giovedì 16 maggio 2024

L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VEGLIE NON HA CONSIDERAZIONE PER I DISABILI

Purtroppo è doveroso constatare che l'amministrazione comunale di Veglie, in provincia di Lecce, non ha a cuore le sorti dei disabili.

Lo affermo sia in qualità di referente locale del Comitato Civico di Lecce in difesa della Costituzione (che fa parte dell'Associazione nazionale "Free") sia nella veste di portavoce del Centro Carmelo Bene di Veglie.

I fatti parlano chiaro e siccome ora la misura è colma, ho deciso di rendere pubblici alcuni fatti che dimostrano chiaramente tale attitudine.

Ma procediamo con ordine:

  • Il 16 settembre 2023, presso il Centro Culturale Carmelo Bene di Veglie, si svolge un incontro pubblico sul tema della figura del Garante comunale delle persone con disabilità al quale partecipano l'Avv. Piergiorgio Provenzano, Garante delle persone con disabilità del comune di Lecce, la Dottoressa Maria Pia De Santis, membro del direttivo nazionale dell'ANFFAS e prima persona ad avere ricoperto il ruolo di Garante a Lecce e l'Avv. Francesco Milanese. Nonostante la cosa fosse stata largamente pubblicizzata e fossero al corrente dell'evento, nessun membro della Giunta comunale e della maggioranza si presenta. E' vero che non venne fatto nessun invito ufficiale da parte degli organizzatori dell'evento ma ciò non giustifica comunque affatto tale assenza.
  • Nonostante nel 2017 fosse già stato approvato da un'amministrazione comunale precedente un Regolamento relativo all'introduzione di un Garante delle persone con disabilità, quella attuale, insediatasi circa un anno fa, ha insistito nel volerlo modificare, cosa che è giunta in porto soltanto il 9 febbraio scorso dopo diverse sollecitudini (su specifica segnalazione del nostro Comitato visto che le amministrazioni comunali spesso non rispondono alle pec che ricevono da parte dei cittadini) sia da parte del Garante Regionale delle persone con disabilità, Dottor Antonio Giampietro, sia da parte dell'Ufficio Nazionale del Garante della Persona disabile. Il documento, approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale, è rimasto tale nel senso che da allora non si è mai proceduto al lancio di un bando per la nomina effettiva di un Garante comunale delle persone con disabilità.
  • In data 7 febbraio 2024, sollecitiamo il Garante Regionale delle persone con disabilità, Dottor Antonio Giampietro, ad interpellare l'attuale Amministrazione comunale per rimuovere in cinque punti specifici e di forte flusso del paese, ostacoli di vario tipo (bidoni della spazzatura, scaffali, bancali, fioriere e altro...) che impediscono alle persone disabili di poter usufruire dei marciapiedi. Dopo diversi solleciti, soltanto una fioriera è stata spostata ma permane ancora sul marciapiede costituendo comunque un ostacolo alla mobilità dei disabili.
  • Dal 11 maggio scorso si sta svolgendo presso il Centro Culturale Carmelo Bene di Veglie una mostra di puzzle (molto complessi da comporre) di Marilena Dell'Anna, una ragazza disabile che frequenta da tempo tale realtà. Nonostante la cosa sia stata largamente pubblicizzata nel paese, nessun membro della Giunta comunale e della maggioranza si è finora presentato per visitarla. E' vero che non è stato fatto loro nessun invito ufficiale da parte degli organizzatori dell'evento ma ciò non giustifica comunque affatto tale assenza. La mostra finirà il 18 maggio prossimo.
  • Nulla è stato adottato da parte dell'attuale Amministrazione comunale per: 1/ realizzare dei marciapiedi a norma (e quindi usufruibili da parte dei disabili) 2/ evitare che i marciapiedi siano ridotti a vere e proprie aree di deposito di merci e bidoni 3/ abbattere le barriere architettoniche presenti praticamente in gran parte degli esercizi pubblici del paese 4/ sistemare delle panchine di sosta e con zone d'ombra (presenza di alberi con ampio fogliame) lungo i tragitti delle zone centrali e di maggior flusso del paese 5/ migliorare un'illuminazione pubblica finora  inadeguata  che possa favorire senza pericoli i movimenti di tutti i pedoni 6/ aprire i bagni pubblici (anche per i disabili) in Piazza Umberto I 7/ ripristinare la fornitura di acqua potabile in tutte le fontane del paese, visto che anche quella in Piazza Umberto I è ormai permanentemente vuota 8/ tappare in modo capillare tutte le buche stradali presenti ancora sul territorio comunale.
Questi fatti e attitudini da parte dell'attuale Amministrazione comunale parlano e si commentano da soli.
C'è un'arroganza istituzionale unita ad un'indifferenza cronica nei confronti di una componente notevole della popolazione (basti solo pensare alle persone anziane) che è davvero sconsolante e deplorevole da parte di chi è chiamato a gestire la cosa pubblica.
Vorrei ricordare che la libertà di movimento è sancita dalla Costituzione e che sarebbe compito in primis proprio delle istituzioni locali garantirla a tutti e non soltanto pensando ai normodotati e/o a coloro che ritengono che qualsiasi spostamento debba farsi costantemente con un mezzo proprio anche solo per percorrere pochi metri.
I disabili contano unicamente durante le elezioni, poi vengono dimenticati o trascurati perché non sono produttivi o soltanto in parte, vengono visti come un costo, certe disabilità danno fastidio e non appaiono quindi mai in testa alle priorità di un'amministrazione pubblica.
E in questo purtroppo Veglie non fa eccezione e si vede benissimo.
Da queste esperienze ho tratto la conclusione sconfortante di quanto siano ormai distanti e non rappresentative dei cittadini le nostre istituzioni, asservite prevalentemente a logiche elettorali e autoreferenziali che nulla hanno a che vedere col benessere dell'insieme della collettività.
Purtroppo non esistono entità locali in grado di ribellarsi autenticamente e in modo efficace e determinato contro questo degrado.
Al di fuori della protesta isolata di qualche singolo cittadino, domina indisturbata un'omertà che favorisce lo status quo e così nulla cambia.
Anzi tutto peggiora nell'indifferenza del potere e nella rassegnazione dei più che ormai pensano soltanto a tirare a campare e poco altro.
E se sei disabile è ancora peggio.
E a Veglie si nota in modo lampante.
Dovunque e comunque.

Prof. Yvan Rettore






sabato 11 maggio 2024

AMICI SUI SOCIAL MA GUAI AD INCONTRARCI

 

A volte quando mi sposto su e giù per l'Italia, mi verrebbe ancora voglia di vedere dal vivo alcuni dei miei numerosi contatti su Fb.
Ho scritto "ancora" perché ormai ho preso l'abitudine di non farlo quasi più, salvo rare eccezioni.
Con le donne perché il più delle volte si fanno dei film su di me nonostante sia chiaramente indicato che sono felicemente legato a Anna da anni.
Quindi, valanghe di scuse e impegni improvvisi uno più originale dell'altro.
Bisogna dire che in questi casi la fantasia umana è davvero notevole.
Con gli uomini non va molto meglio perché hanno comunque sempre da fare anche loro.
La differenza rispetto alle donne è che sono meno fantasiosi ma il risultato comunque rimane lo stesso.
Peccato perché se questo strumento, che è un social, potesse rivelarsi un modo di incontrarsi e conoscersi meglio potrebbe soltanto arricchirci come persone e cominciare a pensare maggiormente di essere una comunità e non una somma di individui.
Ma ormai l'individualismo quasi congenito e la superficialità dei rapporti hanno reso vani tali tentativi e quindi tutti bravi a stare dietro un pc a parlare e sparlare di tutto e di tutti, ma scarsa se non inesistente disponibilità a realizzare relazioni umane autentiche e costruttive.
Per questo motivo, forse un giorno mi ritirerò in un luogo sperduto dell'Africa o dell'America Latina, dove non ci siano né wifi, né supermercati, ma soltanto persone con le quali condividere sorrisi e solidarietà dividendo quel poco che si ha, ma che è ampiamente sufficiente per essere felici.

Yvan Rettore



sabato 4 maggio 2024

MUSSOLINI FU UN DITTATORE, NON UNO STATISTA

In questi ultimi lustri l'Estrema Destra si è impegnata non poco per cercare di riabilitare la figura di Mussolini.

Quindi si sono diffuse ad arte affermazioni del tipo "ma in fondo ha fatto anche delle cose buone" oppure "è stata tutta colpa di Hitler" e alcune perfino caratterizzate da veri e propri falsi storici come quella che colloca nel Ventennio l'introduzione della pensione nel nostro Paese.

Sorvolo però su queste esaltazioni di parte per soffermarmi invece su una dichiarazione che viene spesso ripetuta nel panorama variegato dell'Estrema Destra nostrana e che indica nel Duce la figura di un grande statista.

Conviene definire un po' meglio l'essenza di questo termine andando oltre quanto scritto in un qualsiasi dizionario.

Lo statista è un uomo di Stato che, chiamato a guidare una nazione, dimostra non soltanto di avere a cuore i destini del proprio Paese ma anche di essere seriamente intenzionato ad adoperarsi per tale missione attraverso indubbie quanto accertate capacità e competenze.

Orbene, come si può ancora dire che Mussolini sia riuscito ad incarnare davvero tale funzione?

Il Ventennio sul piano economico, sociale e culturale costituì una vera e propria involuzione per il Paese, mediante un dominio costante e crescente di una casta di pochi privilegiati, i quali grazie al Regime si arricchirono ancor di più, burocratizzando in modo asfissiante la gestione della cosa pubblica, ponendo le basi di una società fondata sulla paura e la repressione e su una corruzione diffusa e ancor più marcata che colpì pure i vertici del PNF e perfino lo stesso Mussolini, attraverso il coinvolgimento in losche faccende del fratello Arnaldo.

Prima dell'entrata in Guerra, l'Italia era e rimaneva comunque un Paese povero, con un esercito debole e un'industria sicuramente non in grado di competere con le nazioni più ricche dell'epoca.

Eccelleva in pochi campi e comunque era un attore economico e finanziario di secondo piano a livello internazionale.

Anche sul piano politico rimaneva una potenza considerata unicamente in chiave di appoggio alla Germania e nota più per l'istrionismo mediatico del Duce che per il suo peso reale nelle dinamiche che allora si stavano delineando sullo scenario internazionale e che avrebbero portato alla nascita dell'Asse.

Ma l'aspetto più grave che caratterizzò la vita politica di Mussolini fu quello di negare in modo costante e sistematico i diritti umani e sociali elementari alla stragrande maggioranza del suo popolo, giungendo perfino a farlo sprofondare nell'orrore e nella tragedia immane della Seconda Guerra Mondiale dalla quale l'Italia uscì distrutta, facendola poi diventare in pratica un vero e proprio protettorato americano, ovvero un Paese dalla sovranità limitata e sotto il vigile e continuo controllo degli Stati Uniti in pressoché ogni decisione politica, sociale ed economica di rilievo.

Tutto questo disastro rappresenta la pesante eredità lasciataci da Benito Mussolini.

E la Storia, costituita da fatti e non da fantasie o opinioni di parte, ha già sancito da tempo chi sia stato quest'uomo, il quale sicuramente non ha mai veramente operato per il bene del nostro Paese, ma in primis per alimentare la sua sconfinata megalomania nonché poi i privilegi del tutto ingiustificati di quella casta che lui stesso aveva costruito e di quelle entità che lo avevano appoggiato in questo fin dalla sua ascesa al potere nel 1922.

Un dittatore quindi.

Non certo uno statista!


Yvan Rettore




 

IO, UOMO DI SINISTRA, SOSTENGO ADRIANA POLI BORTONE

Attraverso questo breve scritto, il sottoscritto, da sempre uomo di Sinistra, intende dichiarare senza enfasi ma con profonda stima e ammirazione, il proprio sostegno alla senatrice Adriana Poli Bortone, come candidata all'incarico di sindaco di Lecce.
Benché allora vivessi ancora nel Nord del Paese, avevo già sentito parlare di lei quando venne eletta per la prima volta a primo cittadino del capoluogo salentino.
E come ero e sono solito fare, mi documentai circa il suo operato notando diversi aspetti positivi che mi sono stati confermati da un recente incontro in cui ho avuto l'onore di stringerle personalmente la mano.
E' innegabile affermare ancora oggi che il rilancio di Lecce sia a livello nazionale che internazionale sia stato realizzato grazie alla sua amministrazione di allora.
Una gestione della cosa pubblica davvero virtuosa, contraddistinta da diverse iniziative originali ed innovative, in cui sembrò davvero che questa piccola ma importante città potesse diventare una delle pietre angolari di un riscatto in grado di ridare dignità ad una parte del Paese troppo spesso considerata secondaria e di basso rilievo dai vari gruppi di influenza che contano in Italia e non solo.
Il merito della senatrice Poli Bortone fu di riuscire a far capire anche ai più scettici le straordinarie potenzialità e ricchezze inespresse non soltanto di Lecce, ma anche di una terra, il Salento, che è stata davvero baciata da Dio per le incredibili meraviglie che possiede.
Incontrandola personalmente ho avuto la conferma del suo notevole spessore.
Una donna concreta, attiva, molto umile (qualità estremamente rara nel mondo politico), capace di ascoltare tutti senza pregiudizio alcuno (altro aspetto in gran parte inesistente fra i protagonisti attuali della politica italiana) e soprattutto di voler collaborare con tutte le persone di buona volontà che possano essere in grado di aiutarla a rilanciare Lecce dopo anni di letargo e di incapacità oggettive nel riproporsi sia a livello locale che oltre.
Come già anticipato all'inizio del mio intervento, sono un uomo di Sinistra, ma come la Senatrice ho sempre considerato che la politica, la buona politica, deve servire a costruire e a garantire il bene di tutti e non soltanto di coloro che si rispecchiano nei propri ideali.
Andare oltre le divisioni e tornare ad essere comunità di uomini e donne responsabili inseriti in un contesto virtuoso in cui la democrazia non si riduca ad un banale esercizio formale di nomine, ma soprattutto un modo per operare tutti insieme nel rendere migliore la nostra società partendo dai nostri singoli comportamenti quotidiani per giungere alla realizzazione di traguardi impensabili ma che possano dare lustro al momento attuale e un futuro degno di essere vissuto fino in fondo alle generazioni future.
Ecco perché mi sento davvero di sostenere la senatrice Poli Bortone, perché quando si viene eletti alla carica di sindaco, si è chiamati ad amministrare la cosa pubblica per tutti i cittadini e non soltanto per una parte di essi, nel senso che il consenso va ricercato e alimentato soprattutto e in modo prioritario proprio fra coloro che hanno una visione di società diversa dalla propria.
Un senso civico e un'umiltà rappresentati in modo esemplare dalla senatrice Poli Bortone, a cui auguro in primis ogni bene e secondariamente di tornare alla guida del comune di Lecce per farlo tornare un protagonista autorevole del nostro Paese.

Prof. Yvan Rettore
Portavoce del Centro Culturale Carmelo Bene di Veglie