martedì 8 aprile 2025

QUANDO LE IMMAGINI RACCONTANO PIU' DELLE PAROLE!

Le immagini relative all'iniziativa di domenica scorsa denominata (ovviamente coi soliti termini inglesi) Plastic Free per ripulire l'ambiente da plastiche e rifiuti abbandonati indiscriminatamente (che a detta delle amministrazioni comunali di Veglie e Salice Salentino si è svolta all'insegna dell'amore e del rispetto per l'ambiente) ha dimostrato in modo palese l'incompetenza di tali amministrazioni nonché delle ditte appaltatrici nella raccolta dei rifiuti di entrambe queste realtà nell'affrontare e risolvere una volta per tutte la questione della presenza di rifiuti sparsi dovunque sui rispettivi territori.

Complice l'assenza ormai cronica di senso civico nella maggior parte dei residenti, si assiste infatti costantemente all'inerzia degli operatori e responsabili di settore nel prevenire e togliere tempestivamente tali rifiuti.
A Veglie, per esperienza personale, quando in un recente passato mi rivolsi ai responsabili comunali per sollecitarli ad intervenire nei campi adiacenti l'Eurospin per prelevare i rifiuti lasciati lì in modo massiccio, ci misero oltre 4 mesi per intervenire!
Nei miei comuni di origine, in Svizzera e in Veneto, non si è mai proceduto a simili azioni e sapete perché?
Perché in quei lidi i settori comunali responsabili e le aziende appaltatrici operano in modo efficace e di rifiuti sparsi sul territorio non se ne vedono manco col lumicino!
Ovviamente il senso civico diffuso dei cittadini ivi presenti aiuta non poco, anche nel fatto di pretendere che gli enti pubblici e le aziende appaltatrici (che vengono mantenuti con le loro tasse) facciano bene il loro lavoro in favore di tutta la collettività.
Qui invece si devono aspettare questi interventi con tanto di slogan anglofono per sopperire alle carenze croniche della pubblica amministrazione!

Yvan Rettore


N.B. Tutte le immagini dell'evento sono visibili nella pagina Facebook del Comune di Salice Salentino.






domenica 6 aprile 2025

MERCATO DELLA TERRA D'ARNEO: TANTO CLAMORE MEDIATICO MA POCA SOSTANZA

Recentemente a Veglie, in provincia di Lecce, si è svolta la presentazione di un'iniziativa tesa a valorizzare le produzioni agricole locali attraverso la formazione di un mercato chiamato "Mercato della Terra d'Arneo" in grado di mettere in contatto i consumatori direttamente con i produttori.

Promosso dall'associazione "Slow Food Neretum", ha visto coinvolti i comuni di Veglie, Salice Salentino, Carmiano e Leverano, nonché il Gal Terra d'Arneo.

Fra gli intervenenti al convegno, ci sono stati i sindaci dei comuni partecipanti all'iniziativa, il Presidente del Gal Terra d'Arneo, la responsabile dell'associazione promotrice dell'evento e una produttrice agricola di Manduria, aderente al circuito nazionale "Slow Food".

Detto questo, alcune osservazioni possono essere fatte fin d'ora in relazione a quanto accaduto.

Prima di tutto, a fronte di una realtà locale poco afferrata con la lingua inglese e a maggior ragione con una popolazione anziana in crescita che in gran parte non li conosce, il ricorso a termini anglofoni sicuramente non risulta far parte di una strategia di marketing azzeccata.

Viviamo in Italia, la terra per eccellenza del settore agroalimentare e la comunicazione meriterebbe quindi un'attenzione maggiore sull'uso di termini e slogan che siano davvero consoni nel colpire i potenziali consumatori su un progetto di tale entità.

Singolare poi è notare che fra gli intervenenti non figurava nessun rappresentante delle entità nazionali (Confagricoltura, Cia e ANPA) ed europee di categoria (COPA e COGECA).

C'era soltanto una produttrice agricola che però non opera manco nei territori interessati e perfino fra i comuni del Gal Terra d'Arneo erano presenti i sindaci di meno di metà dei membri di quest'organismo.

A chiudere il cerchio figurava un'accademica specializzata nel settore agroalimentare.

Quindi in pratica fra gli intervenenti erano assenti operatori del settore agricolo nei territori interessati, agronomi, esperti di zootecnia e rappresentanti di categoria.

La domanda quindi sorge spontanea: "Come si è potuto parlare di agricoltura e di zootecnia in assenza di tali soggetti?!"

Perché poi avere confinato tale iniziativa ad alcuni comuni membri di un Gal senza averne coinvolti altri, anche esterni allo stesso?!

Che senso ha infatti parlare di operazioni del genere se si operano delimitazioni tra un Gal e l'altro?!

L'impressione è che si giunga attraverso simili iniziative ad escludere il grosso dei produttori locali perché si punta a prodotti d'eccellenza del territorio, eccellenza che però è raggiungibile nella stragrande maggioranza dei casi soltanto da coloro che ne hanno effettivamente i mezzi con la conseguenza che a partecipare a simili progetti rischiano di risultare unicamente operatori in grado di realizzare prodotti di nicchia in quanto poi vengono venduti a prezzi non accessibili ai più.

Quindi va bene abbattere la filiera zero ed è giusto eliminare la catena di intermediari tipica della Grande Distribuzione, ma se poi a poter usufruire di tutto questo finisce con l'essere una cerchia ristretta di persone benestanti, allora il tutto si risolve in un'operazione riduttiva quanto di pura facciata propagandistica utile soprattutto a coloro che ne sono i promotori e che lascia quindi il tempo che trova.

Questo fenomeno si è già visto attraverso il movimento "Slow Food" ma anche nelle iniziative private fallimentari come quelle di Oscar Farinetti quali "Eataly" e "Fico" (che ora tenta disperatamente di ripetersi sotto un'altra denominazione) a Bologna.

Infine, quando si parla di penetrazione nei mercati esteri, oltre al fatto che sarebbe stato molto utile la presenza di un esperto autorevole che ne avesse parlato durante il convegno, si tratta di un argomento molto complesso che meriterebbe ben altra attenzione e tempistiche e che non può ridursi di certo alla semplice adesione ad una rete di produttori "Slow Food" per poter effettivamente attuarsi con successo.

In conclusione, un grande evento con tanti proclami ma con poca sostanza.


Yvan Rettore






martedì 1 aprile 2025

MARINE LE PEN: GIUSTAMENTE CONDANNATA E QUINDI DOVE STA IL PROBLEMA?!

Se una persona qualunque commette il reato di appropriazione indebita, viene condannata e nessuno ne parla. Anzi, semmai tutti sono pronti a dire che la magistratura ha fatto bene il suo lavoro.

Se invece viene beccata a farlo una personalità come Marine Le Pen, allora per certe testate del Mainstream e politicanti quantomeno discutibili, la colpa è esclusivamente della magistratura che ha fatto male il suo lavoro e ha intenzionalmente segato la sua candidatura all'Eliseo per scopi prettamente politici.

Per lor signori la morale della favola è la seguente:

se sei un "Signor Nessuno" e ti comporti da delinquente, allora è giusto che tu venga condannato e finisca in galera ma se invece sei un importante esponente politico allora sei comunque innocente (anche di fronte all'evidenza dei fatti!) e la colpa è esclusivamente dei giudici che hanno applicato la legge.

Ovviamente la Sinistra (se si può ancora chiamare così) plaude alla condanna della Signora Le Pen, salvo poi comportarsi esattamente come i giustizialisti di Destra quando è uno dei loro leader a trovarsi in una situazione analoga a quella dell'esponente del RN.

Yvan Rettore




domenica 30 marzo 2025

SULLA DECISIONE DELLA PORSCHE DI NON INVESTIRE PIU' IN PUGLIA

Pochi giorni fa la Porsche ha dichiarato che rinuncerà all'ampliamento dell'area di collaudo di Nardò e quindi del finanziamento regionale previsto dalla Regione Puglia.

Ha inoltre aggiunto che non opererà più nessun investimento in quella zona del Paese. 

Detto questo ritengo davvero suggestivo vedere quanta enfasi e quante mobilitazioni ci siano state contro l’ampliamento dell’area di collaudo in questione.

E questo nonostante essa sia una delle più verdeggianti nel suo contesto in Europa e che i Tedeschi in materia ambientale non abbiano certo bisogno di prendere lezioni da noi Italiani visti i disastri ecologici epocali che abbiamo realizzato e continuiamo a realizzare in tutta la penisola.

Anzi, al contrario dei Tedeschi (sicuramente molto più virtuosi di noi) siamo saldamente fra i primi a livello continentale in questa speciale classifica negativa.

E che dire dello stato disastroso in cui versa il verde pubblico in quasi tutto il Salento, salvo qualche rara eccezione?!

La distruzione massiccia (e voluta!) di alberi non di rado secolari, le capitozzature costanti e mai sanzionate (Veglie ne è una dimostrazione palese!), le colossali colate di cemento per costruire una caterva di immobili abusivi lungo la costa (vedi ad esempio il caso di Torre Lapillo) e nelle zone interne con danni ingenti e irreversibili alla fauna e flora locale, le opere di asfaltatura per la costruzione di nuove strade invece di incentivare e migliorare la rete ferroviaria e le piste ciclabili sono soltanto alcuni esempi chiari quanto inequivocabili del disastro ambientale che c’è stato e che continua imperterrito in queste zone nell’indifferenza della stragrande maggioranza dei residenti.

Perché ciò che contano sono il business del Turismo, gli appalti, i vari tornaconti che incassano i soliti noti sia nella pubblica amministrazione che nel privato e via discorrendo.

Allora a fronte di tutto questo, notare che siano spuntati improvvisamente una marea di ecologisti di “formato domenicale” contro l’ampliamento di quell’area non solo lascia il tempo che trova ma fa davvero sorridere, per non piangere!

Per quanto riguarda la Porsche, nessuno di noi siede nel Consiglio di amministrazione di quella società e quindi non può proprio sapere quali saranno le loro reali decisioni in merito al mantenimento della pista (che non riguarda affatto il futuro professionale di una manciata di dipendenti diretti ma anche e soprattutto di diverse realtà dell’indotto e quindi che non riveste affatto un peso indifferente nell’economia locale).

Appare quindi ovvio che questa rimarrà finché ci sarà un interesse di quella azienda nel garantirne la presenza, ma visto quanto deciso, la cosa non appare affatto scontata.

Staremo a vedere.

 

Prof. Yvan Rettore





lunedì 24 marzo 2025

"SERATA PORTE APERTE" ALLA SCUOLA "GUGLIELMO MARCONI" DI VEGLIE!

 Stasera, poco prima delle 19:30, mentre io e la mia compagna stavamo per rincasare, ci siamo accorti che il portone della scuola "Guglielmo Marconi" a Veglie era spalancato.

Il perno difettoso alla base dello stesso probabilmente non aveva retto all'urto del vento fortissimo e se non avessimo provveduto a chiamare tempestivamente le forze dell'ordine locali alcuni malintenzionati avrebbero potuto approfittare della ghiotta occasione di penetrare all'interno dello stabile.

Aggiungendoci il fatto che ormai tutta l'area dello stesso rimane sempre sprovvista di adeguata illuminazione, questi ultimi avrebbero potuto agire del tutto indisturbati.
Un esempio ulteriore del degrado in cui versa Veglie.

Prof. Yvan Rettore



L'INGLESE NON E' L'UNICA LINGUA VEICOLARE AL MONDO, CE NE VOGLIONO ALTRE!

Stazione ferroviaria di Lecce, 22 marzo 2025, ore 10:00.

Mi sto recando allo sportello per acquistare un biglietto per andare a Bari.

Nello sportello accanto, si avvicina una coppia di francesi sui sessant'anni. 

Non posso fare a meno di sentire la conversazione che ingaggiano con l'impiegata di Trenitalia.

Questa comincia subito a rivolgersi a loro in Inglese, ma loro non la capiscono e ripiegano su quel poco di Italiano che conoscono.

Allora insistono garbatamente nel parlare Francese, l'unica lingua in cui si sentono ovviamente a loro agio.

Sento che non necessitano soltanto di un biglietto, hanno bisogno di diverse informazioni precise per valutare la realizzazione di un itinerario personalizzato.

L'impiegata appare visibilmente in affanno e tira fuori un francese maccheronico, talmente approssimativo da risultare a tratti perfino comico.

Ovviamente è una lingua che non conosce e si vede che si sta disperatamente aggrappando ai pochi ricordi di un'esperienza didattica ormai lontana nel tempo.

A farla breve, tra l'Italiano approssimativo dei due turisti transalpini e il Francese "italianizzato" dell'impiegata, riescono dopo un bel po' a capirsi e la coppia se ne va piuttosto soddisfatta per le informazioni ricevute.

Non è la prima volta che mi sono trovato ad assistere a scene analoghe e questa è l'ennesima dimostrazione che non soltanto l'Inglese non è l'unica lingua internazionale del mondo, ma che anche non è la sola che è indispensabile conoscere quando si tratta con l'estero.

Nelle città d'arte nostrane non vengono soltanto anglosassoni o nordici ma anche molti francofoni e ora anche ispanici. 

Se con lo Spagnolo, gli Italiani non hanno grandi difficoltà, col Francese è un altro paio di maniche.

E' quindi molto utile quindi oltre all'Inglese, avere la padronanza anche di questa lingua.

Ma nel Sud e in particolare in Puglia, in modo più specifico nel Salento, rimane diffusa la falsa convinzione che basta l'Inglese per interloquire col mondo intero.

Niente di più sbagliato ovviamente.

Fortunatamente nel Nord del Paese, la situazione è radicalmente diversa e nelle zone di frontiera come il Veneto o il Piemonte vengono considerati indispensabili nel settore turistico il Tedesco nella prima e il Francese nella seconda (anche se la conoscenza di quest'ultima è fortemente raccomandata pure in Veneto).

Il problema è che se non si supera questo limite, ad un certo punto appare ovvio che i francofoni (ed in modo più specifico i francesi) finiranno col privilegiare quelle mete in cui la padronanza del francese da parte dei professionisti del turismo sia un dato effettivamente acquisito e non approssimativo.

E questo a cominciare dalla stampa di materiale divulgativo che sia fedele ai dettami di quella lingua in cui ad esempio si suole denominare la Puglia col termine "les Pouilles" e non "la Pouille".

Detto da un madrelingua francese che questa lingua la insegna da oltre trent'anni a livello professionale.

E non soltanto in Italia!


Prof. Yvan Rettore








domenica 23 marzo 2025

23 MARZO 2025: "GIORNATA MONDIALE DELLA METEOROLOGIA" CON L'ENNESIMO DATO CLIMATICO ALLARMANTE DALLA "WORLD METEOROLOGICAL ORGANIZATION"

Il 23 marzo 2025 c'è stata la "Giornata Mondiale della Meteorologia". Secondo la "World Meteorological Organization", si sta assistendo quest'anno alla più alta concentrazione di CO2 da ben 800.000 anni!

Alcune riflessioni spontanee:

- Il 23 marzo scorso c'è stata la "Giornata Mondiale della Meteorologia" e non la "Giornata Mondiale della Climatologia"!
- Alle Nazioni Unite mi sa che hanno sbagliato il nome dato a quell'organizzazione e avrebbero dovuto sostituire il termine "Meteorological" con "Climate". La meteorologia infatti è una scienza che si occupa dei fenomeni meteorologici e quindi per forza di cose opera su basi temporali molto ristrette (al massimo qualche mese o anno), mentre la climatologia è una scienza che riguarda l'evoluzione del clima sulla Terra fondandosi su elementi temporali molto più ampi (fino a centinaia di migliaia di anni) e anche al di fuori del nostro pianeta (influenza del sole, elementi di astronomia, ecc...).
- Paragonare dati attuali con quanto accaduto 800.000 anni fa è di per sé ridicolo quanto assurdo, sia perché ne sappiamo davvero troppo poco di com'era veramente il nostro pianeta in quel momento, sia perché fare confronti tra due periodi di tempo così distanti soltanto sulla base di strumenti di misurazione e valutazione attuali risulta davvero azzardato quanto antiscientifico.

Non mi dilungo oltre ma bastano queste semplici conclusioni di buon senso per rendersi conto che certi organismi ormai sono davvero privi di credibilità e si aggiungono ad altri la cui lista si sta facendo ogni giorno più grande.

L'uomo è un pulviscolo sulla Terra e un nulla pressoché assoluto nell'Universo.

Sarebbe ora che tutti gli esseri umani (specie gli Occidentali) ne prendessero pienamente coscienza e la finissero di credere di essere il centro di entrambi e di poter quindi pretendere di avere un'onnipotenza tale da poterle davvero influenzare.

La Terra e l'Universo di cui fa parte sono nate ben prima dell'apparizione dell'uomo e resteranno comunque anche dopo l'estinzione di quest'ultimo.



Prof. Yvan Rettore







ELEZIONI REGIONALI PUGLIA 2025: COSA RICORDARSI

 In autunno i cittadini di ben sei regioni italiane saranno chiamati alle urne per rinnovare i consigli delle stesse.

Fra queste figurerà la Puglia e torneranno la solita propaganda asfissiante di candidati improbabili, gli opportunismi di bottega, le logiche dei bacini di voti da conquistare e via discorrendo...

Prometteranno di tutto e di più, perfino l'impossibile, perché tanto sono pienamente consapevoli che una volta eletti non rischieranno nulla e che potranno tranquillamente mantenere la loro poltrona per almeno cinque anni.

Ennesima dimostrazione di quella famigerata delega in bianco a cui si riduce il voto di ogni singolo cittadino all'interno di un sistema politico che ormai ha sempre meno a che fare con la democrazia e risulta essere invece sempre più una piazza in cui si confrontano comitati d'affari che soltanto apparentemente risultano antagonisti.

E allora che fare?

In assenza di un patentino di eleggibilità che certifichi chiaramente che chiunque si presenterà abbia davvero le capacità e le conoscenze effettive per poter aspirare a ricoprire un incarico istituzionale, direi che sarebbe interessante cominciare a rivisitare i ricordi legati sia ai candidati che saranno in lizza che alle forze politiche di cui sono emanazione.

Iniziate a ricordarvi di quante volte non hanno risposto alle vostre telefonate, pec, raccomandate o attraverso altri mezzi di comunicazione in cui chiedevate loro interventi specifici su temi fondamentali inerenti la comunità in cui vivete.

Dalle persone con disabilità agli scempi ambientali, dallo spreco di denaro pubblico alla carenza di infrastrutture, dallo stato pietoso in cui versa il sistema sanitario territoriale alla mancanza di trasparenza che dovrebbe essere una regola e non un'eccezione, alle tante chiacchiere vuote ed inutili su tanti progetti che restano campati in aria e via discorrendo, il silenzio delle figure istituzionale è sempre più una regola e l'eccezione spesso non viene manco contemplata.

La mancanza di ascolto, l'arroganza costante e l'incapacità diffusa sono ormai i tratti distintivi di una classe politica che si afferma e vive sempre più sulle spalle dei cittadini, anziché risolverne autenticamente i problemi e riuscire quindi a farli vivere meglio e in modo più decente e civile.

Poi permangono dei veri e propri fenomeni che persistono nel parlar bene e razzolare male, soggetti che si fanno passare per salvatori della patria, ma che poi una volta eletti si permettono perfino di buttarti giù la cornetta del telefono se ti azzardi a chiedere loro aiuto, atteggiandosi a patetici nobili di un sistema politico comunque morente e non più rappresentativo delle istanze dei cittadini.

Quindi ricordatevi di tutti questi soprusi, quando inevitabilmente i soliti candidati ricominceranno il loro show propagandistico promettendovi mari e monti e cominciate a capire che non basta più andare a votare per riaffermare la democrazia nei nostri territori ma soltanto tornando a ricostruire un senso di comunità in cui la condivisione e la solidarietà non siano unicamente ridotti a slogan di nostalgici di una Sinistra politica che oggi non c'è più, ma la condizione essenziale per tornare a contare come cittadini.

Vogliamo cominciare a provarci a prescindere da queste solite tornate elettorali e tornare ad esserlo veramente?


Prof. Yvan Rettore






mercoledì 19 marzo 2025

COSA PENSO DELLA DANZA

IL MIO ULTIMO INTERVENTO SULLA DANZA ESPRESSO DURANTE LA TRASMISSIONE TV "NEXT GENERATION" ANDATA IN ONDA SUL CANALE PUGLIESE "ANTENNA SUD".


martedì 18 marzo 2025

MANIFESTAZIONI ANTAGONISTE IL 16 MARZO 2025 A ROMA SULLA QUESTIONE UCRAINA: I SOLITI SHOW INCONCLUDENTI

 

Come ai tempi del Covid, ho notato che anche domenica si sono rivisti sia da una parte che dall'altra le solite prime donne che non mancano mai di sfruttare il tema del momento pur di mettersi in mostra e trarne un interesse personale.

Da politici falliti e trasformisti ad artisti mediocri, da scribacchini puramente polemici a scrittori che si atteggiano a voler essere intellettuali che non potranno mai essere, la "zuppa" di slogan vuoti e ripetitivi un tanto al chilo è stata servita ai tifosi presenti che rispondevano con tanto di bandierine e urla di consenso sconnesse.

Poi tutti a casa, a ricominciare la solita vita da frustrati aspettando la prossima manifestazione a cui partecipare, esimendosi ovviamente dal compiere azioni concrete per costruire dal basso le basi di una società alternativa allo schifo attuale, mentre i soliti furbacchioni che recitavano i loro copioni ampiamente collaudati sul palco gioivano dell'effimero successo ottenuto pensando ai prossimi progetti in cui poter tornare a contare ancora qualcosa e uscire dal loro letame di incongruenze ed incoerenze.

Yvan Rettore



domenica 16 marzo 2025

PIAZZETTA DEDICATA A SERGIO RAMELLI A LECCE: UNA SCELTA DAVVERO INOPPORTUNA

 

Giorni fa, su proposta di Fratelli d’Italia, è stata intitolata a Lecce una piazzetta a Sergio Ramelli (di cui ricorrevano i cinquant'anni dalla morte) e a tutte le vittime dell’odio politico.

Nulla da eccepire sulla dedica alle vittime di quella che fu una stagione politica devastante per il nostro Paese e che causò tante sofferenze e violenze di ogni genere a tante, troppe persone.

Sulla figura di Sergio Ramelli, ritengo invece la scelta alquanto inopportuna.

Si è trattata di una decisione imposta dall’alto (addirittura dalla precedente amministrazione di Centrosinistra) e come spesso accade, non condivisa con i cittadini di Lecce.

Inoltre è l’ennesima dimostrazione che si ha in questi lidi un approccio a tratti eccessivamente conciliante e comprensivo nei confronti di coloro che sposarono senza indugio le tesi dell’ideologia fascista che dal Ventennio in poi non ha mai veramente smesso di condizionare in modo estremamente negativo la vita politica del nostro Paese, né ha mai favorito una evoluzione culturale tale da superare quella che non esiterei a definire col termine di  “gramigna della Storia”.

Questo si può spiegare innanzitutto per il fatto che il Sud non ha dovuto vivere gli orrori della guerra civile seguita al crollo del regime fascista nel 1943 e che insanguinò per circa due anni vaste zone del Centro Nord, tanto che si può dire che da quelle parti quasi tutti avevano (e hanno ancora) almeno una croce da ricordare fra le vittime di quella che fu una vera carneficina tra italiani.

In secondo luogo, il terrorismo feroce che dilaniò essenzialmente il Centro Nord negli “anni di Piombo” non toccò mai veramente le zone meridionali del Paese se non in modo molto marginale ed occasionale.

Ragione per cui ha preso piede una visione benigna nei confronti dell’ideologia fascista, ora purtroppo idealizzata anche dalle nuove generazioni come l’unica scelta politica per risolvere i tanti mali che attanagliano la società italiana.

E dire che basterebbe aprire qualche libro di Storia (fondati su fatti e non su fantasie di stampo propagandista) e leggere alcuni fatti di cronaca per capire quanto dolore hanno arrecato coloro che si identificarono nel neofascismo italiano che sconvolse l’Italia negli anni ’70.

Certo, Sergio Ramelli non era affatto un fanatico, né si macchiò mai di alcun reato, come pure conviene ricordare che la risposta degli ambienti sovversivi di Estrema Sinistra fu estremamente violenta e causò anch’essa molti lutti in quel tremendo periodo.

Ma di vittime come Ramelli, anche nella Sinistra istituzionale ed extraparlamentare ce ne furono a iosa.

Basta ricordare dal 1970 i nomi (fra tanti altri) di: Saverio Saltarelli, Alberto Brasili, Alceste Campanile, Gaetano Amoroso, Vittorio Occorsio, Benedetto Petrone, Roberto Scialabba, Fausto Tinelli, Lorenzo Iannucci, Claudio Miccoli, Antonio Leandri, Valerio Verbano, Francesco Evangelista, Walter Tobagi, Francesco Mangiameli e Marco Pizzari.

Le seguenti stragi di massa che causarono da sole 130 morti furono però un’esclusiva di quel terrorismo di Estrema Destra spesso colluso con servizi deviati dello Stato: “Piazza Fontana” (1969), “Italicus” (1974), “Stazione di Bologna” (1980) e “Rapido 904” (1984).

E che dire poi dei tre (finora unici) tentativi di colpo di Stato tra il 1964 e il 1974?!

Di questi, due (il “Piano Solo” del 1964 e il “Golpe Borghese” del 1970) sono stati accertati di avere avuto chiaramente una matrice di stampo neofascista.

Detto questo, appare evidente che la decisione della precedente amministrazione comunale di Lecce sia stata operata in modo superficiale quanto inopportuno, soprattutto perché lesive ed irrispettose anche nei confronti di quella parte politica che si trovò antagonista a quella che si richiamava ai valori fascisti.

Sarebbe stato davvero altamente preferibile intitolare quella piazzetta con una frase molto più indicata come: “A tutte le vittime del terrorismo e dell’odio politico” o “Contro la barbarie di ogni fanatismo politico”.

Così purtroppo non è stato.

L’amministrazione Poli Bortone avrebbe potuto benissimo sfruttare una simile occasione per creare davvero una discontinuità con la precedente operando la modifica di cui sopra e facendo così un salto di qualità in grado di superare divisioni politiche che dopo oltre cinquant’anni sono ancora qui a minare la serenità del nostro Paese.

 

Prof. Yvan Rettore

 




martedì 11 marzo 2025

MUSICA E SCRITTURA: LA MIA OPINIONE

 "MUSICA E SCRITTURA": LA MIA OPINIONE ESPRESSA NEL CORSO DELL'ULTIMA PUNTATA DELLA TRASMISSIONE "NEXT GENERATION" ANDATA IN ONDA SUL CANALE TV PUGLIESE "ANTENNA SUD".



giovedì 6 marzo 2025

C'ERA UNA VOLTA IL MILAN

 Ho sempre tifato Milan e sempre lo farò.

Anche quando era in serie B, non rinunciai mai ad essere milanista.
Quindi lo sono fin dai tempi di Gianni Rivera, di quel "Golden Boy" che fu protagonista indiscusso dell'inizio della leggenda del Milan a livello internazionale.
Oggi, noi milanisti si vive di ricordi, perché il presente è un vero e proprio disastro.
Da quando Berlusconi lasciò la gestione del Milan, non esistiamo più a livello internazionale.
In otto anni, abbiamo vinto soltanto tre titoli: uno scudetto e due supercoppe italiane.
Una vera miseria, specie se confrontati con il numero di titoli ottenuti nei primi otto anni della presidenza Berlusconi.
Non si contano più ormai il numero di allenatori che si sono succeduti in questi ultimi due lustri.
Sono poi passati una valanga di schiappe come giocatori (in particolare dall'estero) e della mitica difesa del Milan, ormai non resta più nulla.
Oggi è un'autentica groviera!
Sono assenti quel senso di squadra, quello spirito di sacrificio e di appartenenza alla maglia e quell'amalgama perfetto tra giocatori stranieri e italiani che hanno scritto pagine memorabili non soltanto nel Milan ma anche nelle rispettive Nazionali.
E pensare che il vivaio attuale del Milan è una bella realtà, tanto che l'anno scorso la squadra giovanile riuscì nell'impresa di arrivare alla finale europea di categoria.
Ma ai dirigenti del Milan di oggi sembra non interessare e continuano a buttare milioni di Euro in acquisti di brocchi e senza avere un chiaro progetto di gestione che possa riportare il Milan almeno a un livello decente in campionato.
E' l'esempio tipico che dimostra che non basta avere una montagna di quattrini per costruire uno squadrone vincente.
Ci vogliono competenze, umiltà e capacità di lavorare in un gruppo in cui i ruoli siano chiari e dove tutto possa convergere verso un obiettivo comune che si può riassumere in una sola parola: "Vincere".
Un termine che ormai appare sempre più una chimera nell'attuale situazione del Milan, destinato a diventare progressivamente una squadra i cui tifosi dovranno sempre più rassegnarsi a rifugiarsi nei ricordi di una Storia gloriosa e memorabile per riuscire ancora ad essere attaccati col cuore a questo club.
Un po' come sta accadendo da diverso tempo ad altre realtà che hanno fatto la Storia del calcio nostrano: dal Genoa al Torino, dalla Fiorentina al Bologna, per non parlare di altre che partecipano a campionati minori come la Pro Vercelli.
C'era una volta il Milan!


Yvan Rettore





martedì 4 marzo 2025

IL MIO LIBRO A TEATRO

 COSA PENSEREI SE UN MIO LIBRO DOVESSE ESSERE INTERPRETATO A TEATRO?



LA MIA POSIZIONE SUL TEMA DI UN TRASFERIMENTO ALL'ESTERO.


 

LA MIA POSIZIONE SUI SOCIAL

 LA MIA POSIZIONE SUI SOCIAL ESPRESSA NEL CORSO DELLA TRASMISSIONE TV "NEXT GENERATION" ANDATA IN ONDA SUL CANALE "ANTENNA SUD".



LA MIA POSIZIONE SULLA POLITICA: IL PATENTINO DI ELEGGIBILITA'

 LA MIA POSIZIONE SULLA POLITICA ESPRESSA NEL CORSO DELLA TRASMISSIONE TV "NEXT GENERATION" ANDATA IN ONDA SUL CANALE PUGLIESE "ANTENNA SUD".


LA MUSICA ATTUALE: IL MIO PUNTO DI VISTA

 Il mio commento sulla musica attuale espresso in occasione della trasmissione TV "Next Generation" andata in onda sul canale pugliese "Antenna Sud".



COSA PENSO DEL TEATRO

 Il mio punto di vista sul teatro espresso durante l'ultima puntata della trasmissione "Next Generation" andata in onda sul canale TV "Antenna Sud".



sabato 1 marzo 2025

LA DISPERATA RINCORSA DI TRUMP PER RIUSCIRE A GARANTIRE UN RUOLO DI PRIMO PIANO AGLI STATI UNITI NEL MONDO DI DOMANI

 L'Occidente, nei rapporti di forza che si stanno delineando nel mondo, appare ormai come un grande vecchio decadente e sempre più debole.

Ingenuamente si credeva ai nostri lidi che bastasse il dominio assoluto della finanza in ogni ambito della società per poter continuare a credere di riuscire ad avere un controllo (illusorio) delle economie del resto del pianeta.

La nascita dei BRICS e la loro continua espansione, la perdita costante e crescente di consenso soprattutto nei paesi del sud del mondo e la spirale infinita di debito pubblico creata artificiosamente dalle lobby finanziarie stanno dimostrando che ormai l'Occidente (ed in particolare l'UE) è volto a diventare una realtà sempre più marginale nello scacchiere geopolitico internazionale.

La sciagurata strategia americana in Ucraina ha proiettato la Russia a formare un unico blocco politico economico con la Cina, giungendo ad un preoccupante punto di non ritorno in quanto risulta più interessante per il gigante euroasiatico avere a che fare con economie emergenti affamate di risorse che di una Europa sempre più vecchia e divisa e comunque incapace di evolvere e rinnovarsi sia su un piano culturale che sociale.

Del resto basta vedere le leadership dei Paesi dell'UE per rendersi conto che ormai il dado è tratto e che il progetto di Unione europea così come era stato programmato dai burocrati di Bruxelles sta di fatto condannando questa parte del pianeta ad avere un ruolo sempre più marginale nel mondo di domani.

In tutto questo, la strategia di Trump appare chiara in quanto sta cercando disperatamente di ricostruire un profilo degli USA volto a mantenere questo Paese protagonista nel nuovo scenario politico internazionale ormai alle porte.

In tale prospettiva è fondamentale quindi voltare le spalle all'UE e cercare di spezzare almeno in parte l'asse russocinese, pilastro dei BRICS e rimanere quindi una potenza di un certo rilievo nel continente americano e soprattutto nell'area del Pacifico che appare sempre di più come il nuovo centro globale in cui si troveranno ad interfacciarsi quelle che sono e saranno comunque le più forti economie del pianeta con buona pace di un'Europa che rimarrà sicuramente un mercato commercialmente importante, ma una realtà produttiva e progressivamente anche finanziaria sempre più trascurabile.

Il merito dell'amministrazione Trump è di avere colto questo processo ormai inarrestabile di cambiamento dei rapporti di forza che si stanno via via affermando a livello internazionale e di trovare una via d'uscita onorevole per riuscire a contare ancora qualcosa o addirittura per ritornare ad essere una potenza comunque ancora determinante nella nuova situazione geopolitica internazionale.

Al contrario di un'Europa che rimane ancorata ad un mondo di dominio che di fatto non esiste più, attitudine analoga ad altre che ha già vissuto in cui non ha capito che il mondo non si riduce al solo Occidente. 

Si vede che questa smania di superiorità congenita di questo continente è sempre rimasta presente nonostante due Guerre Mondiali devastanti soprattutto per questa parte del mondo. 

E alla fine la Storia finisce sempre col punire simili atteggiamenti e ora puntualmente si sta compiendo.


Yvan Rettore




lunedì 17 febbraio 2025

RIDUZIONE NEL COMUNE DI VEGLIE DELL'USO DEL MARCIAPIEDE CON LIMITAZIONE ULTERIORE ALLA MOBILITA' PEDONALE

Sembra proprio che a Veglie ci sia un'abitudine ormai consolidata sia da parte di diversi esercizi pubblici che delle compagnie erogatrici di servizi di considerare i marciapiedi come aree di deposito anziché come percorsi esclusivamente destinati al passaggio pedonale come indicato chiaramente dalle normative nazionali di riferimento.

L'ultimo caso si evince dalle immagini qui riportate in cui la ditta appaltatrice di lavori che si sono eseguiti in questi ultimi giorni in via Italia Nuova ha pensato di fare sul marciapiede sito all'inizio della stessa una gettata volta alla sistemazione di una cassetta.

In questo modo, il marciapiede che era a norma, ovvero con una larghezza di metri 1,50, ora si ritroverà ad essere ridotto di oltre 30 centimetri e nella parte più ridotta sarà ridimensionato fino ad arrivare a meno di 40 centimetri (prima era già fuori norma essendo di meno di 70 centimetri).

Praticamente per passarci bisognerà addossarsi al muro!

Invece una persona con problemi di deambulazione e peggio ancora chi è costretto a circolare solo con la carrozzina, non potrà di fatto più usare questo marciapiede perché occupato da un ostacolo fisso e finire quindi sul manto stradale con tutti i rischi e pericoli che ciò può comportare per l'incolumità fisica.

Yvan Rettore




mercoledì 12 febbraio 2025

PERCHE' IN CERTI CASI E' MEGLIO EVITARE DI ANDARE AD UN INCONTRO PUBBLICO

In seguito alla fine della pandemia sono ripartiti gli incontri pubblici in presenza ma spesso e volentieri è meglio evitare di andarci.

Perché?

Per diverse ragioni che ora andrò ad elencare:

1. Un numero esagerato di intervenenti. 
Specie a livello istituzionale non è raro constatare che tale numero può arrivare perfino ad una cifra pari a quella di una squadra di calcio.
Tenendo conto che ogni individuo parla per non meno di dieci minuti (ma nella maggior parte dei casi anche di più), di fatto la parte di tempo riservata agli eventuali interventi del pubblico si assottiglia nettamente fino quasi a scomparire del tutto.

2. Un orario non consono ad una partecipazione effettiva della popolazione.
Se gli orari vengono fissati di mattina o comunque in momenti della giornata in cui sono aperti gli esercizi pubblici e la gente è solita lavorare, è ovvio che risulta estremamente complicato ritagliarsi un momento per andare a simili eventi.

3. Un giorno infrasettimanale.
In modo analogo a quanto già riportato nel punto precedente, è davvero difficile specie per chi ha impegni famigliari e lavorativi riuscire ad essere presente. 
E riguarda la maggior parte della popolazione.

4. Periodo preelettorale.
In prossimità di tornate elettorali, gli incontri pubblici rivestono un'importanza notevole per coloro che si candidano (o che comunque militano in un partito) e quindi usano in non pochi casi simili occasioni per ritagliarsi una visibilità che a quel punto corrisponde più ad una manovra di propaganda che di diffusione di contenuti informativi utili alla cittadinanza.

5. Caratteristiche degli intervenenti.
E' molto importante verificare chi sono coloro che sono chiamati ad intervenire sia su un piano qualitativo che comportamentale. Al di là della verifica dei CV e dei titoli, è quindi doveroso capire le motivazioni che stanno alla base della loro partecipazione. Per i politici si tratta il più delle volte unicamente di manovre destinate a mantenere o ampliare il loro consenso o di azioni di pura visibilità e di facciata volte soprattutto a far credere alla cittadinanza che sono interessati al tema o ai temi che vengono sollevati durante l'incontro. Ricordiamoci però che purtroppo spesso questo ultimo aspetto risulta secondario nel loro modo di porsi. Diverso può risultare invece l'atteggiamento di esperti o responsabili istituzionali che a priori non sono mossi da tali necessità, ma che potrebbero essere usati come "strumenti" di propaganda da un determinato schieramento o comunque avere interessi analoghi o convergenti con esso.

6. Durata predefinita dell'incontro
Se viene già stabilito che l'incontro si ridurrà a meno di un'ora e mezza, significa che non avrà molti contenuti da diffondere. Tenendo conto che simili eventi non cominciano mai in orario e che di solito vi è sempre almeno una mezz'ora canonica di ritardo, alla fine della fiera rimane un'ora scarsa riservata agli interventi, cosa che finisce con l'impedire al pubblico in sala di interloquire effettivamente con gli intervenenti.

7. Tutti gli intervenenti devono essere presentati in modo dettagliato
Spesso il moderatore dà per scontato che il pubblico in sala conosca l'identità degli intervenenti o che sia sufficiente una presentazione superficiale degli stessi. E' quindi fondamentale che sia capace di usare un dono della sintesi tale da rendere comunque autenticamente sufficiente tale operazione. 

8. Gli intervenenti devono essere presenti fisicamente
Al di là di problemi di natura strettamente tecnica che possono sempre sopraggiungere, è fondamentale che ogni intervenente sia effettivamente presente in sala. Una presenza virtuale non è per nulla soddisfacente, specie in caso di dibattiti accesi ma anche perché rimane comunque residua e limitata. Inoltre, è poco rispettoso verso il pubblico in sala che intervenenti giungano in ritardo o peggio ancora che se ne vadano poco dopo il loro intervento, dimostrando in questo caso di avere usato l'evento solo come passerella di visibilità e non come un'occasione in cui confrontarsi veramente con tutte le persone presenti.

9. La visibilità degli intervenenti 
La sala dev'essere predisposta in modo tale che tutti coloro che sono chiamati ad intervenire siano perfettamente visibili dal pubblico in sala.

10. La qualità dell'audio
L'audio dev'essere di ottima qualità e nulla dev'essere lasciato al caso in tale ambito.


Detto questo è doveroso verificare che siano rispettati almeno i primi sei punti di questo decalogo onde non sprecare tempo nell'assistere a vuote passerelle propagandistiche o peggio ancora a operazioni puramente autoreferenziali in cui i cittadini presenti si ritrovano costretti a dover ricoprire unicamente il ruolo di comparse.

Un incontro pubblico acquista valore e ricopre un autentico significato soltanto se è costituito da contenuti concreti che trascendono questi aspetti effimeri e che sono volti a fare crescere la collettività nella conoscenza reale dei temi che vengono sollevati.

Altrimenti è meglio fare altro e lasciare che a tali eventi si ritrovino ad essere presenti soltanto gli intervenenti e i loro fans o sostenitori.


Yvan Rettore




INTERVENTO DEL PROF. YVAN RETTORE NELLA TRASMISSIONE "NEXT GENERATION" SU ANTENNA SUD

INTERVENTO DEL PROF. YVAN RETTORE NEL CORSO DELLA TRASMISSIONE "NEXT GENERATION" ANDATA IN ONDA SULLA TV LOCALE PUGLIESE ANTENNA SUD.


Uno degli ultimi interventi del Prof. Yvan Rettore durante la trasmissione TV "Next Generation"

 Breve opinione sul cinema espressa dal Prof. Yvan Rettore durante una delle ultime puntate della trasmissione TV "Next Generation" andata in onda sul canale pugliese "Antenna Sud".



INTERVENTO DEL PROF. YVAN RETTORE NELLA TRASMISSIONE TV "NEXT GENERATION" SUL CANALE "ANTENNA SUD".

 UNO DEGLI ULTIMI INTERVENTI DEL PROF. YVAN RETTORE DURANTE LA TRASMISSIONE TV "NEXT GENERATION" ANDATA IN ONDA SUL CANALE "ANTENNA SUD".


RIFLESSIONI DEL PROF. YVAN RETTORE NEL CORSO DELLA TRASMISSIONE TV "NEXT GENERATION"

INTERVENTO DEL PROF. YVAN DURANTE LA TRASMISSIONE "NEXT GENERATION" ANDATA IN ONDA SUL CANALE TV "ANTENNA SUD".



VIDEO DI PRESENTAZIONE DEL ROMANZO "GIALLO SALENTO" DI YVAN RETTORE

 Non si tratta di un “giallo classico” in quanto la vicenda non si riduce soltanto alla soluzione di un caso criminale ma vuole essere anche uno spaccato della società salentina visto con l’occhio attento di un forestiero perdutamente innamorato di questa terra meravigliosa.

I diversi personaggi che vi si avvicendano appaiono quindi per forza di cose imperfetti ma tutti con caratteristiche particolari che li possono rendere a tratti affascinanti e in altri momenti antipatici perché in fondo nessuno di loro risulterà del tutto innocente nei fatti narrati. Quello però forse più caratteristico e interessante rimane quello del protagonista, “Toto, lu scarparu”, un disabile apparentemente idiota ma che invece è dotato di un’intelligenza fuori dal comune e che saprà dimostrare con grande vigore nei momenti che via via si faranno sempre più difficili per lui.





INTERVENTO DEL PROF. YVAN RETTORE SUL TEMA DEI SOCIAL

 

La posizione del Prof. Yvan Rettore espressa sul tema dei social nel corso dell'ultima puntata della trasmissione TV "Next Generation" andata in onda sul canale "Antenna Sud".



sabato 18 gennaio 2025

PURE LE FORZE DELL'ORDINE POSSONO SBAGLIARE

 In quest'ultimo periodo una delle vicende più gettonate dal Mainstream è la morte di Ramy Elgami, un diciannovenne egiziano morto alla fine di un lungo inseguimento per le vie di Milano.

A prescindere dal fatto che si deve comunque fermarsi ad un alt delle forze dell'ordine, mi sembra che in questi giorni si parli più di queste ultime che della morte di un giovane essere umano.

E quindi avanti tutta con il solito ritornello tipico di un certo squallido giornalismo nostrano che opera in modo impeccabile nel dividere i cittadini in colpevolisti e innocentisti nei confronti delle forze dell'ordine.

Nelle trasmissioni TV ed in particolare quelle di Mediaset, si assiste perfino a patetiche espressioni da tifo da stadio con opinionisti sputasentenze ad urlare come comari frustrate che la verità sta da quella o dall'altra parte.

In tutto questo la tragica scomparsa di un essere umano passa in secondo piano e viene strumentalizzata dall'uno o l'altro schieramento soltanto per operazioni di bieca propaganda politica.

Ma c'è un altro aspetto legato ad uno Stato di diritto degno di questo nome ed è che qualsiasi cittadino colpevole di un reato dev'essere in ogni caso giudicato e condannato secondo le leggi vigenti unicamente dalla magistratura competente.

E' davvero inconcepibile che vi siano persone che usano i potenti mezzi di informazione per diffondere opinioni a mo' di condanna soprattutto quando vi sono ancora delle indagini in corso atte a formalizzare capi d'accusa definitivi che poi saranno giustamente valutati da chi ha la competenza per farlo e non da qualunque urlatore populista da stadio.

E l'idea avanzata da una certa Destra di stampo autoritario di introdurre uno scudo penale a favore delle forze dell'ordine quando queste infrangono la legge è in antitesi con uno Stato di diritto in cui la parità di trattamento di fronte alla legge dovrebbe essere garantita a tutti senza alcuna distinzione di sorta.

Già nella pratica, purtroppo troppo spesso, la famosa frase scritta in ogni tribunale "La legge è uguale per tutti" non trova riscontro nelle sentenze che vengono emanate.

Se poi si dovesse perfino accettare l'approvazione di una norma che rende immune o favorisce certe categorie di individui nel compimento di determinati reati, allora tanto varrebbe toglierla definitivamente da ogni assise giudiziaria.

I sostenitori di questa riforma scellerata del nostro ordinamento giudiziario dovrebbero studiarsi la Costituzione nonché i trattati internazionali sottoscritti dal nostro Paese in cui è sancito chiaramente che non si possono applicare certi trattamenti di favore, pena dal passare da uno Stato di diritto ad un sistema dichiaratamente autoritario in grado di travalicare la democrazia, rendendo così di fatto uno dei tre poteri garanti della stessa, la magistratura, come una struttura interamente sottoposta all'esecutivo e ai capricci o umori di coloro che lo guidano.

Pure le forze dell'ordine possono sbagliare e alcuni dei loro membri possono giungere a commettere reati di natura penale che vanno giustamente perseguiti perché il fatto di essere commessi durante uno stato di servizio non può di certo esimerli dal sottoporsi al giudizio di un tribunale come nel caso di qualsiasi altro cittadino.

E' quindi davvero fuori luogo quanto patetico sentire certi giornalisti continuare ad affermare che sono e saranno sempre dalla parte delle forze dell'ordine come se nella nostra società si fosse costretti a vivere costantemente come in una partita da calcio con tanto di tifo da stadio.

E quindi fare chiarezza sulla tragica dipartita di Ramy non è soltanto assolutamente doveroso in uno Stato di diritto, ma ancor di più risulta fondamentale procedere secondo i canoni del nostro sistema giuridico per definire un giudizio e una condanna.

E questo anche se si tratta di Carabinieri.

Perché giustizia dev'essere fatta.

E in questo caso e a maggior ragione, perché è morto qualcuno che non costituiva alcuna minaccia per le forze dell'ordine coinvolte.

Quindi ora sarebbe il caso di lasciare la parola agli inquirenti e ai magistrati incaricati per riuscire a fare definitivamente luce sulla vicenda e di lasciare che la giustizia possa fare effettivamente il suo corso.


Yvan Rettore






venerdì 3 gennaio 2025

MOSTRA DI ANTONIO CARACUTA AL CENTRO CULTURALE CARMELO BENE DI VEGLIE: QUANDO ALLE PAROLE NON SEGUONO I FATTI!


Nel Centro Culturale Carmelo Bene di Veglie si è chiuso un anno e se ne è aperto un altro con la Mostra di uno dei più grandi pittori contemporanei, un orgoglio non soltanto del Salento, ma di tutto il nostro Paese.
Sto parlando del Maestro Antonio Caracuta, noto anche come il "Pittore dei Carcerati".
Come già affermato in un mio intervento precedente è stato un onore, nonché un grande privilegio poter ospitare le sue opere di grande spessore presso la nostra sede.
Ormai è diventata una consuetudine per l'amministrazione comunale, le autorità religiose e la maggior parte delle associazioni locali e di diversi cittadini vegliesi di snobbare eventi di tale spessore.
Durante il periodo natalizio nelle loro sedi si sono diffusi a man bassa i soliti sterili "ritornelli" natalizi, dal "vogliamoci bene" alla "gentilezza", "dalla "pace" all'"amore" e via discorrendo con chi più ne ha ne metta.
Tante belle parole purtroppo non seguite da fatti o meglio soltanto nei confronti di determinati soggetti e non di altri.
Un'attitudine discriminatoria che non appartiene assolutamente a quella da sempre inclusiva del nostro Centro e di cui andiamo fieri.
Chi ama davvero l'arte, la cultura, ma soprattutto la profondità e l'autenticità dei valori e principi umani, ed in particolare di quelli cristiani, non può esimersi dal rifiutarsi di "incontrare" e di "vivere" le opere del Maestro Caracuta.
Chi persiste nel non farlo, pensando di fare del male al nostro Centro, in realtà sta dimostrando una notevole incoerenza e una incapacità palese nel superare le divisioni e nell'accogliere il prossimo suo nell'ottica di una dimensione davvero comunitaria e quindi costruttiva per la realizzazione di un futuro positivo per tutti e l'affermazione di un presente davvero fondato sulla solidarietà e la condivisione, che guarda caso sono i punti di forza di qualsiasi entità progredita sul piano civile, sociale e culturale.
A rimetterci in tali comportamenti non è di certo il Centro, che anzi rafforza ulteriormente la propria identità, ma la comunità vegliese tutta che rimane confinata in logiche ed azioni che nulla hanno a che fare con le tante belle parole che vengono pronunciate ormai stancamente nel corso di ogni evento natalizio e che suonano di anno in anno sempre più vuote di significato.
Le parole hanno un senso e acquistano valore soltanto se suffragate da fatti.
Altrimenti sono come le foglie che scompaiono al minimo colpo di vento e risultano quindi effimere quanto inutili.
Esattamente l'opposto di quanto espresso in modo potente e straordinariamente umano dal Maestro Antonio Caracuta, al quale mi inchino per tutto l'Amore che riesce ad esternare ben al di là del proprio essere.
Fino al 6 gennaio nel Centro Culturale Carmelo Bene di Veglie.

Prof. Yvan Rettore