venerdì 31 marzo 2017

ALATRI: L'AFFERMAZIONE DELLA LEGGE DEL BRANCO!

La morte violenta di Emanuele Morganti, un ventenne di Alatri, per mano di un gruppo di vigliacchi assassini ci fa ricordare che, nonostante i tanti progressi del genere umano in ogni campo, la legge del branco ritorna ciclicamente ad affermarsi nei momenti e nei luoghi più impensabili.
Basta un niente, una parola di troppo, uno sguardo inopportuno e la collera di uno o più individui scoppia irrefrenabile e devastante tanto da trascinare nella sua scia altre persone che vengono attratte come calamite da questa escalation di violenza improvvisa.
Non si possono ridurre queste gesta all'uso spropositato di stupefacenti o alla predisposizione criminale degli aggressori, perché c'è qualcosa di intrinseco all'uomo, un elemento misterioso presente in diversi esseri umani che appare dormiente nella maggior parte dei casi per poi scatenarsi in modo assurdo e del tutto imprevedibile.
La cosa peggiore di questo tipo di azioni di gruppo è che si nota la manifestazione di una specie di godimento sia da parte degli aggressori che si sentono forti nell'adesione alla logica del branco che da parte di alcuni spettatori che assistono alla scena come se guardassero un film.
Il coraggio e la solidarietà di pochi per difendere la vittima vengono snobbati dai più, tanto che l'unico che li ha dimostrati in questo caso, è rimasto isolato e ha finito con l'essere aggredito a sua volta.
Sicuramente la carenza di valori e il crollo del sistema educativo nel nostro paese possono spiegare in parte quanto accaduto, ma è doveroso rammentare che tali fenomeni di violenza improvvisa si ripetono continuamente nelle nostre società e in questi ultimi anni probabilmente con maggiore frequenza rispetto al passato.
Non sono certo competente per fornire soluzioni sul come arrestarli, ma è utile constatare che avvengono in un mondo che si considerava civilizzato e che assiste a tali azioni con sempre maggiore frequenza e in contesti prevalentemente urbani.
Partire da questi dati di fatto, potrebbe essere un buon inizio per cominciare a porre le basi di interventi concreti che siano in grado di mettere fine alla diffusione di questa legge del branco che è del tutto estranea a una società civile e socialmente progredita.

Yvan Rettore



domenica 26 marzo 2017

IL LAVORO CHE RUBA LA VITA!


Il lavoro dovrebbe essere una parte non dominante della propria esistenza e servire soltanto per garantire ad ogni essere umano una vita dignitosa.
Oggi, invece è talmente invadente da occupare in modo preponderante quasi ogni attimo della propria esistenza.
E anche se si ama il proprio si lavoro, diventandone schiavi per riuscire a vivere, non si può certo dire di essere felici.
Anzi semmai è proprio il contrario!
In realtà, la serenità (e non la felicità che è fatta di momenti, confusione frequente in Occidente), dovrebbe provenire anche da ben altre sfere di attività al di fuori del lavoro, in grado di esaltare i propri talenti e passioni pure in altri ambiti e di realizzare l'emancipazione completa di ogni singolo individuo.
Questa non può di certo avvenire limitandosi al solo mondo professionale.


Yvan Rettore


PAPA FRANCESCO: UN UOMO, NON UN EROE!

Si può essere credenti o meno, ma è evidente che questo papa stia cercando, al contrario di diversi suoi predecessori, di ridurre l'influenza delle lobby vaticane che hanno completamente sconvolto le fondamenta stesse del cristianesimo.
Dallo IOR alla "nobiltà" di certi vescovi e cardinali, per non parlare degli intrallazzi della Chiesa con certi regimi fascisti e corrotti passati e attuali e degli innumerevoli casi di pedofilia accertati, il percorso di riforme intrapreso da Papa Francesco è irto di ostacoli, ma concreto e autentico.
I suoi delatori non si ritrovano però soltanto ai vertici del Vaticano, ma anche in parte della gente comune che si limita a "bere" le informazioni che riceve senza capire in quali contesti si siano verificati certi fatti, ergendosi attraverso i social network a critici e giudici del passato di questo pontefice.
Questo papa viene criticato ferocemente dai nazionalisti di vari lidi, perché contrariamente alla logica assurda della violenza, Papa Francesco cerca instancabilmente di costruire ponti di dialogo tra le varie diversità umane presenti sul nostro pianeta, siano essere religiose o culturali. E tutto questo per consolidare la pace e l'amicizia tra i popoli, perché alla fine della fiera siamo (volenti o nolenti) tutti abitanti di una grande casa comune che è la "Madre Terra". E questo sforzo immane richiede qualità che spesso non si ritrovano fra i leader politici contemporanei: pazienza, buon senso, intelligenza e tanta...tanta umiltà!
Papa Francesco viene perfino accusato di essere responsabile indiretto di certi crimini avvenuti durante il regime militare argentino. A parte il fatto che certi orrori incombono unicamente ai membri di tale regime, bisogna ricordare che allora Papa Bergoglio era soltanto poco più di un prete di strada, che, per poter salvare anche la propria vita, dovette continuamente mediare tra la ferocia del regime da una parte e la gente che assisteva nelle baraccopoli, nonché i propri colleghi e collaboratori dall'altra. Sicuramente ha commesso degli errori in quell'epoca, ma chi siamo noi per giudicarlo?! E' facile parlare (anzi sparlare) di fatti e realtà che non conosciamo e soprattutto che non abbiamo mai sperimentato in prima persona. Se avessimo vissuto quell'epoca sulla nostra pelle, forse neppure noi saremmo riusciti ad agire come santi, perché non tutti riescono ad essere eroi. A maggior ragione quando si è al servizio di una entità come la Chiesa.

Yvan Rettore


sabato 25 marzo 2017

L'UNIONE EUROPEA: UN GRANDE DINOSAURO AL SERVIZIO ESCLUSIVO DEL CAPITALE!

L'Unione Europea esiste unicamente per i grandi potentati finanziari.
Non c'è manco il barlume di un'Europa sociale e che sia in grado di difendere in modo uniforme ed efficace i diritti umani delle persone ivi residenti.
Un grande "Dinosauro burocratico" che serve a mantenere i gerarchi che ci lucrano alla grande e al servizio incondizionato del Capitale!

Yvan Rettore


giovedì 23 marzo 2017

LA MERCIFICAZIONE MEDIATICA DELLA VIOLENZA

Ieri il terrore è tornato ad abbattersi sull'Europa e Londra è stata nuovamente colpita al cuore.
Oggi, non intendo però parlare di politica a riguardo, ma soffermarmi invece su un aspetto particolare che è quello legato alla mercificazione mediatica della violenza.
Tutti i media audiovisivi erano (e sono ancora) in gara fra loro nel diffonderla il più possibile: immagini strazianti, presa di visione sotto varie angolature del luogo della tragedia, ricerca di testimonianza toccanti, il dolore "usato" come mezzo per fare audience...tutto fa brodo pur di attrarre l'attenzione del pubblico!
La dignità delle vittime infatti risulta del tutto secondaria rispetto alla spettacolarizzazione della violenza. Come se non bastasse, questi esseri umani verranno esposti come cenci da sbandierare nei vari talk-show che inevitabilmente si susseguiranno a manetta nei prossimi giorni sui canali televisivi. E ovviamente in prima fila non mancheranno i soliti politici ignoranti che diffonderanno rabbia e cattiverie usando questa tragedia per fini soprattutto elettorali, perché si sa ormai benissimo quanti voti può portare la paura!
Quando si assiste a questo circolo mediatico dell'orrore servito in diretta, ci si rende conto che poco o nulla è cambiato dai barbari spettacoli dell'impero romano e dalle impiccagioni che avvenivano in pubblico nel vecchio West.
Purtroppo, permane una parte ancora troppo grande dell'umanità che non riesce proprio a fare a meno di godere o provare una certa morbosità nel vedere la violenza inferta ad altrui.
La differenza rispetto al passato è che quest'ultima oggi viene trasmessa direttamente nei salotti delle nostre case attraverso un giornalismo sempre più sadico ed insensibile alle sofferenze umane.

Yvan Rettore




martedì 21 marzo 2017

LE CATEGORIE DI MAGISTRATI

Ci sono due categorie di magistrati: quelli con un senso tale delle istituzioni, da andare fino in fondo alle indagini senza guardare in faccia a nessuno, perché la loro integrità ed onestà glielo impongono. Falcone, Borsellino, Lovatino, Di Matteo e tanti altri sono magistrati di questo tipo. 

Poi ci sono magistrati di "sistema" come Grasso e Emiliano che privilegiano il mantenimento del sistema in quanto tale rispetto alla ricerca incondizionata di ogni verità. In parole povere, i rapporti e logiche di potere per questa gente contano di più della Giustizia con la G!.

Questa mancanza di unità nella magistratura è uno dei motivi per cui la mafia ancora oggi è una forza imperante nella società del nostro paese.

Yvan Rettore


lunedì 20 marzo 2017

LA NORVEGIA, PAESE PIU' FELICE DEL MONDO?! MA PER FAVORE!

E' davvero stupefacente constatare con quanta tenacia l'ONU (o meglio i servizi di informazione occidentali al servizio del Capitale) persistano nello stilare classifiche sulla felicità.
A prescindere dal fatto che tali risultati sono stabiliti su basi statistiche che seguono i dogmi del modello di sviluppo neoliberista, si fondano su una concezione occidentale del termine "felicità" che viene confusa con la "serenità".
La prima è fatta di momenti di vita, mentre la seconda è uno stato che se diventa permanente può permettere di scoprire con una certa frequenza tali momenti.
Detto questo, una persona può essere molto povera e con scarsi mezzi, ma essere serena e spesso felice, perché si nutre quotidianamente di relazioni cariche di umanità, vive nella solidarietà dei rapporti e vive in uno stato di condivisione con gli altri.
Case di proprietà, macchine, divertimenti costosi, cellulari e altri beni materiali passano in secondo piano proprio perché l'individuo riesce a realizzarsi pienamente nella vita comunitaria e a vivere un'interiorità profonda con i propri cari anche nel privato. 
E' ovvio che questo tipo di esistenza risulta incomprensibile alla maggior parte degli Occidentali e ai grandi teorici dei dogmi sui quali poggia la dittatura del "Capitale" in cui il consumo ad oltranza viene considerato come l'apice della teoria sballata del concetto di "felicità".
Ma veniamo alla Norvegia, vincitrice di questa classifica fantasiosa, mentre l'Italia è soltanto in 48° posizione.
Grande poco più dell'Italia, con circa cinque milioni di abitanti (quanti ne ha il Lazio), è un paese dal clima estremamente rigido, scarsamente soleggiato e in cui l'agricoltura risulta praticamente inesistente se non per la coltura di alcune migliaia di tonnellate di patate.
Monarchia costituzionale, di tradizione socialdemocratica, con un affermato senso civico e in cui le donne sono fortemente emancipate (detiene il record mondiale insieme al Ruanda per presenze femminili in Parlamento che sono oltre il 50%!), è un paese ricchissimo e questo per vari motivi:
- la maggior parte del ferro e del legname esportati dalla Svezia passano per il porto norvegese di Narvik, in quanto quello stato non ha sbocchi sull'Oceano. Ovviamente, la Svezia deve pagare (e non poco) questo "favore" accordatole dalla Norvegia
- la pesca del merluzzo è fra le più importanti del continente 
- insieme a Danimarca e Regno Unito, percepisce annualmente parecchi milioni di Euro di proventi dovuti alle estrazioni di greggio e di gas nel Mare del Nord (i più importanti giacimenti d'Europa Occidentale).
Essendo quattro gatti, con tutte queste ricchezze è ovvio che lo stato norvegese può permettersi il lusso di essere molto generoso con la popolazione ivi residente.
Veniamo ora all'Italia, primo paese al mondo per qualità del cibo (la famosa "Dieta Mediterranea", patrimonio UNESCO) e per longevità dei propri abitanti, ma considerato poco felice secondo la ricerca dell'ONU.
Solo che in Italia, grande poco meno della Norvegia, vivono oltre sessanta milioni di persone e non vi sono ricchezze naturali di dimensioni tali da poter permettere allo stato di avere slanci sociali di generosità così grandi nei confronti della propria popolazione.
Però, se vogliamo dirla tutta, le bellezze naturali e artistiche che ha l'Italia la Norvegia se le sogna, il suo clima stupendo permette di vivere al sole la maggior parte dell'anno e di avere un'agricoltura ricchissima di varietà uniche al mondo per non parlare di altri prodotti alimentari di primaria grandezza e delle straordinarie innovazioni industriali e nella ricerca che il paese è sempre stato in grado di fornire al mondo intero.
Specie nel Sud, la gente non avrà le grandi ricchezze e disponibilità dei Norvegesi, c'è una carenza cronica di senso di civico che domina tutto il paese, ma vuoi mettere il calore dei rapporti, la capacità innata degli Italiani di attaccare bottone con chiunque, la creatività enorme che mettiamo nel fare le cose e soprattutto nelle regioni meridionali "l'arte di gustare" l'esistenza con ritmi lenti in grado di far apprezzare la bellezza di tante piccole cose che il più delle volte risultano insignificanti a coloro che vivono nella frenesia del modello di sviluppo neoliberista.
E' ovvio che il nostro sia un paese strano dominato da tanti mali, ma malgrado tutto preferisco il nostro sole, la nostra cucina e i ritmi di vita di gran parte delle nostre genti alla monotonia e tristezza del grande Nord norvegese.

Yvan Rettore






domenica 19 marzo 2017

GRILLO E RENZI: LA LOGICA DEL CULTO DEL CAPO!

Sia Grillo che Renzi sono personaggi mediocri ed inconcludenti perché hanno un bisogno costante di vivere in uno stato di perenne conflitto, di cercare sempre un nemico da abbattere per riuscire ad unire intorno a loro (secondo la logica del culto del capo) i loro sostenitori che anziché usare la testa per pensare, preferiscono ridursi a semplici soldatini al servizio di questi opportunisti da quattro soldi. 

I leader davvero capaci e intelligenti preferiscono unire i loro sostenitori intorno alla costruzione di un progetto politico condivisibile da tutti gli attori partecipanti e facendo dell'entusiasmo il motore trainante di ogni loro azione, evitando di sprecare tempo ed energie nella diffusione di gesta e dichiarazioni di rabbia che non portano comunque mai nulla di positivo.

Yvan Rettore



FESTA DEL PAPA'...


Io e mio padre abbiamo un rapporto strano, nel senso che ci cerchiamo a vicenda a prescindere da qualsiasi ricorrenza o festività.
Lo facciamo quando ne proviamo il bisogno, anche soltanto per scambiarci poche parole, tipo: "Ciao! Come stai?"
A volte le nostre telefonate sono telegrafiche o comunque molto brevi...ma ci sono ed è questo che è importante.
Lui, manco si ricorda del mio compleanno...ma quando sono stato male (anche recentemente), mi ha richiamato più volte nell'arco di pochi giorni.
E altrettanto ho fatto io, saltando l'ultimo dell'anno, ma pronto a contattarlo appena ho saputo delle scosse di terremoto nella zona in cui vive.
Ci vogliamo bene, senza essercelo mai detto l'un l'altro...perché lasciamo che siano i fatti a parlare da soli.
E questo basta ad entrambi.
Oggi non lo chiamerò, perché so bene che non è interessato (come d'altronde lo stesso sottoscritto) a tali ricorrenze e quando uno dei due deciderà di chiamare l'altro lo farà con la solita spontaneità.
E potrà passare un giorno, una settimana o perfino un mese, ma sarà bello proprio perché sarà così. 
Come sempre!

Yvan Rettore


ADDIO CHUCK!

Il grande Chuck quando toccava la chitarra diventava un essere prodigioso che da solo ti faceva capire il significato autentico della musica! 
E ricordo ancora l'emozione che provai quando sentii per la prima volta il 33 giri che faceva risuonare gli straordinari ritmi che soltanto lui era capace di riprodurre. 
E l'emozione che sento oggi nel sentire quel 33 giri è rimasta la stessa!

Yvan Rettore



sabato 18 marzo 2017

LA MANCANZA DI RISPETTO

La mancanza di rispetto la subisco quasi ogni giorno...dai mezzi pubblici che prendo quotidianamente ai social network in cui spesso e volentieri l'educazione è ormai ridotta ad un'opzione che si può tranquillamente ignorare. Mi sono abituato a convivere con queste negatività che nulla hanno a che fare con lo stare in società e che sono l'antitesi dell'umanità stessa. 
E quindi apprezzo e do spazio a coloro che questo rispetto riescono sempre a dimostrarlo perché parte intrinseca del loro essere e del loro modo di rapportarsi con il prossimo. 
Alla fine della fiera chi è abituato a non rispettare l'altro, finirà con il non essere rispettato a sua volta e sarà costretto vivere in un mondo in cui non riuscirà a capire che la bellezza delle cose comincia proprio nel considerare il prossimo tuo, perché non si tratta di un oggetto, ma di una persona unica ed irripetibile, una ricchezza autentica che passa nella tua vita e che ti viene offerta.

Yvan Rettore

ESISTONO ANCORA GLI INTELLETTUALI?!

Sicuramente non c'è mai stata una componente così colta di esseri umani come nella nostra epoca. 
Ma si può dire che basta essere istruito per essere un intellettuale?! E poi cosa significa essere un intellettuale?!
In una società dominata da tuttologi e opinionisti è davvero difficile trovare ancora degli intellettuali proprio perché queste persone risultano piuttosto umili ed evitano di parlare a vanvera. Se lo fanno è perché hanno davvero qualcosa di importante da dire e le loro dichiarazioni non risultano mai banali.
E' ovvio che un intellettuale degno di questo nome deve avere un certo livello culturale ma è altrettanto chiaro che puoi avere tutte le conoscenze di questo mondo senza riuscire automaticamente ad elaborare concetti autenticamente innovativi e idee originali da proporre alla collettività in cui vivi.
L'intellettuale ha il dono di "leggere" la realtà in modo più profondo rispetto alle persone comuni e di individuare le cause di certi fenomeni sociali, politici e culturali che sfuggono ai più. Questa notevole capacità presenta però degli aspetti negativi perché porta all'isolamento sociale e culturale in quanto vengono rivelate cose scomode e a volte di non facile comprensione. Per questo motivo, gli intellettuali sono spesso individui malinconici, lunatici e insofferenti alle autorità e regole esistenti. Sono amanti assoluti della libertà e emancipazione dell'essere umano in tutti i sensi e soffrono nel vedere che la massa non riesce a liberarsi dalle proprie catene preferendo rintanarsi in forme squallide di schiavitù che però hanno il "vantaggio" di vivere deresponsabilizzandosi. Si potrebbe dire che l'intellettuale vive un eccesso di responsabilità sociale che in taluni casi può portare anche a forme di follia.
Ma un intellettuale è chiamato ad andare oltre l'analisi della realtà dei fatti e delle cose e a proporre soluzioni autenticamente innovative per l'insieme della collettività. E forse è proprio questa l'attività più logorante e allo stesso tempo più stimolante, perché rappresenta l'esaltazione non tanto del suo sapere quanto piuttosto della sua saggezza e capacità di usare il buon senso al posto degli istinti "animaleschi" e atteggiamenti socialmente distruttivi che ancora risultano purtroppo dominanti in ogni società umana.
Gli intellettuali possono essere ammirati e lodati, ma mai amati, tanto è vero che il patrimonio straordinario delle loro riflessioni e proposte viene riconosciuto più da morti che da vivi.
Pasolini e Gramsci, i più grandi intellettuali che l'Italia abbia mai avuto ne sono la dimostrazione concreta!
Oggi, forse uno dei motivi della profonda decadenza del modello occidentale (e in particolare della società italiana) risiede proprio nel fatto che non vi sono quasi più intellettuali degni di questo nome!


Yvan Rettore



venerdì 17 marzo 2017

LOTTI - MINZOLINI: QUANDO IL CONSOCIATIVISMO SNOBBA LA GIUSTIZIA!

Il fatto che il Parlamento abbia mantenuto l'immunità di Lotti e Minzolini nei confronti delle vicende giudiziarie in cui sono coinvolti, riafferma il dominio del consociativismo nel nostra paese.
Come già dimostrato in passato, non è certo attraverso la via delle elezioni che si potrà ridurre tale fenomeno, dal quale nessuna forza politica sembra esente.
Una soluzione drastica riguardo a questa mancanza di responsabilità della classe politica nei confronti della Giustizia può essere percorsa soltanto attraverso il ricorso al mezzo referendario affinché si riesca una volta per tutte ad eliminare questa prerogativa esclusiva riconosciuta agli eletti in Parlamento.
In parole povere, un parlamentare o ministro colpito da un avviso di garanzia dovrebbe essere immediatamente sospeso dalle proprie funzioni e questo fino al chiarimento definitivo della propria posizione processuale.
In caso di condanna inappellabile verrebbe estromesso in via definitiva dal proprio incarico.
Il tutto sia nel primo che nel secondo caso, senza passare per il Parlamento e mettendo quindi fine agli squallidi scambi di favori tipici del consociativismo più becero.
Se ciò dovesse effettivamente avverarsi un giorno, allora forse si potrà ridare un significato autentico al concetto di "Giustizia" in questo martoriato paese.

Yvan Rettore


lunedì 13 marzo 2017

PATETICO SHOW DI DEL DEBBIO A DIFESA DI SALVINI SU RETEQUATTRO!

Patetico show di Del Debbio nella trasmissione odierna di "Quinta Colonna" (in onda ogni lunedi su Retequattro) a difesa dell'operato del bugiardo/provocatore Salvini contro il sindaco di Napoli De Magistris, condannato (mediaticamente) a prescindere per non avere adempiuto ai propri doveri di primo cittadino del capoluogo campano per quanto riguarda la tutela della libertà di espressione che avrebbe dovuto essere garantita al leader leghista).
Qui siamo davvero alla follia!
Un giornalista (fra gli storici fondatori di Forza Italia nel 1993, dipendente di Mediaset e amico intimo di Berlusconi condannato penalmente in via definitiva) si permette di giudicare l'operato di un ex magistrato (dalla integrità morale assolutamente indiscutibile!) della Repubblica e per giunta senza sapere un emerito cavolo su come sono andate davvero le cose e prendendo quindi per oro colato le esternazioni di Salvini!
Del Debbio deve essere stato preso da un vero e proprio delirio di onnipotenza.
Dovrebbe ricordarsi che sta conducendo un programma (piuttosto mediocre) di informazione (di parte!) e che se si deve garantire la libertà di parola a chiunque in Italia (come indicato nella nostra Costituzione), si deve anche provvedere a punire e sanzionare coloro che come Salvini fomentano odio e falsità a manetta compromettendo la vita civile e l'ordine pubblico in questo paese.
Quindi che il signor Del Debbio si limiti a fare il giornalista (cosa che gli riesce piuttosto male) e quando pronuncia accuse contro qualcuno, cerchi di farlo fondandosi sull'integrità delle informazioni che gli vengono fornite e non (come è solito fare) soltanto sulle parti che gli fanno più comodo per avvalorare posizioni che politicamente gli sono più congeniali!

Yvan Rettore


domenica 12 marzo 2017

ITALIA, UN PAESE SENZA GIUSTIZIA!

L'enorme accumulo di leggi spesso incomprensibili e inconcludenti ha lasciato spazio ad una libertà illimitata di interpretazione da parte dei giudici che spesso finiscono col colpevolizzare la vittima e giustificare il criminale. 
Si può davvero affermare che in Italia ormai la Giustizia non esiste più!

Yvan Rettore


IL PARTITO NAZIONALE TRASFORMISTA

Ho sempre sostenuto che il partito di maggioranza in Italia è il P.N.T. che sta per Partito Nazionale Trasformista. 
La ns classe politica è talmente scadente da dire una cosa oggi e smentirla il giorno dopo. Proprio il fondatore del fascismo (di cui la Lega costituisce una delle compagini attualmente più rappresentative in Italia) riuscì nell'impresa di pronunciare un discorso in cui dichiarava il regime rivoluzionario in una frase e poi reazionario nella frase immediatamente successiva. Una prodezza che nessuno riuscì a replicare e degna del miglior trasformismo.

Yvan Rettore


L'ESTINZIONE DEGLI INTELLETTUALI

Il crollo degli intellettuali (ormai ridotti al lumicino) e l'aumento vertiginoso dei tuttologi rappresentano alcuni dei motivi più significativi del declino del "Bel Paese"!

Yvan Rettore


IN ITALIA ANCORA NON ESISTE IL REATO DI TORTURA!

La tortura è un abominio che riduce le vittime a delle cose!

L'Italia ancora non ha una legislazione che persegue chi commette azioni di tortura.

Serve quindi subito una legge di civiltà non per tutelare la Polizia ma gli esseri umani che la possono subire.

Parallelamente bisogna riformare la Polizia e mettere fino a simili abusi!

Yvan Rettore



IGNORANZA DI SALVINI SENZA LIMITI!

In Svizzera, le persone che hanno in dotazione un fucile in casa dell'esercito, lo possono usare soltanto se chiamati a mobilitarsi in caso di conflitto. 
Se lo usano per altri motivi (compreso contro un ladro), vengono immediatamente incarcerate e condannate per uso improprio di materiale appartenente alla collettività! 
Se in Svizzera, ci sono pochi furti è perché nelle città ci sono diversi poliziotti che abitano in pianta stabile in ogni quartiere e ogni residente viene controllato e schedato quotidianamente.
Quindi, Salvini prima di sparare cavolate ad uso e consumo per guadagnare voti, si informi su come stanno davvero le cose.
Ma ovviamente è incapace di farlo!


Yvan Rettore


IL SENZATETTO DAL PASSO LENTO

Ieri sera, davanti alla stazione di Bologna c'era un grande assembramento di giovani intenti a guardare un anziano senzatetto che attraversava la strada. Mi sono chiesto cosa ci trovassero di strano e subito ho capito il perché.
Il signore, appoggiandosi ad un bastone, avanzava ricurvo su se stesso e con un andamento molto lento. Sembrava che ogni passo gli costasse una fatica enorme.
Accanto a lui c'erano due agenti della Polfer, che invece di aiutarlo, si accontentavano di guardarlo a vista.
I taxi erano fermi sulla carreggiata in attesa che l'anziano completasse l'attraversamento.
Devo dire che inizialmente l'atteggiamento degli agenti mi ha alquanto sorpreso, tanto che ad un certo punto ho perfino pensato di avvicinarmi a quel signore per aiutarlo. Ma poi mi sono ricordato che spesso queste persone hanno un orgoglio tale da non accettare facilmente l'aiuto che viene loro offerto. E probabilmente è proprio questo il motivo che ha spinto gli agenti a non intervenire in tal senso.
Con la coda dell'occhio, ho però osservato l'atteggiamento di alcuni di quei giovani che sorridevano di fronte a quella scena tutt'altro che divertente. Mi auguro che le ragioni di tali sorrisi fossero altre, perché se così non fosse, si tratterebbe di un'attitudine veramente spregevole e da condannare in toto.
Ma la cosa che mi ha fatto riflettere più di tutto è la precarietà della condizione umana. Oggi sei sano e forte, senti di poter spaccare il mondo e domani potresti essere ridotto come quell'anziano barbone o comunque con una debolezza fisica tale da rendere estremamente difficoltoso anche il compiere un semplice passo.
Stamane quando mi sono alzato, ho pensato alla fortuna di riuscire a farlo ancora in modo agevole e di poter fare ogni gesto con la massima naturalezza. Però ho anche concluso che non bisogna mai dare nulla per scontato, proprio perché ogni giorno in salute è un dono prezioso che ci regala la nostra esistenza.


Yvan Rettore



L'8 MARZO TUTTI A FESTEGGIARE LE DONNE, SALVO POI DIMENTICARSENE PER 364 GIORNI!

Allora quest'anno ho deciso di esprimere la mia riconoscenza all'altra parte del cielo in modo diverso, ricordando:
- le donne che ogni giorno danno la vita
- le donne che lavorano a casa e fuori casa senza contare le ore e le fatiche
- le donne che rimangono il pilastro della famiglia anche quando il compagno o marito le abbandona e si rifiuta di adempiere al mantenimento dei figli
- le donne che percorrono decine di chilometri al giorno per portare acqua ai loro villaggi
- le donne che diffondono istruzione e sensibilità per la vita in ogni luogo
- le donne che rimangono belle anche senza trucco e interventi estetici di alcun tipo, perché quando si tratta di amore, non c'è bellezza fisica che tenga
- le donne che vivono nei territori afflitti da guerre e violenze e devono subire angherie e soprusi di ogni genere
- le donne che rimangono vedove a causa di conflitti provocati dall'egoismo e l'avidità senza limiti di un pugno di uomini privi di scrupoli
- le donne che vengono quotidianamente colpite da uomini che manco si possono qualificare di bestie perché perfino queste ultime risultano essere migliori di loro
- le donne che vengono stuprate e condannate a vivere il resto della loro esistenza con un incubo che non morirà mai
- le donne costrette a vendere il proprio corpo perché "proprietà" di organizzazioni criminali senza scrupoli
- le donne che finiscono con l'essere uccise fra le quattro mura domestiche per il solo fatto di esistere come tali
- le donne comunque e dovunque in quanto donne!
Ecco perché l'8 marzo non festeggerò ragazze, figlie, mamme e nonne...ma il mio cuore sarà con tutte loro per tutto l'anno.
Dire loro grazie risulta comunque sempre poco per tutto ciò che fanno e sono nella vita di ogni persona! 

Yvan Rettore



LAVORARE O BUEN VIVIR?!

"Modello di vita occidentale": lavorare per avere un reddito per consumare, arricchire i soliti noti e mantenere il parassitismo dello Stato!

Risultato: la vita scorre veloce al servizio di cose che non ci interessano o soltanto in modo limitato, mentre il tempo da dedicare a noi stessi e a ciò che ci piace veramente è risicato al minimo e a volte manco più esiste!

"Buen vivir": usare le tecnologie esistenti per far lavorare tutti, farci lavorare meno e garantendoci un reddito che non serva soltanto a consumare i prodotti del capitale e il parassitismo dello Stato!

Risultato: la vita scorre più lenta al servizio principalmente di cose che mi appagano e mi emancipano, mentre il tempo da dedicare al capitale e al mantenimento dello Stato diventa marginale e quindi tranquillamente sostenibile e accettabile!

Voi cosa preferite?

Yvan Rettore


PERCHE' PROSEGUIRA' IL DECLINO DELLA SINISTRA ISTITUZIONALE IN ITALIA!

In queste ultime settimane si è assistita ad una vera e propria frenesia a Sinistra. 
Prima c'è stata la nascita di "Campo Progressista", formazione "stampella" del PD che riunisce la Sinistra radical-chic (quella dei salotti borghesi) dell'ex-sindaco arancione Giuliano Pisapia. 
Manco il tempo di analizzare per bene questa nuova creatura politica (erede dei fasti prodiani) che nasce Sinistra Italiana (ovvero il SEL che si è rifatto un lifting di immagine ma ai cui vertici rimangono saldamente ancorati i membri della nomenclatura comunista, a cominciare dal segretario uscente, Nicola Fratoianni).
Infine, oggi vede la luce "Articolo 1: Movimento Democratici Progressisti", partito che riunisce una massa di ex di SEL e PD: Scotto, Rossi, Speranza, D'Attorre, ecc...

Rimangono nel carrozzone di questo schieramento gli inossidabili comunisti del PRC e dei CARC (entrambi ridotti al lumicino) e "Possibile", movimento che ruota essenzialmente intorno alla figura di Pippo Civati (ex PD).
Poi ci sono "Coalizione Sociale" del segretario della FIOM, Landini, che continua ad insistere che trattasi essenzialmente di una aggregazione di forze sociali senza ambizioni politiche e "Dema", il movimento nato dall'esperienza amministrativa di De Magistris.
E infine rimane Michele Emiliano che intende disperatamente fermare il dominio renziano nel PD per farlo tornare nell'area di Sinistra.
Credo che non ci sia un paese al mondo con una tale confusione di sigle a Sinistra.
E si parla, si discute, ci si avvicina tra ex, ex ex, tutti a parlare di lavoro, di diritti sociali, di far risorgere la Sinistra intorno ad un nuovo soggetto politico.
Ma alla fine questi personaggi, questi leader presunti o imposti, le segreterie di partito sono talmente presi dalla loro smania di potere e di concludere al più presto accordi e alleanze per garantirsi un'esistenza nella prossima legislatura, da avere dimenticato un elemento fondamentale: la gente comune.
Infatti, ad eccezione di "Dema" e (in parte) di "Coalizione sociale", tutte le altre formazioni hanno un carattere verticistico. I leader eletti o autonominati non dialogano con la base, non ci sono dialettica né trasparenza in ciò che si dice e in ciò che si fa (spesso e volentieri le due cose manco coincidono!) e il tutto si riduce più a parlare di strategie elettorali e di azioni opportuniste che di approfondimenti reali e concreti tesi a creare le fondamenta di quella militanza attiva che dovrebbe essere il sale della Sinistra a prescindere dalle varie "parrocchie" che pretendono di rappresentarla.
In questo contesto, gli aderenti rimangono confinati a semplici "soldatini" che aspettano gli ordini che vengono dall'alto al quale hanno delegato in toto l'iniziativa e la conduzione sia della gestione del partito che dell'impegno politico in quanto tale.
Si parla perfino di "Stati generali della Sinistra", limitandosi alle entità già note di cui sopra e tralasciando invece quelle che in tutti questi anni la Sinistra l'hanno rappresentata davvero a livello locale attraverso comitati di lotta, movimenti di difesa dei cittadini, sindacati di base e liste civiche anti-casta.
Queste entità sono la Sinistra autentica e genuina di questo paese e non tutte quelle aggregazioni da "Armata Brancaleone" (fatta eccezione per "Dema" e "Coalizione Sociale") di cui sopra che credono di avere comunque la verità in tasca e di ergersi a rappresentare la Sinistra, senza manco alimentare una dialettica costante col popolo che la rappresenta.
Per questo motivo, qualsiasi aggregazione tra queste formazioni porterà inevitabilmente ad un ulteriore ridimensionamento della Sinistra in questo paese, perché al contrario di quanto avvenuto con "Podemos" in Spagna (e ancor di più col "Mas" in Bolivia") si tratterrà della semplice somma di sigle (non omogenee tra loro) intorno ad un progetto comune di riconquista del potere e nulla più.
Una autentica rinascita di un forte soggetto di Sinistra in questo paese potrà avvenire soltanto riunendo tutte quelle forze di base che ho citato poc'anzi, al di fuori dei partiti costituiti (vecchi o nuovi), superando le ideologie del passato (in particolare quella più conservatrice di matrice comunista) e le logiche di potere che hanno finora contraddistinto la politica nostrana per giungere alla formazione di una federazione di entità tutte di pari dignità e in cui la gestione della stessa avverrà secondo criteri orizzontali e non più verticistici.
Questa è la Rivoluzione Socialista che bisogna proporre a Sinistra. Tutto il resto è soltanto aria fritta e nulla più!

Yvan Rettore



A TE, THEO!

"Théo", un nome che alla maggior parte di voi non dice nulla.
"Théo", un ragazzo delle famigerate "banlieues", luoghi di perdizione e di non vita in cui vivere alla giornata è l'unica soluzione possibile perché il futuro ti viene negato fin dalla nascita.
"Théo", un essere umano torturato in modo indicibile con un manganello da persone che non si possono più qualificare di umane.
"Théo", un individuo anonimo, distante dai nostri cuori, destinato soltanto a fare notizia per pochi giorni.
"Théo", che perfino nel nostro paese viene sbeffeggiato da codardi e ignoranti che giungono addirittura ad affermare (ridendo!) che l'orrore subito gli è piaciuto.
Per loro fortuna, quel giorno, "Théo", non avevo voce per difendere il tuo onore e la tua memoria e rimedio modestamente ora urlando la mia solidarietà per te, "Signor Nessuno" per la maggioranza della gente, ma nel mio cuore comunque perché non si possono subire simili torture!
Nè ieri, né oggi, né mai!

Yvan Rettore