giovedì 30 aprile 2020

IL VIRUS COVID-19 NON E' AFFATTO UNA GUERRA PERCHE' LA GUERRA E' SICURAMENTE MOLTO PEGGIO

Paragonare la nostra situazione attuale come se fossimo in guerra non è soltanto sciocco ma profondamente fuori luogo ed offensivo nei confronti di coloro che vivono in zone di conflitto e che ci potrebbero dire senza ombra di dubbio quanto sia più terribile e orribile il loro stato rispetto ad una sola pandemia.
Basterebbe chiederlo ad esempio ai siriani che oltre che vivere quotidianamente nell'ansia di dover morire hanno dovuto fare i conti anche con epidemie di tifo e mancanza di acqua potabile.
E ora oltre al sangue delle bombe e dei mitra dovranno fare i conti anche con il COVID-19!
Oppure, come mi ha riferito oggi direttamente un operatore sanitario in Congo, Paese che vive perennemente in guerra da anni, in cui l'OMS ha dichiarato proprio in questi giorni la fine dell'Ebola che conviveva col Coronavirus che ora si sta diffondendo ormai senza controllo.
Altro che quello che stiamo vivendo!
In quei Paesi si sta vivendo un duplice inferno (guerra, quella vera + pandemia), mentre qui permangono degli scemi che passano il loro tempo a lamentarsi di una pandemia che in definitiva non ha causato gli orrori e danni indicibili in cui le guerre ora associate alla diffusione del virus stanno causando in altri lidi in assenza quasi completa o comunque molto insufficiente di cure e strutture sanitarie in grado di salvare gli esseri umani colpiti..
C'è da chiedersi quindi sempre di più se alcune persone riescano ancora a collegare il cervello alla bocca (o alle mani nel caso dei social) quando si esprimono.


Yvan Rettore

giovedì 23 aprile 2020

Il BONUS DI 600 EURO AGLI AUTONOMI CHE OVVIAMENTE NON MI E' MAI ARRIVATO

Ero indeciso se presentare la richiesta del bonus di 600 Euro per gli autonomi perché essendo incaricato l'INPS del pagamento ero sicurissimo che non mi sarebbero mai arrivati.
E infatti come previsto finora non mi è arrivato proprio nulla.
Però quando si è trattato di esigere denaro da me, l'INPS è stato molto tempestivo dimostrando una solerzia davvero notevole.
E questo anche quando (spesso e volentieri) nulla gli era dovuto.
Non faccio una colpa a Conte (è illusorio pensare di poter mutare la struttura inefficiente di uno Stato in pochi mesi) ma alla burocrazia dominante che ancora esiste nel nostro Paese e che abbiamo ereditato praticamente in modo integrale dal fascismo.
Con l'avvento successivo della partitocrazia e della lottizzazione degli enti pubblici tipici dell'Italia repubblicana, la burocrazia oggi è diventata un golem che strozza lo sviluppo sociale ed economico dell'Italia e che costa una fortuna all'insieme della collettività.
Perciò ogni volta che ho dovuto pagare soldi all'INPS, ho sempre avuto l'impressione di buttarli dalla finestra perché sono assolutamente consapevole che mi tornerà indietro solo una piccolissima parte di quanto versato.
Sempre che riesca a vivere fino ad allora ovviamente.
Quante cose avrei potuto fare e quanti sogni realizzare con tutti quei soldi frutto di tante rinunce e sacrifici!
E anche costruirmi una vecchiaia su basi ben più solide e interessanti rispetto a quanto viene ormai prospettato in questo Paese ai futuri pensionati come me.
Per fortuna essendo anche svizzero non dovrò dipendere completamente da un carrozzone così inefficiente e vorace come appare oggi l'INPS.


Yvan Rettore

sabato 18 aprile 2020

LE BANCHE ITALIANE: SOLITO OSTACOLO ALLA RIPRESA

Quando nel DPCM relativo ai prestiti garantiti dallo Stato alle imprese per favorirne il rilancio ho letto che la loro effettiva erogazione sarebbe avvenuta attraverso le banche, confesso di essere rimasto scettico a riguardo.
Non tanto per la burocrazia, male cronico del nostro Paese, quanto piuttosto per come è solito comportarsi il sistema bancario nostrano.
Quest'ultimo è ormai completamente privato ed è stato tenuto su per anni grazie ad una notevole mole di contributi statali onde evitare i fallimenti di non pochi istituti di credito.
Già allora, contrariamente a quanto si sperava, tutto questo denaro non ha mai comportato una maggiore apertura del sistema creditizio italiano nei confronti delle imprese ed è rimasto in gran parte ermetico nel finanziare una reale ripresa dei vari settori economici del nostro Paese.
In sintesi si potrebbe dire che le banche italiane sono sempre state pronte ad incassare denaro pubblico ma quando invece si è trattato di farlo uscire per sostenere gli imprenditori nelle loro rispettive attività una disponibilità analoga non c'è mai stata.
Non è un caso quindi che anche dopo l'entrata in vigore del DPCM "Cura Italia", questa attitudine prosegua.
Sicuramente la solita burocrazia degli enti pubblici ha le sue colpe ma che ci si metta anche il sistema bancario a creare ulteriori intralci e rallentamenti, questo è davvero il colmo.
Aggiungiamoci poi esperti e giornalisti che puntano il dito contro lo Stato dicendo che non ci saranno abbastanza fondi per poter erogare tali prestiti e il quadro appare completo.
Ovviamente dimenticano lor signori di dire che non sarà lo Stato a dovere fornire le liquidità inerenti tali prestiti ma le banche.
E queste dovranno farlo sulla base di garanzie avanzate dallo Stato stesso, che saranno del 100% per prestiti fino a 25.000 Euro e del 90% per quelli superiori a tale somma.
Detto questo,è un vero peccato che l'intero sistema bancario italiano sia stato privatizzato perché se la Banca Commerciale Italiana, il Credito Italiano e il Banco di Roma (tutte appartenenti al defunto IRI) fossero ancora in mano pubblica gran parte di questi ostacoli non ci sarebbero stati e non si dovrebbe assistere alle ennesime scene di opportunismo degli attuali istituti di credito.


Yvan Rettore

LA TASSA SUL REDDITO NON CORRISPONDE AD UNA PATRIMONIALE

In questi giorni, politici come Salvini e Meloni e non pochi giornalisti di parte hanno attaccato il PD alludendo al fatto che questi aveva proposto di introdurre una patrimoniale.
Niente di più falso in quanto per patrimoniale si intende una tassa sul patrimonio fatto di beni mobili ed immobili, mentre quando si parla di tassa sul reddito ci si riferisce ad un prelievo che viene operato unicamente su quanto effettivamente percepisce ogni individuo da una determinata attività lucrativa.
Quindi c'è una bella differenza tra i due, differenza che non soltanto è non è stata evidenziata dai soliti noti che invece hanno continuato ad insistere che la proposta del PD fosse una patrimoniale quando appunto non era così.
Il PD si era soltanto limitato a proporre una tassa di solidarietà (quindi da applicare per un tempo limitato alla durata della crisi odierna) da applicare esclusivamente ai redditi più alti (si parlava di quelli superiori ad 80.000 Euro l'anno) al finea di fornire un aiuto concreto a coloro che hanno invece redditi molto più bassi e risentono (e comunque risentiranno) maggiormente gli effetti devastanti della crisi attuale.
Tutto qui, ma come al solito in Italia quando si fa una proposta positiva subito ci sono sciacalli pronti a deformarla per affossarla, in primis proprio quei media che si vantano di fare buona informazione salvo poi nei fatti operare unicamente nel diffondere disinformazione in modo costante.


Yvan Rettore

sabato 11 aprile 2020

VIAGGIO DENTRO DI ME

Dove sono?!
Dove siete?!
Sono legata per terra e non riesco a muovermi....
Gemo forte ma non troppo...
Respiro intensamente attraverso il naso....
Giro la testa più volte dilatando le narici alla ricerca di odori, profumi, essenze....
Spalanco le orecchie alla ricerca di suoni e rumori....
Tasto il terreno con tutto il mio corpo per percepire la natura del suolo...
Sento che è molto freddo e liscio....forse è marmo....
Mi concentro sulle vibrazioni che provengono dal suolo...
Se fa freddo, è sera o mattina presto....
Se fa caldo, è pieno giorno....
Se sento aria su di me, significa che c'è una finestra aperta o che c'è vento....
Ma devo ancora capire se sono dentro o fuori...
Sento un respiro....
Sento una mano sfiorarmi lentamente i capelli....
Parole dolci giungono alle mie orecchie....
Frasi che mi fanno star bene come non mai....
Mi sento leggera....
Mi sembra di volare....
Di essere finalmente libera...
Sento una grande pace invadere il mio essere...
Sono serena....
E' venuto il momento di viaggiare dentro di me!
Per Amore verso di me!

Yvan Rettore

L'UMANITA' AI TEMPI DEL CORONAVIRUS


In questo periodo il mondo è flagellato da una feroce pandemia, il famigerato Coronavirus.
Un virus che uccide soprattutto le persone fisicamente più debilitate e che comporta per diversi mesi un mutamento dei rapporti sociali.
La gente più forte riesce a sopravvivere standosene in quarantena e mantenendo una certa distanza dagli altri quando esce oltre a qualche altra misura di tutela indispensabile.
Ma in prima linea, ovvero negli ospedali, permane l'inferno.
Persone che soffrono in modo impressionante, bloccate su letti pieni di strumentazioni mediche, mentre il personale sanitario si muove di continuo per cercare di salvarne il più possibile.
E tanti di loro poi si ammalano a loro volta e spesso muoiono come tanti, troppi pazienti di cui hanno cercato di prendersi cura.
Muoiono da soli, privati dell'affetto dei propri cari e anche una volta morti, viene loro negata una cerimonia funebre minima in ricordo della loro dignità di persone ed esseri umani.
Questa tragedia si consuma con la diffusione quotidiana di cifre delle vittime che crescono sempre più e non accennano a diminuire in modo drastico, quasi come se il virus si divertisse a giocare coi nervi di coloro che ne sono ancora scampati.
Quei morti vengono ridotti a numeri e i media fanno letteralmente a gara a chi spara la notizia per primo o a diffondere scandali al fine di avere più audience e/o a vendere più copie della propria testata.
Quei morti diventano i cenci da sbandierare per scopi di visibilità politica per taluni e per polemizzare e fare accuse per altri.
Non c'è un minimo di ritegno nel diffondere quei dati, un silenzio doveroso verso chi non c'è più, per il dolore di chi è rimasto, per chi continua a soffrire, per chi lotta ogni giorno per salvare la vita di altri.
La morte, il dolore, la sofferenza vengono calpestati quotidianamente e nei social, non pochi continuano questo gioco al massacro senza alcuna vergogna, né freni.
Poche, troppo poche le voci di coloro che invece pretendono che venga garantito il rispetto della dignità di tutti coloro che il virus lo stanno vivendo quotidianamente senza avere la fortuna di starsene seduti comodamente davanti alla TV o ad un pc.
Io sono fra quelli e inutilmente cerco come posso e con tutti i miei limiti di urlare comunque la mia indignazione.
Ma il tempo aggrava la rabbia di taluni che pensano soltanto a far ripartire economicamente il Paese, che esigono perfino la ripresa di competizioni sportive o che si lamentano del blocco momentaneo della loro attività.
Il business per questi individui vale comunque di più della morte,del dolore e della sofferenza.
Anch'io sono stato colpito economicamente dalle conseguenze di questa pandemia, tanto da decidere di sospendere a tempo indeterminato la mia attività professionale che poi probabilmente chiuderò definitivamente.
Però anche in questi momenti difficili e oggi ancor di più, il mio pensiero va a quelle migliaia di persone che non ce l'hanno fatta, al dolore dei loro cari e ad alcune province e città diventate dei veri e propri lazzaretti.
Pasqua dovrebbe essere l'occasione per cominciare a farlo tutti, non per compassione, ma per umanità e tornare a ricordarsi che siamo tutti esseri di passaggio in questa grande casa universale che si chiama "Terra".
Ci vogliamo provare?

Yvan Rettore


mercoledì 8 aprile 2020

IL SOLITO TG4 CHE FA DISINFORMAZIONE

E' incredibile vedere la disinformazione del TG4 sull'ultimo decreto del governo!
Bisognerebbe informare lor signori che dall'approvazione di ogni DPCM alla entrata in vigore passano come previsto dalla ns normativa alcuni giorni.
Inoltre, dovrebbero informarsi che la Commissione Europea prima e la BCE poi hanno già autorizzato il governo italiano a fare tutto il debito che reputa necessario e quindi a sforare il limite del 3% del rapporto Deficit/PIL previsto dalle regole dell'Eurogruppo.
Finita l'odierna sbornia di disinformazione iniziale, questo TG si è scagliato contro le lentezze e difficoltà di accesso al sito dell'INPS, ovviamente trascurando da una parte che vi si stanno connettendo milioni di persone al giorno e dall'altra che le operazioni da farvi non sono affatto così semplici e automatiche come quelle di acquistare un elettrodomestico o dei pannolini su Amazon o Ebay, anche perché sono in ballo dati molto sensibili legati alla privacy dei singoli utenti, elementi che vanno assolutamente tutelati.
Ma la cosa che fa sorridere di più è quella di giudicare negativamente i provvedimenti messi in campo dall'ultimo DPCM ancora prima che siano stati messi in pratica facendo supposizioni e sparando fin d'ora sulla Croce Rossa.
E questo sarebbe un TG che fa informazione?!
La cosa si commenta da sola e penso che si potrebbe essere informati meglio su qualsiasi argomento in un qualsiasi bar sport


Yvan Rettore


lunedì 6 aprile 2020

GILETTI E LA D'URSO IERI SONO RIUSCITI A DARE UNA DIMOSTRAZIONE PALESE DI QUANTO SIA ORMAI SQUALLIDA LA TV NOSTRANA

In un momento devastante per il Paese, con migliaia di morti, persone che soffrono le pene dell'inferno, operatori sanitari che rischiano la pelle ogni giorno e altri che si prodigano pur commettendo errori per cercare di fare uscire l'Italia da questa spiacevole situazione, sarebbe doveroso da parte di tutti di tenere un profilo basso, di evitare polemiche inutili e soprattutto di rispettare con un dovuto silenzio e una attitudine sobria chi non c'è più.
Invece, questi due conduttori sempre dipendenti dalla solita disperata e ossessiva ricerca di audience che hanno fatto?
Giletti si è messo a litigare furiosamente in diretta con l'assessore alla sanità della Lombardia, mentre la D'Urso ha spettacolarizzato la scomparsa della madre di Fiordaliso con la cantante presente in lacrime via Skype!
La TV nostrana era già spazzatura prima (salvo qualche rara eccezione), ma in questo periodo di dolore e di grandi difficoltà è diventata anche peggio.
E' proprio vero che al peggio non c''è mai fine!

Yvan Rettore



domenica 5 aprile 2020

IL CALO DEL PIL NON PRESENTA SOLTANTO ASPETTI NEGATIVI

In questi giorni, esperti, giornalisti ed economisti stanno dibattendo sull'inevitabile calo del PIL che dovrà subire l'Italia nell'anno in corso.
Ci sono però degli aspetti positivi che non vengono sufficientemente sollevati da questi specialisti partendo dai seguenti fenomeni attualmente in corso e che si protrarranno in parte anche una volta superata l'emergenza attualmente in atto:
- riduzione sensibile dell'inquinamento, acustico, visivo e atmosferico
- calo importante degli spostamenti individuali e della logistica
- abbassamento sensibile della spesa energetica complessiva
- drastica diminuzione dei rifiuti per via del crollo di settori commerciali voluttuari, del turismo e dell'intrattenimento tesi a favorire gli assembramenti
- riduzione complessiva dei reati
- incremento notevole del telelavoro
- calo sensibile della spesa sanitaria nazionale legata a patologie relative all'inquinamento
- riduzione di spese per lavori di manutenzione delle infrastrutture di comunicazione
- lancio e/o riconversione di attività produttive in settori legati all'emergenza sanitaria attualmente in atto: mascherine, respiratori, macchinari, ecc...
- incremento ulteriore dell'economia circolare
- aumento probabile del consumo di prodotti alimentari e manufatti autoctoni in grado di far ripartire un mercato interno che in certi settori era fermo da troppi anni.
Come si può vedere, la lettura di una sicura contrazione del PIL nell'anno in corso non deve essere interpretata automaticamente come interamente negativa e questo senza tralasciare il fatto che il Paese nel suo insieme avrà in larga parte un periodo di transizione difficile prima di poter tornare ad una situazione più stabile e serena.

Yvan Rettore

sabato 4 aprile 2020

LA VISIBILITA' CONTA PIU' DEI CONTENUTI

Vorrei cominciare questo mio intervento dicendo che qualsiasi complotto per essere smascherato in modo autenticamente credibile deve fondarsi necessariamente su fonti, fatti, testimonianze e documenti ineccepibili nonché su una conoscenza approfondita e mai superficiale dell'argomento trattato.
Ad esempio, Gianni Lannes, grandissimo giornalista d'inchiesta, ha smascherato nel corso della sua lunga carriera una caterva impressionante di complotti, ma era talmente scrupoloso nelle proprie ricerche che se non era proprio sicuro del fatto suo, preferiva starsene zitto.
Oggi, troppi non riescono manco ad avere tale decenza, o meglio serietà professionale e dirittura morale.
Non a caso nell'epoca dei social e dei media virtuali circolano un sacco di notizie che creano una enorme mole di disinformazione e di confusione su qualsiasi argomento, tanto è vero che risulta essere una impresa sempre più ardua riuscire a capire dove sta di casa la verità e/o a cogliere se quella rivelata sia soltanto una parte della stessa o meno.
Questo perché ormai contano molto di più la visibilità delle notizie e/o l'audience a livello radiotelevisivo rispetto ai contenuti che vengono diffusi.
Ciò appare ovviamente ancora più evidente per le testate private (ma anche quelle pubbliche non sono tanto da meno) perché devono la loro stessa sopravvivenza e/o il loro svluppo unicamente agli introiti derivanti dalla pubblicità.
Quindi più gente visita i loro siti o guarda e ascolta i media radiotelevisivi e maggiori saranno le possibilità di farsi finanziare dalla pubblicità e di incrementare di conseguenza la propria visibilità sia a livello locale che nazionale per non dire (in certi casi) anche internazionale.
Si tratta di una logica perversa del mondo dell'informazione attuale ma assolutamente reale e sempre più in espansione. 
E non è un caso che un giorno sì e uno no, queste testate o anche semplici blogger o VIP (dalle dubbie capacità) in ricerca spasmodica (in taluni casi oserei dire perfino "disperata") di visibilità escano fuori con notizie che sono destinate a suscitare scalpore perché è logico che più colpisci l'utenza, più hai chances di centrare l'obiettivo di uscire dall'anonimato o di confermare in modo massiccio che ci sei.
Dal canto mio cerco di sfuggire a questo "mercato del pesce" in cui si ritrova oggi l'informazione dominato da chi la spara più grossa.
Non mi azzardo nemmeno a fare l'investigatore virtuale o a puntare il dito contro chicchessia basandomi unicamente su quanto leggo in rete (manco wikipedia è pienamente autorevole e completa come fonte di informazioni) e ancor meno su quanto viene diffuso nei troppi talk show radiotelevisivi.
Non mi elevo quindi mai ad esperto improvvisato perché non ho alcuna difficoltà ad ammettere la mia completa,o parziale ignoranza su un determinato argomento.
Non sono un tuttologo e nemmeno intendo diventarlo perché la conoscenza sta anche nell'umiltà di imparare cose nuove ogni giorno e quindi di non sapere tutto.
Chi invece ha la presunzione di riuscire a dare una risposta ad ogni argomento non solo mente a sé stesso, ma dimostra anche di non avere la capacità di misurarsi con chi ne sa più di lui.
In definitiva tali comportamenti si riassumono in una mancanza cronica di intelligenza e di buon senso.
Detto questo, preferisco affidarmi a professionisti seri e autorevoli dell'informazione che non si limitano a scrivere un articolo su un blog, a postare tweet e post a manetta, a fare brevi comparse in radio o in TV, ma che hanno l'umiltà di fare ricerche serie e mirate per giungere a conclusioni autorevoli sugli argomenti che affrontano.
Per questo poi i loro articoli sulla carta stampata (e soprattutto su testate che ancora sfuggono al "mercato del pesce" dell'informazione) e i loro libri rivestono una fonte autentica di conoscenza che poi consente al lettore di farsi una propria idea sul tema trattato dopo averla pensata ed elaborata con la propria testa.
Questo perché qualsiasi posizione che non si è in grado di argomentare finisce col ridursi ad una banale quanto effimera chiacchiera da bar sport di cui oggi c'è una diffusione esponenziale dovunque, a cominciare dalla rete.
E specie quando si parla di complotti questo modo di porsi dovrebbe essere la regola e non l'eccezione, mentre oggi avviene troppo spesso l'esatto contrario!


Yvan Rettore