lunedì 19 dicembre 2022

OGGI MI SENTO ARGENTINO

Ieri ho tifato per il Paese più italiano del mondo (dopo l'Italia) e sono davvero felice che la Selección sia finalmente e meritatamente ritornata sul tetto del mondo calcistico.

Ho "sofferto" come se stesse giocando l'Italia e forse anche di più perché tanti di quei giocatori si sono emancipati dalla povertà grazie al loro talento e a quello spirito di sacrificio che invece troppo spesso è carente nel calcio nostrano.
L'Argentina rappresenta come pochi altri la Storia del calcio mondiale e ben tre dei suoi esponenti sono da considerare fra i 10 più grandi protagonisti di tutti i tempi di questo sport: Di Stefano, Maradona e ora Messi.
E poi sentire pronunciare i nomi italiani (Messi e Di Maria) dei due marcatori sudamericani nella finale mi ha fatto sentire ancor di più a casa, quella argentina, di cui sento comunque di far parte anche sentimentalmente.
Grazie Argentina!
Viva l'Argentina!

Yvan Rettore



martedì 6 dicembre 2022

NON PIOVEVA COSI' DA MILLE ANNI!


Se è piovuto così tanto in questi giorni è sempre colpa dei cambiamenti climatici (con conseguenze devastanti per il territorio) imputabili esclusivamente all'uomo che è su questa Terra fin dai suoi albori.
Infatti, non ci sono mai state durante questo periodo piogge così copiose.
Non se ne registravano da almeno 1000 anni!
E che dire dei venti?!
Non se ne sono mai visti di così violenti dai tempi dell'antica Roma!
Ovviamente l'incuria del territorio sul piano idrogeologico, la cementificazione, le asfaltature, il disboscamento, l'interramento dei canali, le costruzioni abusive e tanto altro non c'entrano nulla coi disastri annunciati di questi giorni.
I colpevoli sono sempre i cambiamenti climatici, l'effetto serra, le scie chimiche, il 5G, la fata turchina, il Gran Reset, i musulmani, i russi, gli immigrati clandestini e chi più ne ha ne metta.
Ovviamente non c'entra nulla l'irresponsabilità diffusa che caratterizza gran parte dei popoli italici.
Ad affermarsi rimane bene ancorato un individualismo sfrenato che si traduce in un'indifferenza cronica, in una passività ormai entrata saldamente nei nostri costumi e in una mancanza costante di rispetto verso il prossimo e l'ambiente che ci circonda.
Le colpe sono sempre di qualcun altro.
E poi in questo valzer di scaricabarile di responsabilità, appare d'improvviso (ma sempre puntuale) l'eroe longobardo, il leggendario Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che in un sussulto di patriottismo e di revanscismo nazionale rilancia la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e per non farsi mancare nulla propone anche la realizzazione di centrali nucleari di nuova generazione.
Il crimine organizzato e altre entità interessate ringraziano fin d'ora questa sua generosa disponibilità nei loro confronti perché l'amore per la patria non può non passare per il soddisfacimento prioritario e incondizionato dei bisogni di queste élite che da sempre fanno il bello e il cattivo tempo (tanto per restare nel tema dei cambiamenti climatici) nel nostro Paese.
I lavori per edificare queste nuove cattedrali nel deserto (che non possono mai mancare nel nostro Paese) devono partire al più presto perché l'importante non è tanto realizzare queste opere, quanto lucrarci sopra all'infinito, speculando su tutto alla faccia della sicurezza del territorio, dell'ambiente e del benessere della gente comune.
Quindi avanti tutta con le ruspe tanto care a Salvini (dovremmo fare una colletta a Natale per regalargliene una così può giocarci nel cortile interno del suo ministero durante la pausa pranzo) per realizzare un ponte che crollerà ancora prima di essere realizzato e di centrali nucleari che quando saranno operative saranno ormai superate dalle nuove tecnologie già previste da tempo in materia e che diventeranno effettive tra circa un decennio.
E la maggioranza del popolino continuerà a credere alle solite panzane e false promesse (le altre non vengono manco mantenute), alle balle diffuse a manetta dal Mainstream e a vivere secondo il solito adagio tipicamente italico "Io, speriamo che me la cavo".
E nel frattempo si susseguiranno altri cataclismi, disastri e sciagure di vario tipo.
E le colpe saranno comunque sempre di altri.
Ma se un giorno non si riuscisse più a dare la colpa ad altri, come si farà?!
Yvan Rettore

lunedì 28 novembre 2022

GARANTIRE IL VERDE PUBBLICO RICHIEDE COMPETENZE ED INVESTIMENTI NON STERILI MANIFESTAZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

Per rimboscare un territorio non basta piantare qualche alberello in luogo e posto di quelli - spesso di alto fusto e secolari - abbattuti per lasciar spazio a cemento ed asfalto.

E' una pratica diffusa in tutta Italia attraverso la quale si vuol far credere di tenere al verde pubblico quando invece sono soltanto patetiche dimostrazioni di esibizionismo diffuse il più delle volte soltanto per accedere a fondi pubblici che non vengono poi mai (o nel migliore dei casi solo parzialmente) destinati alla salvaguardia e/o incremento del patrimonio arboreo pubblico.
Garantire il verde pubblico significa mantenere quello esistente, curare le piante malate, potarle come Dio comanda, in parole povere AMARLE!
E se si devono piantare alberi è fondamentale che siano compatibili col clima e il suolo del territorio interessato e che possano crescere quindi velocemente e diventare nello spazio di pochi anni delle piante con un ampio fogliame e un tronco solido e resistente.
Regalare piantine da quattro soldi ai bambini e/o ragazzi in occasione delle manifestazioni del "verde" o far adottare alla cittadinanza alberi senza poi procedere a livello comunale o regionale ai dovuti interventi per salvaguardarli e valorizzarli sono iniziative blande e prive di serietà perché non si inquadrano in progetti di rimboschimento concreti e di tutela ambientale a livello territoriale, i quali dovrebbero quindi comportare azioni tangibili da parte di personale esperto e competente: ingegneri agronomi, potatori, giardinieri professionisti e via dicendo...

Yvan Rettore



giovedì 24 novembre 2022

GLI ANNI '80

Il mondo degli anni '80 era molto diverso rispetto a quello di oggi anche se non necessariamente migliore.

Però è un dato di fatto che l'uso sbagliato e distorto della tecnologia accompagnato da una globalizzazione post guerra fredda caotica quanto distruttiva hanno reso la nostra società più mediocre e meno dinamica di quella di allora.

In quegli anni si stava molto di più insieme sia dentro che fuori casa, c'erano ancora artisti, sportivi e politici (non solo in Italia) di altissimo livello (che oggi non esistono manco se li cerchi col lumicino), si scriveva molto di più a mano e si guardava la TV soprattutto la sera, l'istruzione era migliore, l'economia era molto più dinamica perché come imprenditore potevi riuscire a fare tanto con poco, la sanità non aveva raggiunto i punti di eccellenza odierni, ma c'erano molti più ospedali sul territorio e tanti interventi che oggi non sono coperti dal SSN ma che allora erano coperti dallo stesso, la casa era un bene assolutamente intoccabile a livello fiscale e potrei continuare ancora a lungo.

Certo, c'erano tanti punti negativi: il terrorismo era agonizzante ma ancora presente, la criminalità molto più diffusa e presente sul territorio, la corruzione e il sistema delle raccomandazioni erano realtà quotidiane, le infrastrutture erano precarie (ma la protezione civile funzionava molto meglio), l'inflazione era piuttosto alta (16% nel 1982), la debolezza della lira non consentiva di viaggiare facilmente all'estero e anche qui potrei dire tanto altro.

Ma è un dato di fatto che i nostri genitori erano meno stressati rispetto a quelli di oggi e noi giovani di allora comunicavamo molto di più direttamente tra noi rispetto a quelli attuali e soprattutto avevamo una scala di valori, degli ideali e un senso del sacrificio che oggi ritengo non siano così dominanti come in quel periodo.


Yvan Rettore

venerdì 18 novembre 2022

Il BONDAGE, FACCIAMO CHIAREZZA

 

Cominciamo col dire che il bondage, specie quello di tradizione giapponese, chiamato shibari, non è solo legare, ma farlo anche in modo originale e creativo.
Il soggetto legato e isolato sensorialmente entra in un dialogo nuovo, più profondo e coinvolgente sia col proprio corpo che con la propria mente, vivendo ogni volta sensazioni ed emozioni nuove ed intense.
Ovviamente non è per tutti.
E soprattutto bisogna saperlo fare perché chi viene legato non è un giocattolo, né un oggetto.
E bisogna anche saperlo vivere lasciandosi andare completamente e vivendo quindi quest'esperienza in un'attitudine di accoglienza arricchente sia per sé stessi che per il Master coinvolto.
In Italia, ovviamente il bondage è poco popolare e praticato.
Rimane molto dilettantesco e in certi casi si raggiungono eccessi estranei a tale pratica che possono ledere l'incolumità del soggetto coinvolto.
Col risultato che poi la stampa bigotta nostrana ci sguazza sopra senza manco sapere una beata mazza di cos'è davvero il bondage.
Anni fa, scrissi un romanzo sull'argomento, intitolato "Amore Perverso", attraverso il quale cercai di far capire che quando il bondage è portato all'eccesso o diventa ossessivo in un rapporto di coppia, lo può far degenerare a volte anche pericolosamente.
E' una pratica quindi che va dosata e che non rientra necessariamente né esclusivamente in un rapporto di tipo sessuale in quanto ha una dimensione che va ben oltre quest'ultimo.

Yvan Rettore

mercoledì 16 novembre 2022

TARANTO: DEPOSITATO IL PROGETTO PER UN'ALTRA "CATTEDRALE NEL DESERTO"


A Taranto è stato depositato il progetto dello "Stadio Iacovone", illustrato da Roberto Busso per Gabetti e Antonio Ferrara per Esperia Investor.
Progettato dallo Studio Gau Arena (lo stesso dell’Allianz Stadium della Juventus) prevede attività per tutto l’anno, non solo sportive. Copre l’area dell’attuale stadio ma anche aree adiacenti, con 3 aree parcheggi, spazi commerciali, centro congressi, centro di medicina sportiva, aree uffici e coworking e un hotel alto 80 metri con piscina scoperta, bar panoramico e servizi vari, firmato dall’architetto Marco Piva.
Lo stadio, concepito secondo gli standard internazionali Uefa 4, ha 16.500 posti a sedere su unico anello (1.200 per gli ospiti aumentabili), con in Tribuna Ovest servizi hospitality, palchi, area stampa e broadcast.
Previsto anche un ristorante interno, nell’ottica della fruizione dedicata anche alle famiglie.
Alcune riflessioni a fronte di questo sperpero di denaro pubblico e di speculazione immobiliare sulla quale ci sguazzano i soliti noti:
- "Il Taranto Calcio 1906" è la società calcistica della città di Taranto erede di quella che fallì circa 30 anni or sono e che vide per l'ultima volta una compagine tarantina militare in serie B. Nessuna squadra della città ha mai militato in serie A ed è ormai stabilmente abbonata alla serie C da anni. Con tali premesse viene da chiedersi a cosa serve ancora investire in un settore che non ha mai offerto grandi introiti alla città?!
- Nel 2026, la città di Taranto ospiterà i "Giochi del Mediterraneo" e questo progetto si inquadra in vista della realizzazione di tale evento. Ma una volta passato, quali garanzie ci sono di rientrare nei costi sostenuti tenendo conto che si tratta di un'are fortemente depressa sul piano sociale ed economico?!
- E' facile realizzare sulla carta simili progetti faraonici (sperperando ovviamente anche denaro pubblico) ma come si fa troppo spesso in Italia, si costruiscono opere monumentali senza alcuna previsione dei costi benefici a medio lungo termine. Basta "fare" e poi si vedrà. A guadagnarci da tale operazione, oltre alla solita società del Nord ci saranno le immancabili realtà locali che non vedono l'ora di partecipare alla spartizione della torta, con ovvi ritocchi all'investimento iniziale previsto che lieviterà in modo sensibile per accontentare tutti gli attori coinvolti.
- Taranto è da anni una città martoriata sia a livello sociale che ambientale. Ambiente deturpato, terre malsane, suoli e costa compromessi da decenni di inquinamento, tasso di disoccupazione fra i più alti del Paese con una povertà diffusa e in crescita costante.
Invece di prospettare nuovi modelli di sviluppo sostenibile per la città, di procedere ad una bonifica generalizzata del territorio e di realizzare progetti lavorativi e imprenditoriali alternativi a quelli disastrosi attuali in grado di generare un progresso autentico ed armonioso, nella "Città dei due Mari", si è preferito investire in quella che immancabilmente diventerà l'ennesima "Cattedrale nel deserto" a testimonianza di un malaffare che crea soltanto scempi ambientali e degrado sociale e urbano.

Yvan Rettore



venerdì 11 novembre 2022

VEGLIE E IL SUO TRAFFICO CAOTICO

 

Le vie centrali di Veglie in diversi momenti della giornata sono una vera e propria bolgia.
Ai parcheggi selvaggi dominanti (tanti in lisca di pesce, in divieto di sosta, altri perfino sui marciapiedi tanto che in alcuni casi sembra quasi che stiano per entrare dentro le abitazioni) che a volte finiscono con l'ostacolare la fluidità del traffico si uniscono anche i fumi inquinanti delle auto che spesso e volentieri rimangono accese (specie in estate per mantenere attiva l'aria condizionata nel veicolo) anche quando sono ferme violando apertamente una delle regole basilari del Codice della Strada.
Ogni volta che avviene questo tipo di situazioni chi si azzarda a spostarsi in bicicletta o a piedi (visto che i marciapiedi sono in gran parte inservibili perché dai bidoni della spazzatura agli impianti infrastrutturali fino alle bancarelle di frutta e verdura è tutto un susseguirsi di elementi i che ne ostacolano l'utilizzo) rischia costantemente di essere investito.
Sembra che in questo paese non si riesca proprio a spostarsi senza dover ricorrere sistematicamente all'uso del proprio veicolo.
E dire che le mie zie su in Veneto, in un territorio pianeggiante simile a quello che domina qui in Salento, andavano quotidianamente a fare la spesa in bicicletta.
Per non parlare dei grandi centri dell'Emilia in cui la macchina praticamente non viene mai usata.
Invece qui abbiamo l'impressione che anche per fare soltanto qualche centinaio di metri, si debba per forza mettere in moto l'auto.
Probabilmente perché parecchie persone vogliono fare le cose in fretta e allora pensano di fare prima, senza rendersi conto che se tanti fanno così, il tempo che impieghi può spesso risultare superiore a quello che impiegheresti spostandoti a piedi.
Si parla tanto di cambiamenti climatici, di inquinamento, di traffico esasperante, di comportamenti virtuosi da adottare e poi oltre al fatto che a Veglie gli alberi nelle zone centrali sono ormai una rarità si aggravano le cose con azioni che si potrebbero tranquillamente svolgere in modo diverso.
Qualcuno obietterà che non ci sono piste ciclabili ed è vero.
Ma forse se si cominciasse col rendere effettivamente agibili i marciapiedi e si rivedesse la logica dei parcheggi, potenziando nel contempo il personale dei vigili urbani per sanzionare chi infrange le regole basilari del Codice della Strada, allora si potrebbe giungere ad un traffico più sostenibile in un centro che è di dimensioni comunque ridotte e rendere più vivibile e piacevole questa località anche per coloro che vi sono di passaggio.
Ultima considerazione: è camminando o usando la bicicletta che le persone possono soffermarsi tranquillamente davanti alle vetrine degli esercizi pubblici e quindi essere invogliate ad entrarvi per procedere agli acquisti.
Se invece ci arrivi puntualmente in macchina, non soltanto non hai l'occasione di agire in modo analogo, ma rischi di doverci passare davanti perché dietro di te ci sono altri veicoli che strombazzano perché come te sono alla ricerca disperata di un parcheggio.

Yvan Rettore

Referente locale Comitato Civico di Lecce e provincia in difesa della Costituzione - Associazione Free

VEGLIE, UN MUNICIPIO IN PERIFERIA

 

Nella mia esistenza ho avuto occasione di vivere due situazioni piuttosto anomale.
La prima fu quando abitavo a Ferrara, città il cui nosocomio si trova a ben 10 chilometri fuori dall'abitato.
Inutile dire che ciò rappresenta un disagio notevole per coloro che risiedono in quella splendida città emiliana.
La seconda anomalia la sto vivendo a Veglie in quanto (contrariamente a quanto accade in tutti i comuni circostanti), praticamente tutti gli uffici comunali (oltre alla sede della Guardia Medica) si trovano in uno stabile situato all'estrema periferia del paese, a ridosso dei campi e ad una distanza piuttosto ragguardevole dal centro urbano.
Al di là del silenzio dimostrato finora da questa amministrazione nei confronti della petizione che le abbiamo inoltrato in merito all'istituzione anche a Veglie della figura di un Garante dei diritti dei disabili, notiamo con profondo rammarico una scarsa attenzione nei riguardi di tutti quei cittadini che per mancanza di mezzi propri, per motivi di età o per problemi evidenti di deambulazione e autonomia nei movimenti si trovano in evidenti difficoltà per raggiungere la sede del comune.
Aggiungiamoci il fatto che non esistono mezzi pubblici in grado di trasportare la gente in loco, che gli orari di apertura al pubblico sono striminziti (ridotti ad appena due ore quando vi sono comuni di pari entità che hanno orari di apertura che arrivano a volte anche al doppio) e che il palazzo del comune non comprende strutture in grado di far accedere (specie ai piani superiori) persone affette da disabilità.
Se poi vuoi raggiungere la sede del comune in piena estate col sole cocente che impera già di mattina, una persona potrebbe trovarsi a dover percorrere a piedi distanze significative senza manco una panchina dove sedersi o un albero sotto cui ripararsi per riposarsi un attimo e trovare un po' di refrigerio visto che il paese è ormai dominato da cemento ed asfalto (bucato o deteriorato in vari punti).
Vorremmo ricordare a questa amministrazione comunale che la casa del Comune è di tutti i cittadini e che come tale almeno la collocazione degli uffici più importanti dovrebbe essere nel centro del paese in modo che sia più agevolmente ed ugualmente accessibile a tutti e non soltanto a coloro che hanno un mezzo o la fortuna di essere in buona salute e di potersi muovere quindi senza alcun problema.
Questione di semplice sensibilità nei riguardi delle persone più deboli e meno fortunate che vivono nella nostra realtà perché se questa tendenza dovesse perdurare, allora si creerebbero delle discriminazioni tra cittadini che non hanno assolutamente ragione di essere e che non possono trovare una giustificazione manco in motivazioni legate al bilancio del comune o alla carenza di personale.
Quindi ci auguriamo che questa amministrazione provveda quanto prima a venire incontro ai cittadini che sono costretti a subire le conseguenze negative di questa trasferta collocando alcuni uffici comunali in zone più centrali del paese e nel breve termine fornendo un servizio di trasporti che consenta loro di venire nella sede attuale senza ulteriori disagi.

Yvan Rettore

Referente locale Comitato Civico di Lecce e provincia in difesa della Costituzione - Associazione Free

sabato 5 novembre 2022

MANGIARE INSETTI: COME ACCELERARE L'ESTINZIONE DELL'UMANITA'

 Mangiare insetti non rappresenta un problema in sé, a parte il fatto che comunque contengono batteri dannosi per la nostra salute.

Ognuno rimane libero di fare ciò che vuole.
Personalmente non li ho mai mangiati, al massimo ho assaggiato qualche lombrico quando facevo il servizio militare in Svizzera.
Ciò che considero davvero insopportabile è volere imporre questo tipo di alimenti in modo subdolo, ricorrendo a falsità legate alla sostenibilità ambientale e che quindi in un domani non troppo lontano saremo tutti costretti a mangiarli.
Questi patetici ignoranti probabilmente manco sanno che gli insetti sono raggruppati in una varietà infinita di specie che hanno la capacità straordinaria di degradare la sostanza organica morta.
Questo tipo di insetti sono chiamati insetti coprofagi perché si nutrono di escrementi e sono quindi i migliori "spazzini" che ci offre Madre Natura.
Infatti, senza il loro fondamentale contributo, i pascoli si troverebbero ricoperti di sterco fino a far morire le piante e le mandrie che in quella situazione non riuscirebbero più a reperire le fonti nutritive essenziali per la loro sopravvivenza.
Dopo avere deforestato buona parte del pianeta, portato ad estinzione diverse specie di esseri viventi e ridotto altri a giungere allo stesso risultato, ora l'uomo deve arrivare perfino a questa nuova scelta suicidaria.
A questo punto mi sa che meritiamo anche noi esseri umani di estinguerci perché ho davvero l'impressione che con noi la Natura abbia compiuto un passo evolutivo sbagliato e controproducente.

Yvan Rettore



giovedì 3 novembre 2022

LEZIONE DI VITA

 Quando avevo 18 anni progettai con un paio di amici un viaggio ad Alassio per l'estate di quell'anno.

Allora vivevo ancora in Svizzera e la mia famiglia non nuotava nell'oro benché i miei genitori non mi facessero mancare nulla.
Chiesi a mio padre di aiutarmi finanziariamente per realizzare quel progetto.
E lui replicò dicendomi: "Li hai i soldi?"
Confesso che rimasi sorpreso da quella domanda anche perché lui sapeva benissimo che non li avevo.
Quindi insistetti nel ribadire che non disponevo della somma necessaria per quel viaggio, il primo che avrei fatto senza i miei genitori.
Lui allora mi consigliò di andare a lavorare in una fabbrica di biscotti del luogo che assumeva spesso ragazzi durante il periodo estivo, così da riuscire a guadagnare sufficientemente denaro per realizzare il mio sogno.
Non aggiunsi altro e confesso che in quel momento provai un certo risentimento nei confronti di mio padre.
Però decisi di seguire il suo consiglio, guadagnai quanto volevo e riuscii ad andare ad Alassio con i miei amici in quello che fu uno dei più bei viaggi della mia vita.
Non ritornai più su questo argomento con mio padre per diversi anni, finché un giorno gli chiesi perché si era comportato così con me.
Mi disse che lui era cresciuto nella miseria più nera e che si era potuto permettere una bistecca soltanto al compimento dei 18 anni, quando finalmente ebbe la sua prima vera paga da operaio.
Con quel suo atteggiamento aveva voluto farmi capire il valore del denaro e del sacrificio che bisogna avere per realizzare i propri sogni perché è così che acquistano quel valore necessario a farti crescere e ad osare sempre di più.
Avevo intuito che mio padre mi avrebbe fornito quella risposta e nonostante ci siano stati non pochi dissidi tra me e lui, gli sono grato ancora oggi di quella lezione di vita che seppe darmi in quell'occasione.
Fu allora che cominciai a diventare davvero un uomo.
Conclusione: vi sono ancora genitori oggi che riescono a dare simili lezioni di vita per far crescere davvero i loro figli?
Yvan Rettore

PROPOSTA MODELLO DI REGOLAMENTO COMUNALE PER L'ISTITUZIONE DI UN GARANTE DEI DIRITTI DEI DISABILI NEL COMUNE DI VEGLIE



In attesa di ricevere una risposta da parte dell'attuale Amministrazione Comunale di Veglie circa la petizione presentata il 14 ottobre scorso relativa all'istituzione di un garante dei diritti dei disabili nel nostro comune, abbiamo trasmesso alla stessa in data odierna il seguente modello di regolamento sull'esempio di quanto già adottato dal Comune di Gallipoli.



REGOLAMENTO COMUNALE SULLA ISTITUZIONE DELLA FIGURA  

DEL “GARANTE DELLA PERSONA DISABILE”  


ART. 1 Presso il Comune di Gallipoli è istituito l’Ufficio del “Garante della persona disabile”.  


ART. 2 L’Ufficio del Garante della persona disabile, operante in piena autonomia politica ed amministrativa, è organo unipersonale scelto e nominato dal Sindaco tra una rosa di nomi proposti dalle associazioni rappresentative degli interessi dei disabili operanti nel territorio comunale. La carica del Garante della persona disabile è incompatibile con la carica di Consigliere Comunale o di Amministratore presso il Comune di Veglie.  


ART. 3 L’incarico ha carattere onorario, ha durata triennale ed è rinnovabile per una sola volta.

 

ART. 4 Le funzioni di segreteria e tecniche sono assicurate al Garante della Persona Disabile dagli uffici dei Servizi Sociali del Comune.  


ART. 5 II Garante della Persona Disabile potrà avvalersi della collaborazione di altri volontari, scelti, di concerto con il Sindaco, tra coloro che ne faranno apposita richiesta scritta presso l’Ufficio dei Servizi Sociali. Il personale che collaborerà con il Garante della Persona Disabile sarà scelto sulla base di particolari attitudini mostrate verso la materia della disabilità.  


ART. 6 Il Garante della persona disabile interviene di propria iniziativa o sulla base di segnalazioni scritte ove si lamentino disfunzioni, irregolarità, scorrettezze, prassi amministrative anomale o irragionevoli o qualunque altro comportamento, anche omissivo, dal quale sia derivato o possa derivare un danno materiale o morale al disabile, provenienti: Da un disabile o da un suo familiare; Dall’associazione a cui risulta iscritto il disabile; Da qualsiasi altro soggetto interessato. In esito ai fatti lamentati, il garante potrà rivolgere richieste di chiarimenti e di documenti agli uffici competenti, i quali sono tenuti a rispondere entro venti giorni. In caso di mancata risposta il garante metterà a formale conoscenza dell’omissione il Dirigente della struttura e, dopo che avrà verificato l’ulteriore silenzio per altri 15 giorni, esporrà i fatti al Sindaco ed al Presidente del Consiglio Comunale con lettera. Il Garante comunica l’esito dell’attività svolta all’autore della segnalazione, all’ufficio interessato e per conoscenza al Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale, ai Capogruppo ed all’Assessore ai Servizi Sociali. Il garante assicurerà l’informazione agli aventi diritto, ai familiari, alla cittadinanza, attraverso i mezzi che riterrà idonei al raggiungimento dello scopo, su tutte le normative riguardanti il Settore.  


ART. 7 Il Garante rivolge indicazioni, raccomandazioni e suggerimenti ai dirigenti degli uffici Statali, Comunali, Provinciali, Regionali ai fini di una migliore organizzazione degli Uffici preposti alla erogazione dei servizi alla persona disabile, segnala ai Dirigenti delle strutture amministrative i comportamenti emissivi ovvero non corretti nei confronti della Persona Disabile. Può farsi promotore di iniziative culturali, attività sportive e ricreative al fine di migliorare l'inserimento del disabile nel territorio sociale. Il Garante ha il potere di accedere agli Uffici pubblici e di controllare la funzionalità dei Servizi di assistenza e di informazione rese alle Persone Disabili. Il garante può esprimere parere consultivo, non vincolante in sede di commissione, qualora invitato.  


ART. 8 II Garante dovrà essere in possesso di un registro che dovrà essere aggiornato periodicamente o quando si renderà necessario, sul quale dovranno risultare i nomi delle Persone Disabili residenti nel Comune di Veglie. Su tale registro saranno annotati tutti le iniziative adottati dal Garante della Persona Disabile durante lo svolgimento della sua attività. Il Garante è tenuto ad osservare il segreto professionale su tatti dei quali viene a conoscenza in ragione dell'incarico di cui al presente Regolamento nel rispetto del diritto alla privacy.  


ART. 9 Il Garante della persona disabile ha il potere di accedere agli uffici pubblici e di controllare la funzionalità dei servizi di assistenza e di informazione resi alle persone disabili nonché l’agibilità degli spazi aperti al pubblico sotto il profilo dell’assenza di barriere architettoniche.  


ART. 10 Il Garante richiama gli uffici al rispetto delle modalità e dei termini previsti, in via generale, dalle norme regionali e nazionali poste a salvaguardia dei diritti delle persone disabili. Qualora a seguito del primo richiamo l’ente non provvede, il Garante ne darà notizia per iscritto al Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale, al Dirigente della struttura interessata.  


ART. 11 Il Garante della persona disabile segnala ai Dirigenti delle strutture amministrative i comportamenti omissivi, ovvero non corretti, adottati dal personale inerenti all’applicazione delle disposizioni normative o regolamentari in vigore che determinano uno specifico pregiudizio alla persona disabile, al fine di un eventuale avvio del procedimento disciplinare verso gli impiegati che hanno determinato il danno. Se l’omissione è direttamente imputabile al responsabile della struttura la segnalazione verrà rivolta all’Ufficio sovra ordinato ed al Sindaco. Se il non corretto comportamento assume le connotazioni di reato costituirà oggetto di esposto agli organi giurisdizionali competenti.

 

ART. 12 Annualmente entro la data di approvazione del Consuntivo, il Garante della Persona disabile presenta una relazione sull'attività svolta al Presidente del Consiglio Comunale, al Sindaco. all'Assessore ai Servizi Sociali, ai Capogruppo ed alle Associazioni di categoria.  


ART. 13 II Garante della Persona Disabile può essere rimosso dall'incarico in qualsiasi momento, su decisione del Sindaco o del Consiglio Comunale, qualora questi mantenga comportamenti non conformi alle leggi in vigore o non adempia come dovuto al proprio dovere.  


ART. 14 Il Sindaco relaziona annualmente entro la data di approvazione del Consuntivo al Consiglio Comunale in ordine al funzionamento del Garante della persona disabile, all’efficacia dell’azione da esso svolta ed alla natura delle questioni segnalate, nonché ai provvedimenti adottati a seguito delle segnalazioni che gli sono state inoltrate. Copia della relazione sarà trasmessa al Presidente della Regione Puglia, all’Assessorato Regionale degli Enti Locali ed all’Assessorato Provinciale dei Servizi Sociali.  


ART. 15 L’incarico viene svolto a titolo gratuito.  


ART. 16 Al Garante della Persona Disabile sarà garantita la partecipazione a corsi e convegni affinché acquisisca un'adeguata Formazione professionale in materia di disabilità, previa autorizzazione della Giunta Comunale. 


Yvan Rettore


Referente locale Comitato Civico di Lecce e provincia in difesa della Costituzione - Associazione Free