domenica 30 giugno 2019

PROPOSTA LEGHISTA: COSTRUZIONE DI UN MURO ANTI-MIGRANTI DI 243 CHILOMETRI CON LA SLOVENIA (PAESE MEMBRO DELLA UE)!

Poi ripristineranno le fortezze medievali, le mura a protezione delle città, i fili spinati e il coprifuoco a difesa dei quartieri bene mentre i privati faranno a gara nel realizzare palizzate o siepi elettrificate alte 3 metri all'interno delle loro proprietà e perfino dentro le loro abitazioni ergeranno pareti divisorie per mantenere integra la loro privacy, per non essere disturbati o rischiare aggressioni nel tepore del focolaio domestico! 
Verranno piazzati dispositivi anti-intrusione, blocchi automatici, sistemi di allarme ultra-sofisticati, droni intelligenti, telecamere di sorveglianza (perfino all'interno dei bagni pubblici), comandi vocali, chiavi elettroniche, riconoscimenti tattili, accessi con le app, pareti divisorie e isolanti nei mezzi pubblici tra esseri umani diversi per etnia o colore della pelle.
Ad ogni accesso dovrai farti riconoscere pena essere perquisito, denunciato o arrestato.
Dovrai memorizzare password, pin, numeri di carta di credito o bancaria, e chissà quanti altri identificativi.
Guai quindi a perdere lo smartphone e nel non riuscire a recuperare i tuoi dati perché diventerà un dramma e da cittadino di questo paese potresti rischiare di essere confuso con un pericoloso clandestino!
Mi sa che cambio lavoro e metto su un'azienda nella realizzazione di qualsiasi forma di "recinto di sicurezza"!
Dovrebbe far ripartire l'economia, no?

Yvan Rettore

sabato 29 giugno 2019

CHI SCAPPA DALLA PROPRIA TERRA E' UN ESSERE UMANO NON UN OGGETTO, GIOCATTOLO O CENCIO DA USARE PER FARE PROPAGANDA POLITICA!

Le risposte di Salvini e dei suoi sostenitori sul tema "Immigrazione" sono tipiche di chi si limita a vedere il mondo diviso da recinti, muri e frontiere. 
A prescindere da ciò, vorrei ricordare che questi fenomeni si sono amplificati dopo l'introduzione della Legge Bossi-Fini che di fatto ha chiuso l'immigrazione regolare nel nostro paese e favorito quindi quella clandestina e questi sbarchi. 
La situazione libica per questa gente è delle più orribili e avviene nell'indifferenza assoluta della comunità internazionale: meglio che muoiano laggiù o in mare che accoglierli! 
Questa è la realtà. 
Poi vorrei ricordare che tanti di loro sono veri e propri profughi, ma si sa che con l'ignoranza imperante che c'è in Italia è difficile conoscere veramente la situazione in cui versa gran parte dell'Africa venutasi a creare soprattutto per via della politica di saccheggio e di sopraffazione dell'Occidente in quelle zone. 
E' ovvio che se stessero bene a casa loro non rischierebbero di partire e se lo fanno il più delle volte è grazie a collette di amici e parenti che li sostengono per riuscire a dare una svolta migliore alle loro esistenze distrutte da anni di guerre, corruzione, tirannie e violenze di ogni genere che l'Occidente non ha mai ostacolato ma anzi sempre alimentato e fomentato. 
Si parla di leggi e normative internazionali da rispettare? 
Ma chi ha mai rispettato in Occidente la dignità e la libertà di vivere in pace (e non nella miseria) di quei popoli (nonché le leggi in vigore nei loro paesi) che vengono saccheggiati e depredati di continuo di ogni loro risorsa per poter poi farci arrivare qui i nostri tanto cari prodotti di consumo, compresi quelli smartphone realizzati col sangue di milioni di "schiavi" e attraverso i quali troppi di noi sputano veleni vigliaccamente sui social! 
Alla fine della fiera stiamo parlando di esseri umani, non di oggetti, giocattoli o cenci da esibire per squallide propagande politiche! 
Sono P E R S O N E !
Ci vuole tanto a capirlo?!


Yvan Rettore


martedì 25 giugno 2019

IN POLITICA, LA SOLA FIGURA DEL LEADER NON BASTA AD ATTUARE UNA SVOLTA SE NON E' ACCOMPAGNATA DALLA SUA AFFERMAZIONE IN UN GRUPPO COESO CHE LA SANCISCE ATTRAVERSO LA PROPRIA MOBILITAZIONE!

Più che di leader oggi c'è bisogno di uomini e donne che si rimbocchino le maniche per costruire una società autenticamente solidale fondata sulla condivisione di capacità, competenze, conoscenze, risorse ed esperienze di vita.
Questo perché la democrazia e i principi e diritti su cui poggia sono destinati a rimanere in gran parte carta straccia se non vengono attuati costantemente attraverso una mobilitazione reale e un coinvolgimento concreto della gente comune nelle scelte che riguardano la gestione del proprio territorio e del proprio Paese. 
Se ciò avviene, allora possono sorgere leader carismatici naturali in grado di dare un prezioso contributo a tale processo. 
In caso contrario, si rischia di ritrovarsi quasi sempre con dei capipopolo presuntuosi pieni di opportunismo che impongono le loro leadership con l'inganno e la paura unicamente per soddisfare tornaconti personali che nulla hanno a che vedere col bene comune e con i valori presenti nella nostra Costituzione e nelle convenzioni sui diritti umani ratificate dall'Italia.

Yvan Rettore

domenica 23 giugno 2019

LA BARZELLETTA DEL GIORNO: SECONDO "REPUBBLICA", IL NUOVO LEADER DELLA SINISTRA DOVREBBE ESSERE GIOVANE, VERDE, SEMPRE IN RETE E DONNA!


E vai col sessismo e i luoghi comuni!
A mio modesto parere, un vero leader della Sinistra dovrebbe:
- operare di concerto con la base che ne decreta la legittimità, - essere competente (essere giovane e belli non rappresentano certo una garanzia a riguardo)
- capace di ascoltare (più che parlare in qualsiasi occasione)
- parlare soltanto quando c'è da dire qualcosa, altrimenti avere l'umiltà di tacere. 
- essere verde?! Sicuramente ci vuole un occhio di riguardo importante sul fronte dell'ecologia, ma questo non serve a nulla se non è accompagnato da azioni tese alla realizzazione di una società autenticamente solidale e fondata sulla condivisione anziché sulla competizione e l'individualismo ad oltranza, pilastri del neoliberismo. 
- essere sempre in rete per fare che cosa? Se è per informarsi e dire qualcosa allora ci può stare. Ma se è per mandare tweet e post a nastro come se si fosse in campagna elettorale permanente allora no.
- essere donna? E per quale motivo?! Per essere un leader degno di questo nome, non ci sono differenze di sesso che tengano e sarebbe ora di finirla con queste attitudini sessiste che non portano da nessuna parte.
Quindi sorvoliamo su questa barzelletta odierna e torniamo ad essere seri quando si parla di politica (e ancor di più quando si tratta di "Sinistra") anche se so che ormai è difficile farlo in questo Paese di Pulcinella.


Yvan Rettore


ITALPIZZA E COOP ROSSE: ESEMPIO DI CONNUBIO PERFETTO DEL CAPITALISMO PADANO!

Ogni settimana passo vicino alla ditta Italpizza, un'azienda situata in una frazione a Sud di Modena, nota per la produzione della specialità gastronomica già presente nel suo nome. 
Già da mesi, stanno protestando ogni giorno presso i cancelli di ingresso della ditta i dipendenti di due coop che vi operavano, rimasti ormai senza lavoro. 
Piantonano l'area e spesso impediscono o cercano di rallentare gli ingressi dei camion. 
Non sono pochi i casi di scontri con le forze dell'ordine che ovviamente vengono chiamate per garantire l'accesso dell'azienda e danno addosso ai lavoratori delle coop che disperatamente cercano di lottare strenuamente per la difesa del loro lavoro, della loro stessa esistenza e dignità. 
Una realtà, quella della Italpizza, di sfruttamento come tante purtroppo nella tanto decantata Pianura Padana, degenerata socialmente specie in Emilia attraverso le famigerate coop rosse (che di rosso non hanno nulla e sono solo imprese capitaliste di tipo ottocentesco) e questo nell'indifferenza delle istituzioni (si sa che i dipendenti delle coop hanno meno diritti di quelli comuni), dei partiti (troppo impegnati ad elaborare strategie nei loro salotti) e della gente comune, in primis di quella Modena che si vanta di essere una delle città più ricche e civili d'Italia, salvo poi far finta di niente di fronte a certi drammi sociali e umani. 
A guadagnarci in questa triste vicenda sono stati finora solo l'Italpizza e le coop rosse. 
Gli esseri umani che lavoravano per queste ultime rimangono le vittime che nessuno vuole vedere, né considerare!


Yvan Rettore


giovedì 20 giugno 2019

NON C'E' UN PAESE IDEALE IN CUI VIVERE!

Oggi, visto il deteriorarsi della situazione economica e sociale si sentono sempre più spesso persone che consigliano di lasciare l'Italia.
Prima di tutto non si migliora un Paese scappando, ma lottando per attuare un'inversione di rotta radicale. Ognuno nel suo piccolo può contribuire a questo genere di evoluzione. Questione di semplice responsabilità sociale. Mentre scappare denota soltanto un egoismo fine a sé stesso e inutile al Paese. Quindi massima ammirazione per quei giovani che tornano a coltivare la terra, che rischiano in startup innovative, che recuperano borghi abbandonati e più in generale per tutte quelle persone che non stanno a piangersi addosso e si rimettono in gioco credendo nei propri mezzi e costruendo ogni giorno con pazienza e sacrifici una realtà migliore.
In secondo luogo, non è che all'estero ci sia il bengodi e che tutto ti venga regalato. Anzi!
Ad esempio nel mio paese, la Svizzera, la sanità è a pagamento e ci sono ben 800.000 persone che vivono sotto la soglia della povertà e che sopravvivono in gran parte grazie ai sussidi del comune. 
In Francia, l'industria è messa molto peggio che in Italia e questo da anni. Basta farsi un giro nella zona del ex bacino siderurgico a confine con Belgio e Germania per vedere quanta povertà c'è. Ci sono perfino donne francesi che ogni giorno vanno in Belgio a lavorare nei night per riuscire a mantenere le proprie famiglie.
Nel Regno Unito addirittura non c'è quasi più un'industria manifatturiera nazionale degna di questo nome se non quella rappresentata da aziende straniere e la vita a Londra costa talmente tanto che se non stai attento ti ritrovi in mutande. Il Paese riesce a tirare avanti soprattutto grazie ai proventi della piazza finanziaria londinese e a quelli dell'estrazione di petrolio e gas nei ricchi giacimenti del Mare del Nord. 
E infine nella tanto decantata Germania, si registrano il maggior numero di poveri del continente e imperversa il precariato dei mini-job (lavori a tempo determinato pagati malissimo: una vera e propria forma di caporalato alla "tedesca"). Gruppi storici come la Siemens e l'AEG hanno lasciato a spasso decine di migliaia di persone in questi anni. La sola Siemens licenziò d'un colpo 36.000 persone pochi anni fa, quando il picco della crisi era già passato. Anche in Germania dopo i 40 anni sei considerato vecchio e inutile sul mercato del lavoro. Nell'est, Berlino vive solo di cultura e turismo mentre il resto della Germania Orientale è considerata zona depressa, priva di reali opportunità di lavoro per i giovani e dev'essere mantenuta ancora oggi da tasse che pagano i Laender dell'Ovest. 
Quindi di cosa stiamo parlando?!
Ciò che sfugge a questi disfattisti è che oggi non c'è un paese ideale in cui stare, perché la crisi del neoliberismo è globale e irreversibile e finché non si opterà per un suo superamento il crac del sistema ci sarà per tutti. 
E non solo per l'Italia!


Yvan Rettore


martedì 18 giugno 2019

BASTA CON QUESTA SINISTRA DA SALOTTO!



In questi ultimi 30 anni la Sinistra italiana si è involuta fortemente diventando in gran parte un gruppo di attivisti da salotto e lasciando campo libero al neoliberismo. 
Il vuoto lasciato sul territorio è stato occupato da Lega e M5S che però al contrario del PCI hanno fatto leva soltanto sull'elettoralismo ovvero su una politica fondata unicamente su slogan da campagna elettorale permanente, senza vere e proprie idee progettuali su come migliorare sensibilmente e radicalmente il Paese. 
I loro leader sono lo specchio della decadenza intellettiva dell'Italia, gente impreparata ed incompetente (quando invece PCI, PSI e DC avevano delle vere e proprie scuole di formazione politica). 
E così buona parte dell'elettorato si è spaccata in due fronti principali apparentemente contrapposti ma che nei fatti originano lo stesso risultato, ossia l'affermazione alla guida del Paese di una classe dirigente mediocre, dannosa e inconcludente. 
Il primo fronte è costituito in gran parte da una massa di persone che votano con la pancia anziché con la testa, senza avere un progetto di società chiaro in testa, ma soltanto in difesa dei propri interessi del momento. 
La chiamerei la categoria degli opportunisti irresponsabili.
Il secondo fronte è invece formato in gran parte da coloro (specie a Sinistra) che non si riconoscono affatto in questa politica e che vorrebbero votare con la testa e non con la pancia.
Non potendolo fare, finiscono con l'optare per l'astensione.
Il risultato è che entrambi i comportamenti finiscono col sancire il mantenimento al potere di una classe dirigente incompetente quanto irresponsabile che nei fatti rimane minoranza nel Paese (non arriva mai oltre il 35% del consenso reale dell'intero corpo elettorale) ma governa come se avesse la maggioranza effettiva dei consensi di tutti gli italiani.
Detto questo, per invertire la rotta è ora che la Sinistra esca dai salotti e torni ad essere presente in modo permanente nei luoghi di conflitto, chiudendo definitivamente col renzismo e gli avventurismi di bottega che nulla hanno a che fare con la sua essenza.
Solo così, verrà sancita l'unità di un blocco di Sinistra in grado di identificarsi in un unico soggetto politico capace di opporsi energicamente come alternativa credibile e duratura alle forze neoliberiste che non sono possono essere circoscritte alla sola Destra politica.

Yvan Rettore



domenica 16 giugno 2019

QUEI TRENI SEMPRE PIU' SILENZIOSI

A prescindere da chi legge libri o riviste o da chi guarda concentratissimo il proprio cellulare, ciò che è cambiato radicalmente rispetto al passato è che la gente non parla quasi più sui treni. 
Una volta, c'era sì gente che leggeva, ma tanti parlavano ed era l'occasione anche per fare conoscenza di persone nuove (ci sono non poche coppie o amicizie che si sono formate sui treni). 
Oggi, questo fenomeno risulta piuttosto raro e anzi se solo ti azzardi a parlare con qualcuno, sembra quasi sempre che lo disturbi perché troppo occupato a vivere sui social o a navigare in rete. 
Tutte cose che si potrebbero benissimo fare una volta tornati a casa davanti ad un pc invece di consacrare ogni istante del proprio tempo libero all'esterno nell'essere permanentemente collegati. 
E così lo spettacolo quotidiano a cui assisti è quello di dover vedere una moltitudine di esseri umani che si affiancano gli uni agli altri senza parlarsi e tutti isolati col capo chino su un oggetto sempre "attaccato" ad una delle due mani!


Yvan Rettore


LO SMANTELLAMENTO DEL LIVELLO QUALITATIVO DELLA SCUOLA ITALIANA PROSEGUE



Lo smantellamento del livello qualitativo della scuola italiana viene da lontano, perché il potere nelle sue varie forme preferisce un popolo ignorante ad uno colto e intellettualmente preparato. 
Nel primo caso è più facile da controllare e manipolare (questi ultimi lustri sono lì a dimostrarlo), mentre nel secondo c'è il rischio di dover affrontare continuamente movimenti sociali, politici ed intellettuali che possono essere in grado di delegittimare il potere stesso (come nel corso della seconda metà degli anni '70 quando una serie di movimenti della Sinistra extraparlamentare minarono seriamente la credibilità delle istituzioni repubblicane e il modello di società di allora).
Per questo motivo oggi risulta davvero frustrante andare a votare: da una parte perché ti trovi nella posizione di dover scegliere il meno peggio fra membri di una classe dirigente rissosa ed incapace; dall'altra perché ad essere determinanti nella scelta di chi vince le elezioni è ormai quasi sempre una percentuale consistente dell'elettorato che risulta essere però di un'ignoranza e un'assenza di capacità critica assolutamente devastanti. 
Unisci quest'ultimo aspetto al nutrito gruppo cronico del "popolo degli astenuti" e poi capisci tranquillamente perché ci ritroviamo con gente così estremamente mediocre e del tutto impreparata alla guida del Paese. 
Quindi va da sé che il livello qualitativo della scuola debba continuare ad essere sempre più scadente.


Yvan Rettore



lunedì 3 giugno 2019

IL RISPETTO PER LA MORTE E' UN ATTO DOVUTO

La morte non esima dal criticare ciò che ha fatto in vita una persona. 
Offendere una persona che è morta e che quindi non può più difendersi è però un altro paio di maniche. 
E' indice di cattiveria gratuita e di vigliaccheria.
L'odio e il disprezzo non portano mai da nessuna parte (le persone intelligenti e di buon senso ne sono pienamente consapevoli), mentre la critica è sempre costruttiva (se viene elaborata sulla base di fatti e elementi concreti) anche quando viene pronunciata negativamente nei confronti di una persona di cui non si ha avuto stima in vita. 
Quindi rispettare chi è morto significa proprio riuscire a fare questa distinzione. 
Personalmente ho avuto occasione di criticare più volte personaggi anche recentemente scomparsi, ma ho sempre cercato di farlo limitandomi ad una critica fondata sulle azioni compiute nel corso della loro esistenza sulle quali ho espresso una mia posizione.
E anche se non ne avevo stima, comunque non ho mai provato odio per nessuno di loro, sia perché odiare non serve a nulla, sia perché ci fa perdere il senso di quello che dovrebbe essere un uomo civile: un essere capace di capire ed eventualmente perdonare chi si è reso protagonista delle peggiori nefandezze in vita, senza però mai dimenticare né legittimare in alcun modo tutto il male diffuso in questa valle di lacrime.
Sempre se vogliamo rimanere essere "esseri umani" in un mondo in cui esserlo diventa ogni giorno una sfida sempre più impegnativa.


Yvan Rettore

LA PATENTE DI VOTO



Onde evitare che gente stupida e ignorante possa ancora in futuro determinare le sorti di questo Paese votando personaggi a loro simili, sarebbe utile quanto doveroso che l'esercizio del voto fosse conferito unicamente a coloro in possesso di una patente elettorale previo superamento di un esame nell'ultimo anno della scuola dell'obbligo.
Esattamente come nel caso della patente di guida, se vuoi votare devi imparare a farlo, ossia conoscere il funzionamento delle nostre istituzioni e della nostra Costituzione, sapere in cosa consiste riconoscersi in questo o quel partito e cogliere il significato di termini fondamentali per il buon vivere comune quali il "senso civico" e il "senso delle istituzioni".
In parole povere sapere cosa vuol dire vivere in democrazia e cosa implica come diritti ma anche come doveri.


Yvan Rettore