Criticare
con tanto di argomentazioni valide l’operato di un’amministrazione comunale,
regionale o nazionale è un diritto sacrosanto sancito dalla Costituzione e una
delle basi fondamentali della vita democratica di una comunità.
Non
riconoscerlo, impedirlo o limitarsi alla solita litania “vi lamentate sempre”
sono elementi di contrasto che favoriscono il malgoverno, l’inefficienza,
l’immobilismo e l’affermazione di persone incompetenti nei luoghi di
responsabilità istituzionale.
Come
si suol dire: “È accogliendo serenamente le critiche costruttive che si può
migliorare e quindi crescere”.
Se
poi le critiche che vengono pronunciate si rivelano sempre più spesso fondate
quanto ricorrenti nei confronti di un’amministrazione pubblica, ciò sta a
significare che questa non è in grado di assolvere ai propri compiti.
E
quindi i sostenitori di una qualsiasi amministrazione pubblica, invece di
limitarsi a scagliarsi contro coloro che criticano giustamente l’operato di
quest’ultima, dovrebbero prenderne atto, con la consapevolezza che se i membri
di tale struttura istituzionale intendono proseguire il loro mandato al termine
del prossimo appuntamento elettorale dovrebbero cominciare ad ascoltare
seriamente le istanze dei cittadini a loro avversi, anziché condannarle a
priori o peggio ancora ignorarle del tutto.
Spesso
ci si dimentica che la politica non è come militare da ultra di una squadra di
calcio, ma adoperarsi per il bene della collettività e di tutti i suoi
componenti e non di una parte esigua di essi.
È
doveroso ricordare che per poter operare, i membri di una qualsiasi
amministrazione pubblica vengono lautamente remunerati dalla collettività
costituita non da sudditi passivi ma da cittadini e di conseguenza e a maggior
ragione, gli amministratori pubblici a qualsiasi livello dovrebbero dimostrarlo
nei fatti e non attraverso slogan sterili o proclami scarsi di contenuti che
lasciano il tempo che trovano.
Yvan
Rettore
Nessun commento:
Posta un commento