Ieri mattina si è svolto un evento a Veglie dal titolo "ViviAmo Veglie- borghi fioriti", un progetto di riqualificazione e valorizzazione del centro storico, con l’obiettivo di restituire decoro, vivibilità e senso di appartenenza agli spazi pubblici del cuore cittadino.
Questo secondo gli organizzatori dell'iniziativa, ovvero l'amministrazione comunale in collaborazione con l'associazione "Plastic Free".
Sono stati piantumati diverse piante e fiori da invaso e sono state riverniciate alcune panchine nel Centro storico.
Piuttosto nutrita la partecipazione dei bambini, molto più contenuta quella dei cittadini adulti.
In tutto qualche decina di persone erano presenti, compresi alcuni assessori e Maria Rosaria De Bartolomeo, sindaco di Veglie.
Detto questo, vorrei soffermarmi su due aspetti distinti riguardanti questo evento.
Il primo è relativo ad un intervento scritto da Elisabetta Mea, una sostenitrice dell'iniziativa e pubblicato su "Controvoci" che ha suscitato alcune polemiche sui social specie nei confronti di coloro che non hanno partecipato e che si limitano sempre (a suo dire) a lamentarsi di cosa non va in paese.
Vorrei cominciare col ricordare che la libertà di espressione in Italia è garantita dall'art. 21 della Costituzione e che se non ci fosse, si vivrebbe in uno Stato totalitario e non democratico.
Anche se diversi interventi non ci possono piacere o non raccolgono il nostro consenso, vanno comunque rispettati e accettati.
E' una regola fondamentale della società civile, che dovrebbe essere naturale in ogni singolo cittadino.
Ovviamente la libertà di espressione deve concretizzarsi in modo adeguato e nel rispetto dei destinatari, ma non dev'essere mai ostacolata, né derisa e nemmeno essere oggetto di sterili quanto inutili polemiche.
Puntare il dito poi nei confronti di chi scrive sui social, pubblica articoli critici o esprime il proprio punto di vista in un luogo pubblico per il semplice fatto che poi non abbia effettivamente contribuito alla riuscita dell'iniziativa in questione o altre promosse e realizzate da quest'amministrazione non è assolutamente utile a nessuno e lascia il tempo che trova.
Prima di tutto, perché non è affatto scontato che chi è solito farlo, non si attivi costantemente e caparbiamente nella difesa dei diritti sociali, civili e ambientali.
In secondo luogo, non è detto che tali impegni si concretizzino sempre alla luce del giorno.
C'è chi si attiva a livello giudiziario, chi a livello mediatico, chi a livello informativo, chi a livello politico, sociale, formativo e culturale e non tutte le azioni svolte devono per forza suscitare un clamore tale da essere visibili dai più.
Infine va detto che chi si esprime pubblicamente sia nei social che a mezzo stampa, ci mette comunque la faccia e usa parte del suo tempo per farlo e già soltanto per via di questi due elementi merita comunque rispetto e considerazione.
Poi come esiste la libertà di espressione, esiste anche la libertà di scelta (altro aspetto fondamentale che distingue una democrazia da una dittatura) e ognuno quindi decide se intende o meno partecipare ad un evento e questo anche quando si tratta di un'iniziativa promossa e realizzata dall'amministrazione comunale.
Semmai sarebbe stato molto più interessante che l'autrice dell'articolo si fosse chiesta come mai c'è stata una così scarsa partecipazione all'evento e perché la gente comune (sempre di più) si lamenta e non aderisce a questo tipo di iniziative.
E questo ci introduce al secondo aspetto dell'evento di ieri che seppure lodevole e bello per il coinvolgimento attivo dei bambini presenti, è risultato comunque effimero e non rispondente (come ormai è purtroppo consuetudine con l'attuale amministrazione) alle tante (troppe) criticità ormai croniche presenti da anni nel Centro storico di Veglie.
Il basolato si trova in uno stato desolante quanto pericoloso per la viabilità pedonale, la carenza di alberi favorisce ulteriormente la presenza di una vera propria fornace nel periodo estivo e di una qualità dell'aria scadente in quei luoghi, la scarsità di esercizi commerciali e l'attuale passaggio veicolare hanno comportato la desertificazione della piazza principale, le strade adiacenti sono vere e proprie groviere e l'illuminazione pubblica risulta comunque insufficiente nelle ore notturne anche nelle zone limitrofe per non parlare dello stato pietoso in cui si trova la fontana di Piazza Umberto I° e per come sono state "restaurate" le fontanine presenti e adiacenti al Centro Storico, ovvero non in conformità con le regole dell'arte.
Quindi se la gente comune si lamenta, se consiglieri di opposizione denunciano ciò che non va, se pochi ma coraggiosi cittadini continuano ad impegnarsi in iniziative lodevoli per il bene comune ma che non suscitano alcun clamore mediatico, è perché le criticità di Veglie non sono mai state veramente affrontate dall'attuale amministrazione o comunque non in modo concreto, né esauriente.
Ecco perché avere abbellito il Centro storico con tanto di piante e fiori da invaso e riverniciatura di alcune panchine è apparsa più come una parata di buone intenzioni che un'azione autenticamente risolutiva dei problemi cronici ivi presenti e che permangono ancora lì oggi.
Ed è quest'ultimo tipo di interventi che i cittadini si aspetterebbero da qualsiasi amministrazione comunale, non soltanto da quella attuale.
E questo specie quando sono inerenti ad operazioni di manutenzione corrente che andrebbero comunque attuate e che non possono in alcun modo figurare in quanto tali come elementi utili a fini propagandistici tesi a lodare l'operato di un ente pubblico.
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