Pochi giorni fa la Porsche ha dichiarato che rinuncerà
all'ampliamento dell'area di collaudo di Nardò e quindi del finanziamento
regionale previsto dalla Regione Puglia.
Ha inoltre aggiunto che non opererà più nessun investimento
in quella zona del Paese.
Detto questo ritengo davvero suggestivo vedere quanta enfasi
e quante mobilitazioni ci siano state contro l’ampliamento dell’area di
collaudo in questione.
E questo nonostante essa sia una delle più verdeggianti nel
suo contesto in Europa e che i Tedeschi in materia ambientale non abbiano certo
bisogno di prendere lezioni da noi Italiani visti i disastri ecologici epocali
che abbiamo realizzato e continuiamo a realizzare in tutta la penisola.
Anzi, al contrario dei Tedeschi (sicuramente molto più
virtuosi di noi) siamo saldamente fra i primi a livello continentale in questa
speciale classifica negativa.
E che dire dello stato disastroso in cui versa il verde
pubblico in quasi tutto il Salento, salvo qualche rara eccezione?!
La distruzione massiccia (e voluta!) di alberi non di rado
secolari, le capitozzature costanti e mai sanzionate (Veglie ne è una
dimostrazione palese!), le colossali colate di cemento per costruire una
caterva di immobili abusivi lungo la costa (vedi ad esempio il caso di Torre
Lapillo) e nelle zone interne con danni ingenti e irreversibili alla fauna e
flora locale, le opere di asfaltatura per la costruzione di nuove strade invece
di incentivare e migliorare la rete ferroviaria e le piste ciclabili sono soltanto
alcuni esempi chiari quanto inequivocabili del disastro ambientale che c’è
stato e che continua imperterrito in queste zone nell’indifferenza della
stragrande maggioranza dei residenti.
Perché ciò che contano sono il business del Turismo, gli
appalti, i vari tornaconti che incassano i soliti noti sia nella pubblica
amministrazione che nel privato e via discorrendo.
Allora a fronte di tutto questo, notare che siano spuntati
improvvisamente una marea di ecologisti di “formato domenicale” contro
l’ampliamento di quell’area non solo lascia il tempo che trova ma fa davvero
sorridere, per non piangere!
Per quanto riguarda la Porsche, nessuno di noi siede nel
Consiglio di amministrazione di quella società e quindi non può proprio sapere
quali saranno le loro reali decisioni in merito al mantenimento della pista
(che non riguarda affatto il futuro professionale di una manciata di dipendenti
diretti ma anche e soprattutto di diverse realtà dell’indotto e quindi che non riveste affatto un peso indifferente nell’economia locale).
Appare quindi ovvio che questa rimarrà finché ci sarà un
interesse di quella azienda nel garantirne la presenza, ma visto quanto deciso,
la cosa non appare affatto scontata.
Staremo a vedere.
Prof. Yvan Rettore
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