domenica 29 maggio 2022

ELEZIONI LEGISLATIVE 2023: IL GRANDE APPUNTAMENTO DEL TRASFORMISMO POLITICO ITALIANO!

 

Tali elezioni sanciranno l'affermazione di una grandissima quanto inedita frammentazione della politica italiana dovuta anche al fatto che le forze attualmente fuori dal Parlamento non riescono ad unirsi in un unico soggetto politico in grado di raccogliere un consenso che riesca ad andare ben oltre il 30%.

Inoltre, sarà l'occasione di un ennesimo trasformismo della classe politica nostrana in cui potranno cambiare i nomi di leader e compagini di partito, ma la sostanza rimarrà la stessa perché i cambiamenti radicali in grado di mutare davvero una società non avvengono mai nei palazzi ma unicamente attraverso una mobilitazione concreta e costante della gente comune alla base, cosa che attualmente si nota soltanto in modo trascurabile e comunque ampiamente minoritario.

Non è quindi con il voto che le cose cambiano in quanto questo gesto dovrebbe costituire invece la consacrazione di un grande, lungo ed importante lavoro di trasformazione sociale e culturale preliminare ad esso e che attualmente risulta comunque ancora ampiamente insufficiente.

 

Yvan Rettore

sabato 28 maggio 2022

LA STERILE POLITICA ITALIANA

 Non si vede mai un solo partito nei luoghi di criticità ambientale e di conflittualità sociale presenti a iosa in tutto il Paese.

Tutti bravi a parlare e sparlare sui social, a fare filmati da pubblicare su youtube, ad organizzare raduni in piazza e a gareggiare per avere qualche minuto di presenza su un qualsiasi talk show nazionale.
Perché l'obiettivo primario, prioritario e direi unico di tutte queste entità è uno solo: partecipare alle elezioni e cercare di vincerle.
A questo ormai si riduce la politica, con buona pace di tutti i fessi che nel secolo scorso si sacrificarono per difendere i principi e valori fondanti uno Stato sociale che ormai fa acqua da tutte le parti!
Per non parlare delle lotte ambientali ormai rimaste esclusiva di qualche disperato gruppo locale e nulla più!


Yvan Rettore

mercoledì 11 maggio 2022

SINDACO DI VEGLIE VS GRUPPO "SVEGLIAVEGLIE": UN'INUTILE QUANTO STERILE POLEMICA

 Premetto che non sono un esponente di “Svegliaveglie” di cui ho tuttavia apprezzato alcuni passaggi del loro intervento pubblicato di recente in questa testata.

In relazione alla lettera del sindaco rivolta al direttore di quest'ultima e pubblicata ieri, concordo sul fatto che bisognerebbe sempre firmarsi quando si opera in tal modo in quanto è giusto che chi ricerca il confronto (specie in democrazia) lo faccia sempre mettendoci nome e cognome.

In merito a circostanze e fatti non veritieri, inviterei però il sindaco a fornire anche in questa sede una replica chiara ed inconfutabile su quali essi siano in modo da fornire un’utile quanto doverosa informativa alla cittadinanza che si ritrova direttamente coinvolta nelle tematiche trattate.

Il tutto ovviamente fondandosi su dati ed elementi precisi ed incontrovertibili in grado di dimostrare in modo oggettivo ed efficace quanto egli asserisce.

Perché se il sindaco non perviene a chiarire tali punti, gli equivoci ed ambivalenze a cui ha accennato rischiano di permanere anziché dissiparsi.

Nel caso non riuscisse pienamente in tale intento, sarebbe doveroso che riconoscesse con umiltà quanto non è stato fatto oppure realizzato in modo parziale dalla sua amministrazione perché ogni critica ad essa rivolta dev’essere considerata come un’occasione di crescita ed essere di stimolo ad operare meglio in futuro. 

Trincerarsi nell'interpretare puntualmente ogni critica come un vuoto attacco non serve assolutamente a nulla nel quadro dell’operato della gestione della cosa pubblica.

D'altro canto, rivelare la propria identità non è una questione di coraggio, ma di semplice correttezza nei riguardi della persona o delle entità a cui ci si rivolge.

Il coraggio risiede piuttosto nel rivelare comunque la verità e nell’accettare sempre le conseguenze delle proprie azioni.

Riguardo al contraddittorio, pur ritenendo giusta la posizione del sindaco sul fatto che debba svolgersi direttamente e senza veli, mi chiedo perché la sua amministrazione non abbia ancora attivato le varie consulte (si sarebbero potute svolgere anche on line durante il periodo di restrizioni del Covid) e proposto consigli comunali aperti alla cittadinanza in cui ogni singolo cittadino possa dire la propria e ottenere le doverose risposte sulle diverse criticità presenti in questo comune.

Perché è innegabile ammettere che ve ne sono davvero parecchie e che non si vedono al momento così tanti interventi risolutivi a riguardo.

Per quanto concerne l’aspetto fantomatico del gruppo “Svegliaveglie”, direi che il sindaco è stato un po’ impulsivo nel pronunciarsi in tal modo perché si può o si potrà ricorrere all'uso di certi termini soltanto qualora effettivamente tale entità dovesse permanere nell’anonimato.

Infine, non si capisce a chi si riferisce il sindaco quando parla della garanzia di voler mantenere quest’ultimo, perché soltanto coloro che fanno parte di quel gruppo hanno presumibilmente questa facoltà e se vi è qualcun altro ad essere in grado di operare in tal senso, allora sarebbe utile che il primo cittadino ci dicesse chi è.

Nel caso non sia in possesso di tale informazione, allora si tratterebbe di una vuota accusa contro ignoti che lascia il tempo che trova e che si riduce unicamente ad una vuota quanto sterile polemica.

Detto questo, da semplice cittadino, gradirei che si moderassero i toni e ritengo che proprio le istituzioni dovrebbero essere le prime a comportarsi in tal modo perché sono convinto che la stragrande maggioranza dei vegliesi vogliono delle risposte chiare ed esaurienti al disagio dominante che vivono e non sono quindi minimamente interessati a queste dichiarazioni a mezzo stampa. 

Concludo questo intervento asserendo il fatto che l'attuale opposizione all'interno del consiglio comunale, oltre ad essere dispersiva, risulta piuttosto blanda ed inconsistente nel quadro di una dialettica democratica che possa effettivamente migliorare la situazione del paese.

Se vi fosse stata e vi fosse un'opposizione davvero efficace, molto probabilmente non ci sarebbe stata una reazione così virulenta di quel gruppo che al momento non appare riconoscibile, come ha affermato il sindaco.

Prof. Yvan Rettore

giovedì 5 maggio 2022

UN DIPINTO D’AMORE E DI RARA BELLEZZA

 

Oltre un anno fa, durante la giornata della Festa della Donna, fu abbattuto uno degli ultimi alberi presenti in Via Italia Nuova, a Veglie.

Si ergeva davanti alla porta d’ingresso della nostra dimora e nonostante il peso degli anni e il fatto che fosse leggermente pendente, ci dava frescura, ossigeno e ombra, specie nelle ore più calde d’estate.

Ma era soprattutto il fatto che era un essere vivente a “vigilare” sulla la nostra casa, il suo attaccamento alla vita e la bellezza che emanava per la sua unicità a rendere più bella e piacevole la facciata di quell’abitazione.

Oggi di lui rimane soltanto un ceppo e nient’altro, su cui stazionano tranquillamente i veicoli ogni giorno.

Quando fu abbattuto, Anna, la mia compagna, fu affranta dal dolore di tale perdita e a me dispiacque davvero tanto di vederla così.

Certo, tante persone non possono capire un tale stato d’animo, perché l’albero purtroppo ancora oggi viene considerato come un semplice oggetto che si può tranquillamente tagliare ogni volta che si trova a poter ostacolare progetti legati all’invadenza della presenza umana su questo pianeta.

E Veglie purtroppo non fa eccezione in questo.

Per oltre un anno ho pensato a come restituire quella bellezza violata in quel luogo.

Poi parlando un giorno col noto pittore vegliese, Carlo Politi, cugino di Anna e posso dire anche mio, mi venne l’idea di fargli realizzare un dipinto su quella facciata che appariva ormai spoglia dopo l’abbattimento dell’albero.

Ci confrontammo sul tema e fu naturale pensarlo in funzione del mare e del calore di questa terra unica e meravigliosa che è il Salento.

E da lì nacque l’idea di un’opera che unisse cielo e mare attraverso la luce radiosa di un sole che accompagna molto spesso le giornate di questi luoghi.

Volevo regalare una nuova bellezza alla nostra dimora, ridarle quella dimensione di vita che le era stata tolta, dare un segno di riconoscenza a quanto di prezioso ci ha dato e ci dà il creato ogni giorno e che troppo spesso non sappiamo apprezzare veramente.

Oggi quel dipinto è finalmente stato posto sul muro esterno e risplende nella sua bellezza ed unicità.

Un dono che ho voluto fare innanzitutto a Anna, la mia compagna di vita, ma anche a me stesso e ad un luogo in cui purtroppo ciò che c’è di bello non viene spesso valorizzato e stimato.

Una dimostrazione piccola ma molto significativa di bellezza e di amore per la dimora in cui viviamo e per il luogo in cui si trova e a cui vogliamo bene nonostante tutto.

Questo perché gli aspetti materiali dell’esistenza di ognuno di noi passano e non rimangono, ma l’espressione dell’amore per la vita e per il nostro mondo mantiene un’impronta fissa in un tempo che va oltre il nostro passaggio su questa terra.

Ringrazio davvero con tutto il cuore Carlo Politi di aver creduto e aver aderito senza esitare e con grande entusiasmo a questo progetto e di avere realizzato un’opera davvero meravigliosa che è andata ben oltre ogni mia aspettativa.

Da oggi, la cultura vegliese potrà vantare una dimostrazione ulteriore della sua effettiva esistenza.

E questo non è affatto poco.

Anzi, è davvero molto.

A cominciare dal sorriso di Anna.

 

Yvan Rettore

 

LA CULTURA È UN REGALO DI BELLEZZA AL MONDO INTERO

 

Bisogna purtroppo ammettere che la cultura è sempre stata limitata in ogni società umana in quanto massima espressione di elevazione dello spirito e della libertà di chi la esprime.

Spesso si tenta di circoscriverla unicamente a coloro che hanno avuto la fortuna di poter accedere ad un’istruzione di livello.

Niente di più sbagliato in quanto l’arte, la scrittura, la musica e qualsiasi altra capacità creativa di esprimere e descrivere il nostro mondo non sono mai state esclusiva di un’élite.

Perché se così fosse, allora bisognerebbe “defenestrare” gran parte degli artisti e uomini di cultura che hanno contrassegnato in modo determinante la Storia del genere umano.

Ridurre la cultura ad un’occasione di business si pone in netta contrapposizione con la stessa in quanto la cultura non dev’essere mai intesa come fonte di guadagno ma piuttosto come occasione di elevazione dello spirito umano, di emancipazione autentica e di libertà nel vero senso della parola per tutti coloro che sono disposti a viverla e a riceverla come un dono evolutivo della propria esistenza.

Ultimamente gli attacchi alla cultura si sono fatti ancora più virulenti.

In nome di uno stupido schierantismo si è perfino giunti ad impedire a creatori genuini ed originali di divulgare le proprie opere.

In parole povere viene discriminato un individuo la cui posizione politica o religiosa o appartenenza etnica sia condannabile a prescindere,  il che si traduce attraverso  il suo “imbavagliamento” sul piano mediatico o la sua esclusione da manifestazioni pubbliche.

Sono proprio coloro che applicano queste censure ad essere i primi a schierarsi e la cosa appare ancora più ridicola quanto assurda in un periodo in cui si tenta di porre un veto a qualsiasi espressione della cultura russa ai nostri lidi, quella stessa cultura russa che ha dato (e continua a dare) innumerevoli esempi di fulgida eccellenza in ogni campo.

Al di là di questo aspetto, la cultura non può che essere popolare e quindi non può essere mortificata mediante divieti istituzionali o sentenze mediatiche in grado di limitare le capacità di produrre quel valore aggiunto alle nostre esistenze e alle nostre società in senso lato che vengono finalizzate nella bellezza e nell’unicità delle opere realizzate, le quali hanno lo scopo di arricchire il nostro passaggio terreno e la nostra società di “impronte” di progresso umano effettivo e che risultano perciò in profonda antitesi col mondo dell’economia e del materialismo purtroppo ancora dominanti ai nostri lidi.

Di conseguenza inviterei tutti gli attori istituzionali e mediatici ad andare verso un’apertura completa ed indiscriminata al mondo della cultura, superando la logica perversa degli schierantismi fini a se stessi, della censura operata in vari modi e della xenofobia applicata su base etnica.

Questo perché ogni opera, una volta realizzata, appartiene al mondo e dev’essere considerata come un dono più unico che raro verso l’evoluzione del genere umano.

 

Yvan Rettore

martedì 3 maggio 2022

IL PASTO SENSORIALE

DI COSA SI TRATTA
Il pasto sensoriale consiste nel consumare il cibo e le bevande in uno stato di isolamento sensoriale progressivo.
FINALITÀ
Lo scopo è di scoprire o riscoprire il cibo e le bevande che si consumano in un modo più ampio, profondo e diverso dal solito percependone diversi aspetti concentrati sulla masticazione, il suono, il tocco senza le mani, la consistenza (riferendosi ai liquidi), le forme, le asperità, ecc…
Questa prova consente di riattivare la sfera della memoria infantile legata al cibo e alle bevande, di scoprirne aspetti nuovi e/o inediti e di concentrare maggiormente la nostra sfera mentale su ciò che ci viene proposto nel piatto o nel bicchiere.
QUANDO
Si può realizzare sia a pranzo che a cena.
COME SI SVOLGE
Prima della preparazione integrale del pasto, ogni partecipante deve indicare eventuali intolleranze alimentari o ritrosie nel consumare eventuali cibi o bevande.
Questo perché nessun partecipante viene informato preventivamente sugli elementi costitutivi del pasto che andrà a consumare.
Il pasto si suddivide in tre fasi di isolamento sensoriale in cui ogni soggetto coinvolto consuma le pietanze sempre bendato e senza toccare mai il cibo:
- Antipasto e primo da consumarsi in isolamento visivo e tattile
- Secondo in isolamento visivo, tattile ed olfattivo
- Dessert in isolamento visivo, uditivo, tattile ed olfattivo.
Ovviamente i partecipanti potranno interloquire tra loro e seguire i suggerimenti che potranno essere indicati dall’orientatore che sarà presente durante tutto il pasto.
MODALITÀ DI ESECUZIONE
Tutto il materiale necessario (bende, stringinaso e tappi per orecchie) verrà messo a disposizione e applicato ad ogni soggetto partecipante dall’orientatore presente.
Il numero di partecipanti dev’essere sempre in numero pari e può svolgersi in due modalità diverse:
a) Con sei persone. In questo caso, tutti i soggetti partecipanti vengono isolati sul piano sensoriale, aiutati e seguiti dall’orientatore e chiamati ad usare esclusivamente le posate per prendere il cibo. I coltelli sono esclusi, in quanto tutto il cibo che necessita di essere spezzettato, verrà tagliato già in cucina. Il vantaggio di questa modalità risiede in un maggiore coinvolgimento dei partecipanti alla prova, sia attraverso il dialogo reciproco che mediante la costruzione di dinamiche di gruppo più spontanee.
b) Con otto persone. In questo caso, vengono definiti due gruppi. Si comincia con quattro persone che partecipano effettivamente al pasto mentre ognuna delle quattro restanti (non in isolamento sensoriale) affiancherà un singolo partecipante imboccandolo e interloquendo con lui/lei per rilevarne emozioni, sensazioni e altro su ogni passaggio dell’esperienza in corso. Una volta ultimato il pasto, i due gruppi si scambiano, ovvero quelli che erano isolati diventeranno accompagnatori di coloro che invece non lo erano. È ovvio che i due pasti saranno diversi. Il vantaggio di questa modalità risiede nel fatto che ci si concentra maggiormente sul piano individuale nello svolgimento dell’esperienza.
DURATA
Ovviamente la durata è maggiore rispetto ad un pasto tradizionale e lo è ancora di più quando vi sono otto partecipanti.
Se un pasto tradizionale dura circa un’ora, un pasto sensoriale può facilmente arrivare al doppio.
Non bisogna però lasciarsi prendere dalla fretta di finire e vivere il tutto con la massima tranquillità e serenità perché in fondo lo scopo più importante di tali momenti è di vivere un momento originale e piacevole che possa essere anche arricchente e coinvolgente.
In modo analogo, il servizio non dev’essere pressante e deve apparire improntato allo svolgimento di mansioni più lente del solito.
FINE DEL PASTO
Una volta terminato il pasto, ogni partecipante (sempre bendato) esprimerà le proprie osservazioni e pareri sull’esperienza vissuta e dirà cos’ha mangiato in ogni portata.