giovedì 25 maggio 2023

AVVISO AI MANIPOLATORI DI TESTI E PROFESSIONISTI DEL PLAGIO

 


Oggi, più che mai, è molto facile riuscire a fare dei copia-incolla di testi trovati in rete e poi modificarli a piacimento.
E' una cosa che purtroppo accade spesso con poesie, aforismi, pezzi di testo presenti in articoli, racconti o romanzi.
Coloro che sono soliti operare in tal modo e che poi hanno la sfrontatezza di farsi passare per scrittori, saggisti o poeti non sono in realtà altro che dei miserabili che sfruttano in modo del tutto illegittimo il lavoro e la creatività espressi da altri.
So bene quanta fatica comporta scrivere, esprimere sentimenti, sensazioni, emozioni e qualsiasi altra manifestazione umana attraverso lo scritto e sapere che esistono simili farabutti mi fa davvero andare fuori di senno.
I più stupidi sono coloro che copiano di sana pianta un testo e poi si spacciano per esserne gli autori esclusivi.
Cosa accaduta sia con articoli scritti dal sottoscritto in passato, sia con poesie della mia compagna.
Ora ovviamente non ci caschiamo più perché sappiamo come usare il copyright e difendere quindi i nostri diritti di autore.
Ma all'epoca abbiamo peccato di ingenuità.
I peggiori però non sono coloro che si limitano a copiare integralmente un testo e a diffonderlo così com'è assumendosene in modo improprio la paternità.
No, quelli più squallidi sono coloro che copiano frasi a destra e a manca e poi cercano affannosamente di metterle insieme per riuscire a comporre un testo che possa avere un senso.
Col self-publishing, questo fenomeno è cresciuto in modo davvero esponenziale.
A un occhio attento però non si può non accorgersi di quanto siano maldestre tali manovre.
Non essendo farina del loro sacco, si notano un sacco di errori di punteggiatura, usi impropri dei paragrafi, un uso approssimativo e spesso errato della sintassi e degli accordi, una mancata conoscenza della concordanza dei tempi e chi più ne ha ne metta.
Ne escono fuori dei veri e propri "obbrobri letterari", in gran parte illeggibili e di difficile comprensione che non fanno altro che dimostrare l'estrema mediocrità di coloro che ricorrono a tale pratica.
Esseri piccoli, piccoli che pur di riuscire a conquistarsi un effimero momento in cui poter apparire al di fuori dal loro squallido mondo quotidiano rubano parole e frasi scritte da altri.
In parole povere sottraggono, manipolano e snaturano "scorci di vita" di persone che hanno profuso un grande impegno nel voler dire qualcosa al mondo di loro stesse.
Si credono così furbi da credere che non saranno mai scoperti, mentre invece dovrebbero sapere che il reato di plagio comporta anche la pubblicazione impropria anche parziale o manipolata di opere scritte.
Personalità di un certo rilievo sono già state condannate per avere commesso tale nefandezza anche nel nostro Paese.
Quindi se vi dovesse capitare, non esitate a denunciare i colpevoli di tali misfatti perché non è assolutamente ammissibile che le opere di tanti autori vengano impunemente oltraggiate e stravolte.

Yvan Rettore 



mercoledì 24 maggio 2023

TEMPO DI BILANCI E DI ESCLUSIONI



Il Centro Culturale Carmelo Bene di Veglie, inaugurato poco meno di un mese fa, sta conoscendo un'evoluzione davvero insperata.
Sono partiti diversi corsi e altri sono in procinto di esserlo, come pure sono in cantiere diversi progetti espositivi e di realizzazione di eventi.
Il tutto nell'indifferenza completa delle istituzioni e della stampa locale compensata però largamente da un interesse crescente di persone che sentono il bisogno di vivere davvero la cultura senza essere condizionate da vincoli e limitazioni di ordine finanziario.
Personalmente sono molto soddisfatto di questo risultato, per nulla appagante, ma confortante per tutto l'impegno profuso fin qui da tutti coloro che questa realtà l'hanno fortemente voluta e che ora continuano a mantenerla viva insieme ad altri con la loro partecipazione attiva.
Ovviamente non poteva mancare a livello locale la mia completa esclusione (largamente prevedibile) dalle liste che si sono confrontate nel corso dell'ultima tornata elettorale, segno che chi è davvero libero e acculturato non può trovare assolutamente spazio in simili contesti.
Con questo voglio dire che, anche se mi fosse stata proposta una candidatura nell'una o nell'altra lista, la mia risposta sarebbe stata comunque negativa, sia perché ho una reputazione da difendere, sia perché non ho di certo bisogno di un'elezione per affermarmi in un'esistenza che comunque mi ha dato tantissime soddisfazioni oltre a tanti (troppi) dolori e delusioni.
Sono stato poi pure escluso da un incontro politico pubblico in cui ritengo che avrei potuto dare un importante contributo sia per via del mio passato e del mio presente di attivista nella difesa dei diritti, sia per un periodo ben definito della mia vita legato alla tematica trattata in quell'ambito.
Nonostante, diversi membri dell'organizzazione lo sapessero benissimo, si è preferito ignorarmi del tutto, tanto che sono venuto a conoscenza della cosa, soltanto dopo la conclusione dell'evento.
Le esclusioni fanno male, inutile nasconderselo, specie quando provengono dal contesto in cui vivi e da individui che credevi amici o quantomeno sinceri.
Non che nutrissi aspettative, perché so benissimo che la mia presenza spesso può dare fastidio, in quanto ho la "pessima" abitudine di dire le cose come stanno, di essere diretto e di non avere alcun timore reverenziale.
E quindi essere esclusi è la logica conseguenza che deve accettare un uomo che intende comunque rimanere libero e coerente con le proprie idee.
In parole povere, rimanere sé stessi in qualsiasi contesto e questo anche se c'è da pagare il prezzo della solitudine e dell'ignoranza che ti fanno subire persone che non riescono proprio ad essere uomini.
Ciò che fa male è dover vedere ancora una volta affermarsi la cattiveria e la megalomania di certi personaggi che non hanno capito che nella vita, i titoli, le nomine, le elezioni e altri elementi analoghi non servono ad un accidente se non dimostri di essere un uomo fino in fondo e di essere pronto a rischiare di persona e di metterci sempre la faccia pur di dimostrare di non volerti piegare a compromessi ipocriti e inconcludenti che rendono effimera e vana ogni cosa che fai in quanto fondati sull'apparenza e la vanità che sono i valori tipici dei vigliacchi e delle persone insicure.
Quindi, faccio lezione ancora una volta di tali esperienze, mettendomi alle spalle certi individui che rispecchiano soltanto negatività e non servono a far crescere né il sottoscritto, né la comunità in cui vivo.
Inutile sprecarci tempo ed energie.
La vita è troppo breve per farlo.

Yvan Rettore



martedì 23 maggio 2023

LUIGI DI MAIO: IL FUNZIONARIO IDEALE

 

Potrà essere la migliore delle persone nella sfera privata, ma quando si pensa a Luigi Di Maio è davvero un’impresa molto ardua riuscire ad essere seri sul piano politico.
Il personaggio, a soli 36 anni, ha dimostrato che nel nostro Paese prima e nella UE dopo, l’incapacità, l’incompetenza e l’ignoranza pagano e consentono di fare carriera ai massimi vertici sia italiani che europei.
La recente nomina di Luigi Di Maio a inviato speciale dell’UE nel Golfo Persico per occuparsi di questioni di sicurezza ed energia ne è la palese dimostrazione.
Suggestivo poi è il voltafaccia del nostro esecutivo che prima ha dichiarato che si sarebbe opposto fermamente a tale nomina, salvo poi allinearsi al diktat di Borrell che più di ogni altro esponente dell’UE lo ha voluto a quel posto.
Ora lo aspettano 21 mesi con uno stipendio da nababbo, spesato di tutto e con la prospettiva non tanto remota di essere riconfermato dopo la fine del mandato di Borrell da colui che sostituirà quest’ultimo alla carica di Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
A questo punto e vista la giovane età di Luigi Di Maio, non si può affatto escludere che possa ambire in futuro ad incarichi ancora più prestigiosi a livello internazionale o addirittura vederlo competere un giorno come candidato alla Presidenza della Repubblica.
Questo perché oggi più che mai, appare evidente che per rivestire tali funzioni non risulta più determinante essere una persona acculturata, avere delle capacità comprovate da un’esperienze consolidata nel settore in cui si è chiamati ad operare e nemmeno dimostrare di avere delle competenze idonee.
Basta essere un funzionario, privo della capacità di pensare con la propria testa, sempre pronto a conformarsi ai poteri dominanti del momento e quindi poter disporre di un opportunismo e una spregiudicatezza sufficienti per poter rientrare sempre nei favori dell’establishment di turno.
Un trasformismo in cui questo ragazzo di Ercolano ha dimostrato davvero di eccellere, tanto che quando tutti lo credevano ormai spacciato sia sul piano politico che istituzionale, è riuscito in quella spallata vincente che gli ha consentito di trovarsi un posto al sole.
Vi sono due aspetti sconfortanti in questa vicenda.
Il primo è stato quello di avere notato l’assenza praticamente completa di reazioni forti da parte dei cittadini italiani e del resto della UE contro questa nomina.
Nessuna manifestazione degna di nota, nessun talk show sull’argomento, solo qualche trafiletto sulla carta stampata e poco altro.
Il secondo è dato dal fatto che una persona priva di qualsiasi requisito professionale e formativo sia riuscita a fare un percorso privo di ostacoli che l’ha portata a ricoprire per l’ennesima volta un incarico che non merita affatto.
E questo lasciando alla finestra fior di individui che invece quei requisiti li avevano e li hanno tuttora.
Mi sorge il dubbio che il percorso di Luigi Di Maio possa indicare che non è più necessario studiare e dimostrare di avere capacità per fare politica e assumersi degli incarichi a livello istituzionale.
Anzi direi che questo cattivo insegnamento sia già diventato ormai una consuetudine consolidata nel nostro Paese e che si stia facendo strada anche nel resto del continente visto il livello di mediocrità assoluta raggiunto dalla classe politica europea in questi ultimi lustri e che non accenna affatto a diminuire, anzi.
E questa tendenza si sta affermando in un periodo storico in cui ci sarebbe bisogno di leader e personaggi ai vertici delle istituzioni nazionali e internazionali con ben altre credenziali e che non fungessero soltanto da funzionari docili ed ubbidienti al servizio incondizionato della grande finanza internazionale i cui interessi non hanno proprio nulla a che fare con il bene comune delle collettività.
Luigi Di Maio rispecchia benissimo questa involuzione che fa nascere in me una profonda vergogna nel vedere fino a che punto sono arrivate le istituzioni nostrane ed europee ormai sempre più inefficienti e distanti dai cittadini.
Quanti “Di Maio” dovremo vedere ancora passare prima di dire “Basta”?!

Yvan Rettore



domenica 21 maggio 2023

LA DIFFUSIONE DI PAURE INDOTTE COME SISTEMA DI POTERE

 

I fatti rimangono fatti e non devono essere confusi con le opinioni e le bufale che si fondano soltanto su dati soggettivi e che non hanno nulla di scientifico. 
Impariamo a documentarci come si deve anziché prendere per oro colato tutto quanto viene diffuso in rete e oltre.
E' proprio la diffusione di notizie false e indotte che genera paure e timori infondati sui quali ci lucrano e imperano i soliti noti.
La bufala delle scie chimiche come tante altre (ne vengono inventate di continuo) si inquadrano perfettamente in questa strategia (ormai saldamente collaudata) tesa ovviamente a distogliere la gente dai veri problemi o meglio da questioni ben più concrete e reali che affliggono la loro vita quotidiana.
Così accade che c'è chi crede in modo ortodosso alle scie chimiche, salvo poi rimanere perfettamente inerme di fronte ai Pfas o all'uso di concimi velenosi che in diversi comuni del nostro Paese hanno avvelenato in modo devastante (e in diversi casi irreversibile) le falde acquifere mettendo in croce la vita di centinaia di migliaia di persone.
Ci sono poi individui con uno smartphone di ultima generazione sempre in tasca che si scandalizzano per la diffusione del 5G.
Altri si dichiarano vegani al 110%, ma poi indossano vestiti, usano trucchi o hanno accessori che sono stati realizzati con derivati di origine animale.
Altri ancora (com'è accaduto di recente in Emilia Romagna) che plaudono alla realizzazione di una pista ciclabile che ha comportato l'abbattimento di un sacco di alberi che assicuravano la solidità del terreno di un argine fatto letteralmente a pezzi in questi giorni dal fiume in piena.
E potrei continuare così con una miriade di altri esempi.
Sommando questi drammi e queste incoerenze, ci si rende sempre più conto che maggiore risulta la diffusione di determinati fenomeni potenzialmente pericolosi, meno risultano credibili in quanto è stata creata ad hoc per rincoglionire costantemente le persone ed incanalarle in un percorso di paure infondate che non consente loro più di ragionare con la propria testa e che rimane funzionale ad un sistema informativo e divulgativo che proprio attraverso questa strategia dimostra di essere una componente intrinseca del potere e della sua sete crescente di controllo sulla vita e quindi sulle scelte dei cittadini, evitando in tal modo che questi si impegnino davvero contro le malefatte perpetrate da esso. Se ci si fa caso, le grandi tragedie sul piano sociale, economico e ambientale che imperversano ormai da anni in diverse zone del nostro Paese, oltre ad essere perfettamente ignorati dal Mainstream, dai partiti di sistema, dai sindacati confederali e perfino da grandi organizzazioni ambientaliste e animaliste non trovano grande spazio nemmeno sui social e non vedono mai grandi mobilitazioni da parte della gente comune.
Il tutto rimane confinato alla determinazione e alle azioni coraggiose di alcune entità locali e di qualche sparuta testata di provincia.
Una lotta tra un "Davide" e un "Golia", quest'ultimo però sostenuto da una massa purtroppo maggioritaria di individui che vengono costantemente orientati a non pensare e non agire contro di esso e quindi a rimanere indifferenti verso le tante tragedie che attanagliano davvero il nostro Paese.

Yvan Rettore 



sabato 20 maggio 2023

LA LIMONATA DEL BARISTA


Diversi anni fa, quando facevo il commerciale internazionale, mi trovai a passare in una piccola località pittoresca della campagna francese.
Faceva molto caldo quel giorno e avevo ancora un po' di tempo prima di recarmi dal mio prossimo cliente.
Allora pensai di fermarmi un attimo nell'unico bar del paese che in quell'ora pomeridiana era praticamente deserto.
Il locale era molto essenziale, privo di decorazioni, con pochi tavoli, un grande bancone e poco meno di una decina di bottiglie esposte.
All'inizio rimasi un po' sorpreso perché ero abituato ai bar dei grandi centri urbani e a quelli italiani sempre molto ben forniti e arredati spesso con gusto.
Dietro il bancone stava un barista giovanissimo, avrà avuto vent'anni.
Mi guardò con un'aria un po' stupita, probabilmente perché non era abituato a vedere molta gente di passaggio ma forse anche perché ero vestito come un damerino.
Ero molto assettato e avevo una voglia pazzesca di limonata.
Pensavo ad una bevanda come la "Lemonsoda" o qualcosa di simile.
E già mi vedevo mentalmente nel sorseggiarla.
Dopo averlo salutato, gli feci l'ordinazione.
E lui, con fare molto gentile e premuroso, tirò fuori un limone e lo spremette più volte fino a toglierne del tutto il liquido che era all'interno.
Rimasi un po' sbigottito e confesso che sorrisi nel vederlo all'opera.
Ovviamente non aveva la bibita che gli avevo ordinato.
Ma non gli dissi nulla e lo lasciai completare l'opera.
Mi porse gentilmente la spremuta di limone dopo averla zuccherata .
Mi sorrise, contento di avere soddisfatto la mia richiesta.
Ancora oggi mi ricordo di quanto era buona quella limonata, ma soprattutto della gentilezza e semplicità dimostrate da quel giovane.
Era stato consapevole fin dall'inizio che avrebbe avuto poco da offrirmi, ma aveva fatto del suo meglio per accontentarmi e ci era riuscito.
Inutile dire che quando me ne andai, gli lasciai una bella mancia e ricordo ancora l'espressione sorpresa e contenta che fece.
Quella di gente semplice e umana.
Quella che amo da sempre e che spesso faccio fatica ad incontrare oggi.

Yvan Rettore



domenica 7 maggio 2023

ELEZIONI COMUNALI DI VEGLIE: MA DOV'ERA TUTTA QUESTA GENTE NEGLI ULTIMI ANNI E CHE ORA E' IN LIZZA A SBANDIERARE A OGNI ORA DEL GIORNO E DELLA NOTTE PROCLAMI PER IL BENE DEL PAESE?!

Ma soprattutto dov'erano costoro in questi ultimi anni quando noi del Comitato Civico di Lecce e provincia in difesa della Costituzione (entità locale referente dell'Associazione nazionale "Free") ci impegnavamo per l'introduzione di un garante dei disabili e di un regolamento del Verde (previsto dalla normativa nazionale sull'Ambiente) a livello comunale, contro le discariche a cielo aperto in mezzo agli ulivi, per la realizzazione di un'area di sgambamento e di un canile comunale, contro l'abbattimento di alberi sani e nel rivelare la grave ignoranza di normative sulla privacy in relazione alla raccolta differenziata da parte della precedente amministrazione?!

Ora tutti a svegliarsi in vista delle elezioni , ma prima tutti a dormire e noi da soli a batterci per le cose che davvero contano!

Ovviamente lo saremo ancora dopo le elezioni.

Su questo non ci piove, perché in fondo lo siamo sempre stati.

Prof. Yvan Rettore

sabato 6 maggio 2023

IL CENTRO CULTURALE CARMELO BENE DI VEGLIE NON E' NE' DIVENTERA' MAI UN'ASSOCIAZIONE


Questa iniziativa è sorta dalla volontà di alcuni cittadini vegliesi con l'intento di consentire a tutti di poter accedere alla cultura e non di limitarla unicamente a coloro che se la possono permettere pagando spesso cifre piuttosto esose e per lo più ingiustificate.
Questo al fine di riuscire a realizzare una crescita positiva di tutti coloro che si attiveranno all'interno del Centro e della comunità di cui fanno parte.
La cultura dev'essere inclusiva e non deve essere vincolata da logiche estranee ad essa.
E la libertà rappresenta quindi un corollario indispensabile per raggiungere tale scopo.
Perciò fin dall'inizio si è partiti con l'idea che tutte le iniziative del Centro dovranno essere gratuite o al massimo ad offerta libera.
Vogliamo essere liberi da formalismi, strutture, tesseramenti, cariche e quanto altro possa creare posizioni di vertice o di potere che alla fine rischiano di causare danni ad un'entità che intende essere aperta a tutti, senza alcuna distinzione o preferenza e anche al di là dei confini del comune di Veglie.
Quindi alla domanda se siamo un'associazione, rispondiamo con un secco no.
E questa risposta rimarrà la stessa anche in futuro o comunque finché esisterà questo Centro culturale che sarà a disposizione e apparterà di fatto a tutti coloro che vorranno vivere la cultura attraverso le diverse attività di cui questa entità intende farsi promotrice sia a Veglie che nei comuni limitrofi.

Prof. Yvan Rettore

QUELL’ITALIA CRUDELE E SUPERFICIALE CHE DEMONIZZA GLI IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI

C’è una tendenza sempre più marcata e comunque costante nelle trasmissioni delle reti Mediaset e sulla carta stampata dichiaratamente di Destra di demonizzare il mondo dell’immigrazione extracomunitaria.

Si va dall’insicurezza crescente nelle zone centrali delle nostre città a reati come lo stupro (che vedono gli immigrati extracomunitari realizzarli 27 volte di più di quelli “nostrani”), fino ai furti, aggressioni e quanto di più ci possa essere per descrivere gli immigrati extracomunitari come potenzialmente più inclini al crimine rispetto alla popolazione autoctona.
Tutto rimane confinato naturalmente alla superficie delle cose e non si vanno mai ad approfondire le motivazioni e origini dei comportamenti illegali commessi dagli immigrati extracomunitari con particolare riferimento a quelli clandestini.
Come se si volesse fare passare il messaggio che fa parte della loro stessa natura agire in quel modo e che noi italiani, o meglio occidentali, siamo quindi superiori a loro perché ci riteniamo comunque più civili e non propensi a ricorrere alla violenza in determinate situazioni.
Si potrebbe credere che diminuendo drasticamente la popolazione extracomunitaria e ancor di più quella clandestina, che qualsiasi problema di ordine pubblico possa essere immediatamente risolto.
La realtà è ovviamente più complessa e sia la Destra che la Sinistra sono corresponsabili di questa situazione di degrado crescente presente ormai in modo generalizzato nel nostro Paese.
Partiamo dal fatto che gli immigrati extracomunitari hanno origini molto variegate con culture e religioni diverse e che a commettere azioni illegali e crimini fra i più odiosi come lo stupro vi sono europei ortodossi come gli albanesi e i rumeni, latinoamericani cattolici come gli ecuadoregni e i salvadoregni, africani come i marocchini e i nigeriani e asiatici come i pakistani e i bengalesi.
Poi però mancano nelle statistiche ufficiali i filippini, i camerunensi, i cinesi, gli indiani e altri ancora.
Ovviamente alcune popolazioni immigrate contano un maggior numero di componenti presenti sul territorio rispetto ad altre e quindi le possibilità di commettere reati risultano sicuramente più possibili o probabili rispetto ad altre.
Poi vi sono etnie rappresentate prevalentemente da donne sole come le georgiane o le moldave che dominano il mondo dell’assistenza agli anziani.
Però già questi aspetti dimostrano che non si può generalizzare a tutto il mondo dell’immigrazione una propensione maggiore al crimine rispetto agli autoctoni.
Sono infatti etnie con religioni, culture e a volte anche con livelli di istruzione molto diversi tra loro.
Ma allora perché rimane il fatto che vi è una così grande e diffusa tendenza all’illegalità da parte di diversi componenti di queste etnie?
Partiamo da quelle più ferocemente attaccate a livello mediatico e che rientrano nell’immigrazione clandestina.
Questa è dominante nel mondo dell’agricoltura e dei servizi e non accenna affatto a diminuire.
Anzi.
E il fenomeno è in costante crescita perché a fronte di una manodopera a buon mercato da poter sfruttare in modo indiscriminato, vi è una imprenditoria prevalentemente italiana che non si fa affatto scrupoli ad avallarsene tranquillamente.
E questo in assenza di istituzioni in grado di agire in modo decisivo e realmente sanzionatorio quanto coercitivo nei confronti di questi ultimi.
Quindi questi individui essendo remunerati con cifre irrisorie e costretti a vivere e a lavorare in condizioni inumane e senza alcuna tutela igienicosanitaria, finiscono prima o poi con il trasferirsi nelle nostre città dove ad “accoglierli” ci sono varie organizzazioni criminali, fra le quali ovviamente anche quelle nostrane, che li arruolano come spacciatori a giornata.
Poi ci sono naturalmente anche gli immigrati extracomunitari in regola, costretti a vivere in periferie malsane e degradate perché lavorano spesso con contratti precari o comunque con paghe da fame e quindi anche solo l’idea di poter vivere in un appartamento decente senza dover dormire ammucchiati rimane un miraggio.
Allora si sono ingrossate a dismisura le periferie urbane e i comuni limitrofi ai grandi centri che rimangono appannaggio unicamente di banche, assicurazioni e magnati.
La densità urbana che si è moltiplicata in modo esponenziale in quelle aree in questi ultimi anni unita alla presenza di una popolazione sempre più povera e indigente sono fattori che hanno ingigantito notevolmente l’insicurezza ivi presente e incrementato fenomeni delinquenziali di vario genere.
Mettiamoci poi le differenze culturali di non poco conto esistenti in quelle zone in completa assenza di concrete quanto efficaci politiche di integrazione della popolazione straniera e di condivisione di quest’ultima con la popolazione autoctona e il quadro di un degrado sempre più lampante appare più chiaro che mai dovunque nel nostro Paese.
D’altro canto, le case popolari che vengono realizzate in Italia sono una inezia rispetto alle richieste, il precariato è diffuso e sta diventando sempre più la regola anziché l’eccezione, gli stipendi nella stragrande maggioranza dei casi non consentono certo di poter andare ad abitare in dimore dignitose e sempre più spesso tantissima gente (immigrati e non) non riesce manco ad arrivare a fine mese.
Soltanto i più fortunati fra gli immigrati indigenti riescono a vivere sotto un tetto, mentre tanti (troppi) devono sistemarsi sotto ponti o in altri punti all’aperto.
E questi fenomeni di degrado sociale e urbano riguardano e accomunano sia gli italiani che gli immigrati in un girone infernale in cui la delinquenza può attecchire molto più facilmente che altrove.
Allora invece di demonizzare il mondo dell’immigrazione cercando di addossargli in modo esclusivo l’aumento dell’insicurezza nelle nostre città, sarebbe il caso di puntare il dito sui tre principali responsabili di questa degenerazione della nostra società: le istituzioni la cui presenza rimane drammaticamente assente nel tentare di risolvere tale situazione, le organizzazioni criminali nostrane ed estere che rimangono molto attive su tutto il nostro territorio e spesso sono alleate tra loro e un’imprenditoria priva di etica e dedita in modo spietato ad uno sfruttamento continuo di esseri umani da usare praticamente come schiavi.
Non sarebbe ora che queste verità venissero effettivamente alla luce e si cominciasse davvero ad operare un’informazione oggettiva su queste tragedie che riguardano tutti noi e non soltanto gli immigrati?!
Allora si riuscirebbe ad evitare accordi da parte del nostro governo destinati a concretizzare l’espulsione di immigrati irregolari verso paesi di comodo e si potrebbero organizzare a livello europeo corridoi umanitari riservati ai profughi oltre che porre le basi di un’immigrazione regolare fondata su criteri effettivi di accoglienza a garanzia di una vita decente sia per coloro intenzionati a venire a lavorare nel nostro Paesi che di noi che già ci viviamo.
Se poi tali misure non dovessero trovare attuazione, non sarebbe certo colpa degli immigrati.

Yvan Rettore




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