soli otto secondi in classifica la maglia gialla Laurent Fignon nell'ultima gara (a cronometro) di quella edizione.
Quindi anche nella vita, mai darsi per vinti, perché potrai perdere spesso, ma l'importante è riuscire a cogliere quell'unico attimo favorevole per portarti a casa tutta la posta in gioco.


Yvan Rettore


sabato 4 luglio 2020

GIORGIO NAPOLITANO: 95 ANNI DI UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRA I PIU' IMPOPOLARI

Giorni fa Giorgio Napolitano ha compiuto 95 anni.
Sono del parere (comunque largamente condiviso) che la sua presidenza sia stata una sciagura per il nostro Paese in quanto caratterizzata da forti personalismi e da una involuzione pericolosa della nostra democrazia.
Non lo ritengo nemmeno un personaggio autorevole della Sinistra del nostro Paese in quanto è sempre stato soltanto un borghese esponente di quella "Sinistra da salotto" che nulla ha a che vedere con i principi e valori che dovrebbero contraddistinguere questo schieramento da altri.
Non è un caso che quelli del suo stampo siano sempre andati a braccetto con la Destra (in particolare quella berlusconiana) senza farsi troppi scrupoli ideologici a riguardo.
Un camaleonte come tanti di cui la politica nostrana avrebbe dovuto fare a meno per il bene stesso del nostro Paese.
Tanto che fu un vero sollievo per moltissimi di noi quando finalmente lasciò il Quirinale nel 2015.
E non è perché non si è stati nei suoi panni che non si possa valutare il suo operato sulla base di fatti che sono lì a dimostrare quanto sia stato effettivamente negativo.
E in quanto al suo compleanno, pur riconoscendo che a livello istituzionale lo si doveva augurare in quanto ex Presidente della Repubblica, sono convinto che la stragrande maggioranza del popolo italiano non si sia affatto ritrovata in tale attenzione.
Questo anche in virtù del fatto che questo signore come Presidente della Repubblica è costato ai contribuenti due anni in più dei suoi predecessori e che dovremo strapagarlo finché campa in quanto senatore a vita.
Oltre ovviamente i suoi eredi una volta che non sarà più di questo mondo.
Detto tutto questo, cosa avrà mai di Sinistra questo signore pieno di soldi e privilegi paragonabili a quelli di un nobile e non certo a quelli di un uomo comune?!
Mi sembra che sia un insulto al solo pensarlo per chi è veramente di Sinistra!


Yvan Rettore