mercoledì 24 febbraio 2021

IL DIRITTO ALLA LENTEZZA


Nella società occidentale si corre sempre di più e questo anche se la pandemia attualmente in corso ha rallentato in parte questo ritmo frenetico.
Il blocco di gran parte delle attività nei mesi scorsi ha consentito alla maggior parte della gente comune di riscoprire il valore del tempo.
Per diversi è stato un vero e proprio toccasana mentre per altri è stato l'inizio di un percorso depressivo che forse deve ancora concludersi.
Si è finalmente assodato che questo modo di considerare l'esistenza non va più perché contrario alla natura e ai suoi ritmi in cui il tempo non dev'essere consumato in modo indiscriminato ma vissuto "assaporandolo" nella sua interezza.
Si parla tanto di diritti violati e di una società che sta involvendo sempre più proprio perché l'uomo in quanto tale conta sempre meno in quanto schiacciato da un sistema fondato su falsi valori generati da un individualismo malato e da un consumismo ormai patologico.
Perfino coloro che lottano per l'affermazione e il rispetto ad oltranza dei diritti umani ne trascurano uno che è davvero fondamentale.
Parlo del diritto alla lentezza, ovvero di avere la possibilità di vivere la propria esistenza secondo canoni e ritmi che non siano condizionati costantemente da una società portata sempre più a considerare la vita soltanto come un passaggio produttivo e consumistico dell'essere umano utile all'affermazione dell'unica religione ormai dominante, quella legata al "Dio Denaro".
La vita è ben altro e dovrebbe uscire da certe schematizzazioni forzate e riportare l'essere umano ad assaporarne ogni sfacettatura, consentendogli di riprendersi quel tempo che ogni giorno questo modello di società tende a rubargli sempre più.
Non si tratta di oziare, ma di rivendicare un diritto alla lentezza che ci porti a vivere ogni attimo di questa esistenza nella sua pienezza come quando si assapora il gusto inebriante di un buon vino o ci si lascia riscaldare dalla maestosità di un sole che ha il potere di renderci allegri e più solari.
Personalmente, sarei favorevole ad inserire nelle costituzioni di tutti i paesi del mondo il diritto alla lentezza come conquista e affermazione di una società autenticamente civile e soprattutto umana e naturale.

Yvan Rettore



sabato 20 febbraio 2021

LA SCIENZA RIDOTTA A SHOW MEDIATICO

 Il tam tam mediatico (a tratti asfissiante) e dei social intorno ai cambiamenti climatici prima e a quello che sta tuttora caratterizzando la pandemia di Covid-19 poi, hanno delineato un approccio inedito quanto superficiale nei confronti della scienza.

Al di fuori delle categorie ormai dilaganti dei tuttologi e degli scribacchini nel nostro Paese, si è notato specie ultimamente un protagonismo nuovo di specialisti con la "gi" finale: virologi, epidemiologi, infettivologi e chi più ne ha ne metta.
Ognuno a dire la sua sulla pandemia del corso, chi a smentire un dato che fino a poco prima sembrava evidente, chi ad attaccare uno o più colleghi, chi a predire scenari apocalittici e via discorrendo.
Il tutto inserito all'interno di una parata mediatica che sembra davvero inarrestabile.
Il risultato è che contrariamente ad un tempo, oggi la gente comune non sa più in cosa veramente credere e al di là degli estremisti rappresentati dai negazionisti del Covid-19, sta quindi crescendo piano piano una massa di gente sempre più dubbiosa o quanto meno scettica su ciò che ci viene propinato quotidianamente dai media.
Sta diventando davvero una impresa impervia non soltanto capire dove sta di casa la verità ma anche identificarne i contorni in modo chiaro e definito.
Questo perché i media in generale sono più concentrati sui dati di ascolto o sul numero di lettori che sulla veridicità e autenticità di quanto diffondono.
Il risultato è che ci sono sempre più personalità del mondo della scienza (ed in particolare della medicina) che si prestano (chi volontariamente e chi no) a questo decadimento ormai generalizzato che caratterizza lo svolgimento dell'attività giornalistica.
La confusione che viene generata da questo nuovo protagonismo mediatico non soltanto lede in modo palese gli utenti ma rischia di mettere in seria discussione l'autorevolezza e la credibilità della scienza in generale.
Si suole dire che "il troppo storpia" e mai come in questo caso questo detto dimostra di avere una sua valenza effettiva quanto indiscutibile.
Personalmente preferirei di gran lunga che vi fosse una sensibile riduzione di tale fenomeno e che quando si parla di scienza ed in particolare di medicina, si tornasse a farlo in modo pacato, riflessivo, attenendosi esclusivamente alla osservazione e al rilevamento di dati certi ed oggettivi, lasciando le previsioni (specie quelle apocalittiche) ai cartomanti o agli astrologi e dimostrando anche l'umiltà di doverli correggere e rivedere in presenza di fatti nuovi.
Questo perché qui si sta parlando di cose serie e non si può continuamente farlo essendo succubi degli interessi di media privi di scrupoli che nulla hanno a che vedere con quelli della gente comune, a cominciare dalla tutela della salute delle persone.

Yvan Rettore



venerdì 19 febbraio 2021

LA VERA BELLEZZA DELLA VITA RISIEDE NEI MISTERI CHE LA CARATTERIZZANO

Ricercare un significato alla propria esistenza e di dare una spiegazione ad ogni cosa è un atteggiamento tipico dell'uomo occidentale e che è all'origine della sua difficoltà permanente nel riuscire a costruire un equilibrio tale da consentirgli di raggiungere un grado di serenità utile per vivere e scoprire la felicità in senso lato. 

Quando l'essere umano invece riesce ad affrontare la propria vita come tale (ovvero piazzandosi in una situazione di piena accoglienza) giunge ad accentarne e ad integrarne i misteri che la caratterizzano, allora tutto si smorza e si comincia davvero a vivere nel vero senso della parola. In definitiva ciò che rende bella davvero l'esistenza di ognuno di noi non è la ragione ma tutti i misteri che la rendono bella, preziosa ed irripetibile e l'amore si inquadra in primis in tale percorso.

Yvan Rettore

venerdì 12 febbraio 2021

FASCISMO IN SALENTO: LA MANCANZA DI UNA ESPERIENZA STORICA

Nel Salento, l'Estrema Destra ha da semper una diffusione molto marcata e significativa e le manifestazioni nemmeno tanto velate di nostalgia e di simpatia nei confronti del Ventennio non sono mai state poche.

Anzi.

Da veneto quale sono mi sono chiesto perché e la risposta ritengo sia da ricercarsi nel fatto che il secondo conflitto mondiale ha toccato questa terra in modo molto più marginale rispetto a quanto accaduto nei territori della Repubblica Sociale Italiana e più in generale nel Nord del Paese.

Al di fuori dei dissidenti mandati a confino, della tragedia degli Internati Militari Italiani, dei militari caduti al fronte e di alcuni episodi isolati, la ferocia della repressione nazifascista in questi lidi risultò praticamente inesistente.

Altrettanto non si può dire del Nord in cui la guerra civile fu tremenda e devastò paesi e regioni intere per anni.

Bombardamenti, fucilazioni, torture, rastrellamenti e massacri furono la regola anziché l'eccezione tant'è vero che è davvero difficile trovare in quelle zone famiglie che non hanno avuto vittime causate direttamente o indirettamente dal nazifascismo.

Non c'è un paese in cui non vi siano croci, piazze e monumenti a ricordare l'orrore di ciò che fu quel periodo per le parole ivi presenti.

L'assenza di questa esperienza e la dimensione precaria della diffusione della memoria storica di quegli anni hanno fatto sì che nel Salento diverse (direi troppe) persone avevano finito con l'idealizzare il fascismo giungendo perfino ad affermare spesso e volentieri che in fondo Mussolini aveva fatto anche delle cose giuste e che la sua dittatura era piuttosto benigna.

Ritengo naturalmente queste esternazioni offensive nei confronti dei tanti, troppi martiri e vittime innocenti non soltanto della Seconda Guerra Mondiale ma anche del Ventennio stesso (in cui la maggior parte della gente non viveva affatto bene e povertà e miseria erano piuttosto diffuse in tutto il Paese) .

Quindi si è purtroppo diffusa e imposta la convinzione che tutto sommato il fascismo sia stato un bene per il Paese e che si può tranquillamente sposarne i principi come se nulla (o quasi) fosse accaduto.

Coloro che ancora oggi si sentono orgogliosi di essere fascisti, ovviamente evitano di informarsi in modo esauriente su cosa abbia rappresentato veramente il fascismo per l'Italia e per il mondo e pur di mantenere in auge le loro posizioni si accaniscono nel negare la realtà dei fatti o addirittura la ignorano del tutto.

Questo perché una conoscenza autentica e genuina dei fatti (e non soltanto di una parte di essi) rischierebbe di mandare in frantumi la loro fede (apparentemente incrollabile) in una ideologia che in modo del tutto incontestabile è stata una sciagura assolutamente distruttiva per il mondo intero.

Come si suole dire, i fatti parlano da soli.

Sarebbe ora che se ne facessero una ragione e che anche in questa meravigliosa terra si voltasse finalmente pagina guardando ad un futuro in cui qualsiasi forma di totalitarismo (non soltanto quello nazifascista) non trovi mai più terreno fertile nella mente della gente che ci vive.

Concludo affermando quanto segue: "Il contrario di fascismo non è comunismo. Ma libertà e democrazia."


Yvan Rettore  




giovedì 11 febbraio 2021

LA DEMOCRAZIA ITALIANA E' ORMAI UNA OLIGARCHIA GESTITA DA COMITATI D'AFFARI

 Le ultime vicende politiche hanno smascherato definitivamente il quadro politico nazionale dimostrando che i partiti presenti nel parlamento sono dei semplici comitati d'affari al servizio del potere e di coloro che davvero lo controllano.

Pur di far parte del futuro assetto governativo che dovrà impegnarsi a far approdare in Italia fiumi di denaro provenienti dall'Unione Europea, tutte (o quasi) le compagini politiche ivi presenti hanno mandato in soffitta le divisioni apparenti che le separavano e ogni residuo ideologico che ancora le caratterizzava.

L'importante era ed è di salire su un treno in cui tutti sperano di avere un proprio tornaconto e di poter essere ancora nelle cabine della regia politica del Paese che attraverso la figura di Draghi sarà incondizionatamente al servizio della grande finanza internazionale.

Le modalità di questo "golpe bianco" sono state apertamente sostenute da larga parte della stampa nostrana che ha dipinto l'ex governatore della BCE quasi come un santo mandato dalla provvidenza appoggiandosi ad una valanga di sondaggi per legittimarne una presunta popolarità che nei fatti non c 'è.

Questo perché la gente comune si sente stavolta completamente tradita da una classe politica ormai omogenea sia nel mantenimento dei propri privilegi che nella conservazione del potere da parte di coloro che da sempre fanno il bello ed il cattivo tempo in questo Paese.

Le verrà imposto un governo guidato dall'ennesimo presidente del Consiglio mai eletto, con la pretesa che le sue competenze sono superiori alla politica e quindi alla dialettica parlamentare che è il sale stesso della democrazia.

Tutto in nome di un'emergenza in nome della quale si potrà avvallare qualsiasi provvedimento, soprattutto quelli più impopolari riguardanti la sfera sociale e sanitaria.

Ad uscire pesantemente sconfitta in questo contesto è e sarà unicamente la democrazia, quella per cui lottarono strenuamente i nostri nonni e i padri costituenti e che ora verrà mortificata e sospesa almeno fino alle prossime elezioni per ragioni di Stato in quanto ormai le uniche vere opposizioni possibili potranno esprimersi fuori da un Parlamento monocolore in cui domineranno soltanto logiche di potere che nulla hanno a che vedere con i bisogni reali della gente comune.

A questo punto tanto varrebbe mandare tutti i parlamentari a casa e lasciare in carica soltanto il governo perché di fatto non cambierebbe ormai proprio nulla!

Yvan Rettore




mercoledì 10 febbraio 2021

UNA CATENA INARRESTABILE DI OMICIDI DI DONNE

Nella nostra società si è giunti perfino a fondare la causa delle morti di donne in ambito domestico sul fatto che sarebbero la parte più debole della coppia sul piano economico.
A mio modesto parere, questo aspetto non è determinante nella degenerazione di rapporti di coppia che sfociano ormai quasi sempre nella uccisione della donna da parte del marito o compagno.
Vedere questa impressionante serie di assassinii a partire dal "Dio Denaro" è tipico di una società che non riesce più a dare risalto a ben altri valori su cui dovrebbero essere instaurate le relazioni umane.
Gli omicidi di queste donne (aborro il termine "femminicidio" che umilia ancora maggiormente le donne, in quanto si tratta di "omicidi", né più né meno, e come tali vanno classificati) sono da ricercarsi piuttosto all'interno di una società ancora profondamente maschilista che tende a soffocare costantemente una piena emancipazione della figura femminile che non può essere ridotta alla sola sfera lavorativa.
La verità è che l'uomo italico è spesso ancora troppo poco incline ad accettare di cedere i propri spazi e a porsi nei confronti delle donne in modo rispettoso ed autenticamente egualitario.
E questo avviene purtroppo con la complicità indiretta sia dello Stato che della Chiesa, istituzioni che nel nostro Paese non hanno ancora operato una vera e propria svolta in tal senso e non offrono prospettive di farlo nemmeno in un prossimo futuro.

Yvan Rettore




LE VITTIME DELLE FOIBE FURONO SOPRATTUTTO PERSONE INNOCENTI E DI TUTTI I COLORI POLITICI

Le foibe, che i fascisti si accaniscono a considerare come genocidio (cosa che invece non fu, perché oltre il 90% degli Italiani di Istria e Dalmazia furono espulsi con la forza e depredati dai soldati titini; solo il 10% circa rimase accettando di "slavizzarsi") da parte dei comunisti furono realizzate dai titini e comportarono la morte soprattutto di comunisti stalinisti, socialisti e partigiani italiani e jugoslavi contrari a Tito, oltre che purtroppo anche di tante (troppe) vittime del tutto innocenti.

E' doveroso poi ricordare che i fascisti italiani e gli ustascia croati furono i primi a ricorrere a questo strumento di sterminio fin dall'inizio degli anni '40 sia nei confronti di antifascisti italiani che di popolazioni slave a loro avverse.
Le vittime fasciste "infoibate" risultarono alla fine della fiera una minoranza (massacro ovviamente pur sempre da condannare!).
La Jugoslavia poi fu sostenuta apertamente da Stati Uniti e Gran Bretagna (le quali chiusero gli occhi di fronte alle nefandezze dei titini perpetrate a danno degli italiani) perché attraverso la sua neutralità (apparente) doveva impedire all'Unione Sovietica di accedere al Mare Adriatico e quindi di imporsi anche nei Balcani.
D'altro canto lo stesso Stalin massacrò miliioni di comunisti (trotzkisti, maoisti, titini, ecc...) a lui contrari e non da meno fece Tito con i comunisti di fede stalinista (anche se in misura nettamente minore!).
Quindi quando si parla di foibe va sempre ribadito che ne furono vittime soprattutto persone del tutto innocenti e di ogni colore politico!

Yvan Rettore



domenica 7 febbraio 2021

DRAGHI, UN BENE PER L'ITALIA? MA PER FAVORE!

 Come al solito noto che le lodi profuse a fiumi dai media nostrani ed internazionali e da una classe politica ormai asservita del tutto alle logiche del capitale sfuggono del tutto o quasi alla gente comune, costretta a dover sorbire passivamente decisioni destinate come semper a condizionare la loro vita quotidiana.

Lungi da me fare il processo alle intenzioni del futuro governo "brancaleone" che vedrà probabilmente la luce nella seconda metà della settimana prossima.
Ma è perlomeno drammatico e comprensibilmente preoccupante che un pugno di uomini abbia deciso di ricorrere al signor Draghi per gestire le difficili sorti del nostro Paese.
Il suo cv a riguardo parla chiaro e si riassume in questi punti:
- il signor Draghi è stato il principale artefice della privatizzazione del patrimonio pubblico italiano in qualità di direttore generale al Ministero del Tesoro tra la fine del secolo scorso e quello attuale.
Risultato miliardi di Euro di perdite in prodotti derivati ​​e svendita di colossi industriali e finanziari a società straniere
- come direttore della BCE è stato corresponsabile dell'incremento dell'indebitamento dell'Italia sui mercati finanziari internazionali in particolare e ricorrendo, consistenti iniezioni di liquidità comportanti interessi pesanti per il nostro Paese
- sempre in tale veste, viene dato l'incarico al Black Rock (fra i maggiori fondi mondiali d'investimento, coinvolto in asset quali l'acquisizione di banche in ogni continente) di eseguire lo stress test escludendo del tutto sia i propri uffici interni che quelli delle varie banche centrali che costituiscono di fatto la BCE. In parole povere fu un ente privato (cioè un colosso bancario che ha come funzione quella di acquisire altre banche) a definire se le banche dovevano ricapitalizzare o meno e conclusioni sullo stato delle stesse! E tutto questo con il placito benestare del signor Draghi!
- tuttora Draghi risulta essere membro di entità che non hanno nulla di democratico, sono di stampo nettamente oligarchico e figurano fra i protagonisti assoluti sulla scena internazionale di quel capitalismo speculativo tipico del neoliberismo che ha di fatto creato una vera e propria nobiltà finanziaria a livello planetario. Sono nell'ordine: il Club Bilderberg e il Gruppo dei 30 (che riunisce i 30 uomini più potenti del settore bancario e finanziario mondiale, i cui incontri si svolgono rigorosamente a porte chiuse)
- non dimentichiamo infine il suo passato lavorativo nella Goldman Sachs, una delle più potenti banche d'affari del mondo e che fa del signor Draghi un sicuro quanto indiscutibile punto di riferimento e di garanzie per l'insieme dei potentati della finanza internazionale.

Detto questo, risulta davvero difficile se non impossibile credere con tutta sincerità che questo signore farà il bene del nostro Paese. 
Mentre il popolo dovrà subire ulteriori tagli al sistema Paese.
La Sinistra parlamentare in tutto questo, invece di essere garante della tenuta del sistema sociale e sanitario e di avanzare proposte tese ad espanderlo ulteriormente, si sta perfino allineando sulle posizioni della Destra più estrema pur di riuscire ad essere della partita, dimostrando alla fine della fiera soltanto un attaccamento effimero al potere che passa però per un ulteriore tradimento di quei valori e principi di cui dovrebbe essere il portavoce e il difensore esclusivo,

Yvan Rettore