giovedì 8 giugno 2017

LA SOLITUDINE HA SCELTO ME O SONO IO AD AVERLA SCELTA?

Ormai è da tempo che vivo in solitudine. Certo, non sono completamente solo, c'è la mia compagna Anna, la persona che amo di più al mondo. La solitudine di cui parlo corrisponde ad altro.
A dire il vero, ai quesiti di cui sopra posso rispondere positivamente ad entrambi, perché nel giro di pochi anni ho praticamente perso per strada tutte le persone che credevo amiche (salvo i miei "fratelli" argentini, ma loro li considero come facenti parte integrante della mia famiglia) e mi sono ritrovato quindi improvvisamente senza più alcuna vita sociale. Questa si riduce unicamente alle mie trasferte professionali e a qualche bevuta con Anna al bar.
Ho tante conoscenze ma nessuna su cui contare davvero e considerare come amica. Il più delle volte evito quindi di chiamarle, perché comunque sono quasi sempre indaffarate e hanno il tempo contato. Eppure non ho mai preteso chissà cosa: un'oretta in compagnia, parlando del più e del meno, un piccolo momento di svago confrontandosi in allegria e spensieratezza. Ormai ho rinunciato a fare questo genere di richiesta, forse perché in fondo preferisco restare nella mia solitudine evitando di dover sopportare ulteriori ipocrisie e falsità, di dover incontrare persone pronte a deludermi o a sbattermi in faccia tutta la loro superficialità e quindi a farmi soffrire. Sarò forse un vigliacco, ma sinceramente non ho più la forza né la volontà di sostenere prove del genere.
Ovviamente quando sto male non contatto mai nessuno. Mi affido unicamente a Anna e alle mie forze. Rimango comunque sempre pronto ad aiutare chiunque me lo chieda, forse perché sono più bravo in questo e quindi quando mi chiedono come sto, non parlo mai dei miei problemi e quando proprio sto da cani, mi assento per un po' di tempo.
Ormai sono anni che ricevo pochissime telefonate (salvo quelle di tipo professionale), qualche volta (molto raramente) qualcuno mi interpella su Fb o via mail e continuo a non usare whatsapp perché sono una persona all'antica che ritiene che è bello sentirsi parlando, la facoltà più bella che ci ha dato Madre Natura.
Probabilmente, non è questa la società in cui vorrei vivere, fatta di tempi frenetici, di gente che consuma la vita anziché viverla, di rapporti fondati sull'interesse e non sui sentimenti.
Vorrei tanto vivere in mezzo a persone semplici, spontanee che credono ancora in certi valori e fanno corrispondere le parole ai fatti. Vorrei tanto vivere in una comunità in cui il termine condivisione sia la regola e non l'eccezione. Ed è per questo motivo, che finché resterò in questi lidi, la solitudine resterà per me una scelta, con l'auspicio però di potermi ritirare un giorno non lontano in un luogo in cui vi siano ancora esseri umani.

Yvan Rettore



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