martedì 23 maggio 2023

LUIGI DI MAIO: IL FUNZIONARIO IDEALE

 

Potrà essere la migliore delle persone nella sfera privata, ma quando si pensa a Luigi Di Maio è davvero un’impresa molto ardua riuscire ad essere seri sul piano politico.
Il personaggio, a soli 36 anni, ha dimostrato che nel nostro Paese prima e nella UE dopo, l’incapacità, l’incompetenza e l’ignoranza pagano e consentono di fare carriera ai massimi vertici sia italiani che europei.
La recente nomina di Luigi Di Maio a inviato speciale dell’UE nel Golfo Persico per occuparsi di questioni di sicurezza ed energia ne è la palese dimostrazione.
Suggestivo poi è il voltafaccia del nostro esecutivo che prima ha dichiarato che si sarebbe opposto fermamente a tale nomina, salvo poi allinearsi al diktat di Borrell che più di ogni altro esponente dell’UE lo ha voluto a quel posto.
Ora lo aspettano 21 mesi con uno stipendio da nababbo, spesato di tutto e con la prospettiva non tanto remota di essere riconfermato dopo la fine del mandato di Borrell da colui che sostituirà quest’ultimo alla carica di Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
A questo punto e vista la giovane età di Luigi Di Maio, non si può affatto escludere che possa ambire in futuro ad incarichi ancora più prestigiosi a livello internazionale o addirittura vederlo competere un giorno come candidato alla Presidenza della Repubblica.
Questo perché oggi più che mai, appare evidente che per rivestire tali funzioni non risulta più determinante essere una persona acculturata, avere delle capacità comprovate da un’esperienze consolidata nel settore in cui si è chiamati ad operare e nemmeno dimostrare di avere delle competenze idonee.
Basta essere un funzionario, privo della capacità di pensare con la propria testa, sempre pronto a conformarsi ai poteri dominanti del momento e quindi poter disporre di un opportunismo e una spregiudicatezza sufficienti per poter rientrare sempre nei favori dell’establishment di turno.
Un trasformismo in cui questo ragazzo di Ercolano ha dimostrato davvero di eccellere, tanto che quando tutti lo credevano ormai spacciato sia sul piano politico che istituzionale, è riuscito in quella spallata vincente che gli ha consentito di trovarsi un posto al sole.
Vi sono due aspetti sconfortanti in questa vicenda.
Il primo è stato quello di avere notato l’assenza praticamente completa di reazioni forti da parte dei cittadini italiani e del resto della UE contro questa nomina.
Nessuna manifestazione degna di nota, nessun talk show sull’argomento, solo qualche trafiletto sulla carta stampata e poco altro.
Il secondo è dato dal fatto che una persona priva di qualsiasi requisito professionale e formativo sia riuscita a fare un percorso privo di ostacoli che l’ha portata a ricoprire per l’ennesima volta un incarico che non merita affatto.
E questo lasciando alla finestra fior di individui che invece quei requisiti li avevano e li hanno tuttora.
Mi sorge il dubbio che il percorso di Luigi Di Maio possa indicare che non è più necessario studiare e dimostrare di avere capacità per fare politica e assumersi degli incarichi a livello istituzionale.
Anzi direi che questo cattivo insegnamento sia già diventato ormai una consuetudine consolidata nel nostro Paese e che si stia facendo strada anche nel resto del continente visto il livello di mediocrità assoluta raggiunto dalla classe politica europea in questi ultimi lustri e che non accenna affatto a diminuire, anzi.
E questa tendenza si sta affermando in un periodo storico in cui ci sarebbe bisogno di leader e personaggi ai vertici delle istituzioni nazionali e internazionali con ben altre credenziali e che non fungessero soltanto da funzionari docili ed ubbidienti al servizio incondizionato della grande finanza internazionale i cui interessi non hanno proprio nulla a che fare con il bene comune delle collettività.
Luigi Di Maio rispecchia benissimo questa involuzione che fa nascere in me una profonda vergogna nel vedere fino a che punto sono arrivate le istituzioni nostrane ed europee ormai sempre più inefficienti e distanti dai cittadini.
Quanti “Di Maio” dovremo vedere ancora passare prima di dire “Basta”?!

Yvan Rettore



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