martedì 30 marzo 2021

LETTERA APERTA AL SINDACO CLAUDIO PALADINI E ALL’ASSESSORE MARCO MICCOLI IN MERITO AL DIVIETO DAL 1.05.2021 DEI SACCHI NERI O NON TRASPARENTI PER IL CONFERIMENTO DEI RIFIUTI

 

In questi ultimi anni diversi comuni, attraverso l’imposizione di sacchetti trasparenti per la raccolta differenziata, hanno dato modo agli addetti di tale servizio di eseguire un controllo effettivo sulla regolarità della distinzione dei rifiuti da parte dell’utenza.

Conviene subito affermare che questo genere di azioni non è assolutamente consentito in quanto il fatto di andare ad operare una verifica su tali contenuti potrebbe essere configurato come una vera e propria violazione della privacy.,

Di conseguenza, fatture, estratti conto, bollette e scritti con dati personali, imballaggi o scatole relative a medicinali (che riguardano lo stato di salute di un individuo), le tipologie di prodotti alimentari consumati (attinenti al livello di vita e alla situazione finanziaria di una persona) e diversi altri oggetti (tipo i pannoloni per persone di una certa età) rientrano in questa sfera privata di ogni cittadino.

Il Garante della Privacy ha affermato attraverso l’adozione di due provvedimenti che il fatto di imporre buste trasparenti può rappresentare una misura eccessiva in merito alle finalità di controllo prevista dagli enti locali.

La normativa riguardante l’uso di sacchetti della spazzatura trasparenti rivela che rovistare nella spazzatura altrui risulta non soltanto una violazione della privacy ma può perfino configurarsi come un reato di furto, dato che l’insieme di tutto ciò che viene depositato nei cassonetti o nei mastelli non deve essere ritenuto come abbandonato ma diventa proprietà del Comune che è autorizzato a disporne come meglio gli aggrada (discarica, riciclo, distruzione, ecc.).

A prescindere da questa situazione estrema, permane comunque l’evidente possibilità di riuscire a curiosare anche in modo distratto.

Diversi comuni hanno adottato la pratica di rendere obbligatori per la raccolta domiciliare dei rifiuti i sacchetti trasparenti o semitrasparenti lasciati dai residenti nei pressi delle loro dimore in conformità a quanto indicato dal calendario stilato dal Comune.

L’addetto incaricato può così procedere alla verifica di quanto è contenuto in ogni singola busta e informare l’utente circa possibili anomalie mediante l’applicazione di avvisi sui sacchetti.

Onde preservare la riservatezza delle persone, il Garante della privacy (vedi provvedimento del 14.07.2005) ha quindi deciso di introdurre alcune regole in merito all’uso delle buste bio utili per procedere alla raccolta differenziata:

·        è fatto divieto di ricorrere all’uso di sacchetti trasparenti quando la raccolta della spazzatura si svolge «porta a porta», situazione ideale per consentire gli estranei di venire a conoscenza non soltanto di cosa c’è dentro l’involucro di plastica, ma anche di riuscire ad appurare a chi appartiene (giungendo ad una stretta correlazione tra la detta busta  e la porta d’accesso dell’abitazione da cui proviene). Il Garante della privacy ha però fatto riferimento unicamente ai sacchetti trasparenti e non a quelli semi-trasparenti (attualmente impiegati nella maggior parte dei casi) che dovrebbero garantire potenzialmente una maggiore riservatezza, anche se poi nei fatti non risulta. Si spera che il Garante faccia al più presto chiarezza anche su questo aspetto, perché sembra che alcuni enti locali cavalchino questo vuoto giuridico per operare scelte che con tutta probabilità verranno bocciate quando si pronuncerà su tale questione.

·        sempre al fine di tutelare la privacy, non sono più legalmente ammissibili le etichette adesive nominative sui sacchi dell’immondizia o sul contenitore dei rifiuti, in particolare se quest’ultimo è posizionato direttamente in strada. Invece, il Comune è autorizzato a contrassegnare il sacchetto dei rifiuti con un codice a barre, un microchip o un dispositivo di identificazione;

·        eventuali ispezioni e aperture dei sacchetti dell’immondizia sono ammissibili soltanto qualora vi siano fondati indizi che l’utente abbia violato le regole sulla raccolta differenziata e, di conseguenza, unicamente nei riguardi di coloro che hanno contravvenuto la normativa vigente; rimangono invece del tutto vietate quando vengono eseguite in modo informale, con scopi preventivi o di controllo generico;

·        ispezioni e aperture dei sacchetti dell’immondizia possono essere eseguiti unicamente da operatori autorizzati quali gli agenti della polizia municipale, ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, dipendenti delle aziende municipalizzate. Soltanto questi pubblici ufficiali dispongono quindi della facoltà di emettere sanzioni. È invece vietato il controllo e non viene conferito alcun potere sanzionatorio agli operatori ecologici, che risultano spesso essere dipendenti di aziende spesso private; questi ultimi possono al massimo sollecitare l’intervento della polizia locale

Detto questo sarebbe doveroso che le autorità comunali formalmente competenti procedessero ad una modifica tempestiva dell’ordinanza nel rispetto della normativa qui indicata, ovvero che non possono essere imposti per la raccolta differenziata porta a porta sacchetti trasparenti.

 

Yvan Rettore

Presidente di “Rinascita Vegliese”

sabato 20 marzo 2021

LA FAVOLA DEI PAESI PIU' FELICI DEL MONDO

 


Anche quest'anno il World Happiness Report stilato dalle Nazioni Unite, ha esaminato lo stato della felicità globale di 156 Paesi, giungendo a dichiarare che Finlandia, Islanda, Danimarca, Svizzera e Olanda sono i paesi più felici del mondo.
L'Italia è al 25* posto.
Ovviamente trattasi di una visione e di conclusioni tipicamente occidentali e infatti non è un caso che fra i primi 10 paesi di questa speciale classifica vi siano unicamente nazioni appartenenti a quel mondo.
Conviene cominciare col dire che c'è un errore di fondo tipico proprio degli occidentali, in quanto in quei lidi si parla sempre di felicità confondendola però con la serenità.
Questo perché la felicità non è uno stato permanente ma momentaneo che si può raggiungere unicamente con la serenità. Quindi, contrariamente a quanto afferma l'ONU, non si dovrebbe parlare di "diritto alla felicità" ma piuttosto di "diritto alla serenità".
Non a caso diversi fra i paesi presuntamente più felici del pianeta sono fra quelli col più alto tasso di suicidi e i maggiori casi di depressione al mondo.
Il che contraddice nettamente proprio gli esiti di tale ricerca.
A questo punto conviene però soffermarsi sui parametri sui quali si è fondata quest'ultima:
- Livelli di PIL pro capite. Si può scoprire la felicità con poco denaro perché spesso e volentieri è fatta di piccole cose e non dipende certo dal PIL procapite (come al solito in Occidente tutto deve sempre essere misurato attraverso il "Dio Denaro").
- Supporto sociale. Se si vive in una società di tipo communitario in cui solidarietà e condivisione sono la regola anziché l'eccezione, il tema del supporto sociale viene in gran parte superato.
- Aspettativa di vita. Gli uomini più vecchi del mondo vivono nella zona del Caucaso (non certo in Occidente) e chissà come mai non hanno mai trascorso la loro vita negli agi materiali occidentali. Però riescono a vivere molto più di noi occidentali e soprattutto meglio, perché ciò che conta non è invecchiare, ma come si invecchia! Quindi essere povero non significa automaticamente che non si possa scoprire la felicità. Anzi!
- Libertà nel prendere decisioni. Ma siamo proprio così sicuri che nel mondo occidentale ci sia questa libertà che viene comunque fortemente limitata dalla disponibilità di denaro?! Tale libertà si manifesta effettivamente proprio quando sfugge a tale logica e che si riesce a prendere decisioni indipendentemente dall'ammontare del conto in banca. Questo è essere veramente liberi!
- Generosità. Nella classifica del 2021 si nota che i primi posti sono occupati (non a caso) soltanto da paesi occidentali. Strano che la generosità vi sia così diffusa, dato che sono le sedi di diversi fra i principali potentati finanziari e multinazionali pianeta, impegnate da parecchi decenni a distruggere la serenità (e non solo) delle popolazioni del Sud del mondo, sfruttando ogni risorsa dei loro paesi in modo indiscriminato. Dove sarebbe quindi tutta questa generosità?!
- Percezione della corruzione - Se la corruzione è endemica in gran parte del Sud del mondo, questo è dovuto al fatto che viene alimentata da entità sopratutto occidentali (ma ora anche cinesi) per poter continuare ad agire in modo del tutto indisturbato nel proseguire il saccheggio delle ricchezze di quei paesi. E poi, anche se non si percepisce, la corruzione può essere dilagante e ben presente e attiva anche in paesi del tutto insospettabili che però anche grazie ad un elevato senso civico dominante riescono a rendere discreta e non visibile.
Detto questo, questo tipo di classifica lascia il tempo che trova e serve più per riempire i rotocalchi che per parlare seriamente del tema della felicità che si fonda su ben altri parametri e condizioni.
 
Yvan Rettore

venerdì 19 marzo 2021

PERCHE' "RINASCITA VEGLIESE"?

 

Sono tanti i motivi per cui un gruppo di cittadini vegliesi ha deciso di intraprendere una nuova esperienza politica attraverso la fondazione di "Rinascita Vegliese", entità che non intende assolutamente ripercorrere quanto fatto fin qui da altre realtà antecedenti e attuali.
Non si tratta soltanto di lottare per i diritti delle persone e la tutela dell'ambiente, ma anche di essere una forza propositiva e originale nel rilancio di una realtà in preda ad una decadenza che sembra irreversibile.
Si tratta di dare principalmente voce a chi non ce l'ha, ovvero a quella maggioranza silenziosa di vegliesi, ridando loro speranza e costruendo insieme a loro un percorso virtuoso che riporti questo paese ad essere un centro florido del Salento.
L'amministrazione attuale non sta purtroppo dimostrando di voler (o di essere in grado di) andare in tale direzione e i fatti finora parlano chiaro molto più di qualsiasi parola.
Di fronte a tale situazione non vi è manco una vera e propria opposizione nelle sedi istituzionali che possa veramente costituire una valida quanto credibile alternativa.
Anzi, il fatto che questa si limiti a qualche comunicato pubblicato di tanto in tanto sulla stampa locale e a qualche intervento effimero durante i pochi consigli comunali virtuali fa sì che risulti molto blanda se non addirittura inesistente nei fatti.
E questo aspetto costituisce senz'altro uno dei motivi maggiori per cui si è deciso di dar vita ad un nuovo soggetto politico locale che vada oltre le "liste civiche quinquennali" (quelle che sorgono a pochi mesi dalle elezioni comunali, mettendo insieme candidati prevalentemente in funzione del numero di voti che possono portare e che hanno programmi elettorali approssimativi quanto superficiali) e le forze politiche che vi si disperdono.
La politica è ben altra cosa rispetto a questa consuetudine noiosa quanto controproducente che viene propinata ai cittadini vegliesi ad ogni rinnovo della amministrazione comunale.
E "Rinascita Vegliese" non vuole assolutamente adottarla a sua volta e intende quindi operare con tutti gli strumenti possibili e nell'ambito dei diritti e libertà costituzionali per dimostrare che la politica non si riduce soltanto alle elezioni e ad un presenzialismo effimero nei banchi dell'opposizione in consiglio comunale.
E dato che tale opposizione di fatto non c'è più nelle istituzioni locali, noi intendiamo rappresentarla a pieno titolo ridando il più possibile voce al popolo vegliese, ovvero allì'unico vero titolare esclusivo della cosa pubblica in questo comune in quanto in una democrazia degna di questo nome è soltanto il popolo ad essere sovrano.
 
Yvan Rettore

sabato 13 marzo 2021

CONTINUA IL VALZER DEL "APRI E CHIUDI"

Con Draghi alla guida del Paese, siamo tornati praticamente ad una situazione analoga a quella che esisteva circa un anno fa con il tanto vituperato Conte.

Dopo un anno i nostri governanti non hanno ancora capito che questo tipo di misure generalizzate servono a poco o nulla perché appena si allentano le restrizioni ripartono gli assembramenti e quindi si diffonde nuovamente il contagio che poi porta ancora le autorità ad adottare provvedimenti di chiusura come quello di ieri.
Un cerchio vizioso quindi del tutto inutile quanto assurdo.
E allora la scelta sta tra due opposti.
Quella indicata da alcuni presidenti della regione che sostengono che bisogna limitare le chiusure e le restrizioni solo ai focolai effettivi, cosa che finora ha dimostrato una certa efficacia, da una parte.
Quella di accettare di convivere col Covid-19 senza restrizioni, focalizzandosi sulla cura mediante plasma (avvenuta finora con successo) piuttosto che su vaccini puramente sperimentali di cui non si conoscono gli effetti reali a breve / medio termine, dall'altra.
Il buon senso richiederebbe di adottare la seconda soluzione, ma purtroppo la miopia di certa politica unita ad interessi privati ​​colossali nell'ambito dei vaccini fanno sì che si continui a vivere una situazione surreale e dannosa per la maggior parte delle persone coinvolte.

Yvan Rettore

lunedì 8 marzo 2021

MORTE DI UN ALBERO IN VIA ITALIA NUOVA

 Oggi è morto un albero in via Italia Nuova a Veglie, uno degli ultimi rimasti.

Aveva visto nascere la maggior parte dei suoi abitanti e coloro che la frequentano quotidianamente.
Era sopravvissuto all'abbattimento generalizzato dei suoi fratelli vicini e resisteva imperterrito solitario in quella via in cui ormai pochi lo amavano davvero.
Era di taglia modesta ma dava fastidio ai più perché toglieva spazio ad un ulteriore parcheggio in una via che ormai viene invasa ogni giorno da centinaia di macchine.
E allora questa gente malvagia ha iniziato la sua opera distruttiva.
Prima rovinandone il tronco alla base, poi buttando dell'acqua calda e della candeggina nelle sue radici e poi cercando di spingerlo più giù.
La legge degli uomini aveva decretato che doveva morire perché secondo i loro autori la sua presenza poteva essere un potenziale pericolo per i pedoni e le macchine.
Un albero alto appena tre metri e con un tronco di modeste dimensioni rappresentava una minaccia come se fosse una sequoia o un platano.
Quanta assurdità in questa legge degli uomini a giustificare lo sradicamento di questa fonte preziosa di vita che sono gli alberi!
Perché queste meravigliose creature del nostro mondo non vanno abbattute, ma curate, accudite e valorizzate in quanto rappresentano la garanzia stessa dell'esistenza di ogni essere su questo pianeta.
E' grazie a loro che respiriamo e non attraverso i veleni delle nostre macchine e le colate di cemento e asfalto dei centri urbani ormai intristiti e grigi di smog e pieni di odori sempre più sgradevoli.
Quell'albero indomito ha continuato però a resistere e ha tentato disperatamente di aggrapparsi alla vita e questo anche se le sue foglie malate facevano vedere quanto soffrisse.
Poi stamane sono arrivati ​​gli uomini incaricati di ucciderlo e di farlo sparire letteralmente dalla faccia della Terra tanto da coprire perfino di asfalto ciò che rimaneva del suo ceppo.
Ora quell'albero fiero che ci salutava dall'alto del suo fogliame ogni volta che uscivamo e rientravamo a casa non c'è più e nessuno sa chi abbia dato di far eseguire la sua condanna.
Ma tanto cosa importa ?!
Se fosse stato curato e amato, quella fonte di vita avrebbe potuto campare ancora per numerosi anni e rinfrescare la nostra casa con la sua ombra preziosa.
Invece sono stati più importanti i regolamenti assurdi e occupare un misero terreno di qualche decina di centimetri per consentire agevolmente un altro parcheggio.
Personalmente proviamo una grande amarezza per questa inaudita cattiveria, perché tanto un albero non si può difendere e se dà fastidio basta abbatterlo in nome di un progresso inserito nel solco di una involuzione che potrà soltanto portarci a stare sempre peggio in un mondo in cui basterebbe davvero poco invece per stare meglio tutti, a cominciare dal rispetto del creato.

Anna Maria Russo e Yvan Rettore


domenica 7 marzo 2021

LA POLITICA DOVREBBE ESSERE UNA STAGIONE DELLA VITA

 Anni fa Kurt Furgler, uno dei più autorevoli politici elvetici dichiarò in una intervista che la politica è una stagione della vita.

Intendeva dire (come è tradizione in Svizzera) che ci si dovrebbe arrivare dopo un periodo di affermazione e autorevolezza professionale al fine poi di mettere a disposizione della collettività le proprie competenze ed esperienze.
Lui stesso ci arrivò tardi, ad oltre 40 anni e rimase un protagonista indiscusso della politica svizzera per quasi un quarto di secolo.
In Francia, fra la popolazione è da anni l'opionione dominante che chi fa politica per affermarsi nella vita sia un fallito.
Da svizzero quale sono (e quindi pragmatico) non sarei così radicale ma ritengo che effettivamente aveva ragione il compianto Furgler perché la politica dovrebbe essere un servizio che si fa alla c collettività e non un traguardo professionale fine a sé stesso come purtroppo accade in Italia, con i risultati disastrosi che ciò ha comportato finora.
Chiudo dichiarando quanto segue: "Conti per ciò che sei e non per il ruolo politico (effimero) che ricopri."

Yvan Rettore

L’ENERGIA EOLICA: PERCHE’ CONVIENE

 

Ultimamente la Terra d’Arneo è tornata alla ribalta della cronaca per via di progetti tesi a realizzare all’interno del territorio comunale delle pale eoliche.

Ma che cos’è l’energia eolica?

L’energia eolica è una forma di energia che si ricavata dalla forza del vento.

Grazie a diverse operazioni, quest’ultima viene trasformata in energia, soprattutto in energia elettrica.

La forza del vento consente di far girare le eliche delle pale eoliche attivando in tal modo una turbina.

Una energia cinetica viene prodotta da quest’aria circolante accompagnata da varie proprietà elettromagnetiche.

Il divario di carica elettrica che appare da questo procedimento diventa energia elettrica.   

Questo sul piano strettamente tecnico.

Sul piano storico conviene ricordare che l’energia eolica non è affatto una fonte energetica recente in quanto già nell’antichità l’energia eolica veniva impiegata dalle imbarcazioni e perfino dalle slitte nei territori più freddi del pianeta.

I mulini a vento sorti nelle civiltà mesopotamiche fanno parte ormai da diversi secoli parte integrante di diversi paesi europei e non solo e venivano usati nel funzionamento dei frantoi, per attivare le pompe dei pozzi e le segherie e magli per le fucine.

Bisognerà comunque aspettare gli inizi del secolo scorso per vedere i primi generatori elettrici in grado di essere attivati grazie all’energia eolica.

A questo punto conviene definire cos’è il parco eolico in cui vengono inseriti gli aerogeneratori.

Questi ultimi vengono realizzati dentro una area delimitata che porta appunto tale denominazione.

Generalmente gli aerogeneratori sono delle vere e proprie torri che possono giungere anche ad oltre 200 metri di altezza in cui si trovano le pale eoliche, fulcro fondamentale.

Tali impianti sono collegati tra loro attraverso una connessione di media tensione.

La comunicazione tra loro viene assicurata mediante un sistema di monitoraggio remoto.

Poi, un apposito trasformatore installato in una sottostazione tramuta in alta tensione la quantità di energia iniziale inserendola successivamente, grazie alla rete elettrica, in una cabina primaria.

L’installazione eolica presenta una potenza scostante e sottostante alle variazioni e caratteristiche del vento e dipende dalla quantità nonché dalla tipologia di aerogeneratori e dalla potenza energetica occorrente.

Detto questo, quali sono i vantaggi dell’energia eolica?

Si possono riassumere nei punti seguenti:

-        produzione di energia pulita

-        non inquinante

-        nessun rifiuto

-        di facile reperibilità

-        facile da sfruttare

-        durata dell’impianto di almeno 25 anni

-        macchinari facili da smantellare e da riciclare

-        il vento non presenta nessun costo.

Ovviamente vi sono anche degli svantaggi che possono essere racchiusi nei punti seguenti:

-        il costo di realizzazione, specie delle pale, risulta essere piuttosto oneroso

-        l’ammortizzazione della spesa complessiva richiede tempi piuttosto lunghi

-        l’impatto paesaggistico, anche se risulta essere comunque un elemento di carattere soggettivo

-        l’eventuale inquinamento acustico che però può essere notevolmente calmierato se (come è avvenuto in Danimarca) gli aerogeneratori vengono piazzati ad alcuni chilometri di distanza dalla costa, così da non comportare un grande impatto né sul piano acustico né su quello visivo.

Detto questo com’è la situazione dell’energia eolica nel mondo?

L’Italia si posiziona al momento al terzo posto in Europa dietro Germania e Spagna (in cui oltre un terzo dell’energia elettrica viene prodotta da aerogeneratori).

La Puglia e più in generale il Sud e le isole sono le regioni più coinvolte attualmente nella produzione di energia eolica in Italia.

Danimarca, Polonia e alcuni paesi orientali dei Balcani hanno diversi impianti di notevole caratura.

In Irlanda e Svezia sono stati realizzati perfino impianti in mare aperto.

Cina, Stati Uniti, Messico, Brasile e Cile sono poi nazioni molto avanzate sull’argomento.

Detto questo, conviene davvero dire di no all’insediamento di tali impianti?

 

Yvan Rettore

 


 

sabato 6 marzo 2021

QUEI SILENZI CHE OFFENDONO UNA DEMOCRAZIA

 Non sorprende che Draghi non si rivolga praticamente mai al popolo italiano rifugiandosi nel silenzio tipico del tecnocrate abituato a riferire soltanto a determinate persone e entità privilegiate del proprio operato.

Questa assennza di trasparenza e comunicazione tipica di una vera e propria oligarchia è soltanto uno dei tanti silenzi che offendono la nostra democrazia ormai sospesa.
Nel perfetto silenzio dei media di regime si è assistito infatti alla decisione da parte di questo esecutivo di appaltare il Recovery Plan ai tecnici di una società multinazionale di consulenza, la Mackinsey, con sede mondiale a New York.
Il tutto senza nemmeno fornire uno straccio di spiegazioni e comunque avvolto nella massima segretezza.
E come ciliegina sulla torta, è giunto il famigerato comunicato di Confindustria (massimo organo della nobilità borghese contemporanea) in relazione all'annuncio dei portuali genovesi di indire uno sciopero di cui ecco il contenuto:
“Si ricordino che una giornata di lavoro oggi è un privilegio“.
Una dichiarazione prepotente e indecente nei confronti di lavoratori, sfruttati proprio da lor signori per mantenere in essere un Paese in cui l'equità sociale è ormai un mito e nel silenzio assordante di una Sinistra parlamentare che ormai non si occupa più da tempo (o comunque non abbastanza) di chi sta peggio in Italia.

Yvan Rettore

mercoledì 3 marzo 2021

I FATTI NON SONO OPINIONI: SAREBBE ORA CHE I FASCISTI COGLIESSERO TALE DIFFERENZA!

 Ogni volta che posto un mio intervento contro il fascismo non manca mai l'idiota di turno che deve commentare in modo inopportunamente saccente i contenuti da me esposti.

Allora immancabilmente questi fenomeni tentano di fare un parallelismo patetico con il comunismo di stampo stalinista o maoista caratteristico di esperienze politiche che nulla hanno a che vedere con ciò che è stato il comunismo in Italia.
Che lo si voglia o meno, Il PCI nel nostro Paese è stato uno dei maggiori garanti dell'assetto democratico sorto dopo il crollo del fascismo.
Invece dal 1946 in poi, i seguaci di questa ideologia cosa hanno fatto?
Hanno tentato attraverso diversi tentativi di colpo di Stato di ripristinare un regime totalitario in Italia e si sono inseriti con successo in varie compagini politiche in cui persistono tuttora nel diffondere i loro principi e ideali distruttivi.
E questi sono fatti non opinioni!
D'altro canto non ho mai lontanamente confuso né assimilato i sostenitori di una Destra liberale con i proseliti del fascismo.
Anzi. mi duole constatare che nel nostro Paese non esiste più da diversi decenni e che per trovare personaggi di spessore e degni di rappresentarla bisogna ormai consultare dei libri di Storia.
E forse non bastano manco quelli!
Quindi direi ai sostenitori di questa gramigna della Storia (che è e rimane il fascismo) di attenersi ai fatti perché per fortuna non sono opinioni e non possono essere alterati dal qualunquismo di certi individui che fanno troppo spesso fatica a collegare il cervello con la mano o con la bocca.

Yvan Rettore