giovedì 27 luglio 2023

LA MIA RISPOSTA ALL'ENNESIMA RICHIESTA DI FONDI DI CLAUDIO MESSORA PER SOSTENERE BYOBLU

 Sarò un po' fuori dal coro, ma ritengo che più che chiedere di continuo soldi per mantenere in essere la propria testata, sarebbe il caso di rivedere alcune strategie aziendali.

Prima fra tutte, la consapevolezza che bisogna cominciare a creare le basi di una società autogestita al di fuori delle istituzioni attuali che sono talmente putrefatte da risultare perfino dannose e controproducenti per la collettività.
Il problema quindi non è di fare informazione, ma di come farla e per questo motivo sarebbe fondamentale pensare a forme di diffusione della stessa attraverso forme di aggregazione e di attivismo locali in grado di generare un autentico movimento di trasformazione culturale, sociale e quindi politica partendo (ma guarda un po') da quella gente comune che viene considerata unicamente in funzione elettorale ma non come cittadinanza attiva e quindi in grado di decidere in modo autonomo e senza deleghe forzate del proprio destino.
Personalmente vedo nella vostra testata, i caratteri tipici di una testata di stampo elitario, che appare sì controcorrente rispetto al Mainstream ma che rimane chiusa alle espressioni di personaggi acculturati ed autenticamente innovativi che non vengono opportunamente considerati in quanto non hanno avuto la fortuna e le possibilità di apparire rispetto alle star attuali del giornalismo italiano.
Non date infatti spazio ad autori nuovi, fuori dal grande mondo editoriale o che si autopubblicano e manco date loro visibilità in forum o rubriche a loro dedicati che potrebbero costituire energie e risorse in più, se non determinanti, per promuovere una presa di coscienza e reazioni positive quanto virtuose in chi vi segue.
Ho già avuto occasione in passato di avere a che fare con una bellissima rivista che parlava di geopolitica a livello internazionale e che era come voi chiaramente controcorrente.
Invano, dissi loro di percorrere questa via e il risultato è che alla fine dovette chiudere i battenti.
Non vorrei davvero che accadesse altrettanto per la vostra testata.
Cordiali saluti.
Yvan Rettore



venerdì 7 luglio 2023

C'ERA UNA VOLTA IL POPOLO DI SEATTLE


All'inizio del secolo vivevo a Padova e mi ero iscritto da poco al Partito Umanista, una compagine politica di piccola entità, ma presente in diversi parti del mondo con lo stesso nome e lo stesso simbolo in quanto componente del Movimento Umanista lanciato dall'intellettuale argentino Silo alla fine degli anni '60 con l'intento dichiarato di "riumanizzare" la Terra.
Erano gli anni del popolo di Seattle, della nascita del Movimento no-global, dei cantieri sociali e dello slogan che recitava "Un altro mondo è possibile".
Partendo da Padova, riuscimmo a lanciare diverse iniziative in difesa dei diritti civili, ambientali e sociali, fummo protagonisti di campagne sulla non violenza e per la Pace, per poco non riuscimmo ad avere perfino due consiglieri comunali eletti in comuni della provincia e tanto altro.
In pochi anni, la nostra struttura passò da tre elementi fissi a quasi venti e nuove sedi si stavano per aprire a Verona e Belluno.
Cercavamo di essere partecipi attivi di ogni iniziativa tesa al benessere comune e alla difesa dell'ambiente.
I nostri cavalli di battaglia erano il principio della responsabilità politica come corollario fondamentale della democrazia partecipativa e la difesa ad oltranza dei diritti umani in ogni ambito possibile.
Ma la cosa che forse allora ci distingueva di più era la nostra militanza attiva in quanto ognuno di noi si adoperava direttamente e senza differenze gerarchiche nel proporre e partecipare ad iniziative direttamente sul campo.
Quell'elemento che era stato per anni il sale dell'attivismo, noi ce l'avevamo nel sangue e cercavamo tutti di essere acculturati. preparati e non finivamo mai di leggere ed informarci su ogni aspetto che potesse aiutarci nelle battaglie che portavamo avanti.
Eravamo tosti e determinati, tanto che anche se pochi di numero, cominciavamo ad essere una spina nel fianco costante dei poteri costituiti e dei partiti ed esponenti politici dinosaurici che dominavano la scena in quegli anni.
Avevamo pochi soldi e dimostrammo che anche se sono importanti nel fare politica, la differenza la fa l'impegno costante profuso sul campo e la volontà di includere ogni entità necessaria a realizzare gli scopi che ci prefiggevamo.
Un'apertura mentale che per l'ortodossia di diversi politici della vecchia guarda poteva sembrare scandalosa quanto controproducente, mentre invece era autenticamente innovativa e al passo con dei tempi in cui bisognava pensare ad un nuovo socialismo dal volto umano che ancora era da realizzare in Europa (e ancora oggi rimane una vera e propria chimera) e che stava invece prendendo piede in modo straordinario in varie zone dell'America Latina.
Del popolo di Seattle oggi rimane soltanto il ricordo di una stagione politica davvero straordinaria, fatta poi a pezzi dai falchi del neoliberismo che attraverso ll'esplosione dei social e alla diffusione efficace di paure del tutto ingiustificate attraverso la rete, hanno anestetizzato qualsiasi possibile forma di ribellione e di proposte alternative tese a realizzare un superamento di un modello di società fallimentare quanto inumano e ormai del tutto insostenibile sotto vari punti di vista.
Oggi la militanza attiva si riduce alla partecipazione ai webinar, agli sfoghi sui social e ad iniziative che devono tutte passare attraverso l'uso di strumenti tecnologici, mentre la Storia ha sempre dimostrato che le vere rivoluzioni e i cambiamenti epocali si concretizzano soltanto negli incontri e nella condivisione diretti degli attori che intendono portarli davvero a compimento.
Tutte le compagini politiche si identificano sempre di più attraverso la diffusione del culto del leader, mentre è nella compartecipazione e nell'attivismo di vari leader carismatici che un partito diventa veramente forte e credibile.
Le strutture partitiche contemporanee appaiono quindi sempre verticistiche e non hanno nulla a che vedere con quelle a struttura orizzontale tipiche dei movimenti politici andini attuali e di quelle apparse nelle prime compagini socialiste della fine dell'Ottocento che consentono un radicamento costante e profondo in ogni ambito sociale.
Così non è un caso non vedere più nessun partito presente nelle lotte dei lavoratori fuori dalle fabbriche, nella difesa dei siti ambientali con le entità di base nei territori, negli squallori delle periferie urbane e via dicendo, perché oggi ciò che è prioritario è essere presenti a livello virtuale e sul Mainstream nazionale, usando il leader unico come figura carismatica per essere conosciuti.
Apparire oggi è più importante che agire e nella politica la cosa è di un'evidenza lampante.
Il tutto a scapito di contenuti concreti, della coerenza e di quell'attivismo disinteressato che non si limiti soltanto alla redazione o modifica di un programma politico in vista delle prossime elezioni di turno.
Le parole acquistano significato quando le vivi, ma soprattutto quando le fai vivere mettendoci la faccia direttamente.
E questo non è mai stato così vero come oggi.
Senza se senza ma.
Come si soleva dire quando esisteva il popolo di Seattle.

Yvan Rettore





martedì 4 luglio 2023

LO SFASCIO DELLA SCUOLA PUBBLICA: A CHI LA COLPA?

La questione è piuttosto complessa e non si può ridurre nel puntare un dito su questi o quelli. 

E' indubbio che il settore dell'istruzione pubblica nel nostro Paese si sia fortemente involuto in questi anni, non certo per colpa degli insegnanti ma soprattutto perché le istituzioni hanno sempre più ridotto gli investimenti che sarebbero stati fondamentali per assicurarne un buon rendimento. 

Il tutto a scapito di preparazioni professionali adeguate alle esigenze della nostra società attuale e con una mancanza cronica di mezzi in grado di stare al passo con i tempi (ed in questo siamo drammaticamente indietro rispetto ad altre realtà virtuose presenti in Occidente). 

Per non parlare delle strutture scolastiche in gran parte fatiscenti o comunque bisognose di interventi strutturali importanti quanto urgenti. 

A fronte del decadimento del settore pubblico, i governi che si sono succeduti in questi anni non hanno però mai avuto un comportamento analogo col settore privato, il quale non è mai stato davvero penalizzato dalla notevole contrazione dei costi ed investimenti operata dai nostri esecutivi nel campo dell'istruzione pubblica. 

Ne è conseguito che il personale impiegato nell'istruzione pubblica sempre più spesso non ha i mezzi a disposizione per assolvere i propri compiti e parte di esso non è purtroppo adeguatamente formato.

 Ovvero il gatto che si morde la coda. I comportamenti iperprotettivi dei genitori (a volte a livelli parossistici) associati ad una mancanza cronica di tempo e di attenzioni reali da dedicare ai figli completano il quadro di una società in cui si è incatenati al lavoro e alle tante necessità della vita quotidiana, non per scelta, ma perché imposti da un sistema che si sta rivelando sempre più distruttivo e controproducente. 

La scuola di oggi non è altro che uno degli specchi di questo fallimento.


Yvan Rettore 



domenica 2 luglio 2023

L'ESSERE UMANO? UN PULVISCOLO NELL'UNIVERSO

Come esseri umani dovremmo cominciare a rassegnarci una volta per tutte nel riconoscere che siamo un pulviscolo sia su questo pianeta che nell'universo, che non siamo assolutamente in grado di controllare nulla, né di invertire alcun processo naturale, né di crearne di nuovi in sostituzione di esso.

Pretendere di essere onnipotenti non è soltanto un'impresa del tutto assurda, ma rappresenta anche una caratteristica profondamente stupida che purtroppo è comune a gran parte dell'umanità contemporanea, in particolar modo a quella occidentale, schiava ormai incondizionata di una razionalità demente al servizio esclusivo della ricerca nevrotica del profitto ad ogni costo.
Sarebbe ora di metterci davvero il cuore in pace e di prendere finalmente atto di chi siamo e di cosa siamo, perché ogni tentativo teso a sostituirci alla natura cercando di applicarvi un nostro ordine esclusivo (che di fatto è impossibile in quanto è il caos che genera l'evoluzione non il controllo di ogni elemento di questo pianeta e dell'universo di cui fa parte) è e sarà sempre fallimentare.
Yvan Rettore