E' vero che di suo la sola laurea non garantisce né onestà né capacità.
Vorrei però sottolineare che l'essere acculturati (non necessariamente laureati) è una delle condizioni primarie ed elementari per poter gestire la cosa pubblica.
Non per niente in passato c'erano le scuole di partito (specie nel PCI) che assicuravano il raggiungimento di tale obiettivo sia perché bisognava essere consapevoli di cosa significasse davvero l'ideologia base della propria formazione politica, sia perché era fondamentale conoscere bene come funzionava la cosa pubblica sia a livello nazionale che internazionale.
E il Paese non stava peggio di adesso.
Anzi.
Più povero forse, ma più dinamico e forte sicuramente sì.
Perfino durante gli anni di piombo!
Oggi, tutto questo non esiste più.
Si avvicendano al potere a vari livelli, gente priva di spessore. autentici opportunisti, individui per nulla acculturati e con conoscenze molto approssimative su ciò che devono trattare e non sto ad elencare qui tutte le dichiarazioni di vari esponenti politici che sono lì a dimostrarlo nonché i fatti da cui risulta ampiamente che il disastro italiano è anche in gran parte responsabilità di questi soggetti che costituiscono l'attuale classe dirigente.
E evitiamo il rimpallo sterile quanto ormai ridicolo Dx/Sx (tanto poi dietro le quinte si mettono sempre d'accordo per reciproci interessi che nulla hanno a che fare con quelli del Paese), prendiamo atto che non si può più andare avanti di questo passo e che dobbiamo andare oltre il voto (vera e propria delega in bianco) se vogliamo davvero vivere in un Paese migliore.
Yvan Rettore
UN PARLAMENTARE SU TRE NON E' LAUREATO

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