martedì 31 agosto 2021

E' TORNATO IL VECCHIO FILM DEI CATTIVI MANIFESTANTI!

Ora, come al solito, per denigrare chi si oppone al green pass, hanno iniziato ad infiltrare nelle manifestazioni i soliti agenti perturbatori.

Tattica antica per far credere all'opinione pubblica che siamo tutti cattivi e pronti ad azioni violente o addirittura sovversive.
E' un film già visto e i manifestanti devono vegliare ad organizzare bene i cortei verificandone la composizione con un servizio d'ordine permanente.
Naturalmente, adesso si sono svegliati tutti i talk show, tg e carta stampata per sparlare di quella manciata di soggetti facendoli passare in modo assolutamente fuori luogo come maggioranza di coloro che si oppongono ai vaccini e al green pass.
Sono tornati ad identificarci come "no vax", quando invece solo una netta netta di noi lo sono.
Insomma tutto fa brodo per darci addosso.
E allora a noi non resta altro che rimanere fermi nelle nostre convinzioni e diffondere a manetta tutte le verità su queste vicende perché a differenza di loro noi non abbiamo bisogno di inventarci ogni giorno una balla per rinforzare le nostre posizioni che si fanno via via sempre più solide.


Yvan Rettore

domenica 22 agosto 2021

LA LOGICA DEL GREGGE: L'HUMUS DELLA DITTATURA!

Gli uomini si sentono sicuri quando decidono di appartenere al "gregge" di maggioranza e pur di restarci rinunciano all'elaborazione di qualsiasi pensiero proprio e si conformano ai dogmi dominanti in quell'entità.

Per questo motivo, l'uomo può essere geniale quando viene preso singolarmente ma completamente privo di raziocinio e perfino di emotività proprie quando viene annullato dentro un contesto di dominio collettivo.
La paura irrazionale che allora si insedia in lui, calmierata (ma soltanto in apparenza) da una falsa sicurezza dettata dall'appartenenza ad un gregge maggioritario, è talmente preponderante da fargli perdere davvero la bussola della ragione.
Così comincia qualsiasi dittatura perché un regime totalitario non si fonda sulla logica delle cose ma sulla paura che riesce ad imporre e attraverso la quale può fare ciò che più gli aggrada senza alcun ostacolo.
E come dimostrato più volte in Italia (ma anche in diversi altri paesi del mondo) dal '45 in poi, non è necessario giungere ad un colpo di Stato per riuscire a concretizzare nei fatti una simile situazione.


Yvan Rettore



sabato 21 agosto 2021

PRESIDENTE MATTARELLA: "VACCINARSI, UN DOVERE. E' L'UNICO STRUMENTO EFFICACE": MA STIAMO SCHERZANDO?!

E' assolutamente inconcepibile ed inammissibile che la massima autorità dello Stato abbia osato pronunciare simili parole in quanto ha violato l'imparzialità che gli compete e ha dimostrato di non considerare l'art. 32 della Costituzione, le convenzioni di Norimberga e di Oviedo, la Risoluzione del Consiglio d'Europa del 28 gennaio scorso e il Regolamento UE del 14 luglio scorso che la non obbligatorietà di sottoporre i cittadini a vaccinazione sancendo che ogni individuo rimane libero di scegliere a quale trattamento sanitario sottoporsi.

E ha detto anche una bugia colossale perché gli impianti genici (e non vaccini) attualmente in circolazione non sono ormai più considerati strumenti (e manco unici) efficaci contro il virus.
Il Presidente Mattarella forse non è manco a conoscenza che questi impianti genici non essendo più l'unica cura contro il CoVid-19 sono destinati ad essere sostituiti in toto da ben cinque terapie come indicatore dal Regolamento UE in materia e questo a partire dal 1° ottobre 2021.
L'AIFA avendo già concesso due di queste terapie (una quanto al plasma sintetico sulla falsa riga di elaborò con successo il compianto Dottor De Donno), cosa pubblicata nella GU ha in pratica già delegittimato il ricorso agli impianti genici (che l'EMA aveva acconsentito a un titolo sperimentale in assenza di altre cure) e il Green Pass (di cui stranamente il Presidente Mattarella non ha la manifestazione di incostituzionalità e trattati internazionali sottoscritti dall'Italia).
Un Presidente che si comporta in un modo così parziale, approssimativo e non avendo piena consapevolezza della tutela dell'incolumità dei cittadini dovrebbe essere revocato immediatamente dal proprio incarico.
Se fossimo un Paese serio, un simile sarebbe già stato preso.

Yvan Rettore




mercoledì 18 agosto 2021

PERCHE' I TALEBANI SONO TORNATI AL POTERE IN AFGHANISTAN?

Il ritorno dei talebani al potere in Afghanistan ha segnato il fallimento della dottrina Bush di poter imporre la democrazia capitalista al resto del mondo a suon di cannoni e di occupazioni militari prolungate e indefinite.

In realtà le forze militari occidentali non sono mai riuscite ad avere un pieno controllo di un paese che nemmeno l'Impero Britannico riuscì mai a soggiogare, tanto che il Presidente dell'Afghanistan era ironicamente chiamato il "Sindaco di Kabul".

Il fallimento occidentale è dovuto alla solita miopia occidentale che consiste nel credere di essere a priori la migliore civiltà possibile sul pianeta e di non avere bisogno di prendere lezioni da nessuno.

In questi lustri, nulla è stato veramente fatto per realizzare una evoluzione civile, sociale e culturale che consentisse l'avvento di nuove generazioni in grado di superare i dogmi rigidi dei talebani.

Non si è investito nell'istruzione, nella sanità e nelle infrastrutture lasciando isolate e abbandonate intere aree del Paese in cui i talebani hanno potuto continuare ad imporre indisturbati il loro modello di società.

Ci si è accontentati di armare e formare delle forze dell'ordine prive però di un vero senso e conoscenza delle istituzioni democratiche che avrebbero dovuto difendere.

Si è lasciata ristagnare una classe dirigente fantoccio al servizio esclusivo degli interessi occidentali e al controllo di una componente importante della Mezzaluna d'Oro (regione asiatica con la maggior produzione di oppiacei al mondo comprendente oltre all'Afghanistan, l'Iran, il Pakistan e in misura minore l'India e il Nepal).

Era ovvio che con tali premesse questa "democrazia di facciata" non potesse reggere all'onda d'urto dei talebani dominanti culturalmente e socialmente in tutto il Paese.

Hanno saputo aspettare e per anni hanno seminato la loro presenza in tutto l'Afghanistan, riuscendo ad avere un consenso popolare che si sarebbe tranquillamente potuto sgretolare se si fosse investito davvero in quel "capitale umano" che è l'unico che può veramente cambiare le cose in meglio in qualsiasi paese del mondo.

Si è preferito optare per un atteggiamento di tipo coloniale e nulla più.

E col tempo è una strategia che si rivela sempre fallimentare.

L'Afghanistan ne è l'ennesimo esempio.


Yvan Rettore





lunedì 9 agosto 2021

INTRODUZIONE DEL GREEN PASS E GLI ITALIANI CHE FINALMENTE REAGISCONO

Non intendo soffermarmi sulla ormai infinita (e a tratti esasperante) querelle che contrappone da settimane i sostenitori del green pass e coloro che legittimamente vi si oppongono.

Ciò che trovo suggestivo (gli italiani non smetteranno mai di sorprendermi) è dover constatare che per riuscire a far tornare il popolo italico nelle piazze ci sono volute delle restrizioni ai loro svaghi.

Perché può andar bene tutto, ma non puoi togliermi la libertà di andare come voglio al bar o al ristorante, di dover rinunciare alla palestra e di evitare cinema, musei ed eventi ricreativi.

Eh no, questo non è ammissibile per tanti (per fortuna non tutti, altrimenti significa che siamo giunti davvero alla canna del gas in questo Paese) fra coloro che sono scesi in piazza protestando contro la dittatura sanitaria in corso.

Però sono oltre trent'anni che nel nostro Paese, l'impoverimento della popolazione si è generalizzato, che i disastri e dissesti ambientali sono ormai all'ordine del giorno e che il crimine organizzato non è mai stato così potente e colluso con le istituzioni e soltanto alcunesparute frazioni di individui hanno protestato e si sono davvero mobilitate contro questa involuzione solo caratteristica dell'Italia.

Le nostre istituzioni hanno letteralmente "massacrato" il mondo del lavoro rendendolo sempre più precario e privo di garanzie essere i primi in Europa per numero di incidenti annuali sul posto di lavoro), fatto a pezzi la previdenza rendendola accessibile sempre più ai potentati della finanza internazionale (tanto che oggi con la pensione statale, si fa sempre più la fame), ridotto il SSN chiudendo ospedali e aziendalizzando tutto che era possibile pagare prestazioni ai cittadini che prima erano gratuite, non si è investito uno straccio di Euro nella prevenzione ambientale, si è cementificato dovunque e inquinato a più non posso, per non parlare di un sistema di istruzione che fa acqua da tutte le parti e appare sempre meno adeguato a formare le generazioni future....

Ma a fronte di tutto questo scempio, gli italiani sono rimasti in grandissima parte a guardare.

A cominciare dalle forze politiche, ormai veri e propri comitati d'affari che si limitano a strumentalizzare qualsiasi cosa pur di avere una manciata di visibilità che possa servire a mantenerli vivi dopo ogni campagna elettorale.

Entità ormai asfittiche ed incapaci di lottare davvero per il bene del Paese, come dimostrato benissimo attraverso il sostegno ormai incondizionato ad un governo, quello attuale, che proseguirà senza sosta nell'opera di smantellamento di ciò che resta dello Stato sociale per consegnare poi gli ultimi brandelli di "gioielli" nostrani alla grande finanza internazionale.

Quindi che lezione trarre da tutto questo?

Forse che per far muovere davvero gli italiani bisognerebbe colpirli ancor di più in ciò che resta nel settore degli svaghi facendo loro finalmente capire che non puoi davvero goderli se non hai la piena consapevolezza che la libertà di movimento non viene riconosciuto dal Padreterno una volta per tutte ma che è scritta in un testo chiamato "Costituzione" che è alla base di ogni nostra libera scelta attuale e futura.

Yvan Rettore






domenica 1 agosto 2021

I FESTIVAL LETTERARI LOCALI

L'Italia è il Paese dei festival letterari locali. 

In uno Stato in cui si legge sempre meno e che risulta essere fra gli ultimi in Europa come numero complessivo di lettori (tanto che ormai in Italia si parla di analfabetismo funzionale dilagante) ci sono però un numero esagerato (e in crescita) di concorsi letterari locale.

Diversi sono di tutto rispetto e esistono da anni ma la maggior parte nascono da un giorno all'altro su iniziativa di varie entità locali e non a caso sono spesso abbinati a eventi che non hanno a che fare direttamente con la letteratura: sagre, feste di paese, manifestazioni religiose, commemorazioni storiche, società di servizi, ecc....

Tutto fa brodo pur creare una novità che sia in grado di attrarre i riflettori della stampa locale (e di una richiesta nazionale) come elemento aggiuntivo alle offerte che la terra coinvolta è già in grado di presentare sul piano turistico.

Non a caso molti concorsi letterari si concentrano nei periodi in cui le attività e proposte turistiche risultano maggiori rispetto al resto dell'anno.

L'aspetto suggestivo di questo tipo di eventi è che il più delle volte viene organizzato da entità o personaggi locali che hanno una percezione del significato del termine "cultura" e che si impegnano a realizzare pur di riuscire a trovare in mostra per trovare altre fonti di reddito o di visibilità.

Ovviamente questo accade soprattutto nelle zone più depresse ma anche i territori più prosperi del Paese non sono esenti da questo fenomeno.

Non sempre gli scrittori o poeti locali più in gamba vengono invitati a tali manifestazioni perché lo scopo di tali eventi è di dare priorità agli interessi di chi li fa piuttosto che di quelli di chi vi partecipa.

E anche nel caso in cui il concorso letterario venire in rete attraverso una libera pubblica, privilegiati, sia nella pubblicizzazione che nella premiazione, risulterebbero soprattutto che avrebbero avuto la fortuna .

Spesso i relatori serate di presentazione sono individui che non hanno dimostrato mai (o lo hanno fatto in modo né tali per poter giudicare in modo autorevole una qualsiasi opera letteraria.

Non soltanto si tratta di personaggi che non hanno mai scritto nulla di interessante e di rilevante nella loro vita, ma la beffa è che si ritrovano addirittura a fare da relatori unicamente perché ricoprono un ruolo (effimero) mediaticamente o politicamente importante e quindi accettare un simile incarico significa per loro avere la possibilità di acquisire maggiore visibilità e notorietà a livello locale.

Al di fuori da quegli ambiti infatti, risultano sconosciuti ai più perché se è vero che la mediocrità non ha confini è altrettanto vero che al di fuori della propria zona di influenza si devono fare necessariamente i conti con entità ed individui in possesso di un livello di cultura ormai consolidata e affermata.

E con tali, questi protagonisti della vita locale non riuscirebbero proprio a confrontarsi visto il divario culturale esistente soggetti.

Perfino la composizione delle giurie fa spesso sorridere perché sono costituite più da notabili del paese che da gente veramente acculturata e quindi capace di porre un giudizio valido e interessante su una qualsiasi opera letteraria.

Un'altra singolarità di questo tipo di manifestazioni risiede nel fatto che nelle località in cui si svolgono, vengono poco pubblicizzati (rari sono infatti i manifesti nei locali, ancor meno circolano volantini pubblicitari) e la loro diffusione avviene prevalentemente attraverso i social e qualche organo di stampa locale.

Di conseguenza il pubblico che partecipa a tali iniziative è in gran parte membro della greppia di uno dei relatori e/o organizzatori risulta accessorio quanto riduttivo quello legato allo scrittore e/o poeta che viene presentato durante la serata attraverso l'opera che ha scritto .

Per questo motivo in tali eventi vi sono spesso persone (si arriva a poche probabilità le probabilità con interventi di spessore tali da) quasi come venire ad mettere a nudo tutti i loro limiti culturali ed intellettuali.

Concludo affermando che un concorso letterario degno di questo nome dovrebbe essere realizzato in modo del tutto dis interessato quanto da persone acculturate o associazioni che sanno concretamente cosa "cultura" e che lo dimostrano sicuramente all'interno di attività che vanno al di là del festival stesso.

Le giurie dovrebbero essere composte esclusivamente da personalità di rilievo (sia a livello locale che non) del mondo della cultura e non dominate da individui privi di simili requisiti.

E queste caratteristiche tipiche di grandi concorsi letterari nazionali come lo "Strega" o il "Campiello", possono trovare una collocazione analoga pure a livello locale.

Basta volerle quindi nei modi che devono finire che finiscono di cadere nella realizzazione di eventi poco a che fare con la cultura e che servono quindi quasi esclusivamente a dare visibilità e un prestigio del tutto ingiustificato a personaggi locali che al di fuori di tale ambito non possono ad affermarsi.

Tengo ancora a precisare che questo intervento è rivolto ai concorsi letterari relativi a località medio piccole e non a quelli che avvengono in città o capoluoghi di provincia in cui tali logiche (per fortuna) non sono presenti o comunque non in modo così dominante.


Yvan Rettore