Quando l'intolleranza si diffonde fra gli esseri umani si giunge al lancio di simili iniziative crudeli e incivili e se si lascia che queste diventino la regola anziché l'eccezione, l'anticamera di una violenza istituzionalizzata non è poi così lontana.
Interventi su temi di attualità, politica, economia e società di Yvan Rettore, scrittore e saggista. http: profprom2009.wixsite.com/formazione
domenica 30 maggio 2021
FRANCIA: PETIZIONE IN UNA SCUOLA PER CHIEDERE L'ESPULSIONE DI UN BAMBINO AUTISTICO!
giovedì 27 maggio 2021
CONSIGLIO COMUNALE DI VEGLIE: RESPINTE LE PROPOSTE SULLA CITTADINANZA ONORARIA A PATRICK ZAKI E AL SOSTEGNO AL DDL ZAN SULL’OMOTRANSFOBIA
Agli sgoccioli della seduta del Consiglio comunale (con
diversi membri assenti) di Veglie di lunedì scorso sono stati respinti sia la
cittadinanza onoraria a Patrick Zaki che l’adesione al DDL Zan sulla
omotransfobia.
Decisioni prese alla quasi unanimità dei presenti e che
lasciano un po’ interdetti.
Mi soffermerei innanzitutto sulla decisione di non conferire
la cittadinanza a Patrick George Zaki, ricordando di chi si tratta.
È ormai trascorso oltre un anno da quando Patrick George Zaki è stato arrestato mentre si trovava in
vacanza a Mansura, sua città natale, in Egitto.
Studente dell’Università di Bologna (è ancora iscritto al
Master Gemma, un corso in studi di genere e delle donne) e attivista per i diritti umani in quanto membro dell’associazione
Eipr (Egyptian initiative for personal rights), Patrick è stato anche ex
manager della campagna presidenziale di Khaled Ali, oppositore dell’attuale
presidente al-Sisi.
Su di lui pendono attualmente un’accusa di terrorismo e
diffamazione dello Stato.
Finora non vi è stato ancora un vero e proprio processo a
suo carico e permane in detenzione preventiva, costretto a subire abusi e torture
continui, prevalentemente con scariche elettriche e percosse.
La Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) e
reti universitarie analoghe di altre nazioni europee hanno manifestato la loro
solidarietà a Zaki e diramato diversi appelli per la sua liberazione.
Il 1º ottobre 2020 ventisei europarlamentari italiani hanno scritto una lettera all’ambasciatore
italiano al Cairo, Giampaolo Cantini, nella quale ritengono Patrick Zaki
«innocente» e «prigioniero di coscienza», invitando l'ambasciata italiana a richiedere
con fermezza al governo egiziano la liberazione di tutti coloro che in Egitto risultano attualmente incarcerati con l'accusa
«strumentale» di terrorismo ma in realtà a causa delle loro posizioni e del
loro attivismo circa il rispetto dei diritti umani.
Il 18 dicembre scorso il Parlamento europeo ha
approvato una risoluzione in cui «deplora [...] con la massima fermezza la
continua e crescente repressione, per mano delle autorità statali e delle forze
di sicurezza egiziane, ai danni dei diritti fondamentali e di difensori dei
diritti umani [...] e chiede la liberazione immediata e incondizionata di
Patrick George Zaki e il ritiro di tutte le accuse a suo carico», considerando
«arbitrario» il suo arresto e ritenendo la sua detenzione come una «minaccia»
per i valori fondamentali dell'Unione europea.
Numerosi comuni italiani hanno
conferito la cittadinanza onoraria a
Zaki, in particolare i seguenti capoluoghi di provincia: Bari, Napoli, Milano, Novara,
Bologna, Chieti, Messina, Avellino, Salerno, Ferrara, Firenze, Rimini e Lecce.
Ebbene nonostante tutte queste manifestazioni
di solidarietà, il Consiglio comunale di Veglie ha preferito respingere a larga
maggioranza la cittadinanza onoraria che non avrebbe implicato nessun obbligo
ma avrebbe consentito un’estensione anche nella nostra regione di quella
solidarietà che serve a mantenere accesi i riflettori della stampa internazionale
su questa terribile situazione e può contribuire insieme ad altre azioni significative
a consentire uno soluzione positiva di questa vicenda.
Nessun consigliere ha motivato il
proprio rifiuto e allora viene naturale porsi la seguente domanda: “Il rifiuto
è stato dettato dal fatto che Zaki non fosse un cittadino italiano?”
Se così fosse, sarebbe una motivazione
alquanto limitata oltre che grave perché i diritti umani sono universali e trascendono
qualsiasi schieramento politico in quanto nessuno in nessuna parte del mondo è
esente da potenziali violazioni degli stessi.
Può capitare a chiunque in qualsiasi
momento e in qualsiasi luogo, perfino in Italia dove di esempi purtroppo ve ne
sono a iosa.
Conferire la cittadinanza onoraria a
Patrick Georges Zaki, avrebbe consentito a Veglie di inserirsi nel concerto di
tutti quei comuni che l’hanno già data e di avvalersi di un prestigio di civiltà
e di riconoscimento dei diritti umani che non può ridursi alla sola
osservazione delle norme vigenti ma merita ogni volta che è possibile anche
azioni moralmente importanti e significative come questa anche perché ricoperte
di un’ufficialità tutt’altro che trascurabile.
Prima di respingere la cittadinanza
onoraria a Zaki, il Consiglio comunale ha deciso di non aderire alla proposta
presentata da un consigliere dell’opposizione che prevedeva che il Comune di
Veglie comunicasse ufficialmente al Parlamento italiano il proprio appoggio all’approvazione
del ddl Zan sull’omotransfobia che prevede le seguenti modifiche dell’art. 604
bis del Codice penale a chi compia reati d’odio verso omosessuali, donne,
disabili:
·
l’aggiunta dei reati di discriminazione fondati “sul sesso,
sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità” all’articolo 604-bis e 604-ter del codice
penale, che sanzionano l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per
motivi “razziali, etnici, religiosi o di nazionalità”.
·
l’articolo 90-quater del codice di
procedura penale in cui viene definita la “condizione di
particolare vulnerabilità della persona offesa”. Tale articolo prevede
adesso soltanto la specifica relativa all’odio razziale. Mentre il progetto di
legge intende aggiungere le parole “fondato sul sesso, sul genere,
sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”.
·
il decreto legislativo del 9 luglio 2003,
numero 215, sulla parità del trattamento degli individui
indipendentemente dal colore della pelle o dalla provenienza etnica, al quale
aggiunge alcune misure di prevenzione e contrasto delle discriminazioni attinenti
all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
·
la legge Mancino. Si prevede l’inserimento di
disposizioni tecniche utili a coordinare la legge contro l’omotransfobia
con le norme attualmente in vigore che perseguono i delitti contro
l’eguaglianza.
Per quanto riguarda
le pene, è previsto quanto segue:
·
la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a
6.000 euro per chi commette o istiga a commettere atti di discriminazione
·
il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a
commettere o commette violenza, o per chi partecipa a organizzazioni che
incitano alla discriminazione o alla violenza.
·
alle discriminazioni omofobe viene estesa
un'aggravante che aumenta la pena fino alla metà.
Al di fuori di un
consigliere della maggioranza che si è espresso contro tale proposta dicendo
che non si deve interferire con il ruolo del Parlamento, nessuno si è
pronunciato a riguardo.
A prescindere dal
fatto che non si capisce come un organo istituzionalmente inferiore possa arrivare
a tanto, rimane la delusione per tale decisione in quanto contrariamente al
principio d’eguaglianza sancito dalla nostra Costituzione, vi sono attualmente dei
cittadini che sono di fatto meno tutelati di altri.
Accettare la
proposta avrebbe dimostrato questa volontà di apertura e di eguaglianza del Comune
di Veglie, superando le categorizzazioni, le facili generalizzazioni e
discriminazioni conseguenti, frutto di forme di intolleranza che nell’era della
globalizzazione trovano sempre meno spazio e risultano perfino controproducenti
per lo sviluppo civile e sociale di una società nel suo insieme.
Chi riuscirà ad
aprire le porte del progresso nei prossimi anni sarà chi avrà un’attitudine
inclusiva verso le diversità incanalandole in processi virtuosi di crescita
effettiva in cui la pace e l’armonia tra esseri umani potranno finalmente trovare
stabilmente casa.
Dispiace che tale tendenza
irreversibile del nostro mondo non sia stata adeguatamente percepita dalla maggior
parte dei consiglieri comunali ma sono convinto che un giorno non lontano
queste attitudini di chiusura non troveranno più spazio nemmeno in questi lidi.
Yvan Rettore
Presidente di “Rinascita
Vegliese”
mercoledì 26 maggio 2021
I MARCIAPIEDI CHE NON SONO MARCIAPIEDI
martedì 18 maggio 2021
CORONAVIRUS: POI TI CAPITA L'IMMANCABILE SAPUTELLO DI TURNO...
Ieri un tale, con l'arroganza che di solito contraddistingue un personaggio noto (quando invece lo è al massimo nei quartieri della propria città), è riuscito a rivelare una perla di inaudita superficialità.
lunedì 17 maggio 2021
CORONAVIRUS: VACCINI SPERIMENTALI E INCOSTITUZIONALITA' DELL'OBBLIGO VACCINALE
Non si può imporre a nessuno un vaccino, per giunta sperimentale e limitato solo agli effetti del virus e che non protegge affatto dalla contagiosità dello stesso!
La commercializzazione di quest'ultimo è stata concessa in deroga alle normative europee ed è costantemente monitorata in quanto non è stata svolta alcuna sperimentazione preliminare secondo gli standard internazionali attualmente riconosciuti.
Stiamo quindi assistendo alla più vasta vaccinazione sperimentale di massa mai avvenuta.
Di fatto ogni soggetto a cui viene inoculato il vaccino funge da vera e propria cavia.
I primi dati conclusivi di tale sperimentazione saranno disponibili non prima della fine del 2023.
Allo stato attuale tutti i documenti informativi delle maggiori entità sanitarie (OMS, EMA e AIFA) nonché i bugiardini indicano in modo lampante che permangono:
- una totale incertezza in merito all'efficacia dei vaccini finora applicati
- la possibilità di infettare e di essere infettati anche se si è stati vaccinati
- le misure di sicurezza (mascherina, distanziamento sociale, lavare le mani ...) pure dopo la vaccinazione.
Eventuali conseguenze negative alla salute non sono affatto da escludere perché allo stato ancora del tutto sconosciute.
L'Unione Europea ha poi preso la decisione sciagurata di riconoscere alle aziende produttrici l'esenzione da qualunque tipo di responsabilità nel caso di possibili danni risultanti da tali vaccini.
Si colgono quindi agevolmente le dimensioni enormi dei notevoli interessi che stanno dietro alla produzione e commercializzazione di questi ultimi.
Detto questo, l'imposizione di vaccinarsi adottata dal DL 44 nei confronti del personale medico risulta incostituzionale:
- in quanto se mi oppongo ad una pratica medica che può ledere la mia integrità ho il diritto di non dare il mio consenso fisico (art. 32 della Costituzione)
- ed eventuali demansionamenti o sospensioni violano sia l'art. 4 che l'art. 38 della Costituzione.
Yvan Rettore
domenica 2 maggio 2021
LA SOCIETA' NON CRESCE CON IL LAVORO MA ATTRAVERSO L'EMANCIPAZIONE DI COLORO CHE LA COMPONGONO
Ieri in occasione del 1 ° maggio, il Presidente della Repubblica ha pronunciato un discorso in cui ha annunciato quanto segue:
LIMITI E CRITICITA' DELLA GREEN ECONOMY
- è destinato a ribadire la visione utilitaristica della natura in cui questa viene posta unicamente come un'opportunità su cui fare business e non come un elemento di cui facciamo parte integralmente e da cui dobbiamo prelevare solo ciò che può garantire la nostra esistenza e un equilibrio tra la presenza dell'uomo e dell'ecosistema in cui vive
- la natura viene tutelata a parole ma ben poco nei fatti perché ad entrare in questa nuova concezione dell'economia saranno soprattutto multinazionali e gruppi finanziari ben più potenti delle nazioni e dei popoli che abitano nei territori interessati, A suffragio di quanto dico non sono previsti né l ' inserimento l'istituzione di un livello globale di normativo (in particolare sulla salvaguardia degli alberi da considerare alla pari di tutti gli altri esseri viventi viventi) in grado di considerare la natura come vero e proprio soggetto giuridico con diritti da tutelare
- l'entità ormai dannosa del commercio globale di merci a scapito della filiera corta che potrebbe ridurre di parecchio l'inquinamento mondiale
- non viene posto un accento significativo sull'economia circolare che dovrebbe diventare la regola anziché l'eccezione in tutto il mondo mentre si continua a promuovere produzioni di materiale non riciclabile e/o che rischia di diventare obsoleto
- non vi sono cenni apparenti sul consumo solidale di beni e servizi che oltre che far calare i prezzi di acquisto per i beneficiari favorirebbe una riduzione drastica degli sprechi e quindi anche dell'inquinamento
- pure l'agricoltura e l'allevamento intensivi non vengono acquistati direttamente per tutti i danni che stanno arrecando all'ambiente giungendo perfino al paradosso di ricorrere a fonti energetiche pur di mantenerli in essere apparentemente
- non vi sono manco campagne culturali e formative in grado di imporre ai comuni l'attuazione costante di regolazioni sul mantenimento e ampliamento del verde urbano, un impiego più limitato dell'auto per muoversi e su un uso razionale del riscaldamento e dell'energia elettrica e infine sul capire che è nella condivisione di beni e servizi che si potrà giungere ad una società ecologicamente e umanamente sostenibile.
Yvan Rettore