lunedì 27 marzo 2023

ADDIO GIANNI!

Oggi se n'è andato Gianni Minà e mi manca, come se fosse andato via un pezzo importante della Storia della mia vita e della mia formazione di uomo, perché Gianni, come pure più modestamente il sottoscritto, abbiamo sempre avuto qualcosa in comune: la ricerca continua e senza sosta della verità, anche di quelle che a volte non ci piace.

Lo conobbi di persona ai tempi in cui avevo aderito movimento "Agire Politico" che aveva fondato con Padre Zanotelli e Mao Valpiana e lo rividi un altro paio di volte in una delle tante conferenze che faceva in giro per l'Italia e in cui era piacevole ed entusiasmante ascoltarlo perché c'era sempre qualcosa da imparare da quello che diceva.
Con lui se n'è andato uno degli ultimi grandi e veri giornalisti italiani, un intervistatore di notevole talento (forse il migliore che ci sia mai stato nel nostro Paese), sempre molto diretto ma comunque garbato, uno dei massimi esperti italiani dell'America Latina (sono stato abbonato per anni alla rivista che aveva diretto "Latinoamerica" di cui conservo ancora oggi gelosamente ogni copia perché quello era un Giornalismo con la "G") e del mondo dello sport, un uomo che per le sue idee e il suo giornalismo investigativo fatto tutto d'un pezzo e senza compromessi, finì col pagare ingiustamente un prezzo altissimo una ventina d'anni fa ricevendo un cordiale benservito dalla RAI, l'azienda di Stato a cui aveva dedicato tutta la sua vita professionale.
Lui però non si arrese e rimase comunque sempre attivo e brillante, con tanto di premi e riconoscimenti anche fuori dai nostri confini nazionali.
Addio Gianni, è stato davvero un grande privilegio averti letto, ascoltato e conosciuto in questa vita.

Yvan Rettore

I BAMBINI DELLE COPPIE OMOSESSUALI: ADEGUIAMOCI ALLA NATURA E AL BUON SENSO

In natura sono un maschio e una femmina a mettere al mondo i piccoli e in parecchi casi è solo quest'ultima ad allevarli fino all'età adulta. 

La natura riconosce soltanto le specie in grado di procrearsi perché l'essenza della vita sta tutta lì. 

Noi esseri umani, se cominciamo col disconoscere questa evidenza del tutto inconfutabile andiamo contro natura. 

E dopo tutti i fallimenti che abbiamo dovuto subire per averlo più volte fatto in passato, non abbiamo ancora capito che non ci conviene proprio porsi al di sopra di essa. 

Nessuno nega il fatto che due omosessuali possano amarsi e farsi una vita insieme, cosa che esiste anche in natura, ma è opportuno ricordarsi che anche in natura esiste il fatto che non possano procreare e avere quindi un figlio. 

Un bambino ha sì bisogno di essere amato e non basta procreare per diventare un genitore, ma è altresì vero che il suo equilibrio come essere pienamente consapevole del suo essere nonché la sua evoluzione si svilupperanno soltanto con la percezione chiara nella fase iniziale della sua vita della presenza di un uomo come padre e di una donna come madre. 

Anche perché comunque vada tutti gli omosessuali sono nati dall'incontro di un uomo e di una donna e perfino loro sono riusciti ad operare una scelta di vita così determinante sul piano identitario proprio per avere preso pienamente consapevolezza di quello che è una coppia etero, l'unica che la natura prende davvero in considerazione in quanto unica a poter appunto procreare. 

Quindi bisogna accettare serenamente la propria condizione e non essere spinti a volere qualcosa che la natura non ti può offrire soltanto per soddisfare un tuo desiderio egoistico cercando sempre di volerlo far passare per un diritto. 

La priorità di un bambino non è soltanto di essere amato ma anche di essere allevato in una coppia etero conformemente alla natura di cui fa parte, cosa che poi gli consentirà in età adulta di poter operare delle scelte pienamente consapevoli sia sul piano sessuale che affettivo, orientandosi verso un rapporto etero o omosessuale e accettando in entrambi i casi i pro e i contro di tale scelta ed evitando di voler equiparare in tutto e per tutto (quindi compresa la volontà di avere dei discendenti) entrambe le situazioni. 

Negando ad un bambino questo percorso, si rischia di arrecargli non pochi problemi identitari nel corso della sua crescita (e si sa quanto la crescita di un individuo oggi sia difficile e complessa) che non faranno bene né a lui, né a coloro che avranno a che fare con lui. 

Detto questo, sarebbe meglio evitare di aggiungere problemi ad altri problemi. 

O no?


Yvan Rettore


venerdì 24 marzo 2023

IL CROLLO DELLA CAPACITA' DI COMUNICARE IN OCCIDENTE

Il problema dell'essere umano occidentale non risiede tanto nella povertà del linguaggio quanto piuttosto nell'incapacità crescente di elaborare concetti propri.

Si può essere dotati di un linguaggio forbito e averne un'ottima padronanza ma se poi non si riesce a comunicare in modo idoneo e concreto i propri pensieri, la cosa si limita ad un semplice esercizio meccanico, ovvero hai uno strumento straordinario tra le mani (il linguaggio) che però non riesci ad usare nella sua funzione essenziale: comunicare.
Ci sono popoli e culture in cui si comunica in modo molto più intenso e profondo rispetto all'Occidente parlando poco e scrivendo anche meno perché ci si affida maggiormente ai simbolismi, alle metafore, al linguaggio del corpo (smorfie, gestualità, posture, ecc...) e ad elementi extrasensoriali in cui perfino il silenzio trova una sua giusta collocazione.
L'impoverimento del linguaggio verbale in assenza di altre forme più incisive di comunicazione unito all'incapacità crescente di elaborare concetti propri (ricorrendo invece maldestramente a fare dei "copia incolla" di concetti espressi da altri) ha appiattito il livello globale delle società occidentali verso il basso, favorendo l'affermazione della mediocrità in ogni ambito e piazzando ai vertici dei funzionari ubbidienti e acritici rispetto alle logiche imperanti del neoliberismo.
Il conformismo si è imposto in modo dilagante rendendo di fatto ogni comportamento sensato e ogni azione intelligente come dei fenomeni da ostacolare ed isolare perché contrari al mantenimento di un sistema che si fonda invece sulla stupidità e la superficialità come elementi aggreganti tra gli individui.

Yvan Rettore

mercoledì 22 marzo 2023

"FUORI DAL CORO", IL SOLITO MARIO GIORDANO...

Ieri sera, ho guardato a tratti la trasmissione "Fuori dal Coro" di Mario Giordano.

A prescindere dal fatto che mi sembra un po' fuori tempo massimo cavalcare ora l'onda del disappunto e della rabbia contro i vaccini quando invece nella prima fase è stato fatto poco o nulla da tale conduttore per esprimerla a dovere quando la repressione a riguardo era all'ordine del giorno.
Ma forse il prezzo da pagare sarebbe stato troppo alto mentre adesso invece può diventare il paladino delle vittime e di coloro che cercano di far risaltare la verità a tutti i livelli.
Questo perché la verità è peggio della gramigna.
Puoi tentare quando vuoi di sradicarla, ma spunta sempre.
Basta che ti distrai un attimo, torna e si diffonde senza sosta.
Ma ieri sera, Mario Giordano, come aveva già fatto la settimana prima, si è rivelato approssimativo in altri due servizi.
Nel primo è tornato sul tema "immigrazione" perché si vede che ha ordini dall'alto di intervenirvi spesso ma di farlo comunque sempre in modo parziale e superficiale.
Riferendosi alla Tunisia, in cui ci sarebbero 700.000 persone pronte a venire clandestinamente in Italia (senza citare ovviamente nessuna fonte autorevole e veramente credibile in grado di dimostrare tale dato), perché non ha parlato dell'ultimo scandalo avvenuto proprio in quel Paese in cui sono state sequestrate tonnellate di rifiuti provenienti dall'Italia su cui le mafie nostrane fanno soldi a palate (vedi link: https://enseigner.tv5monde.com/.../tunisie-non-aux...) ?!                    
Ed è stata scoperta soltanto una filiera fra tante, ennesima componente di un traffico che dura da anni, anche perché in Italia si stanno esaurendo le zone in cui scaricarli.
Detto questo, l'Africa deve forse continuare a rimanere l'immondezzaio del mondo?!
Detto in parole povere, l'Occidente può tranquillamente arrogarsi il diritto di saccheggiare ed inquinare a man bassa l'Africa e nel contempo respingere tutti i disperati che decidono di lasciare quel continente perché privi di prospettive che sono state loro tolte proprio da quelle azioni criminali.
Come vedere il bicchiere mezzo pieno quindi.
Ma il Dottor Giordano poi si è superato, affermando che, la Tunisia non essendo un Paese in guerra, non vi possono essere profughi legittimati a venire qui in provenienza da quei lidi.
A prescindere dal fatto che la maggioranza di essi provengono dall'Africa subsahariana, converrebbe ricordare al Dottor Giordano che un profugo può definirsi tale anche quando fugge da un Paese governato da un regime totalitario o comunque da un governo che viola costantemente e in modo sistematico i diritti umani.
E qui casca il palco perché guarda caso la Tunisia sta vivendo attualmente una situazione in cui i diritti umani vengono sempre più violati e questo fin dal cambiamento (in senso autoritario) della sua Costituzione avvenuta nel luglio scorso.
Restrizioni alla libertà di parola, violenze crescenti contro le donne e limitazioni arbitrarie dei diritti e libertà individuali dovute allo stato di emergenza del Paese sono ormai all'ordine del giorno e in continuo aumento.
Ultima cosa: su base annua è ancora la Libia il principale Hub dell'immigrazione clandestina e non la Tunisia.
Ritengo che questa omissione nel servizio di ieri sera non sia stata affatto casuale, perché l'Italia ha forti quanto incontestabili responsabilità nel mantenimento di tale situazione per ovvi interessi relativi allo sfruttamento delle ingenti risorse fossili presenti in quel Paese.
Di conseguenza, non era il caso di farlo presente a milioni di telespettatori.
La corsa all'approssimazione giornalistica di tale trasmissione è poi proseguita con un servizio sul calo vertiginoso delle produzioni di pomodoro e patate.
Per capire la questione "pomodoro", sarebbe stato molto utile intervistare il giornalista francese Jean-Baptiste Malet, autore del libro "Rosso marcio" (per anni censurato in Italia) che rivela attraverso prove inconfutabili il coinvolgimento di tre grandi multinazionali italiane che fanno montagne di soldi commerciando illegalmente pomodori di origine cinese all'interno dell'area della UE.
Poi, la crisi della produzione di pomodoro nel nostro Paese è dovuta essenzialmente al cambiamento climatico (più sole e meno acqua) e all'esplosione dei prezzi di tutti gli elementi della catena produttiva e della logistica dal 2021 ad oggi.
Praticamente tutti gli aumenti hanno superato abbondantemente il 100%.
Quindi, contrariamente a quanto riferito nel servizio, la concorrenza di altri Paesi (fermo restando le importazioni svolte illegalmente all'interno dell'area della UE e denunciate nel libro citato poc'anzi) appare alquanto marginale in tale fenomeno.
Infine, la produzione di patate nel nostro Paese è sempre stata molto ridotta, al punto che non conviene molto produrle.
Infatti, i produttori rimasti si sono orientati più sulla qualità delle stesse che della quantità.
Perciò appare del tutto logico che le importazioni siano aumentate a fronte di tale fenomeno.
Questi sono ennesimi esempi di servizi giornalistici realizzati più per fare effetto ed innescare il solito meccanismo delle paure indotte, piuttosto che rivelare la realtà dei fatti nella loro interezza.
Senza se e senza ma.
Ma vedo che di "se" e di "ma" ce ne sono davvero tanti in trasmissioni del genere.

Yvan Rettore



PERCHE' LE FAMIGLIE ARCOBALENO SONO CONTRO NATURA

Ognuno è libero di fare ciò che vuole, finché non arreca male ad altri, ma ciò non sta a significare che bisogna che ogni desiderio si tramuti comunque in un diritto. 

Se due persone dello stesso sesso vogliono amarsi e stare insieme è affare loro, ma che pretendano di avere una famiglia con tanto di prole è andare contro natura. 

Se si deve accettare la propria indole sessuale com'è giusto che sia, dovrebbe essere altrettanto giusto quanto sensato rispettare il fatto che la natura consente di avere figli e quindi di avere una propria discendenza unicamente se vi è l'incontro tra un uomo e una donna, come avviene da sempre e come sempre sarà, perché è l'essenza stessa della vita che lo richiede. 

Detto questo conviene ricordarci di una regola non scritta ma sempre valida: ogni volta che si va contro natura se ne esce sconfitti e peggio di prima. 

Da quando l'uomo è apparso sulla Terra, questa regola non l'ha ancora capita e accettata pienamente giungendo perfino ad avere la pretesa assurda di voler sostituirsi alla natura stessa e di ergersi ad essere onnipotente. 

La conseguenza inevitabile se continuerà a proseguire su questa strada si riassume in un solo termine: estinzione.


Yvan Rettore

domenica 19 marzo 2023

QUANDO IL PERDONO NON BASTA

Le persone, anche quelle più cattive, rimangono persone. 

Non strumenti finalizzati ad imparare qualcosa dalla vita. 

Sono semmai le esperienze e le circostanze determinate soprattutto dalle nostre scelte che si rivelano poi insegnamenti utili per migliorare il nostro percorso in questo mondo e non sempre rientrano nell'incontro con altri esseri umani. 

Perdonare non significa affatto giustificare ma prendere atto di una situazione negativa e non persistere nel far sì che possa continuare ad essere distruttiva per se stessi e per la persona che ti ha fatto del male. 

E' un passaggio fondamentale per costruire un rapporto in grado di spezzare le logiche perverse dell'odio e della cattiveria da una parte e di porre le basi di un nuovo rapporto, possibilmente positivo, per entrambe le persone coinvolte dall'altra. 

Ma a volte il perdono non basta e allora è meglio per queste ultime restare distanti e andare ognuna per la sua strada.


Yvan Rettore

venerdì 17 marzo 2023

LETTERA APERTA A MARIO GIORDANO



Egregio Dottor Giordano,

Intendo innanzitutto complimentarmi con lei per la sua trasmissione che seguo abbastanza spesso.
Non posso certo dire di essere un suo fan e questo perché ritengo che i talk show trasmessi dalle emittenti private incontrano molte difficoltà nell'essere pienamente obiettivi e questo senza nulla togliere alla sua indubbia professionalità.
La sopravvivenza delle TV private è soggetta infatti alla pubblicità e di conseguenza gli sponsor risultano determinanti per il mantenimento di qualsiasi trasmissione, compresa la sua.
Quindi i dati di ascolto appaiono fondamentali e per raggiungerli, spesso si finisce con l'essere parziali o non sufficientemente obiettivi nel riportare notizie che meriterebbero ben altri approfondimenti.
Tenendo conto poi che l'emittente per cui lavora appartiene di fatto alla famiglia di uno dei leader di una delle compagini politiche che sostengono l'attuale governo, è ovvio che i suoi margini di manovra su alcuni temi appaiono quantomeno ridotti.
Di conseguenza non è un caso che nel corso della sua trasmissione andata in onda martedì scorso lei si sia limitato a mettere in risalto le presunte attività di sciacallaggio mediatico avvenute nei confronti dell'attuale esecutivo in merito alla triste vicenda di Cutro in cui sono deceduti in mare aperto decine di profughi.
La sua difesa dell'operato dell'esecutivo non è soltanto risultata maldestra quanto estremamente riduttiva ma giornalisticamente parlando non ha rispecchiato affatto la verità.
Con questo non voglio certo insegnarle il mestiere.
Ci mancherebbe.
Però, le notizie devono fondarsi su dei fatti oggettivi e la verità va rivelata nella sua interezza.
E penso che concordi con me che questi elementi dovrebbero costituire i pilastri di qualsiasi giornalismo d'inchiesta, onde evitare di rischiare di cadere in una banale attività di propaganda.
E in questo caso, le confesso Dottor Giordano, che mi ha deluso non poco.
Le sarebbe bastato leggere il bellissimo articolo di Andrea Palladino, dal titolo "La tragedia di Crotone vista con gli occhi di chi è arrivato per primo", pubblicato nell'ultima edizione della rivista TPI (The Post International) per realizzare un servizio di ben altro spessore, almeno per ridare un po' di dignità a quei morti che invece in questi giorni sono stati usati come cenci dalle forze politiche di questo Paese per scopi essenzialmente propagandistici.
Cosa dice quell'articolo?
Rivela cosa è veramente accaduto e le assicuro che il governo non ne viene fuori bene e che le sue responsabilità in merito a quanto è davvero accaduto ci sono tutte.
Contrariamente a quanto da lei dichiarato nella sua trasmissione.
Ma proseguiamo con ordine.
Secondo quanto riportato dall'articolo, i primi a giungere sul posto del naufragio sono stati due militari, un vicebrigadiere e un carabiniere, alle ore 4'30 del mattino del 26 febbraio scorso, dopo essere stati chiamati per un intervento dalla centrale operativa del 112, la quale aveva ricevuto una richiesta d'aiuto alle ore 4'10.
Lì, hanno trovato un primo cadavere e poi i resti di un'imbarcazione.
E poi altri cadaveri.
Tanti.
Hanno quindi cominciato a soccorrere con l'aiuto di qualche pescatore i sopravvissuti.
La Guardia Costiera è intervenuta soltanto alle 5'35, dopo che la Capitaneria di Porto era stata avvertita dello sbarco alle ore 4'37.
Alle 23'03 del giorno prima, l'agenzia europea Frontex (incaricata del controllo dei mari dell'UE), attraverso il velivolo Eagle 1, aveva riscontrato che un'imbarcazione proveniente dalla Turchia si stava dirigendo verso le coste calabresi.
In quel momento è stata rilevata la presenza certa di molte persone nella stiva.
E' accertato quindi che vi erano molti individui su un'imbarcazione di dimensioni ridotte e il governo italiano viene prontamente informato di tale criticità.
Questi ha ritenuto che si trattasse di un semplice tentativo di sbarco di immigrati irregolari e ha preferito non tenere minimamente conto delle previsioni di peggioramento delle condizioni meteo e nemmeno della probabilità (molto elevata) che vi fossero molti individui su quella imbarcazione.
A questo punto il NCC (National Coordination Center), una sorta di sala situazione che dipende dalla Direzione della Polizia di Frontiera e di Immigrazione del Viminale ha allertato la Guardia di Finanza (che ha la competenza per le operazioni di polizia in mare e non di soccorso), la quale ha fatto uscire due mezzi.
Questi ultimi, non trovando l'imbarcazione e in presenza del mare grosso, sono rientrati poco dopo.
A quel punto nessuno si è preso la briga, in presenza di criticità più che evidenti, di rivedere il da farsi.
E tutto è rimasto tragicamente fermo fino alle prime ore del mattino del 26 febbraio.
L'obbligo di soccorso, Dottor Giordano, non scatta soltanto quando avviene il naufragio, ma anche preventivamente, ovvero quando si ha contezza che ciò possa effettivamente verificarsi.
Unendo questo aspetto al peggioramento accertato delle condizioni meteo, era apparso chiaro fin dall'inizio che quel barcone fosse davvero in pericolo.
Si è preferito inoltre far intervenire un corpo di polizia - la Guardia di Finanza - che ha funzioni essenzialmente repressive, invece di far intervenire immediatamente la Guardia Costiera che è l'unità operativa effettivamente competente per eseguire interventi di soccorso in mare.
Ecco perché (sulla base di fatti comprovati e non di opinioni), le responsabilità dell'esecutivo italiano ci sono tutte e appare quindi perfettamente inutile arrampicarsi sugli specchi per dimostrare il contrario.
Senza alcuna vena polemica, Dottor Giordano, avrei tanto desiderato che lei avesse diffuso queste verità a "Fuori del Coro" martedì scorso, invece di limitarsi a replicare alle presunte operazioni mediatiche di sciacallaggio avanzate da personaggi o compagini politiche che comunque non hanno assolutamente nulla di rappresentativo di ciò che è davvero la Sinistra.
Alla fine della fiera, la sua azione si è equiparata alle loro e questo senza alcuna reale considerazione circa la realtà dei fatti.
Se questa ci fosse veramente stata avrebbe potuto ridare almeno un po' di dignità a quelle decine di esseri umani che sono morti nella speranza di poter vivere un giorno un'esistenza diversa.
Non se la meritavano?
Come essere umano, ritengo di sì.
Non lo crede anche lei?
Con stima.

Professor Yvan Rettore  



PROSSIMA APERTURA DI UN CENTRO CULTURALE A VEGLIE

 Il mese prossimo verrà inaugurato nel centro storico di Veglie un Centro Culturale.

L'obiettivo sarà di ridare slancio ad una località rimasta per troppo tempo ferma o comunque con azioni poco incisive a riguardo.
La questione non è tanto legata alla presenza o meno di entità presenti sul territorio in grado di cimentarsi in questo ambito ma piuttosto sulla qualità e la quantità delle iniziative che queste sono state finora in grado di proporre.
Non abbiamo la pretesa di essere superiori a chicchessia ma l'impressione è che a Veglie le iniziative in ambito culturale rimangano troppo relegate ad una nicchia di persone e che non riescano a rivestire una popolarità e un coinvolgimento concreto e costante della popolazione ivi residente.
Forse perché c'è la convinzione in alcuni promotori che, quando si parla di cultura, bisogna per forza di cose volare alto mentre invece sarebbe fondamentale aprirla a tutti coloro che hanno voglia e capacità di esprimersi nei tanti modi di cui ogni essere umano può disporre.
Ecco, è questo che vorrà essere il Centro Culturale di prossima apertura Veglie.
Un luogo di aggregazione, di incontri e di valorizzazione delle diversità attraverso molteplici iniziative che spazieranno in vari ambiti: laboratori creativi (pittura, disegno, fotografia, scultura, bricolage, trucco, ecc...), corsi di formazione e linguistici, attività di sviluppo della persona (discipline orientali, ginnastica, ecc...), canto, recitazione, teatro, concorsi, tornei e conferenze su vari temi, promozione di prodotti e di attività locali, iniziative ricreative e di accoglienza nel settore turistico e tanto altro.
Sarà un Centro che avrà come slogan identificativo quello delle "3 C", con "C" che starà per "Conoscenza, Confronto, Condivisione", perché è dall'unione di questi tre concetti che potremo trovare notevoli occasioni di crescita sia sul piano personale che comunitario.
Vogliamo essere inclusivi e non avere nessuna caratteristica esclusiva ed è per questo motivo che il Centro dovrà essere fin dall'inizio un'entità in cui tutti i vegliesi potranno identificarsi e ritrovarsi.
Quindi al di là del portavoce ufficiale (ruolo che al momento ho l'onore di ricoprire) non vi saranno organi dirigenziali e/o gerarchici.
Intendiamo fondare il nostro progetto sulla gratuità e sull'offerta libera in relazione alle iniziative che verranno proposte e realizzate all'interno ma anche all'esterno del Centro, proprio per assicurare quell'inclusività di cui ho accennato poc'anzi.
Di conseguenza non verrà richiesto nessun tesseramento e ci impegneremo sempre affinché un massimo di persone possano partecipare alle iniziative che andremo di volta in volta a presentare senza vincolarci al raggiungimento di un qualsiasi risultato finanziario.
Questo perché è nella partecipazione che si cresce e se si intende davvero realizzare un progetto così nobile e positivo, deve per forza di cose essere aperta a tutti.
Attualmente, essendo in una fase di transizione prima del lancio effettivo del progetto, non siamo ancora in grado di fornire ulteriori dettagli specifici in proposito.
Ma a breve lo faremo di sicuro e aspettiamo con gioia e con un grande sorriso di accogliervi nel Centro Culturale e di aprire un nuovo e bellissimo percorso di crescita per tutti noi, vegliesi e non.
Yvan Rettore

L'UOMO, QUELL'ESSERE CHE SI CREDE ONNIPOTENTE

Gli esseri umani si credono talmente onnipotenti da equiparare la prossima quanto inevitabile estinzione della loro specie alla fine del mondo.

Non hanno manco lontanamente la consapevolezza che sono un pulviscolo su questo pianeta (meno che zero nell'Universo) del quale occupano meno del 10% dell'intera superficie terrestre.
Credono ingenuamente di poterne decidere le sorti quando invece è esattamente il contrario, perché la specie umana comunque un giorno scomparirà, mentre la Terra che attualmente la ospita sopravvivrà ancora un bel pezzo anche senza di essa.
Gli uomini sono uno dei tanti fallimenti evolutivi della natura come è accaduto con milioni di altre specie prima della sua apparizione e come avverrà dopo la sua estinzione.
Forse se gli uomini cominciassero ad accorgersene, potrebbero cominciare a cambiare il loro modo di pensare e vivere il loro effimero passaggio in questo mondo evitando di dannarsi l'anima a tentare di accumulare montagne di pezzi di carta, a vivere dentro delle scatole e ad essere schiavi del dogma del lavoro e del mercato.

Yvan Rettore







domenica 12 marzo 2023

DUE PAROLE SU MAURIZIO COSTANZO...

 Maurizio Costanzo è sempre stato allineato col potere (basta vedere la sua feroce avversione verso i no vax e il suo sostegno all'appoggio armato dell'Ucraina da parte del nostro esecutivo attuale ma anche di quello passato), tanto è vero che era iscritto alla Loggia massonica sovversiva P2 (tessera n. 1819) del venerabile Licio Gelli, la stessa in cui figurava un certo Silvio Berlusconi.

Ha saputo trarre profitto e prestigio da questa sua attitudine servile e nonostante gli vadano riconosciuti diversi meriti, era una persona che non stimavo affatto.
Si può definire perfino ridicola la leggenda metropolitana che lo descriveva come un grande oppositore della mafia rammentando che era alle dipendenze di qualcuno che aveva rapporti costanti con essa e che non mosse un dito per difendere Falcone quando nel corso di un "Maurizio Costanzo Show" il magistrato siciliano venne pesantemente attaccato in pubblico.
Come dire, tanto fumo e poco arrosto.
Anzi, di arrosto proprio non ce n'era.
Ora non è perché è morto che si deve dimenticare quanto di male ha fatto in vita questo personaggio che era di una vanità davvero sconcertante e a tratti davvero insopportabile.
Non a caso la sua trasmissione più famosa e di successo aveva come titolo il suo nome e cognome.
Come dire, umiltà zero!
Ora che riposi pure in pace, ma evitiamo di farne il santo che non è mai stato!
Yvan Rettore

LO SMARTPHONE CHE UCCIDE IL DIALOGO


Un giorno di alcuni anni fa mi ritrovo al bar con un vecchio amico.
Dopo i convenevoli di rito, ci sediamo.
Parliamo del più e del meno.
Poi tutt'ad un tratto estrae lo smartphone dalla tasca.
Io manco ce l'avevo (e non ce l'ho tuttora).
Appena finito il discorso, prende a guardarlo imperterrito.
Rimango in silenzio ad osservarlo.
Niente.
Non sta più badando al sottoscritto.
Senza dire altro, mi alzo e vado in bagno.
Quando torno, lo trovo nella stessa posizione di prima.
E allora me ne vado, senza manco salutarlo.
Poco dopo, mentre sto per mettere la chiave nella toppa della porta di casa mia, sento il mio cellulare (che era rimasto nell'appartamento) squillare.
Entro nell'appartamento, afferro prontamente il cellulare e vedo che mi sta chiamando.
Mi chiede come sto e dov'ero finito.
Gli rispondo che sto bene e che ero andato via alla chetichella perché visto che era molto impegnato non intendevo disturbarlo.
Ha replicato scusandosi e dichiarandosi veramente dispiaciuto.
Alcuni giorni dopo, mi ha richiamato invitandomi a cena.
Ho accettato volentieri avanzando una sola condizione.
Che non ci fossero smartphone accesi a tavola.
E così fu.
Yvan Rettore
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 5 persone e persone sedute
Tutte le reazion

venerdì 10 marzo 2023

CIO' CHE NON CI DICONO SULL'IMMIGRAZIONE


Forse ai nostri lidi manca la consapevolezza che vi sono attualmente due Stati libici e che uno, la Libia Occidentale, è retto da bande criminali che controllano, al soldo degli Occidentali, un territorio in cui si trovano ingenti pozzi petroliferi.
Quelle stesse bande lucrano e attivano traffici e sfruttamento di esseri umani provenienti dall'Africa subsahariana senza che l'Occidente muova un dito contro di loro.
Lo stesso fa la Turchia attraverso logiche analoghe lucrando direttamente o indirettamente sul destino di poveri cristi provenienti dall'Asia.
Quindi se non sta scritto da nessuna parte che l'Italia debba farsi carico dei problemi dei paesi dell'Africa, non sta scritto nemmeno da nessuna parte che l'Italia debba per forza crearne a loro (in primis la Libia)!
Detto questo, il nostro Paese (come il resto dell'Occidente) non dovrebbe più essere compartecipe di tali vicende.
Il giorno che cominceremo a pensare ai fatti nostri a casa nostra e che non andremo più a saccheggiare il sud del mondo, allora d'incanto più nessuno verrà qui!
Dico questo perché ci siamo anche noi italiani nella spartizione della torta del petrolio in Libia o pensiamo ingenuamente che l'ENI sia rimasta alla finestra?!
Suvvia, ci sono fatti a riguardo che lo dimostrano chiaramente da anni.
D'altro canto, forse non ci ricordiamo che ci sono varie rotte migratorie verso l'Europa e non soltanto in Libia, ma che è proprio quest'ultima quella che riguarda maggiormente il nostro Paese.
Nessuno costringe le persone residenti nei paesi subsahariani a lasciare i loro paesi, è vero.
Ma dobbiamo essere consapevoli che i popoli del sud del mondo sono obbligati a vivere in condizioni sempre più difficili (per non dire altro) e senza prospettive nei loro Paesi affinché l'Occidente possa continuare a saccheggiarli e depredarli impunemente bloccando loro ogni possibilità di sviluppo e di evoluzione.
Visto che anche ai nostri lidi ci furono milioni di persone che dovettero lasciare la propria terra d'origine per andare all'estero in cerca di fortuna, perché mai loro non dovrebbero poterlo fare oggi?!
Dove sta scritto?!
Quindi sarebbe il caso che cominciassimo ad informarci al di fuori del Mainstream, dei video e post che circolano sui social e in rete, i quali sono molto riduttivi, incompleti e volutamente parziali sull'argomento.
Bisogna riprendere la fatica di leggere libri e documentazioni autorevoli e credibili a riguardo al fine di evitare di bere qualsiasi panzana viene diffusa ad arte in Occidente su questo tema.
Prendiamoci il tempo di leggere libri autorevoli sull'immigrazione come "L'urlo" di Michelangelo Severgnini o meglio ancora "Inferno Immigrazione" di Daniel Wedi Korbaria.
Forse dopo riusciremo davvero ad aprire finalmente gli occhi su cosa sta veramente accadendo anziché soffermarci su qualche spezzone di video in rete.
Allora forse cominceremo a capire che le bande criminali che controllano la Libia occidentale stanno ivi schiavizzando e trattenendo contro la loro volontà decine di migliaia di esseri umani provenienti dall'Africa subsahariana come moneta di scambio e di ricatto verso l'Occidente.
E lo fanno anche impedendo tranquillamente che venga diffusa questa tragica situazione alle popolazioni residenti nell'Africa subsahariana dove l'informazione (ma guarda un po') non è così capillare e puntuale come ai nostri lidi.
Oppure pensiamo davvero che nelle baraccopoli delle città africane si viva con gli stessi mezzi esistenti qui da noi e che il wifi e la TV siano dovunque?!
Non siamo nemmeno consapevoli che la stragrande maggioranza dei migranti martirizzati in Libia non intendono affatto venire in Italia e che il loro unico desiderio è quello di tornarsene a casa.
La cosa viene loro negata perché sulla loro pelle ci devono lucrare le bande criminali della Libia Occidentale che controllano i giacimenti di gas e petrolio.
Come già detto poi ci sono le immancabili multinazionali occidentali, fra cui ovviamente l'ENI, che fanno affari colossali proprio sull'importazione a basso costo di quelle fonti energetiche da quelle zone.
Detto questo, l'Occidente cosa fa di fronte alla violazione costante dei diritti umani che avviene in quel Paese?
Niente!
Lascia che le bande criminali ivi presenti possano tranquillamente fare traffici di ogni sorta, fra cui quello legato ai migranti che spogliano di tutto.
Migranti che vengono usati come moneta di scambio, ovvero: "Tu mi dai il petrolio a basso costo e io in cambio ti lascio fare ciò che vuoi dei migranti che arrivano nel tuo Paese, compresi i viaggi degli scafisti, i quali operano in accordo con la grande criminalità internazionale che ha trovato una fonte notevole di guadagno da tali attività".
Tutti contenti, tutti soddisfatti, salvo ovviamente i migranti.
Vorrei ricordare a coloro che li disprezzano che si tratta di PERSONE e non di oggetti usa e getta.
E' davvero inconcepibile che si possa ancora persistere nel giudicare in modo così crudele (perfino a livello istituzionale) individui che hanno vissuto l'inferno in Terra per colpe non loro e che a certi livelli (soprattutto istituzionali e politici) non si abbia manco la decenza di piangere chi non c'è più senza che vengano assunte precise responsabilità a riguardo!
E se dobbiamo prendercela con qualcuno facciamolo con le nostre istituzioni che hanno reso le nostre città sempre più insicure e invivibili in determinati quartieri.
Altrimenti a cosa ci servono le forze dell'ordine, la magistratura e i nostri politici che paghiamo con le nostre tasse?!
E poi la colpa sarebbe dei migranti?!
Ma per favore!
Yvan Rettore



domenica 5 marzo 2023

SCHLEIN, LANDINI E CONTE: IL TRIO DA CUI LA SINISTRA NON DEVE PROPRIO RIPARTIRE!

 

Dopo l’elezione alla segreteria del PD di Elly Schlein e la parata unitaria antifascista di PD, M5S e CIGL avvenuta ieri, la stampa è ripartita in pompa magna annunciando che vi è una rinascita della Sinistra e quindi di un’opposizione credibile alla Destra di governo in questo Paese.
Ovviamente, gli scribacchini nostrani (perché ormai di giornalisti nel vero senso della parola ce ne sono davvero pochi) saldamente al servizio dei poteri costituiti non riescono manco più ad avere un senso critico e a raccontare davvero come stanno le cose quando affrontano certi argomenti.
Partiamo dall’antifascismo, questo slogan sempre tanto caro al PD e ai centri sociali.
Converrebbe ricordare che nel precedente esecutivo (che di democratico non aveva praticamente nulla) i diritti dei lavoratori che legittimamente si erano opposti alla vaccinazione contro il Covid, furono perseguitati, denigrati e praticamente espulsi dal mondo del lavoro dalla classe dirigente di questo Paese.
Nessun sindacato confederale venne loro in soccorso e sia il PD che il M5S avvallarono tutti i provvedimenti che additarono quelle persone che furono trattate come dei veri paria.
I signori Landini, Schlein e Conte dov’erano?
Muti, ciechi e sordi si adeguarono ai provvedimenti del governo Draghi, pulendosi il sedere con la Costituzione del nostro Paese.
Quindi ora, in seguito ad un’aggressione studentesca i cui contorni sono ancora da chiarire, questi personaggi si sono ritrovati a rispolverare il solito slogan antifascista mentre sotto il governo Draghi avvallarono tranquillamente una politica repressiva e violenta contro lavoratori e cittadini del nostro Paese che non avevano assolutamente fatto nulla di male e avevano rispettato l’ordinamento democratico.
C’è di che sorridere, per non piangere!
Ma poi essere di Sinistra non significava essere contro tutte le guerre ed impegnarsi a far rispettare quindi l’art. 11 della Costituzione (che riconosce allo Stato italiano il ricorso alle armi unicamente in un’ottica difensiva) e la Legge 185/90 (che vieta l’export di armi in nazioni in conflitto)?!
Allora come mai, inizialmente il M5S ha approvato l’invio di armi al governo ucraino e il PD (il partito più guerrafondaio del nostro Paese), nonché la signora Schlein hanno votato in Parlamento il prolungamento dello stesso nell’anno in corso?
La Sinistra predica la fratellanza universale, la pace e l’armonia tra i popoli, l’abbattimento delle differenze e discriminazioni e poi ti vedi questi che approvano provvedimenti che vanno esattamente in senso opposto.
Ma poi dov’erano e dove sono lor signori di fronte allo sfacelo sociale e ambientale del nostro Paese?!
Del tutto assenti sul recente scudo penale per i dirigenti dell’Ex Ilva di Taranto che hanno inquinato e potranno tranquillamente continuare ad inquinare impunemente.
Del tutto assenti sul quartiere Tamburi di Taranto e altre zone critiche simili del Paese in cui decine di migliaia di persone muoiono uccise dall’inquinamento.
Del tutto assenti sulle tante zone del Paese in cui i terremotati sono costretti a vivere ancora in situazioni precarie nell’indifferenza delle istituzioni e dei partiti.
Del tutto assenti o comunque asserviti alle logiche del capitale nelle tante (troppe) delocalizzazioni in atto e licenziamenti in massa che stanno avvenendo dovunque in Italia.
Del tutto assenti di fronte al numero crescente di cittadini che si stanno ammalando e morendo ogni giorno per via degli effetti avversi dovuti alla vaccinazione anticovid.
Del tutto assenti relativamente allo sfascio del sistema sanitario nazionale e alla diffusione crescente di un sistema privatistico che persegue prioritariamente i profitti rispetto alla salute dei cittadini.
Del tutto assenti in merito ad una scuola che dispone di sempre meno mezzi e con strutture fatiscenti.
Del tutto assenti nel rivendicare una sovranità monetaria e politica rispetto all’UE e agli Stati Uniti e nello stabilire una politica estera basata sulla pace e il principio di autodeterminazione dei popoli (uno dei principi cardine della Sinistra).
Del tutto assenti rispetto ad un sistema previdenziale ed assistenziale che sta lasciando sempre più alla fame milioni di pensionati e di disabili.
Certo, questi leader sono sempre pronti a metterci la faccia quando c’è da avere una visibilità mediatica (con tanto di magliettine come ieri), ma poi nella sostanza la loro assenza è ormai cronica e costante dai grandi temi che attanagliano sempre più il nostro Paese e non è certo ricorrendo a slogan ammuffiti o usando come cenci certe categorie di individui (dagli immigrati ai LGBTQ) che si può pensare di ridare voce ad un popolo di Sinistra che ormai è in gran parte ridotto a stare in un astensionismo che si fa ogni giorno più crescente ad ogni tornata elettorale.
Sì, perché lor signori sono abituati ad agire e ad esporsi unicamente in una logica consensuale e non a prescindere dalla stessa.
In politica e soprattutto se si intendono davvero difendere i diritti delle fasce più deboli della popolazione (e quindi essere davvero di Sinistra) si muove il sedere comunque ogni giorno ed in ogni ambito e non ci si limita a qualche comparsata mediatica ogni tanto o a qualche dichiarazione di intenti a mezzo stampa.
Si deve andare fisicamente nei luoghi di conflitto, comunicare con la gente comune, essere davvero in mezzo al popolo che soffre e patisce le ingiustizie di una minoranza prepotente di privilegiati che credono di avere poteri illimitati perché sanno comunque di rimanere impuniti dalla magistratura di questo Paese.
Ecco perché, si potrà riparlare di Sinistra in Italia quando si supereranno certe passerelle e ci si affiderà a coloro che si sacrificano per rendere davvero il popolo protagonista del proprio destino senza lasciarlo in balia di soggetti privi di scrupoli.
E lo si farà quando ci sarà la consapevolezza che è unendo tutte le entità territoriali di lotta attive nella difesa dei diritti civili, sociali e ambientali che si potrà davvero tornare a contare come Sinistra in questo Paese.
E per arrivarci bisognerà cominciare col superare proprio il PD, perché non è affatto l’erede del PCI ed è un partito che non rispecchia affatto gli ideali e i principi della Sinistra che ha calpestato per anni e che ancora oggi non sembra affatto voler difendere.

Yvan Rettore