giovedì 24 marzo 2022

UNA LETTERA PER LA PACE IN UCRAINA

 

Alla c.a. del Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin,

 

Sono un cittadino italiano e quindi di un Paese membro dell’Unione Europea e della NATO.

Tengo innanzitutto a dire che sono del tutto contrario all’intervento armato delle truppe russe in Ucraina attualmente in corso, in quanto ritengo che qualsiasi contenzioso internazionale possa trovare un esito positivo e costruttivo unicamente attraverso il ricorso alla via negoziale.

Il motivo per cui mi permetto di rivolgermi a lei, Signor Presidente, è che intendo comunicarle la mia volontà di dissociarmi completamente dalle ultime dichiarazioni guerrafondaie nei confronti della Russia pronunciate dal governo italiano da una parte e dalla Commissione Europea dall’altra.

Quando parla dell’Italia, il signor Mario Draghi, Presidente del Consiglio in carica, lo fa esclusivamente a suo nome e di poche altre entità politiche che sostengono il suo esecutivo.

Non certo a nome del Popolo italiano.

Stessa cosa dicasi per quanto riguarda la Commissaria Europea, Ursula Von der Leyen, che si è comportata in modo analogo, confondendo a sua volta le posizioni della nomenclatura di Bruxelles con quelle dell’insieme dei popoli che compongono l’Unione Europea.

Vorrei farle presente, Signor Presidente, che le posizioni assunte da entrambi non hanno valenza giuridica.

Per quanto concerne il mio Paese, il governo italiano ha contravvenuto alle normative seguenti:

-        Art. 11 della Costituzione che recita quanto segue: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

-        La legge 185 del 1990 che ha introdotto in Italia il divieto di vendere armi di offesa a paesi belligeranti, perché più armi vengono date a chi combatte più danni, più sofferenze e morti ci saranno.

-        Il provvedimento adottato dal governo italiano di autorizzare l’esportazione di armi verso l’Ucraina è da ritenersi illegittimo perché la NATO è esclusivamente un’organizzazione militare di difesa dei paesi membri, di cui l’Ucraina non fa parte.

In riferimento alla posizione assunta dall’Unione Europea, vorrei precisare che i sostegni finanziari ad uso militare per le forze armate ucraine non sono previsti da nessun trattato europeo in quanto l’Unione Europea non riveste alcuna forma di organizzazione militare.

Detto questo, appare ovvio che sia il governo italiano che gli organi dirigenti dell’Unione Europea stiano agendo in palese contrasto con le normative in vigore a testimonianza ulteriore che i popoli ivi presenti non soltanto non sono stati consultati in tali scelte ma addirittura sono stati del tutto ignorati.

Se da questa parte, sembra ormai evidente che tali entità non intendano perseguire la Pace, le chiedo con la massima umiltà, Signor Presidente, di mettere immediatamente fine ai combattimenti attualmente in corso e di concentrare ogni sforzo possibile del suo Paese nel ricercare una soluzione pacifica al contenzioso che contrappone la federazione russa all’Ucraina.

Grazie della cortese attenzione e cordiali saluti.

 

Yvan Rettore

 

 

 

lunedì 21 marzo 2022

NON ESISTONO POPOLI SUPERIORI AD ALTRI!

 

Stamane un mio contatto sui social ha tentato di polemizzare con il sottoscritto sostenendo che i soldati russi sono comunque migliori degli americani in quanto (secondo lui) questi ultimi si sono sempre dimostrati più brutali dei primi dovunque sono andati nel mondo.

Ho troncato subito il discorso perché trovo certi paragoni assolutamente improponibili quanto squallidi perché l'intolleranza e il razzismo sorgono proprio attraverso simili atteggiamenti e sono poi l'humus di qualsiasi movimento neonazista.

Le persone malvagie sono dovunque e trascendono distinzioni di ordine etnico, religioso, linguistico o sociale.

Affermare che vi siano popoli moralmente superiori ad altri è l'antitesi dell'umanità e del riconoscimento di una unica razza di uomini: quella umana!

Inoltre, da condannare sono le classi dirigenti che nel mondo continuano a ricorrere alle guerre per affrontare contenziosi che invece potrebbero e dovrebbero essere risolti unicamente per via negoziale.

Nel primo caso, si rimane allo stadio selvaggio e di una stupidità apparentemente congenita del genere umano in cui a farne le spese sono unicamente le popolazioni che risultano vittime di certe scelte sciagurate.

Nel secondo caso, si evolve verso uno stadio di civiltà che consente di trovare soluzioni pacifiche e costruttive per tutti.

Quindi se bisogna prendersela con qualcuno, facciamolo con questa squallida classe dirigente, cercando di crearne un'altra che sia in grado di garantire effettivamente la pace nel mondo ed evitiamo di scendere al livello di operare paragoni squallidi quanto del tutto fuori luogo per tentare di giustificare sciocche superiorità di un popolo rispetto ad un altro!

 

Yvan Rettore

domenica 20 marzo 2022

IL MITO DELL'ENERGIA NUCLEARE DESTINATO A RIMANERE TALE

Ci vogliono più di 10 anni per realizzare una centrale nucleare e il grosso problema legato a quelle di nuova generazione è che consumano molta acqua e devono quindi essere realizzate vicino a corsi d'acqua.
I costi di gestione e di manutenzione poi sono notevoli (ad esempio, la Francia ha dovuto investire oltre 100 mia di Euro in interventi di manutenzione e 1/3 dei reattori attualmente è fermo), per non parlare della questione comunque irrisolta delle scorie.
Inoltre, la vita media di una centrale non va oltre i 30 anni e ci vogliono circa 20 anni per dismetterla con tutti i problemi e costi che ciò comporta.
Se il costo a Kwh può apparire inizialmente vantaggioso, quelli successivi sono talmente ingenti da non ritenere quindi affatto interessante questa fonte energetica.
Non a caso, gli USA non hanno più costruito centrali nucleari sul loro territorio dal 1979.
Detto questo, mettiamoci una bella pietra sopra e guardiamo altrove se vogliamo parlare sul serio di energie alternative a quelle di origine fossile.

Yvan Rettore

domenica 13 marzo 2022

SE VOGLIAMO LA PACE, DOBBIAMO CREARE LE CONDIZIONI PER CONQUISTARLA E MANTENERLA

 

Lo scrittore romano, Publio Vegezio Renato (vissuto tra il IV e il V secolo dopo Cristo) un giorno ebbe a dire:

Lo scrittore romano, Publio Vegezio Renato (vissuto tra il IV e il V secolo dopo Cristo) un giorno ebbe a dire:

“Dunque chi aspira alla pace, prepari la guerra.

Questa sua affermazione fu modificata nel modo seguente (tanto che secoli dopo la fece sua anche Mussolini): “Se vuoi la pace, prepara la guerra”.

Altresì ho perfino sentito in questi giorni giornalisti autorevoli, come Travaglio, giustificare il ricorso alle armi in merito al conflitto attualmente in corso in Ucraina.

E buona parte del Mainstream e della classe politica appoggiano incondizionatamente tale posizione.

Migliaia di anni di “presunta” civiltà per poi rimanere saldamente inchiodati alla logica deleteria quanto assurda che vuole che ad una violenza subita si debba comunque sempre reagire con una violenza possibilmente superiore per riuscire ad imporsi sull’avversario.

Sono passati anni, secoli, ma in questo siamo ancora rimasti ai tempi bui del Far West dove in un duello soltanto uno doveva rimanere in piedi.

Invece di imporre la forza del dialogo e dell’inclusione, di costruire con decisione e fermezza un percorso di pace partendo da un cessate il fuoco, l’UE continua a mandare armi e l’Italia del governo Draghi (come ormai è sua consuetudine) a violare sia la Costituzione (art. 11) che la normativa 185/90 sull’export di armi, facendo quindi altrettanto.

L’ONU rimane assente e succube della NATO (che ne copre la maggior parte delle spese) e personalità autorevoli come il Papa diffondono belle parole restandosene comunque immobili nei sontuosi palazzi del Vaticano.

Quindi migliaia di anni di progressi e di presunta civiltà per arrivare a questo?!

A tornare ancora una volta agli atteggiamenti di intolleranza e di cattiveria del passato che tanto dolore e morti hanno arrecato all’insieme dell’umanità?

Pensiamo davvero che costruire la pace consista nell’additare soltanto alcuni popoli (e non altri) costretti a subire le angherie del despota di turno (e anche l’Occidente ne ha più di uno in questo momento), andare alle manifestazioni con una bandierina o esponendo degli slogan ammuffiti, istituire una giornata della pace, realizzare un parco a suo nome, dipingere panchine con i suoi colori o lavarsi la coscienza mandando denaro, indumenti, viveri o medicinali a talune popolazioni in guerra e non ad altre?!

Beh…se pensiamo tutto questo allora significa che non abbiamo capito un accidente su come si possano costruire le basi di una pace autentica, credibile e duratura.

Quante scuole e/o entità educative ci sono nel nostro tanto progredito Occidente che insegnano ai bambini i valori che costituiscono i pilastri della pace?

Quante educano alla tolleranza, all’accoglienza, alla solidarietà e all’amore e rispetto verso il prossimo e il mondo in cui viviamo?

Quante forniscono una conoscenza genuina e priva di pregiudizi delle diversità religiose, culturali, sessuali e sociali che contraddistinguono i vari popoli ed etnie che costituiscono il genere umano?

Le risposte a queste domande sono probabilmente vicine allo zero o poco più.

Questa è una triste realtà perché questo ammasso impressionante di ignoranza costituisce la colonna portante della paura che alimenta ogni regime politico, il quale poi la usa per fomentare e generare violenze e sopraffazione tali da giustificare il presunto inevitabile ricorso alla forza che è rappresentato dalla guerra.

Mi si dirà che sono belle riflessioni le mie ma non certo in grado di scalfire nemmeno minimamente l’esistente.

Rispondo che è vero, aggiungendo però da una parte che sarebbe comunque il caso di cominciare a farci tutti promotori di pace e a rivendicare tale percorso all’interno dei plessi scolastici e delle strutture educative o quanto meno partire da momenti extrascolastici in grado, comunque, di attuarli con l’appoggio ed il sostegno concreto e diretto di tutte le entità locali.

Dall’altra, sarebbe utile cominciare ad “assediare” tutte le sedi governative e diplomatiche coinvolte, spingendole a trovare una soluzione pacifica al conflitto attualmente in atto.

E non da ultima, mandare brigate internazionali di pace sul territorio ucraino non soltanto per andare in soccorso delle popolazioni civili ma anche per opporsi con la sola presenza fisica e regalando semmai fiori ai combattenti sia ucraini che russi onde cercare di far loro capire quanto sia assurdo proseguire come hanno fatto finora.

Impossibile?

Assolutamente no!

La popolazione russa del Donbass lo ha fatto l’altro giorno nei confronti di blindati ucraini che di fronte alla resistenza pacifica di quella popolazione ha preferito fare dietrofront.

E l’esercito russo da parte sua non ha sparato un solo colpo.

Con questo tipo di azioni si costruisce la pace.

 

Yvan Rettore

giovedì 3 marzo 2022

DUE PAROLE SULL’EVENTO “FAR RINASCERE LA SPERANZA” CHE SI È TENUTO A VEGLIE IL 28 FEBBRAIO 2022

 

Ho apprezzato il contenuto del comunicato di Andrea Coppola relativo a tale evento.

Termini come “pace” e “speranza” sono molto significativi, specie in un’epoca di intolleranze e disuguaglianze crescenti come quella che stiamo vivendo.

Siccome trattasi di valori cristiani, vorrei ricordare un miracolo operato da Gesù, quello del lebbroso.

Lui accolse quest’ultimo con amore e sconfisse quel male terribile che lo attanagliava.

Ecco, ritengo che se si vuole parlare di “pace” e di “speranza”, bisogna cominciare innanzitutto ad accogliere senza remore ogni essere umano.

Invece, ho trovato particolarmente indicativo che in quella sede, lunedì scorso, non abbiano potuto accedere tutti coloro che non erano muniti di green pass.

Non sembra un’incongruenza tale attitudine?

La pace si costruisce includendo perché se cominci ad escludere ottieni l’esatto opposto.

Da cristiano e da persona che crede fermamente nell’inclusione dell’altro, ritengo che sia stato del tutto incoerente non consentire ad altri esseri umani di non poter aderire effettivamente a tale evento.

Gesù e tanti altri uomini che hanno sacrificato la propria vita per amore dell’umanità ci hanno insegnato ben altri valori ed il primo fra essi risiede proprio nell’accoglienza da farsi senza alcun condizionamento perché altrimenti non si tratta più di accoglienza in quanto tale, ma di una preselezione arbitraria ed inumana tra individui che meritano comunque tutti la stessa dignità ed uguaglianza di trattamento.

 

Yvan Rettore


REALIZZAZIONE DI UN ECOCENTRO A VEGLIE: UN DOVERE COMPIUTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE NEI CONFRONTI DELLA CITTADINANZA

 

Mi congratulo personalmente con l’amministrazione comunale in carica per avere completato la realizzazione di un ecocentro a Veglie.

Tuttavia, vorrei far loro presente che si trattava di un’opera da iscriversi fra i suoi doveri nei confronti della cittadinanza in quanto non si può logicamente pensare ad una raccolta differenziata efficiente senza la presenza nel comune di tale struttura.

Quindi Veglie non ha fatto altro che allinearsi a quanto già concretizzato da anni nella stragrande maggioranza dei comuni italiani a cominciare da quelli circostanti.

Nello svolgimento delle proprie mansioni è doveroso ricordare che qualsiasi amministrazione comunale ha dei compiti ben precisi da svolgere oltre a quelli ordinari.

Non bisogna quindi definire tali traguardi (come appunto la realizzazione di un ecocentro) come conquiste da usare poi in una propaganda elettorale in quanto appunto risultano rientranti nelle azioni che qualsiasi comune è tenuto di portare a compimento.

Altra questione è quella legata effettivamente a interventi migliorativi che esulano da queste ultime e che definiscono se effettivamente un’amministrazione comunale è riuscita a realizzare opere innovative volte a creare un progresso effettivo complessivo nella comunità che ha gestito.

In questo contesto si inquadrano interventi volti a migliorare in particolare il quadro occupazionale, socioeconomico, sanitario e ambientale del comune.

E mi spiace dirlo, ma l’attuale amministrazione non si è affatto dimostrata finora all’altezza di quanto promesso in campagna elettorale.

E quindi aspettiamo per vedere.

 

 

 

 

Yvan Rettore

 

ALCUNE RIFLESSIONI SULL’ACCOGLIENZA DI PROFUGHI UCRAINI NEL COMUNE DI VEGLIE

 

Fermo restando che convengo che qualsiasi essere umano che intenda fuggire da una situazione di guerra o da persecuzioni nel proprio Paese debba essere accolto in quanto la Terra dev’essere considerata la “Casa di tutti gli esseri umani” al di là di qualsiasi frontiera o barriera, ritengo che in merito alla questione ucraina sia doveroso operare certe riflessioni.

Prima di tutto vorrei ricordare che attualmente nel mondo ci sono decine di altri conflitti (alcuni molto vicini a noi, in Nordafrica e Medio Oriente) come indicato fra l’altro dall’autorevole organizzazione no profit, ACLED (Armed Conflict Location & Event Data Project).

Come sta avvenendo in Ucraina, anche in diversi altri paesi vi sono centinaia di migliaia di esseri umani in fuga che hanno bisogno di essere accolti.

Quindi se appare doveroso accogliere i profughi ucraini lo dev’essere altrettanto verso profughi provenienti da altre nazioni, evitando una volta tanto di applicare la solita logica occidentale dei “due pesi e due misure”.

Perché dico questo?

Perché ad esempio non mi risulta che quando la NATO bombardò Belgrado o Baghdad vi sia stata una tale solidarietà e predisposizione all’accoglienza da parte del nostro Paese nei confronti delle popolazioni ivi colpite.

E se c’è stata, è stata molto limitata e scarsamente incisiva.

Ultimo punto, ma non di poco conto.

Come contano le autorità locali comportarsi con i rifugiati in merito alle norme anti-Covid?

Tengo a precisare che buona parte degli ucraini non sono vaccinati o se lo sono lo sono con il vaccino russo Sputnik che fino a poco tempo fa non veniva accettato in gran parte dei paesi occidentali.

Devo credere che il Super Green Pass non verrà loro applicato come richiesto dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia?

Anche in questo caso, le norme applicate nel nostro Paese devono valere per tutti i residenti altrimenti si configurerebbe un abuso nei confronti di coloro che già vi risiedono ed in particolare una violazione palese dell’art. 3 della Costituzione.

In conclusione, va bene accogliere i profughi ucraini ma altrettanto dev’essere garantito comunque allo stesso modo a profughi provenienti da altri paesi che si trovano in situazioni di conflitto e di violazione dei diritti umani e le norme anti-Covid devono valere per tutti senza deroghe o eccezioni.

 

Yvan Rettore