venerdì 27 ottobre 2023

LA DESERTIFICAZIONE POLITICA

 

Unito all'aumento esponenziale dell'assenteismo si sta assistendo ultimamente ad un altro fenomeno particolarmente marcato a partire dalle piazze e assemblee politiche che si svolgono anche nelle località più piccole e remote del nostro Paese.
Questi si sta traducendo in una desertificazione massiccia dei cittadini a tali eventi e si sta manifestando in modo sempre più prepotente quanto evidente.
Ne ho avuta personalmente una dimostrazione eclatante ieri sera nella piazza di Veglie, il comune presso cui risiedo in provincia di Lecce.
Il tema dell'incontro pubblico programmato in quella sede verteva sul prossimo insediamento di alcune pale eoliche nei campi (comunque lontane dalle zone abitate e non visibili dai centri urbani) di quella che viene denominata la Terra d'Arneo (o meglio la zona nordoccidentale della provincia di Lecce).
Presenti erano una decina fra sindaci del territorio, il presidente della provincia e quello del Gal.
Ebbene, la piazza antistante a questi relatori era in gran parte vuota.
Ci saranno state al massimo una trentina di persone sedute e poche altre in piedi.
La maggior parte di esse erano membri delle diverse amministrazioni comunali mentre il resto dei presenti era formato da alcuni simpatizzanti e curiosi di passaggio.
Nient'altro!
Nella seconda metà del secolo scorso, ed in particolare nel trentennio dell'immediato dopoguerra, sarebbe bastata la sola presenza del sindaco del paese per riempire tutta la piazza fino all'orlo.
Oggi, manco una decina di sindaci e altre autorità riescono a farlo!
E' un dato dimostrativo di quanto siano ormai distanti e poco considerate perfino le istituzioni locali dai cittadini, i quali si fanno avanti a riempire quegli spazi soltanto in occasione di eventi ricreativi e gastronomici e sempre più spesso anche quelle manifestazioni non fanno più il pienone come un tempo.
A prescindere dal tema dell'evento (le pale eoliche) affrontato in modo superficiale dai presenti (in assenza di autorevoli specialisti in grado di fornire informazioni oggettive e quindi in grado di fare tabula rasa di luoghi comuni ed inesattezze). il giorno (venerdì) e l'orario (dalle 18'30 alle 20'00) non hanno sicuramente agevolato la partecipazione di un pubblico più numeroso.
Tuttavia, sono del parere, che anche se questi limiti evidenti alla buona riuscita dell'evento fossero stati superati, non avrebbero di certo comportato un incremento significativo delle persone presenti in quella piazza.
Le cause di questa indifferenza crescente e evidente verso le istituzioni sono diverse.
La prima è l'affermazione capillare di un individualismo diffuso e ormai radicato in gran parte della popolazione, fenomeno che si è maggiormente affermato dopo gli anni bui del Covid e che ha in gran parte spazzato via quel senso di comunità e di condivisione che costituiscono il sale fondamentale a qualsiasi evoluzione sociale e culturale.
Ormai si può dire che in numerosissimi comuni italiani risulta assente o comunque presente in un modo del tutto trascurabile e in ogni caso ampiamente insufficiente per attuare con successo e in tempi relativamente rapidi processi di miglioramento della situazione esistente che per larga parte degli italiani si fa ogni giorno sempre più difficile ed insostenibile.
Questo aspetto praticamente intrinseco al modello di società in cui viviamo ha generato l'affermazione di una mediocrità diffusa e dominante ai vertici istituzionali dell'insieme del nostro Paese e l'immagine di una piazza quasi deserta come quella vista ieri sera ne è una dimostrazione palese perché, che lo si voglia o meno, la classe dirigente è lo specchio dei cittadini che la legittimano sia col loro voto che con il loro non voto.
Rimane ancora viva una minoranza silenziosa che non si riconosce in questa involuzione e che tenta di avviare processi di coinvolgimento sociale e culturale tesi a ricostituire (o almeno a mantenere in essere) un nocciolo duro che non intende piegarsi a questa deriva e che possa rivelarsi disponibile a costruire qualcosa di alternativo allo scempio a cui finora si è passivamente adeguata la maggioranza dei cittadini italiani ma anche buona parte degli immigrati residenti.
E' quindi ovvio che questa componente (tutt'altro che trascurabile) venga relegata e ostacolata da una morale dominante in cui la maggior parte dei dirigenti istituzionalmente eletti e non hanno tendenza ad affermarsi più attraverso le apparenze e la copertura effimera di incarichi che per le reali capacità e competenze che sono in grado effettivamente di dimostrare.
Non partecipare a simili eventi dominati da fiumi di parole, tesi in gran parte a dare spazio e visibilità più alle apparenze che ai contenuti e quindi largamente inconcludenti perché relegati essenzialmente alle iniziative dei vertici istituzionali locali e delle strutture che li sostengono, costituisce una scelta inevitabile per questa minoranza di persone che hanno invece una visione di società e un approccio con le cose e la realtà del tutto in antitesi con questi modi di fare e di pensare.
In conclusione la desertificazione della piazza di ieri sera rappresenta il chiaro segnale che qualcosa sta comunque mutando molto velocemente nella nostra società, perché quando la classe dirigente si trova a vivere soprattutto di autoreferenzialità e non può più contare su una partecipazione e un coinvolgimento di massa della gente comune, significa che ha ormai perso ogni sua credibilità ed autorevolezza e che non ha quindi futuro.

Yvan Rettore



mercoledì 18 ottobre 2023

SI ESCE SEMPRE PERDENTI QUANDO SI RECITA NELLA VITA

 Prima ci facevo meno caso, forse perché ero più giovane e spensierato, ma ora con l'avanzare degli anni mi accorgo sempre più spesso di un fenomeno che sta prendendo piede in modo devastante in ogni angolo del nostro Paese.

E dov'è maggiormente presente l'ignoranza, si diffonde ad una velocità davvero impressionante.
Parlo della consuetudine crescente di non pochi italiani (ma ora anche diversi immigrati si stanno comportando in modo analogo) di adottare delle attitudini esagerate (per non dire ridicole) nel manifestare il proprio ego spacciandosi per ciò che non sono né mai potranno essere.
Il fenomeno si sta presentando in modo esponenziale in ogni settore, da quello politico (ovviamente) a quello dello spettacolo, passando per quello del giornalismo a quello accademico e via discorrendo.
E' tutta una gara a chi la spara più grossa e così trovi individui che dicono di possedere titoli di studio che risultano sconosciuti agli istituti in cui dicono di averli conseguiti, di avere rapporti con gruppi o VIP ai quali sono però del tutto estranei e di dichiararsi specializzati in settori che conoscono soltanto in modo superficiale e potrei continuare con la lista di fantasie di cui si rendono protagonisti simili soggetti.
Circolano persino dei CV contenenti una sfilza di corsi e seminari ai quali gli autori pretendono di avere partecipato e che credono ingenuamente di poter far passare come un valore aggiunto ad una formazione che invece appare molto più terra terra rispetto a quelle caratteristiche di un certo livello di studi e di apprendimento.
Poi, ci sono soggetti che improvvisamente si autopromuovono dichiarandosi impiegati quando invece sono operai, dirigenti quando invece ricoprono soltanto determinati incarichi subalterni alla direzione per giungere a coloro che pretendono addirittura di poter disquisire di qualsiasi argomento perché ritengono che con Wikipedia si possa fornire una risposta a qualsiasi quesito venga loro posto.
Tutti artisti del nulla, veri e propri campioni di mediocrità che cercano disperatamente di farsi un posto del sole ricorrendo a squallidi intrallazzi e patetici sotterfugi che li costringono a dover percorrere scorciatoie che però li limitano costantemente (perché ad ogni scorciatoia, bisogna pagare dazio a qualcuno in grado di farti passare) e li rinchiudono sempre di più nel baratro della loro disonestà malata e nella loro patetica megalomania.
Infatti, il loro destino è quello di rimanere confinati a ruoli effimeri di protagonismo, a volte ridotti ad una dimensione locale o poco altro perché appena si trovano a doversi confrontare con individui che possono davvero vantarsi di avere una formazione, che sono autenticamente acculturati e in grado di dimostrare comunque le loro indubbie capacità, allora questi abusivi da quattro soldi si sciolgono improvvisamente come neve al sole, schiacciati impietosamente dal macigno della sapienza e intelligenza di uomini di indubbio spessore e valore.
Per riuscire veramente ad emergere e a dimostrare di meritarsi davvero una determinata posizione di vertice e/o di responsabilità nella società, ci vogliono tante rinunce e sacrifici, una volontà incrollabile, una tenacia fuori dal comune e una notevole fiducia in se stessi. 
Ma soprattutto ci vuole un'enorme dose di umiltà, fondamentale per raggiungere ogni obiettivo che si intende realizzare e per non dichiararsi mai arrivati perché oggi puoi essere una persona di successo e apprezzata da tutti e un domani le avversità e imprevisti della vita potrebbero farti scendere da una posizione che comunque non devi mai ritenere superiore nei confronti di tutti coloro che per vari motivi non ce l'hanno fatta a concretizzare i loro sogni e aspirazioni.
Ovviamente chi vive in un ambiente agiato, può essere facilitato nella scalata al successo e nella propria realizzazione professionale, sociale e umana, ma è fuori discussione che se non disponi di determinate qualità e di un certo livello intellettivo, certe posizioni potrai forse lo stesso raggiungerle, ma per periodi comunque brevi e limitati.
In parole povere, chi è umile e intelligente resterà una persona fuori dal comune anche al di fuori della sua dipartita, perché sarà stato capace di dare un contributo importante e prezioso all'evoluzione e al progresso del contesto in cui ha operato e che resterà nella memoria dei vivi anche quando non ci sarà più.
Chi è mediocre e cerca nella propria altezzosità e falsità di emergere, presto o tardi dovrà fare i conti con le conseguenze della scia di menzogne che avrà diffuso e che avranno lasciato soltanto cattiverie, invidie e voglia di rivalsa in coloro che ne saranno state vittime.
Simili soggetti sono destinati soltanto a passare e a non lasciare nulla  che valga la pena di essere ricordato o considerato, né in vita e nemmeno una volta che lasciano questa valle di lacrime.

Yvan Rettore



giovedì 12 ottobre 2023

GLI STATI UNITI SONO LA MAGGIORE MINACCIA ALLA PACE NEL MONDO


Gli Stati Uniti sono nati e si sono sviluppati sul genocidio dei Nativi prima e sulla schiavitù delle popolazioni nere dall’Africa poi.

Fin dall’inizio della loro Storia hanno considerato l’America Latina come il loro “cortile di casa”, sfruttandola a man bassa e saccheggiandola di continuo di ogni bene e risorsa.

La logica del Far West e della competizione ad oltranza pur di poter emergere senza scrupoli nei confronti di qualsiasi avversario o ostacolo che si possa presentare sul proprio camino esistenziale, sono tuttora caratteristiche endemiche della società statunitense.

Questi aspetti sono fortemente radicati nella cultura americana al punto da ritenersi come l’unica nazione guida dei destini dell’umanità e per poter rivendicare ed imporre questa loro strenua convinzione, l’establishment statunitense non ha mai esitato ad usare la forza in qualsiasi situazione e contro qualsiasi paese che potesse contrastare le loro mire espansionistiche.

Non soltanto gli Stati Uniti risultano essere un paese che in due secoli di Storia ha quasi sempre vissuto uno stato perenne di guerra ma sono anche l’unica nazione ad avere impiegato le armi nucleari per massacrare decine di migliaia di esseri umani.

Praticamente non esiste quasi nessun angolo del mondo in cui gli americani non abbiano causato morti, violenze e immani distruzioni.

E quando non lo hanno fatto direttamente sono ricorsi a paesi alleati come la Francia o il Regno Unito o ad organizzazioni terroristiche e gruppi armati inventati di sana pianta per fare i cosiddetti “lavori sporchi” destinati ad alimentare conflitti e tensioni dovunque ci fossero interessi statunitensi da difendere.

In questo contesto appare ovvio che l’industria delle armi americana non è soltanto il settore di gran lunga più importante ed economicamente strategico degli Stati Uniti, ma anche dell’insieme del mondo occidentale.

E’ un settore capillare per la ricerca tecnologica e per tutto il comparto manifatturiero di punta e quindi la generazione di conflitti è una base fondamentale del sistema capitalista attuale.

A dire il vero, e soprattutto nel caso degli Stati Uniti, lo è probabilmente sempre stato in quanto suffragato fin dall’inizio da una cultura fondata prevalentemente sulla violenza e sulla sopraffazione nei confronti dei più deboli e nell’affermazione di una società improntata su un individualismo esasperante che è l’antitesi di una società solidale la quale è l’unica che può davvero garantire una politica di pace e di autentica emancipazione sociale e umana dei propri membri.

Oggi, più che mai, la crisi irreversibile del sistema neoliberista (che sta comportando un prossimo tracollo dello stesso) necessita di tentativi sempre più grandi e frequenti di creazione e/o fomentazione di conflitti che possano dare fiato e mantenere un’economia (quella americana ma anche quella dell’intero occidente) ormai asfittica e incapace di uscire da una crisi in cui si sta avvitando ogni giorno di più ed in modo drammatico quanto disastroso per decine di milioni di persone.

Fino a quando potrà durare ed espandersi questa politica guerrafondaia è difficile da dire, ma sembra che si stiano per consolidare quattro certezze:

  •          il consenso diffuso allo strapotere americano sul mondo è ormai un lontano ricordo e sta lasciando spazio ad un odio viscerale sempre più marcato di gran parte dei paesi nei confronti degli Stati Uniti
  •       si sta assistendo alla formazione di un sistema di alleanze di paesi alternativo all’Occidente a trazione americana, il quale appare ormai nettamente minoritario sul piano demografico a livello planetario e a breve rischierà di esserlo anche a livello anche economico e militare
  •        sia il dollaro statunitense che l’Euro sono sempre più minacciati come monete di riferimento nel commercio internazionale di beni e servizi e questo andamento comporterà un inevitabile indebolimento delle nazioni a cui fanno riferimento
  •       l’impoverimento, la precarietà e le incertezze crescenti nel mondo occidentale costituiscono una polveriera sociale dagli esiti del tutto imprevedibili in grado di generare momenti di forte instabilità e scenari di violenza ingestibili da parte dei poteri politici attualmente insediati, i quali appaiono fin d’ora in gran parte delegittimati da organi istituzionali di natura sempre più oligarchica in quanto in gran parte svuotati di quelle garanzie sancite nelle costituzioni democratiche che distinguevano l’Occidente dai totalitarismi una volta imperanti nel resto del mondo.

Conclusione: una pace diffusa in tutto il mondo potrà essere raggiunta soltanto con il superamento degli Stati Uniti come superpotenza planetaria e di un Occidente che non può più pretendere di ergersi come un punto di riferimento credibile ed autorevole sia sul piano democratico che di un sistema sociale ed economico davvero sostenibile sul piano umano e ambientale.

 

Yvan Rettore






domenica 1 ottobre 2023

VEGLIE, UN PAESE PRIVO DI REGOLE

 

Permangono nella località parcheggi selvaggi, assenza di controlli costanti, sanzioni e di multe da parte delle forze dell'ordine, marciapiedi inservibili e le immancabili strade a forma di groviera.

Piste ciclabili? Inesistenti su tutto il territorio comunale.

Dossi: due, di cui uno smantellato sui lati!

Sta diventando una consuetudine per alcuni membri dell'attuale amministrazione di usare i vigili urbani come scorta e taxi per scorrazzare per il paese nello svolgimento dei loro compiti istituzionali.

Sabato 9 settembre e sabato 23 settembre 2023, tra le 11'30 e le 12'30, si è visto infatti un assessore comunale girare per Veglie ricorrendo a tale modalità, non prevista e quindi non ammessa dalla Legge 65 del 1986.

Venerdì 29 settembre 2023, viene registrata un'assenza completa dei membri della Giunta Comunale presso la sede del Municipio tra le ore 11'00 e mezzogiorno.

Nello stesso giorno e stesso intervallo orario, viene registrata l'assenza e irreperibilità della Preside del plesso scolastico locale.

Erano tutti ammalati o si tratta di una consuetudine?

Durata dell'ultima assemblea comunale: poco più di 8 minuti (forse si tratta di un primato nazionale).

Attitudine prevalente fra i gestori di esercizi locali: se non sei d'accordo con loro, ti tengono il broncio in modo permanente perché la diversità di punti di vista non è ammessa.

Evidentemente non è ancora giunta (o non è stata capita) a Veglie la famosa regola che il "cliente ha sempre ragione" e che se lo tratti male non solo non verrà più da te, ma ti sputtanerà ad un punto tale che di clienti ne perderai almeno 10 volte tanto.

Per ora è tutto dalla situazione di caos, degrado e logiche da far west ormai permanenti in questo comune.

Ovviamente, non mancano coloro che continuano a credere alla favola che "va tutto bene"!

Yvan Rettore