venerdì 5 dicembre 2025

PERCHE' SONO CONTRARIO A QUESTI EVENTI CHE LUCRANO SULL'ASSENZA (SEPPUR MOMENTANEA) DI UNO DEI SENSI PIU' BELLI DEL NOSTRO ESSERE!

 

Sono sempre stato contrario a questo genere di eventi e ora spiego perché.
Si sfrutta per scopi puramente commerciali l'assenza momentanea di un senso prezioso come la vista spacciandola per un momento goliardico, quando invece chi la subisce in modo permanente non la vive di certo in quel modo.
Rimane un'esperienza assestante di una serata e nulla più.
Nessuna crescita concreta, soltanto un momento di "divertimento" a pagamento e nulla più.
Come orientatore di percorsi sensoriali da oltre 30 anni, ho organizzato (l'ultima volta una cena sensoriale c/o il Centro Culturale Carmelo Bene di Veglie) dei pasti sensoriali GRATUITI in cui i partecipanti hanno vissuto una crescita sostanziale in quanto si andava a scoprire elementi sconosciuti del nostro essere attraverso l'isolamento progressivo di alcuni sensi (vista, olfatto e udito) in un'esperienza culinaria che non intendeva quindi affatto ridursi ad un momento goliardico.
Ritengo che fare questo genere di esperienze per cercare di immedesimarsi nella vita dei ciechi e ipovedenti e per giunta a pagamento, sia una profonda mancanza di rispetto nei confronti di questi ultimi, perché o la cosa si inquadra in un percorso di crescita complessiva oppure rimane un'esperienza effimera e poco altro.
E poi se proprio ci sono persone che vogliono comunque viverla, non c'è affatto bisogno di andare in un locale che la sfrutta unicamente per lucrarci sopra.
Basta organizzarsi in casa propria con alcuni amici.
O no?!

Yvan Rettore



domenica 16 novembre 2025

IL "BALLETTO" DI GIORGIA MELONI

A Napoli, in chiusura del comizio elettorale per le prossime Regionali, la Signora Giorgia Meloni è riuscita per l'ennesima volta a sorprenderci.

Ovviamente, in negativo.

Invitare le personalità presenti sul palco e il pubblico a cantare "Chi non salta, comunista è" e quindi a saltellare rappresenta una caduta di stile che dimostra a che punto di degrado è giunta la classe dirigente di questo Paese.

Innanzitutto, perché in una democrazia e in un Paese autenticamente civile, l'avversario politico va sempre rispettato e mai deriso.

Fare politica non è tifare per una squadra di calcio, ma difendere e argomentare le proprie posizioni in un confronto costruttivo con chi non la pensa come te.

Questa si chiama democrazia.

Ma viste le origini e convinzioni politiche della Premier, non ci si poteva di certo aspettare che agisse diversamente.

D'altro canto ci sono alcuni aspetti fondamentali che denotano la superficialità estrema della Signora Meloni per quanto riguarda i "comunisti", che ovviamente lei non può non considerare come il "male" assoluto.

Innanzitutto, sarebbe doveroso ricordarle che al contrario di quanto avvenuto nei paesi dell'Est, il PCI è stato fra i garanti principali e fondamentali della democrazia in Italia e che al di fuori del tentativo grossolano di Pajetta, non hanno mai minimamente tentato di operare un colpo di Stato con lo scopo di imporre un regime analogo a quelli presenti nel Patto di Varsavia.

L'unico regime totalitario che ha conosciuto il nostro Paese è stato quello del Ventennio fascista, diretto da quel Benito Mussolini, che la Signora Meloni anni fa non esitò a definire nel corso di un'intervista come il più grande statista italiano.

In secondo luogo, i comunisti hanno sempre rappresentato soltanto una delle varie espressioni di quello che si può definire con la denominazione di "popolo di Sinistra" costituito anche da socialisti (nati ben prima dei comunisti), anarchici, ambientalisti, pacifisti, femministi, altermondialisti, ecc...

Oggi, di fatto i comunisti (al di fuori forse di alcuni elementi isolati di Sinistra Italiana) non sono praticamente più rappresentati in Parlamento.

Il PD è ormai un partito di Centrodestra (o al massimo di Centro) che non ha proprio nulla a che vedere con quello che fu il PCI mentre ciò che rimane del M5S si riduce ad una compagine dominata da posizioni populiste confuse che solo a tratti si possono definire di Sinistra.

La fortuna della Signora Meloni è che oggi la Sinistra non è più rappresentata a livello istituzionale (salvo in alcune liste civiche locali) e che il grosso dell'astensionismo odierno è formato proprio da cittadini che non hanno più un vero e proprio referente politico capace e (soprattutto) intenzionato ad impegnarsi nel rivendicare e difendere i capisaldi ideologici e programmatici di quello schieramento.

Detto questo, la performance della Signora Meloni oltre che dimostrare per l'ennesima volta che è più portata nel fare campagna elettorale che nel governare in modo costruttivo ed efficiente il Paese, ha evidenziato le notevoli lacune che la contraddistinguono nella conoscenza effettiva di quella Sinistra che di fatto sta ormai fuori dal Parlamento e che si ritrova ormai soltanto in iniziative e azioni di lotta condotte da sindacati di base, comitati di cittadini e associazioni impegnate nel sociale e nel volontariato.


Yvan Rettore






lunedì 10 novembre 2025

NON TUTTI POSSONO DIVENTARE TEX WILLER!

 In questo periodo uno dei grandi dibattiti è quello relativo al ricorso alla legittima difesa. Certo, i fatti di cronaca a riguardo sono piuttosto significativi e deprecabili per la violenza con cui sono avvenuti diversi furti (o tentativi di furto) nelle case di cittadini spesso inermi e indifesi.

Ma il ricorso alla legittima difesa è sempre consigliabile?! Al di là del fatto che dovrebbe sempre essere proporzionata alla minaccia (cosa difficilissima da stabilire in archi di tempo brevissimi), è davvero così sicuro che possa effettivamente bastare per scongiurarla e che non potrebbe in caso di fallimento perfino peggiorare radicalmente la situazione in cui ci si trova?

Ciò che quasi sempre dimenticano i fautori del ricorso senza limiti alla legittima difesa è che i delinquenti che compiono simili malefatte sono spesso abituati a sguazzare quotidianamente nella violenza e che non hanno quindi molti scrupoli a reagire con azioni che possono in diversi casi provocare anche la morte delle vittime, talvolta anche dopo sevizie e torture indicibili. Per essere “Tex Willer”, bisogna essere allenati all’uso delle armi ma anche a reggere la pressione di simili situazioni e queste caratteristiche non sono proprie della gente comune, ma di persone esperte e formate che operano nelle forze dell’ordine.

La questione da porsi è semmai un’altra e non risiede di certo nel definire come dovrebbe esprimersi la legittima difesa, ma piuttosto nell’investire su un elemento che in Italia la classe dirigente è abituata ad ignorare ad oltranza, ovvero la prevenzione. Questa dovrebbe tradursi da una parte con un aumento e una suddivisione migliore delle forze dell’ordine sul territorio e dall’altra con la fornitura di equipaggiamenti e mezzi che possano essere effettivamente idonei nel combattere queste forme di criminalità. Ad esempio, non si può permettere che una volante della polizia sia un’utilitaria di cilindrata e potenza modesta rispetto ai bolidi che spesso usano i delinquenti. Operare inseguimenti con una tale sproporzione di mezzi è davvero grottesco.

D’altra parte, a fronte di forze dell’ordine che rimangono spesso encomiabili per il lavoro svolto, la magistratura vuoi per mancanza di formazione adeguata, vuoi per varie possibilità interpretative delle normative in vigore, spesso non punisce in modo adeguato questi criminali, i quali a volte dopo pochi mesi dal misfatto riescono perfino ad uscire tranquilli dalle nostre patrie galere.

La responsabilità tuttavia è soprattutto politica in quanto oltre a non investire in modo adeguato sulle forze dell’ordine le autorità formalmente competenti (governo e parlamento in primis) rimangono timide nei confronti di magistrati non all’altezza della loro professione e ultima cosa, ma non di minore gravità, emanano normative confuse o evitano di legiferare su argomenti importanti, favorendo così la diffusione concreta fra la popolazione di un’incertezza della pena che va a scapito di tutti coloro che fanno ancora affidamento sulle istituzioni di questo paese.

Yvan Rettore

domenica 9 novembre 2025

UNA CLASSE POLITICA CHE VIVE SOLTANTO DI AUTOREFERENZIALITA'

Oggi la classe politica vive soltanto di autoreferenzialità, la corsa alla poltrona è dominante rispetto a qualsiasi altra considerazione e tutto fa brodo pur di arrivarci.

Personaggi senza scrupoli, troppo spesso incompetenti ed insensibili nei confronti di coloro che dovrebbero rappresentare e che sono attenti soltanto ai bisogni dei membri di quella greppia che si sono costruiti negli anni pur di arrivare dove sono.

Oggi purtroppo c'è una vera rottura tra la classe dirigente e le istituzioni che occupa e la gente comune che deve subire ogni tipo di angherie e rimanere confinata nella loro indifferenza che viene momentaneamente accantonata soltanto in periodo elettorale per sporchi opportunismi di convenienza personale.

Continuo sempre a recarmi alle urne, perché troppi italiani si sono sacrificati in passato per poterci garantire il diritto di voto e quindi ritengo che meritino comunque questo rispetto che dovrebbe essere sempre loro dovuto.

Ma da anni ormai voto scheda nulla, perché ormai mi rendo conto che ci siamo noi cittadini da una parte e questi arrivisti che occupano saldamente ed impropriamente le istituzioni dall'altra.

Ragion per cui l'unico modo per uscirne è di cominciare a pensare di creare delle istituzioni autogestite al di fuori da quelle dello Stato che oggi non ci rappresentano più e che sono perfino nocive per la collettività vista l'assenza di riguardo e di competenze che hanno nei nostri confronti e che ingiustamente ci troviamo a dover ancora mantenere con le nostre tasse.

Yvan Rettore





FONDI PER L'ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE: COME STANNO VERAMENTE LE COSE A VEGLIE




Chiarimento sulla situazione delle barriere architettoniche a Veglie.

Come stanno veramente le cose?
 

Yvan Rettore

PAROLE, PAROLE



Sono passati quasi 16 anni, sembrava ieri, era in inverno, il nostro primo inverno insieme e tante parole furono pronunciate tra noi…"Parole, parole"....tra Yvan e Anna!

Yvan Rettore

DUE PAROLE SULL'INTERVENTO DELLA SINDACA DI VEGLIE ESPRESSO SULLA SUA PAGINA FACEBOOK IN OCCASIONE DELLA GIORNATA ODIERNA IN COMMEMORAZIONE DELLA FINE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Oggi, 4 novembre 2025, la sindaca di Veglie ha espresso sulla sua pagina Facebook quanto segue: "Il 4 novembre ci ricorda la fine di una guerra terribile e il sacrificio di milioni di donne e uomini che hanno creduto in un’idea di Paese libero, unito e in pace.

Ma ci ricorda anche che la pace non è mai un punto d’arrivo definitivo: è una responsabilità quotidiana.


Oggi non celebriamo la guerra. Celebriamo la pace costruita sulla memoria e il valore di chi ha servito e serve lo Stato con dedizione e coraggio — nelle Forze Armate, nelle forze dell’ordine, nella protezione civile, in ogni gesto di servizio alla collettività."

Detto questo, da cittadino ma soprattutto da Veneto e da nipote di un soldato del '98 che fece la Prima Guerra Mondiale in giovanissima età, mi sento di fare alcune precisazioni alla Prima cittadina.

Yvan Rettore




LA VITA A MODO MIO

 La vita cronometrata in ogni momento, scandita dall'oppressione del tempo che scorre veloce...Che tristezza!

A che punto siamo arrivati in questa società in cui tutti corrono, tutto corre e non si sa apprezzare più niente degli attimi stupendi che può offrire l'esistenza ogni giorno!

Ben vengano i bar di paese, quelli di una volta, in cui ti sedevi e nessuno ti assillava se ci restavi più di un'ora a sorseggiare un caffè e leggevi perfino un libro o ti mettevi a conversare col tuo vicino di tavolo, ci facevi conoscenza e se era una donna finiva col diventare poi addirittura tua moglie.

Io, la vita la voglio vivere a modo mio e non come intendono impormela gli altri.

E voglio camminare, fermarmi, assaporare ogni istante di questa esistenza, senza dover correre per arrivare dove, poi?


Yvan Rettore




giovedì 23 ottobre 2025

REGIONALI: E' COMINCIATA LA CORSA ALLA POLTRONA E ALLO STIPENDIO!


 E' iniziata la corsa alle Regionali per diversi politici eletti in altre funzioni istituzionali.

A prescindere dal fatto che in questo modo disattendono del tutto la fiducia riposta in loro dagli elettori per la copertura di altri incarichi assunti in precedenza, è interessante vedere anche quanto guadagnerebbero se entrassero trionfanti nel Consiglio, in questo caso della Regione Puglia (ma la cosa si può replicare in qualsiasi altra Regione).
Sì, perché è troppo facile per questi signori sbandierare in campagna elettorale che la loro intenzione di presentarsi a queste elezioni risiede unicamente nel volersi impegnare per migliorare la vita di noi cittadini.
A fronte di incrementi di stipendio non di poco conto, permettetemi di essere un po' scettico.
Un motivo in più quindi per riflettere seriamente se veramente vale la pena eleggere questi individui.
E senza limitarsi ad ascoltare i loro spot nei quali ci promettono come al solito di tutto e di più!

Yvan Rettore

SI DICE "SUDTIROLO" E NON "ALTO ADIGE"

 Anni fa, quando ancora frequentavo assiduamente il Cadore (una delle mie terre d'origine), mi capitava spesso di recarmi in Val Pusteria, Val Badia e Val di Fassa.

Un giorno mi fermai a pranzare con la mia compagna di allora in un ristorante situato in una piccola località della Val Pusteria.
Avendo involontariamente origliato che avevano un po' di difficoltà a comunicare in Italiano con altri clienti, decisi di interagire con loro direttamente in Tedesco.
Inutile dire che furono felici di questa mia scelta e anche di sapere che ero svizzero.
Ma la cosa che li rallegrò di più è che nel corso della conversazione non usai mai il termine "Alto Adige" per descrivere le bellezze della loro terra, ricorrendo invece esclusivamente al termine "Sudtirolo".
Mi spiegarono che storicamente e culturalmente si sentivano comunque "tirolesi" e che essere indicati come "altoatesini" era una specie di insulto alla loro identità in quanto rientrava in un'attitudine che faceva rivivere un sentimento di occupazione che specie durante il fascismo si era fatta particolarmente intollerante e sprezzante nei loro confronti.
Essendo il sottoscritto pure di cultura ladina, capivo perfettamente questo loro disagio e forse fu anche per quella ragione che decisi di rivolgermi a loro evitando di usare un termine, "Alto Adige", che non ha alcun valenza né storica, né culturale e che risulta essere soltanto una pura invenzione lessicale italiana.
Quindi anche quando mi capita di parlare di Yannik Sinner, non lo indico mai come "altoatesino", ma come "sudtirolese" perché ritengo che sia sempre giusto usare i termini corretti nei confronti di cose e persone e ancor di più in quest'ultimo caso perché l'identità ha un valore e dev'essere comunque sempre rispettata.
E mi sono sempre comportato allo stesso modo anche con altri grandi personaggi noti di quella terra: dal mitico Gustavo Thoeni a Reinhold Messner, dal compianto Alex Langer a Alex Schwazer e tanti altri che hanno reso grande il nostro Paese attraverso le loro imprese.
Yvan Rettore



sabato 18 ottobre 2025

DECALOGO DEL CANDIDATO IDEALE

1. Ascoltare tutti i cittadini ed evitare quindi i monologhi stancanti tipici di un comizio. 

2. Dire veramente ciò che si pensa evitando di parlare inutilmente e lungamente soltanto per riempire il tempo a disposizione.

3. Le polemiche Dx-Sx non interessano più l'elettorato e servono soltanto a sviare l'attenzione degli elettori dai contenuti concreti di una campagna elettorale.

4. Non pronunciare promesse a vanvera ma focalizzarsi unicamente su ciò che è davvero possibile realizzare, dimostrandolo attraverso dati e studi seri quanto oggettivi.

5. Evitare di ricorrere di continuo all'uso di slogan altisonanti ma vuoti di contenuti.

6. Rendersi sempre disponibile a confrontarsi con tutti gli elettori e non soltanto con quelli del proprio credo politico. 

7. Non peccare mai di autoreferenzialità. Ciò che si è fatto o non fatto nella propria carriera politico può essere giudicato e valutato esclusivamente dagli elettori non dai candidati.

8. Mai denigrare gli avversari ma rispettare sempre pienamente e civilmente le loro posizioni.

9. Evitare di strumentalizzare eventi o persone con l'intento di creare un movimento di simpatia artificiale ma non reale nei propri confronti.

10. Se eletti, rispondere del proprio operato e delle proprie azioni in primis nei confronti di tutti i cittadini e soltanto in un secondo momento nei riguardi della propria corrente politica di appartenenza.


Yvan Rettore







giovedì 11 settembre 2025

PRIMA, SECONDA E TERZA GUERRA MONDIALE

La Prima Guerra Mondiale non ebbe nulla di eroico, fu soltanto una terribile carneficina che sacrificò la vita di milioni di giovani, anzi giovanissimi, del tutto ignari delle logiche espansioniste perverse dei governi di allora.

Per non parlare dei milioni di mutilati che tornarono dal fronte e di paesi interi, specie nel mio Veneto, che rimasero privi di uomini giovani e in grado di lavorare per anni.

La Seconda Guerra Mondiale fece di peggio e fu un orrore senza fine intriso di massacri di massa di gente inerme sacrificata anche qui da logiche afferenti a nazionalismi deliranti e a mire espansioniste assurde fondate sull'esclusione e la distruzione sistematica di coloro che non la pensavano come le dittature che le generarono.
La Terza Guerra Mondiale esiste dal 1945 e ha già fatto nel mondo più morti dei due primi conflitti mondiali con orrori anche peggiori e mai visti prima.

La differenza rispetto al passato è forse data dal fatto che fino ad oggi qui in Occidente, siamo sempre stati abituati a guardarla soltanto in televisione o in rete comodamente seduti nei salotti di casa nostra.

Yvan Rettore



lunedì 8 settembre 2025

RISPOSTA A CHI ACCUSA IL CENTRO CULTURALE CARMELO BENE DI DIFFONDERE CATTIVERIA E/O DI CRITICARE E PUNTARE SEMPRE IL DITO SULLE COSE CHE NON VANNO A VEGLIE

 


La nostra non è mai cattiveria, ma semplice constatazione basata sui fatti e non sulle fantasie!
La cattiveria semmai è da ben altra parte e noi del Centro Culturale Carmelo Bene lo sappiamo fin troppo bene, perché a Veglie purtroppo ci sono veri e propri specialisti nel praticarla.
Per quanto riguarda la nostra realtà, inviterei i nostri coraggiosi accusatori ad informarsi meglio perché noi non abbiamo mai chiuso la porta a nessuno e i fatti parlano da soli a riguardo (tanto è vero che fra i premiati di questa e della passata edizione della Settimana dello Sport (che si svolge ogni anno a Veglie), figurano entità a cui abbiamo conferito il riconoscimento "Impegno d'oro"! (teso a premiare l'impegno e non il risultato di personaggi ed entità che hanno contribuito a dare un valore aggiunto a Veglie attraverso le loro attività in diversi settori).
Se poi in questo Paese, dà fastidio ad alcuni che si dicano certe verità scomode, pazienza.
Non ce ne facciamo di certo un problema.
Noi comunque continueremo a farlo, perché non a caso abbiamo deciso di intitolare il nostro Centro Culturale a Carmelo Bene, perché appunto quell'uomo dal genio ribelle, quando aveva qualcosa da dire, lo diceva sempre e comunque e non faceva mai il finto tonto che si conforma a qualsiasi cosa gli venga propinata. D'altro canto, inviterei questi prodi accusatori ad evitare di usare il termine "sempre" nei nostri confronti perché non è affatto vero che siamo sempre lì pronti a criticare (diritto sancito comunque dall'art. 21 della Costituzione), né puntiamo mai il dito contro chicchessia, perché non spetta a noi giudicare, ma sono i fatti che ci limitiamo a constatare che determinano le responsabilità di chi commette azioni che non sono legittime e/o che vanno a danno della collettività.
Quindi se c'è da esporli pubblicamente, noi riteniamo che sia nostro dovere farlo e se a tali accusatori e ad altri non va bene, è una loro libera scelta che merita rispetto, ma che non trova di certo la nostra approvazione.
E' la differenza che c'è tra "cittadini attivi" e "sudditi".
Tutto qui.

Prof. Yvan Rettore
Portavoce del Centro Culturale Carmelo Bene di Veglie



martedì 2 settembre 2025

LA DEFINIZIONE DEL TERMINE "CULTURA" DA PARTE DELL'ATTUALE AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VEGLIE

 

L'amministrazione comunale attuale di Veglie ha una visione del tutto fuorviante del termine "cultura".
"Cultura" significa dare voce e spazio anche ad esponenti culturali che non sono per forza sempre allineati sulle sue scelte e posizioni politiche.
I fatti sono lì a testimoniare che questa capacità di inclusione non esiste nell'attuale amministrazione e quindi le belle parole che vengono troppo spesso (in modo del tutto inopportuno) profuse dai suoi esponenti riguardo al fatto che quella di cui fanno parte attua eventi culturali e con partecipazione della cittadinanza fanno a pugni con la realtà.
Quest'ultima infatti dimostra non soltanto che non vengono mai invitati né considerati alle loro iniziative esponenti autorevoli della cultura presenti a Veglie ma che addirittura a tali eventi presenziano quasi esclusivamente persone che figurano fra i loro sostenitori, quindi una ridottissima parte dei cittadini vegliesi.
La gentilezza che affermano caratterizzare i loro comportamenti appare in questi casi (e non solo) del tutto assente perché non si ritrova affatto nell'indifferenza che esprimono nei confronti dell'operato e del prestigio che hanno diversi cittadini vegliesi in ambito culturale, e non solo!
A questo punto, non essere incluso nelle loro iniziative "culturali" diventa un punto d'orgoglio per questi ultimi.

Prof. Yvan Rettore



venerdì 15 agosto 2025

CONTINUIAMO A DIRE NO A TUTTI I DIVERSI, OPPURE VOGLIAMO COMINCIARE AD USARE UNA MATERIA CHIAMATA "CERVELLO"?

No ai Rom, no ai musulmani, no ai russi, no ai neri, no ai no vax, no agli arabi, no ai mulatti, no ai comunisti (che manco ci sono più), no agli omosessuali, no alle persone con disabilità (tanto basta ignorarli, si fa prima), no a tutti coloro che sono diversi...tanto se ne troverà sempre uno che ci sta sulle scatole e che è comunque diverso da noi e che fa parte di una categoria da inserire secondo parametri generici ben precisi!

Chi se ne frega della singolarità, dell'unicità di ogni singolo individuo, basta che faccia parte di un determinato gruppo in cui inserirlo per condannarlo a priori?!
Dal Ventennio in poi, non siamo evoluti di una virgola o quasi e non abbiamo imparato un cavolo dagli orrori della Storia.
Ci sta sempre una massa di "soldatini" pronti a puntare il dito comunque verso chi è diverso da noi e può rappresentare una minaccia, anche se questa non esiste minimamente! 
Detto questo, non si sente quasi qualcuno che urli forte e chiaro contro questo cesso di società e verso tutti coloro che ce l'hanno imposta come modello di vita per farsi i loro sporchi affari sulla pelle nostra?
E sapete perché?!
Perché per farlo bisogna usare una materia chiamata "cervello" che ci consente di accedere alla conoscenza di fatti, cose e persone per capire chi sono davvero coloro che avvelenano ogni giorno la nostra esistenza.
E hanno un nome e cognome e basterebbe uscire dal letargo dell'ignoranza e fare un piccolo sforzo intellettivo per riuscire a scoprire l'identità di questi autentici traditori della patria.
Ma la gente comune preferisce rimanere saldamente confinata nel proprio gregge e andare ad applaudire il politico fallimentare di turno, farsi abbindolare di continuo e aderire alla guerra tra poveri che va a vantaggio unicamente dei soliti noti.
Tutti o quasi rigorosamente concentrati per ore sui social e a guardare immagini e filmati sul piccolo teleschermo degli smartphone che sono riusciti in gran parte ad uccidere o almeno limitare fortemente la componente più importante dell'essere umano, ovvero la capacità di elaborare un pensiero proprio!

Yvan Rettore



lunedì 4 agosto 2025

COSE IMPENSABILI A VEGLIE!

Viali alberati nelle zone centrali e maggiormente frequentate, panchine, strade prive di buche e marciapiedi unicamente adibiti al passaggio pedonale (come da normativa precisa del codice della strada) rimangono un miraggio perché alla fine della fiera alla stragrande maggioranza della gente comune non gliene frega nulla, abituata com'è ad usare la macchina anche solo per fare qualche centinaio di metri!
Risultato: un paese imbruttito, con un traffico che manco a Milano lo trovi, parcheggi selvaggi, completo menefreghismo per la circolazione pedonale delle persone con disabilità e degli anziani, inquinamento ben oltre i limiti consentiti e calura estiva spaventosa in estate con il conseguente azionamento di condizionatori che aumentano la bolletta energetica e ledono ulteriormente la qualità dell'aria.
Ma tanto a Veglie, chi se ne frega di queste quisquilie?!
Nessuno protesta, nessuno reagisce (o comunque troppo pochi), nel nome del solito adagio all'italiana ovvero "basta che me la cavo, degli altri non me ne può fregare di meno!"

Prof. Yvan Rettore 

domenica 3 agosto 2025

NELLA SOCIETA' DELL'IMMAGINE E DELL'APPARENZA PERSONE CON DISABILITA' E BRUTTI SONO PERSONE DI SERIE B

Nell'ultimo romanzo che ho scritto "Giallo Salento", il protagonista è una persona con disabilità e fisicamente risulta essere tutt'altro che attraente.
Un po' ingenuamente, dopo diversi anni ho deciso di partecipare ad un concorso letterario sperando non certo di vincere (chi si autopubblica di solito non ha alcuna possibilità di farcela), ma almeno di finire fra i finalisti.
Questo perché volevo dare un messaggio mediatico forte teso a riconoscere che anche le persone con disabilità e le persone con un aspetto fisico non gradevole possono avere una loro giusta collocazione e considerazione in quel mondo.
Sicuramente qualcosa si è certamente già fatto, anche a livello teatrale e cinematografico, ma finora sono rimaste esperienze episodiche e comunque senza una vera e propria continuità.
Quindi troppo poco!
Inutile dire (penso che lo abbiate già capito) che la mia opera non è stata selezionata fra i finalisti.
Credevo che i tempi fossero cambiati, ma mi sono sbagliato.
Sebbene si parli di più rispetto al passato di individui potenzialmente discriminati quali possono essere appunto le persone disabili o dall'aspetto fisico non piacevole, la scelta della giuria ha confermato la tendenza dominante in atto in cui devono prevalere come modelli di riferimento individui esternamente aitanti e privi di qualsiasi menomazione fisica o mentale.
Quindi esseri belli dal fisico perfetto.
E ogni settore della società volge ad allinearsi di continuo a questi modelli artefatti.
Dal cinema alla pubblicità, dalla letteratura ai social, le immagini che vengono diffuse li santificano a manetta perché sono pienamente compatibili con una politica di conformismo utile alle logiche del consumismo, in cui tutto deve orientarsi verso parametri generalizzanti e banali che ne possano facilitare e agevolare l'affermazione.
Siamo giunti al punto che ci sono sempre più persone che spendono (c'è chi fa anche debiti) fior di quattrini in interventi di chirurgia estetica e altre che vanno letteralmente in depressione o peggio.
Quindi non vedrete mai una pubblicità del "Mulino Bianco" con una persona con disabilità, perché non fa vendere, raramente vedrete protagonisti di film d'azione o con budget colossali in cui i buoni sono brutti o in carrozzina perché non rendono al botteghino e pochissime volte vedrete vincere un premio letterario di dimensione nazionale un autore che ha scritto un'opera che abbiano come protagonista principale individui come quello di "Giallo Salento".
E potrei continuare ancora in altri ambiti, aggiungendo altre frange della popolazione che possono potenzialmente subire forme di discriminazione analoghe a quelle che ho citato fin qui.
Come disse una volta un mio vecchio amico: "Se sei una persona con disabilità, brutto, nero, musulmano e povero in canna, è meglio che ti trovi un'isola deserta in cui stare, perché sta sicuro che gli esseri umani, salvo qualche rara eccezione, ti ignoreranno del tutto e se potranno ti faranno anche del male".


                                                                                                                Yvan Rettore   


  
 

LARGO ALLA LINGUA ITALIANA, SIAMO ITALIANI NON AMERICANI!

L'Italiano è una lingua complicata, questo è certo, ma ritengo che sia ancora oggi una delle lingue più belle e complete che siano mai state elaborate dal genere umano.

Le sonorità piacevoli e le cadenze spesso poetiche del linguaggio nonché la ricchezza di termini per definire ogni concetto lo hanno da sempre caratterizzato e reso più unico che raro.

Al di là di quanti parlino Italiano nel mondo (meno di 100 milioni), all'estero è una lingua che piace sempre di più tanto è vero che ha perfino superato il Francese come numero di persone che hanno deciso di apprenderla.

Purtroppo le cose vanno ben diversamente nel nostro Paese, in cui impera una scarsa considerazione nei confronti di tutto ciò di bello che lo contraddistingue, a cominciare appunto dalla lingua italiana.

L'Italiano rimane certo la lingua ufficiale del nostro Paese, ma in realtà permane una lingua veicolare sia nel Centro Sud che nel Nordest, zone in cui i dialetti e lingue locali risultano essere prioritari rispetto all'uso della lingua di Dante.

In questi ultimi anni, ad aggravare tale fenomeno ci si è messa l'invasione dell'Inglese che è sempre più presente a livello comunicativo, pubblicitario, mediatico, finanziario, commerciale, economico, sociale e politico.

Insomma in ogni settore!

Si tratta di una penetrazione continua e spesso esasperante che sta logorando l'uso della nostra lingua a vantaggio di un'altra che risulta essere nettamente più povera a livello di termini concettuali e molto più brutta nell'ascolto.

Ma al di fuori di queste considerazioni che potrebbero risultare del tutto personali, l'aspetto forse più preoccupante è che ora anche le istituzioni, nel quadro di eventi ed iniziative che promuovono e realizzano, adottano sempre di più termini e slogan di origine anglosassone.

E queste modalità di comunicazione non trovano alcuna giustificazione perché in un Paese in cui si invecchia sempre di più e dove quindi gli anziani sono una componente notevole e crescente della popolazione residente, non è affatto scontato che questi riescano a capire contenuti scritti nella lingua inglese.

Essendo poi spesso poco avvezzi all'uso di Internet, risulta ancora più difficile per loro cogliere pienamente i significati di locandine e avvisi scritti nella lingua di Shakespeare.

Ma anche per i giovani questo uso massiccio della lingua inglese nei mezzi informativi e di comunicazione impoverisce considerevolmente le loro capacità cognitivo-espressive, fenomeno ancora più marcato nelle zone del Paese in cui l'Italiano rimane una lingua veicolare.

Se a livello privato c'è poco da fare, ritengo che almeno a livello istituzionale sarebbe il caso che la comunicazione avvenisse sempre e comunque in Italiano, sia per una questione di rispetto verso tutti coloro che non hanno o hanno una conoscenza limitata della lingua inglese.

Essendo il nostro Paese già stato americanizzato in modo eccessivo, non sarebbe il caso di cominciare a rivendicare la nostra identità di italiani a partire dal linguaggio?

Anche perché sarebbe doveroso ricordarci che siamo italiani e non americani!

E per quanto mi riguarda, orgoglioso comunque di esserlo!


                                                                                                                Yvan Rettore






sabato 5 luglio 2025

PERSONE BUONE E PERSONE CATTIVE

 


Le persone si dividono in individui buoni e cattivi.
Diversi soggetti possono essere a volte buoni, a volte malvagi.
Dipende dalla convenienza che si ha o meno nello sfruttare un determinato momento al fine di trarne un vantaggio personale.
Infatti, nessun essere vivente riesce ad essere opportunista come l'essere umano.
Comunque vada, rivendicare che si è orgogliosi di appartenere ad una società che si ritiene superiore ad altre in virtù di una religione, di un'ideologia o di elementi culturali costituisce l'anticamera ideale per la commistione di atti di violenza senza fine perché è dall'esclusione del prossimo tuo che inizia l'inumanità.
Quindi prima di puntare il dito su coloro di cui non si sa nulla, sarebbe meglio informarsi, ovvero espandere e aprire la propria conoscenza verso coloro che sono diversi da noi.
Non soltanto ciò può consentire di crescere sia individualmente che collettivamente ma permette anche di capire che si possono usare ben diversamente il tempo e le energie di cui ognuno di noi dispone in questa vita.
Ma soprattutto si riesce ad accorgersi che generalizzare (caratteristica esclusiva dei conformisti e di coloro che non riescono a pensare con la propria testa) è un modo di vedere le cose tipico dei servi utili al mantenimento del (fallimentare) sistema politico, sociale ed economico attuale.
I veri nemici di ognuno di noi stanno nelle stanze dei bottoni non nelle periferie delle nostre città.
Quindi invece di ascoltare seminatori seriali di odio e di disinformazione un tanto al chilo sparsi ad arte attraverso il mainstream o di pensare di sapere tutto su un argomento guardando qualche post sui social, sarebbe altamente preferibile leggere qualche libro illuminante scritto da personalità autorevoli e credibili che possono parlare di ciò che sanno perché lo hanno vissuto sulla propria pelle e non restando rinchiusi nelle redazioni di testate proprietà di magnati dell'editoria e delle lobby finanziarie italiane e non.
E se il tempo manca, beh...rimane sempre la possibilità di dire un bellissimo "non lo so" a qualsiasi domanda su un argomento di cui non si è a conoscenza.
Anche perché chi risponde sempre a tutto, non dimostra affatto di essere intelligente.
Chi è umile e umano, non ha difficoltà ad ammettere la propria ignoranza su determinati argomenti.

Prof. Yvan Rettore



venerdì 20 giugno 2025

EVENTI COMUNALI ESTIVI: MEGLIO POCHI, MA BUONI!

 Le amministrazioni locali (salvo qualche rara eccezione) in questo periodo sono prese dalla smania di fare eventi a più non posso trascurando alcuni aspetti fondamentali.

Il primo che non è la quantità di eventi che conta, ma la loro qualità.
Ciò presuppone capacità organizzative e competenze di gestione e di diffusione che spesso sono palesemente carenti in coloro che ricoprono responsabilità in tali ambiti a livello comunale.
Il secondo aspetto riguarda il fatto che quando si parla di arte e cultura non si possono realizzare eventi in cui si mischiano "tarallucci e vino" e prodotti di artigianato locale con esposizioni artistiche e/o presentazioni di opere letterarie, perché queste ultime richiedono un pubblico attento che sia in grado veramente di apprezzarle nel dovuto mondo, ovvero in un contesto esclusivo.
Infatti, non è un caso che gli artisti espongano le loro creazioni in gallerie o locali ad hoc in cui i visitatori possano effettivamente avere un rapporto mistico con quanto si presenti davanti ai loro occhi e quindi "dialogare" con l'arte esposta.
Allo stesso modo, non è un caso che gli scrittori preferiscano presentare le loro opere in librerie o centri culturali in cui possano effettivamente figurare come esponenti esclusivi dell'evento e quindi catturare al meglio l'attenzione del pubblico sul significato delle loro opere.
Il terzo aspetto, ma non per questo di minore importanza, riguarda la mancanza di coordinamento tra comuni limitrofi per quanto riguarda l'organizzazione, ma soprattutto la programmazione degli eventi.
Operando in questo modo, si accavallano una densità impressionante di iniziative concentrate in pochi giorni e spesso con dei contenuti simili o comunque ripetitivi.
Detto questo, le amministrazioni comunali dovrebbero cominciare ad affidarsi ad esperti del settore (alcuni lo stanno già facendo e le differenze rispetto ad altre si vedono in modo lampante) ed evitare di improvvisare in campi in cui manifestamente non risultano preparati.
D'altro canto, specie in un periodo economicamente e finanziariamente molto complicato per la maggioranza dei cittadini, sarebbe davvero opportuno di iniziare a gestire in modo maggiormente oculato le finanze comunali anche nella gestione degli eventi, perché la gente comune non necessita di essere letteralmente "invasa" di iniziative nel periodo estivo, ma che ne siano realizzate poche ma buone e quindi in grado di consentire pure agli esercenti locali di avere introiti effettivi dalle stesse.
E questo richiede appunto capacità e professionalità che troppo spesso latitano all'interno delle amministrazioni comunali.

Yvan Rettore 



mercoledì 4 giugno 2025

IMPARIAMO A NON CONSIDERARE I FILMATI DIFFUSI DAL MAINSTREAM COME RAPPRESENTAZIONI INCONTESTABILI DELLA REALTA'

 Tutti i filmati (o quasi) diffusi nei TG o nelle trasmissioni di approfondimento (in particolare i talk show) sono realizzati soltanto per aumentare l'audience e creare emotività nel pubblico che li guarda.


Al di fuori delle possibili manipolazioni, bisogna considerare che non si tratta di registrazioni di una ripresa continua, ma di montaggi di spezzoni di diverse riprese.

Diversi di questi spezzoni in fase di montaggio vengono scartati ed in particolare quelli che potrebbero entrare in contraddizione con il messaggio che intende veicolare chi ha ordinato di realizzare il filmato che poi dovrà andare in onda durante la trasmissione.

Facciamo un esempio concreto per capire meglio la cosa.

Se una trasmissione vuole mettere in cattiva luce il mondo dell'immigrazione conserverà unicamente gli spezzoni di riprese contenenti immagini e testimonianze che confermano che quel fenomeno è un pericolo per la società.

Tutti gli spezzoni delle riprese che dimostrano il contrario verranno scartati.

Si potrebbero fare esempi analoghi su diversi altri temi ma la logica rimane sempre la stessa.

Si conserva ciò che si vuole trasmettere durante la trasmissione e si scarta ciò che potrebbe contraddirne i contenuti.

In conclusione nelle trasmissioni TV viene fatto vedere soltanto ciò che la regia vuole farci vedere.

E questo genere di operazioni si chiama attività di disinformazione.

Non giornalismo.


Yvan Rettore





domenica 25 maggio 2025

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL'EVENTO "VIVIAMO VEGLIE - BORGHI FIORITI"


Ieri mattina si è svolto un evento a Veglie dal titolo "ViviAmo Veglie- borghi fioriti", un progetto di riqualificazione e valorizzazione del centro storico, con l’obiettivo di restituire decoro, vivibilità e senso di appartenenza agli spazi pubblici del cuore cittadino.
Questo secondo gli organizzatori dell'iniziativa, ovvero l'amministrazione comunale in collaborazione con l'associazione "Plastic Free".
Sono stati piantumati diverse piante e fiori da invaso e sono state riverniciate alcune panchine nel Centro storico.
Piuttosto nutrita la partecipazione dei bambini, molto più contenuta quella dei cittadini adulti.
In tutto qualche decina di persone erano presenti, compresi alcuni assessori e Maria Rosaria De Bartolomeo, sindaco di Veglie.
Detto questo, vorrei soffermarmi su due aspetti distinti riguardanti questo evento.
Il primo è relativo ad un intervento scritto da Elisabetta Mea, una sostenitrice dell'iniziativa e pubblicato su "Controvoci" che ha suscitato alcune polemiche sui social specie nei confronti di coloro che non hanno partecipato e che si limitano sempre (a suo dire) a lamentarsi di cosa non va in paese.
Vorrei cominciare col ricordare che la libertà di espressione in Italia è garantita dall'art. 21 della Costituzione e che se non ci fosse, si vivrebbe in uno Stato totalitario e non democratico.
Anche se diversi interventi non ci possono piacere o non raccolgono il nostro consenso, vanno comunque rispettati e accettati.
E' una regola fondamentale della società civile, che dovrebbe essere naturale in ogni singolo cittadino.
Ovviamente la libertà di espressione deve concretizzarsi in modo adeguato e nel rispetto dei destinatari, ma non dev'essere mai ostacolata, né derisa e nemmeno essere oggetto di sterili quanto inutili polemiche.
Puntare il dito poi nei confronti di chi scrive sui social, pubblica articoli critici o esprime il proprio punto di vista in un luogo pubblico per il semplice fatto che poi non abbia effettivamente contribuito alla riuscita dell'iniziativa in questione o altre promosse e realizzate da quest'amministrazione non è assolutamente utile a nessuno e lascia il tempo che trova.
Prima di tutto, perché non è affatto scontato che chi è solito farlo, non si attivi costantemente e caparbiamente nella difesa dei diritti sociali, civili e ambientali.
In secondo luogo, non è detto che tali impegni si concretizzino sempre alla luce del giorno.
C'è chi si attiva a livello giudiziario, chi a livello mediatico, chi a livello informativo, chi a livello politico, sociale, formativo e culturale e non tutte le azioni svolte devono per forza suscitare un clamore tale da essere visibili dai più.
Infine va detto che chi si esprime pubblicamente sia nei social che a mezzo stampa, ci mette comunque la faccia e usa parte del suo tempo per farlo e già soltanto per via di questi due elementi merita comunque rispetto e considerazione.
Poi come esiste la libertà di espressione, esiste anche la libertà di scelta (altro aspetto fondamentale che distingue una democrazia da una dittatura) e ognuno quindi decide se intende o meno partecipare ad un evento e questo anche quando si tratta di un'iniziativa promossa e realizzata dall'amministrazione comunale.
Semmai sarebbe stato molto più interessante che l'autrice dell'articolo si fosse chiesta come mai c'è stata una così scarsa partecipazione all'evento e perché la gente comune (sempre di più) si lamenta e non aderisce a questo tipo di iniziative.
E questo ci introduce al secondo aspetto dell'evento di ieri che seppure lodevole e bello per il coinvolgimento attivo dei bambini presenti, è risultato comunque effimero e non rispondente (come ormai è purtroppo consuetudine con l'attuale amministrazione) alle tante (troppe) criticità ormai croniche presenti da anni nel Centro storico di Veglie.
Il basolato si trova in uno stato desolante quanto pericoloso per la viabilità pedonale, la carenza di alberi favorisce ulteriormente la presenza di una vera propria fornace nel periodo estivo e di una qualità dell'aria scadente in quei luoghi, la scarsità di esercizi commerciali e l'attuale passaggio veicolare hanno comportato la desertificazione della piazza principale, le strade adiacenti sono vere e proprie groviere e l'illuminazione pubblica risulta comunque insufficiente nelle ore notturne anche nelle zone limitrofe per non parlare dello stato pietoso in cui si trova la fontana di Piazza Umberto I° e per come sono state "restaurate" le fontanine presenti e adiacenti al Centro Storico, ovvero non in conformità con le regole dell'arte.
Quindi se la gente comune si lamenta, se consiglieri di opposizione denunciano ciò che non va, se pochi ma coraggiosi cittadini continuano ad impegnarsi in iniziative lodevoli per il bene comune ma che non suscitano alcun clamore mediatico, è perché le criticità di Veglie non sono mai state veramente affrontate dall'attuale amministrazione o comunque non in modo concreto, né esauriente.
Ecco perché avere abbellito il Centro storico con tanto di piante e fiori da invaso e riverniciatura di alcune panchine è apparsa più come una parata di buone intenzioni che un'azione autenticamente risolutiva dei problemi cronici ivi presenti e che permangono ancora lì oggi.
Ed è quest'ultimo tipo di interventi che i cittadini si aspetterebbero da qualsiasi amministrazione comunale, non soltanto da quella attuale.
E questo specie quando sono inerenti ad operazioni di manutenzione corrente che andrebbero comunque attuate e che non possono in alcun modo figurare in quanto tali come elementi utili a fini propagandistici tesi a lodare l'operato di un ente pubblico.

Prof. Yvan Rettore