lunedì 20 marzo 2017

LA NORVEGIA, PAESE PIU' FELICE DEL MONDO?! MA PER FAVORE!

E' davvero stupefacente constatare con quanta tenacia l'ONU (o meglio i servizi di informazione occidentali al servizio del Capitale) persistano nello stilare classifiche sulla felicità.
A prescindere dal fatto che tali risultati sono stabiliti su basi statistiche che seguono i dogmi del modello di sviluppo neoliberista, si fondano su una concezione occidentale del termine "felicità" che viene confusa con la "serenità".
La prima è fatta di momenti di vita, mentre la seconda è uno stato che se diventa permanente può permettere di scoprire con una certa frequenza tali momenti.
Detto questo, una persona può essere molto povera e con scarsi mezzi, ma essere serena e spesso felice, perché si nutre quotidianamente di relazioni cariche di umanità, vive nella solidarietà dei rapporti e vive in uno stato di condivisione con gli altri.
Case di proprietà, macchine, divertimenti costosi, cellulari e altri beni materiali passano in secondo piano proprio perché l'individuo riesce a realizzarsi pienamente nella vita comunitaria e a vivere un'interiorità profonda con i propri cari anche nel privato. 
E' ovvio che questo tipo di esistenza risulta incomprensibile alla maggior parte degli Occidentali e ai grandi teorici dei dogmi sui quali poggia la dittatura del "Capitale" in cui il consumo ad oltranza viene considerato come l'apice della teoria sballata del concetto di "felicità".
Ma veniamo alla Norvegia, vincitrice di questa classifica fantasiosa, mentre l'Italia è soltanto in 48° posizione.
Grande poco più dell'Italia, con circa cinque milioni di abitanti (quanti ne ha il Lazio), è un paese dal clima estremamente rigido, scarsamente soleggiato e in cui l'agricoltura risulta praticamente inesistente se non per la coltura di alcune migliaia di tonnellate di patate.
Monarchia costituzionale, di tradizione socialdemocratica, con un affermato senso civico e in cui le donne sono fortemente emancipate (detiene il record mondiale insieme al Ruanda per presenze femminili in Parlamento che sono oltre il 50%!), è un paese ricchissimo e questo per vari motivi:
- la maggior parte del ferro e del legname esportati dalla Svezia passano per il porto norvegese di Narvik, in quanto quello stato non ha sbocchi sull'Oceano. Ovviamente, la Svezia deve pagare (e non poco) questo "favore" accordatole dalla Norvegia
- la pesca del merluzzo è fra le più importanti del continente 
- insieme a Danimarca e Regno Unito, percepisce annualmente parecchi milioni di Euro di proventi dovuti alle estrazioni di greggio e di gas nel Mare del Nord (i più importanti giacimenti d'Europa Occidentale).
Essendo quattro gatti, con tutte queste ricchezze è ovvio che lo stato norvegese può permettersi il lusso di essere molto generoso con la popolazione ivi residente.
Veniamo ora all'Italia, primo paese al mondo per qualità del cibo (la famosa "Dieta Mediterranea", patrimonio UNESCO) e per longevità dei propri abitanti, ma considerato poco felice secondo la ricerca dell'ONU.
Solo che in Italia, grande poco meno della Norvegia, vivono oltre sessanta milioni di persone e non vi sono ricchezze naturali di dimensioni tali da poter permettere allo stato di avere slanci sociali di generosità così grandi nei confronti della propria popolazione.
Però, se vogliamo dirla tutta, le bellezze naturali e artistiche che ha l'Italia la Norvegia se le sogna, il suo clima stupendo permette di vivere al sole la maggior parte dell'anno e di avere un'agricoltura ricchissima di varietà uniche al mondo per non parlare di altri prodotti alimentari di primaria grandezza e delle straordinarie innovazioni industriali e nella ricerca che il paese è sempre stato in grado di fornire al mondo intero.
Specie nel Sud, la gente non avrà le grandi ricchezze e disponibilità dei Norvegesi, c'è una carenza cronica di senso di civico che domina tutto il paese, ma vuoi mettere il calore dei rapporti, la capacità innata degli Italiani di attaccare bottone con chiunque, la creatività enorme che mettiamo nel fare le cose e soprattutto nelle regioni meridionali "l'arte di gustare" l'esistenza con ritmi lenti in grado di far apprezzare la bellezza di tante piccole cose che il più delle volte risultano insignificanti a coloro che vivono nella frenesia del modello di sviluppo neoliberista.
E' ovvio che il nostro sia un paese strano dominato da tanti mali, ma malgrado tutto preferisco il nostro sole, la nostra cucina e i ritmi di vita di gran parte delle nostre genti alla monotonia e tristezza del grande Nord norvegese.

Yvan Rettore






Nessun commento:

Posta un commento