domenica 30 marzo 2025

SULLA DECISIONE DELLA PORSCHE DI NON INVESTIRE PIU' IN PUGLIA

Pochi giorni fa la Porsche ha dichiarato che rinuncerà all'ampliamento dell'area di collaudo di Nardò e quindi del finanziamento regionale previsto dalla Regione Puglia.

Ha inoltre aggiunto che non opererà più nessun investimento in quella zona del Paese. 

Detto questo ritengo davvero suggestivo vedere quanta enfasi e quante mobilitazioni ci siano state contro l’ampliamento dell’area di collaudo in questione.

E questo nonostante essa sia una delle più verdeggianti nel suo contesto in Europa e che i Tedeschi in materia ambientale non abbiano certo bisogno di prendere lezioni da noi Italiani visti i disastri ecologici epocali che abbiamo realizzato e continuiamo a realizzare in tutta la penisola.

Anzi, al contrario dei Tedeschi (sicuramente molto più virtuosi di noi) siamo saldamente fra i primi a livello continentale in questa speciale classifica negativa.

E che dire dello stato disastroso in cui versa il verde pubblico in quasi tutto il Salento, salvo qualche rara eccezione?!

La distruzione massiccia (e voluta!) di alberi non di rado secolari, le capitozzature costanti e mai sanzionate (Veglie ne è una dimostrazione palese!), le colossali colate di cemento per costruire una caterva di immobili abusivi lungo la costa (vedi ad esempio il caso di Torre Lapillo) e nelle zone interne con danni ingenti e irreversibili alla fauna e flora locale, le opere di asfaltatura per la costruzione di nuove strade invece di incentivare e migliorare la rete ferroviaria e le piste ciclabili sono soltanto alcuni esempi chiari quanto inequivocabili del disastro ambientale che c’è stato e che continua imperterrito in queste zone nell’indifferenza della stragrande maggioranza dei residenti.

Perché ciò che contano sono il business del Turismo, gli appalti, i vari tornaconti che incassano i soliti noti sia nella pubblica amministrazione che nel privato e via discorrendo.

Allora a fronte di tutto questo, notare che siano spuntati improvvisamente una marea di ecologisti di “formato domenicale” contro l’ampliamento di quell’area non solo lascia il tempo che trova ma fa davvero sorridere, per non piangere!

Per quanto riguarda la Porsche, nessuno di noi siede nel Consiglio di amministrazione di quella società e quindi non può proprio sapere quali saranno le loro reali decisioni in merito al mantenimento della pista (che non riguarda affatto il futuro professionale di una manciata di dipendenti diretti ma anche e soprattutto di diverse realtà dell’indotto e quindi che non riveste affatto un peso indifferente nell’economia locale).

Appare quindi ovvio che questa rimarrà finché ci sarà un interesse di quella azienda nel garantirne la presenza, ma visto quanto deciso, la cosa non appare affatto scontata.

Staremo a vedere.

 

Prof. Yvan Rettore





lunedì 24 marzo 2025

"SERATA PORTE APERTE" ALLA SCUOLA "GUGLIELMO MARCONI" DI VEGLIE!

 Stasera, poco prima delle 19:30, mentre io e la mia compagna stavamo per rincasare, ci siamo accorti che il portone della scuola "Guglielmo Marconi" a Veglie era spalancato.

Il perno difettoso alla base dello stesso probabilmente non aveva retto all'urto del vento fortissimo e se non avessimo provveduto a chiamare tempestivamente le forze dell'ordine locali alcuni malintenzionati avrebbero potuto approfittare della ghiotta occasione di penetrare all'interno dello stabile.

Aggiungendoci il fatto che ormai tutta l'area dello stesso rimane sempre sprovvista di adeguata illuminazione, questi ultimi avrebbero potuto agire del tutto indisturbati.
Un esempio ulteriore del degrado in cui versa Veglie.

Prof. Yvan Rettore



L'INGLESE NON E' L'UNICA LINGUA VEICOLARE AL MONDO, CE NE VOGLIONO ALTRE!

Stazione ferroviaria di Lecce, 22 marzo 2025, ore 10:00.

Mi sto recando allo sportello per acquistare un biglietto per andare a Bari.

Nello sportello accanto, si avvicina una coppia di francesi sui sessant'anni. 

Non posso fare a meno di sentire la conversazione che ingaggiano con l'impiegata di Trenitalia.

Questa comincia subito a rivolgersi a loro in Inglese, ma loro non la capiscono e ripiegano su quel poco di Italiano che conoscono.

Allora insistono garbatamente nel parlare Francese, l'unica lingua in cui si sentono ovviamente a loro agio.

Sento che non necessitano soltanto di un biglietto, hanno bisogno di diverse informazioni precise per valutare la realizzazione di un itinerario personalizzato.

L'impiegata appare visibilmente in affanno e tira fuori un francese maccheronico, talmente approssimativo da risultare a tratti perfino comico.

Ovviamente è una lingua che non conosce e si vede che si sta disperatamente aggrappando ai pochi ricordi di un'esperienza didattica ormai lontana nel tempo.

A farla breve, tra l'Italiano approssimativo dei due turisti transalpini e il Francese "italianizzato" dell'impiegata, riescono dopo un bel po' a capirsi e la coppia se ne va piuttosto soddisfatta per le informazioni ricevute.

Non è la prima volta che mi sono trovato ad assistere a scene analoghe e questa è l'ennesima dimostrazione che non soltanto l'Inglese non è l'unica lingua internazionale del mondo, ma che anche non è la sola che è indispensabile conoscere quando si tratta con l'estero.

Nelle città d'arte nostrane non vengono soltanto anglosassoni o nordici ma anche molti francofoni e ora anche ispanici. 

Se con lo Spagnolo, gli Italiani non hanno grandi difficoltà, col Francese è un altro paio di maniche.

E' quindi molto utile quindi oltre all'Inglese, avere la padronanza anche di questa lingua.

Ma nel Sud e in particolare in Puglia, in modo più specifico nel Salento, rimane diffusa la falsa convinzione che basta l'Inglese per interloquire col mondo intero.

Niente di più sbagliato ovviamente.

Fortunatamente nel Nord del Paese, la situazione è radicalmente diversa e nelle zone di frontiera come il Veneto o il Piemonte vengono considerati indispensabili nel settore turistico il Tedesco nella prima e il Francese nella seconda (anche se la conoscenza di quest'ultima è fortemente raccomandata pure in Veneto).

Il problema è che se non si supera questo limite, ad un certo punto appare ovvio che i francofoni (ed in modo più specifico i francesi) finiranno col privilegiare quelle mete in cui la padronanza del francese da parte dei professionisti del turismo sia un dato effettivamente acquisito e non approssimativo.

E questo a cominciare dalla stampa di materiale divulgativo che sia fedele ai dettami di quella lingua in cui ad esempio si suole denominare la Puglia col termine "les Pouilles" e non "la Pouille".

Detto da un madrelingua francese che questa lingua la insegna da oltre trent'anni a livello professionale.

E non soltanto in Italia!


Prof. Yvan Rettore








domenica 23 marzo 2025

23 MARZO 2025: "GIORNATA MONDIALE DELLA METEOROLOGIA" CON L'ENNESIMO DATO CLIMATICO ALLARMANTE DALLA "WORLD METEOROLOGICAL ORGANIZATION"

Il 23 marzo 2025 c'è stata la "Giornata Mondiale della Meteorologia". Secondo la "World Meteorological Organization", si sta assistendo quest'anno alla più alta concentrazione di CO2 da ben 800.000 anni!

Alcune riflessioni spontanee:

- Il 23 marzo scorso c'è stata la "Giornata Mondiale della Meteorologia" e non la "Giornata Mondiale della Climatologia"!
- Alle Nazioni Unite mi sa che hanno sbagliato il nome dato a quell'organizzazione e avrebbero dovuto sostituire il termine "Meteorological" con "Climate". La meteorologia infatti è una scienza che si occupa dei fenomeni meteorologici e quindi per forza di cose opera su basi temporali molto ristrette (al massimo qualche mese o anno), mentre la climatologia è una scienza che riguarda l'evoluzione del clima sulla Terra fondandosi su elementi temporali molto più ampi (fino a centinaia di migliaia di anni) e anche al di fuori del nostro pianeta (influenza del sole, elementi di astronomia, ecc...).
- Paragonare dati attuali con quanto accaduto 800.000 anni fa è di per sé ridicolo quanto assurdo, sia perché ne sappiamo davvero troppo poco di com'era veramente il nostro pianeta in quel momento, sia perché fare confronti tra due periodi di tempo così distanti soltanto sulla base di strumenti di misurazione e valutazione attuali risulta davvero azzardato quanto antiscientifico.

Non mi dilungo oltre ma bastano queste semplici conclusioni di buon senso per rendersi conto che certi organismi ormai sono davvero privi di credibilità e si aggiungono ad altri la cui lista si sta facendo ogni giorno più grande.

L'uomo è un pulviscolo sulla Terra e un nulla pressoché assoluto nell'Universo.

Sarebbe ora che tutti gli esseri umani (specie gli Occidentali) ne prendessero pienamente coscienza e la finissero di credere di essere il centro di entrambi e di poter quindi pretendere di avere un'onnipotenza tale da poterle davvero influenzare.

La Terra e l'Universo di cui fa parte sono nate ben prima dell'apparizione dell'uomo e resteranno comunque anche dopo l'estinzione di quest'ultimo.



Prof. Yvan Rettore







ELEZIONI REGIONALI PUGLIA 2025: COSA RICORDARSI

 In autunno i cittadini di ben sei regioni italiane saranno chiamati alle urne per rinnovare i consigli delle stesse.

Fra queste figurerà la Puglia e torneranno la solita propaganda asfissiante di candidati improbabili, gli opportunismi di bottega, le logiche dei bacini di voti da conquistare e via discorrendo...

Prometteranno di tutto e di più, perfino l'impossibile, perché tanto sono pienamente consapevoli che una volta eletti non rischieranno nulla e che potranno tranquillamente mantenere la loro poltrona per almeno cinque anni.

Ennesima dimostrazione di quella famigerata delega in bianco a cui si riduce il voto di ogni singolo cittadino all'interno di un sistema politico che ormai ha sempre meno a che fare con la democrazia e risulta essere invece sempre più una piazza in cui si confrontano comitati d'affari che soltanto apparentemente risultano antagonisti.

E allora che fare?

In assenza di un patentino di eleggibilità che certifichi chiaramente che chiunque si presenterà abbia davvero le capacità e le conoscenze effettive per poter aspirare a ricoprire un incarico istituzionale, direi che sarebbe interessante cominciare a rivisitare i ricordi legati sia ai candidati che saranno in lizza che alle forze politiche di cui sono emanazione.

Iniziate a ricordarvi di quante volte non hanno risposto alle vostre telefonate, pec, raccomandate o attraverso altri mezzi di comunicazione in cui chiedevate loro interventi specifici su temi fondamentali inerenti la comunità in cui vivete.

Dalle persone con disabilità agli scempi ambientali, dallo spreco di denaro pubblico alla carenza di infrastrutture, dallo stato pietoso in cui versa il sistema sanitario territoriale alla mancanza di trasparenza che dovrebbe essere una regola e non un'eccezione, alle tante chiacchiere vuote ed inutili su tanti progetti che restano campati in aria e via discorrendo, il silenzio delle figure istituzionale è sempre più una regola e l'eccezione spesso non viene manco contemplata.

La mancanza di ascolto, l'arroganza costante e l'incapacità diffusa sono ormai i tratti distintivi di una classe politica che si afferma e vive sempre più sulle spalle dei cittadini, anziché risolverne autenticamente i problemi e riuscire quindi a farli vivere meglio e in modo più decente e civile.

Poi permangono dei veri e propri fenomeni che persistono nel parlar bene e razzolare male, soggetti che si fanno passare per salvatori della patria, ma che poi una volta eletti si permettono perfino di buttarti giù la cornetta del telefono se ti azzardi a chiedere loro aiuto, atteggiandosi a patetici nobili di un sistema politico comunque morente e non più rappresentativo delle istanze dei cittadini.

Quindi ricordatevi di tutti questi soprusi, quando inevitabilmente i soliti candidati ricominceranno il loro show propagandistico promettendovi mari e monti e cominciate a capire che non basta più andare a votare per riaffermare la democrazia nei nostri territori ma soltanto tornando a ricostruire un senso di comunità in cui la condivisione e la solidarietà non siano unicamente ridotti a slogan di nostalgici di una Sinistra politica che oggi non c'è più, ma la condizione essenziale per tornare a contare come cittadini.

Vogliamo cominciare a provarci a prescindere da queste solite tornate elettorali e tornare ad esserlo veramente?


Prof. Yvan Rettore






mercoledì 19 marzo 2025

COSA PENSO DELLA DANZA

IL MIO ULTIMO INTERVENTO SULLA DANZA ESPRESSO DURANTE LA TRASMISSIONE TV "NEXT GENERATION" ANDATA IN ONDA SUL CANALE PUGLIESE "ANTENNA SUD".


martedì 18 marzo 2025

MANIFESTAZIONI ANTAGONISTE IL 16 MARZO 2025 A ROMA SULLA QUESTIONE UCRAINA: I SOLITI SHOW INCONCLUDENTI

 

Come ai tempi del Covid, ho notato che anche domenica si sono rivisti sia da una parte che dall'altra le solite prime donne che non mancano mai di sfruttare il tema del momento pur di mettersi in mostra e trarne un interesse personale.

Da politici falliti e trasformisti ad artisti mediocri, da scribacchini puramente polemici a scrittori che si atteggiano a voler essere intellettuali che non potranno mai essere, la "zuppa" di slogan vuoti e ripetitivi un tanto al chilo è stata servita ai tifosi presenti che rispondevano con tanto di bandierine e urla di consenso sconnesse.

Poi tutti a casa, a ricominciare la solita vita da frustrati aspettando la prossima manifestazione a cui partecipare, esimendosi ovviamente dal compiere azioni concrete per costruire dal basso le basi di una società alternativa allo schifo attuale, mentre i soliti furbacchioni che recitavano i loro copioni ampiamente collaudati sul palco gioivano dell'effimero successo ottenuto pensando ai prossimi progetti in cui poter tornare a contare ancora qualcosa e uscire dal loro letame di incongruenze ed incoerenze.

Yvan Rettore



domenica 16 marzo 2025

PIAZZETTA DEDICATA A SERGIO RAMELLI A LECCE: UNA SCELTA DAVVERO INOPPORTUNA

 

Giorni fa, su proposta di Fratelli d’Italia, è stata intitolata a Lecce una piazzetta a Sergio Ramelli (di cui ricorrevano i cinquant'anni dalla morte) e a tutte le vittime dell’odio politico.

Nulla da eccepire sulla dedica alle vittime di quella che fu una stagione politica devastante per il nostro Paese e che causò tante sofferenze e violenze di ogni genere a tante, troppe persone.

Sulla figura di Sergio Ramelli, ritengo invece la scelta alquanto inopportuna.

Si è trattata di una decisione imposta dall’alto (addirittura dalla precedente amministrazione di Centrosinistra) e come spesso accade, non condivisa con i cittadini di Lecce.

Inoltre è l’ennesima dimostrazione che si ha in questi lidi un approccio a tratti eccessivamente conciliante e comprensivo nei confronti di coloro che sposarono senza indugio le tesi dell’ideologia fascista che dal Ventennio in poi non ha mai veramente smesso di condizionare in modo estremamente negativo la vita politica del nostro Paese, né ha mai favorito una evoluzione culturale tale da superare quella che non esiterei a definire col termine di  “gramigna della Storia”.

Questo si può spiegare innanzitutto per il fatto che il Sud non ha dovuto vivere gli orrori della guerra civile seguita al crollo del regime fascista nel 1943 e che insanguinò per circa due anni vaste zone del Centro Nord, tanto che si può dire che da quelle parti quasi tutti avevano (e hanno ancora) almeno una croce da ricordare fra le vittime di quella che fu una vera carneficina tra italiani.

In secondo luogo, il terrorismo feroce che dilaniò essenzialmente il Centro Nord negli “anni di Piombo” non toccò mai veramente le zone meridionali del Paese se non in modo molto marginale ed occasionale.

Ragione per cui ha preso piede una visione benigna nei confronti dell’ideologia fascista, ora purtroppo idealizzata anche dalle nuove generazioni come l’unica scelta politica per risolvere i tanti mali che attanagliano la società italiana.

E dire che basterebbe aprire qualche libro di Storia (fondati su fatti e non su fantasie di stampo propagandista) e leggere alcuni fatti di cronaca per capire quanto dolore hanno arrecato coloro che si identificarono nel neofascismo italiano che sconvolse l’Italia negli anni ’70.

Certo, Sergio Ramelli non era affatto un fanatico, né si macchiò mai di alcun reato, come pure conviene ricordare che la risposta degli ambienti sovversivi di Estrema Sinistra fu estremamente violenta e causò anch’essa molti lutti in quel tremendo periodo.

Ma di vittime come Ramelli, anche nella Sinistra istituzionale ed extraparlamentare ce ne furono a iosa.

Basta ricordare dal 1970 i nomi (fra tanti altri) di: Saverio Saltarelli, Alberto Brasili, Alceste Campanile, Gaetano Amoroso, Vittorio Occorsio, Benedetto Petrone, Roberto Scialabba, Fausto Tinelli, Lorenzo Iannucci, Claudio Miccoli, Antonio Leandri, Valerio Verbano, Francesco Evangelista, Walter Tobagi, Francesco Mangiameli e Marco Pizzari.

Le seguenti stragi di massa che causarono da sole 130 morti furono però un’esclusiva di quel terrorismo di Estrema Destra spesso colluso con servizi deviati dello Stato: “Piazza Fontana” (1969), “Italicus” (1974), “Stazione di Bologna” (1980) e “Rapido 904” (1984).

E che dire poi dei tre (finora unici) tentativi di colpo di Stato tra il 1964 e il 1974?!

Di questi, due (il “Piano Solo” del 1964 e il “Golpe Borghese” del 1970) sono stati accertati di avere avuto chiaramente una matrice di stampo neofascista.

Detto questo, appare evidente che la decisione della precedente amministrazione comunale di Lecce sia stata operata in modo superficiale quanto inopportuno, soprattutto perché lesive ed irrispettose anche nei confronti di quella parte politica che si trovò antagonista a quella che si richiamava ai valori fascisti.

Sarebbe stato davvero altamente preferibile intitolare quella piazzetta con una frase molto più indicata come: “A tutte le vittime del terrorismo e dell’odio politico” o “Contro la barbarie di ogni fanatismo politico”.

Così purtroppo non è stato.

L’amministrazione Poli Bortone avrebbe potuto benissimo sfruttare una simile occasione per creare davvero una discontinuità con la precedente operando la modifica di cui sopra e facendo così un salto di qualità in grado di superare divisioni politiche che dopo oltre cinquant’anni sono ancora qui a minare la serenità del nostro Paese.

 

Prof. Yvan Rettore

 




martedì 11 marzo 2025

MUSICA E SCRITTURA: LA MIA OPINIONE

 "MUSICA E SCRITTURA": LA MIA OPINIONE ESPRESSA NEL CORSO DELL'ULTIMA PUNTATA DELLA TRASMISSIONE "NEXT GENERATION" ANDATA IN ONDA SUL CANALE TV PUGLIESE "ANTENNA SUD".



giovedì 6 marzo 2025

C'ERA UNA VOLTA IL MILAN

 Ho sempre tifato Milan e sempre lo farò.

Anche quando era in serie B, non rinunciai mai ad essere milanista.
Quindi lo sono fin dai tempi di Gianni Rivera, di quel "Golden Boy" che fu protagonista indiscusso dell'inizio della leggenda del Milan a livello internazionale.
Oggi, noi milanisti si vive di ricordi, perché il presente è un vero e proprio disastro.
Da quando Berlusconi lasciò la gestione del Milan, non esistiamo più a livello internazionale.
In otto anni, abbiamo vinto soltanto tre titoli: uno scudetto e due supercoppe italiane.
Una vera miseria, specie se confrontati con il numero di titoli ottenuti nei primi otto anni della presidenza Berlusconi.
Non si contano più ormai il numero di allenatori che si sono succeduti in questi ultimi due lustri.
Sono poi passati una valanga di schiappe come giocatori (in particolare dall'estero) e della mitica difesa del Milan, ormai non resta più nulla.
Oggi è un'autentica groviera!
Sono assenti quel senso di squadra, quello spirito di sacrificio e di appartenenza alla maglia e quell'amalgama perfetto tra giocatori stranieri e italiani che hanno scritto pagine memorabili non soltanto nel Milan ma anche nelle rispettive Nazionali.
E pensare che il vivaio attuale del Milan è una bella realtà, tanto che l'anno scorso la squadra giovanile riuscì nell'impresa di arrivare alla finale europea di categoria.
Ma ai dirigenti del Milan di oggi sembra non interessare e continuano a buttare milioni di Euro in acquisti di brocchi e senza avere un chiaro progetto di gestione che possa riportare il Milan almeno a un livello decente in campionato.
E' l'esempio tipico che dimostra che non basta avere una montagna di quattrini per costruire uno squadrone vincente.
Ci vogliono competenze, umiltà e capacità di lavorare in un gruppo in cui i ruoli siano chiari e dove tutto possa convergere verso un obiettivo comune che si può riassumere in una sola parola: "Vincere".
Un termine che ormai appare sempre più una chimera nell'attuale situazione del Milan, destinato a diventare progressivamente una squadra i cui tifosi dovranno sempre più rassegnarsi a rifugiarsi nei ricordi di una Storia gloriosa e memorabile per riuscire ancora ad essere attaccati col cuore a questo club.
Un po' come sta accadendo da diverso tempo ad altre realtà che hanno fatto la Storia del calcio nostrano: dal Genoa al Torino, dalla Fiorentina al Bologna, per non parlare di altre che partecipano a campionati minori come la Pro Vercelli.
C'era una volta il Milan!


Yvan Rettore





martedì 4 marzo 2025

IL MIO LIBRO A TEATRO

 COSA PENSEREI SE UN MIO LIBRO DOVESSE ESSERE INTERPRETATO A TEATRO?



LA MIA POSIZIONE SUL TEMA DI UN TRASFERIMENTO ALL'ESTERO.


 

LA MIA POSIZIONE SUI SOCIAL

 LA MIA POSIZIONE SUI SOCIAL ESPRESSA NEL CORSO DELLA TRASMISSIONE TV "NEXT GENERATION" ANDATA IN ONDA SUL CANALE "ANTENNA SUD".



LA MIA POSIZIONE SULLA POLITICA: IL PATENTINO DI ELEGGIBILITA'

 LA MIA POSIZIONE SULLA POLITICA ESPRESSA NEL CORSO DELLA TRASMISSIONE TV "NEXT GENERATION" ANDATA IN ONDA SUL CANALE PUGLIESE "ANTENNA SUD".


LA MUSICA ATTUALE: IL MIO PUNTO DI VISTA

 Il mio commento sulla musica attuale espresso in occasione della trasmissione TV "Next Generation" andata in onda sul canale pugliese "Antenna Sud".



COSA PENSO DEL TEATRO

 Il mio punto di vista sul teatro espresso durante l'ultima puntata della trasmissione "Next Generation" andata in onda sul canale TV "Antenna Sud".



sabato 1 marzo 2025

LA DISPERATA RINCORSA DI TRUMP PER RIUSCIRE A GARANTIRE UN RUOLO DI PRIMO PIANO AGLI STATI UNITI NEL MONDO DI DOMANI

 L'Occidente, nei rapporti di forza che si stanno delineando nel mondo, appare ormai come un grande vecchio decadente e sempre più debole.

Ingenuamente si credeva ai nostri lidi che bastasse il dominio assoluto della finanza in ogni ambito della società per poter continuare a credere di riuscire ad avere un controllo (illusorio) delle economie del resto del pianeta.

La nascita dei BRICS e la loro continua espansione, la perdita costante e crescente di consenso soprattutto nei paesi del sud del mondo e la spirale infinita di debito pubblico creata artificiosamente dalle lobby finanziarie stanno dimostrando che ormai l'Occidente (ed in particolare l'UE) è volto a diventare una realtà sempre più marginale nello scacchiere geopolitico internazionale.

La sciagurata strategia americana in Ucraina ha proiettato la Russia a formare un unico blocco politico economico con la Cina, giungendo ad un preoccupante punto di non ritorno in quanto risulta più interessante per il gigante euroasiatico avere a che fare con economie emergenti affamate di risorse che di una Europa sempre più vecchia e divisa e comunque incapace di evolvere e rinnovarsi sia su un piano culturale che sociale.

Del resto basta vedere le leadership dei Paesi dell'UE per rendersi conto che ormai il dado è tratto e che il progetto di Unione europea così come era stato programmato dai burocrati di Bruxelles sta di fatto condannando questa parte del pianeta ad avere un ruolo sempre più marginale nel mondo di domani.

In tutto questo, la strategia di Trump appare chiara in quanto sta cercando disperatamente di ricostruire un profilo degli USA volto a mantenere questo Paese protagonista nel nuovo scenario politico internazionale ormai alle porte.

In tale prospettiva è fondamentale quindi voltare le spalle all'UE e cercare di spezzare almeno in parte l'asse russocinese, pilastro dei BRICS e rimanere quindi una potenza di un certo rilievo nel continente americano e soprattutto nell'area del Pacifico che appare sempre di più come il nuovo centro globale in cui si troveranno ad interfacciarsi quelle che sono e saranno comunque le più forti economie del pianeta con buona pace di un'Europa che rimarrà sicuramente un mercato commercialmente importante, ma una realtà produttiva e progressivamente anche finanziaria sempre più trascurabile.

Il merito dell'amministrazione Trump è di avere colto questo processo ormai inarrestabile di cambiamento dei rapporti di forza che si stanno via via affermando a livello internazionale e di trovare una via d'uscita onorevole per riuscire a contare ancora qualcosa o addirittura per ritornare ad essere una potenza comunque ancora determinante nella nuova situazione geopolitica internazionale.

Al contrario di un'Europa che rimane ancorata ad un mondo di dominio che di fatto non esiste più, attitudine analoga ad altre che ha già vissuto in cui non ha capito che il mondo non si riduce al solo Occidente. 

Si vede che questa smania di superiorità congenita di questo continente è sempre rimasta presente nonostante due Guerre Mondiali devastanti soprattutto per questa parte del mondo. 

E alla fine la Storia finisce sempre col punire simili atteggiamenti e ora puntualmente si sta compiendo.


Yvan Rettore