sabato 21 luglio 2018

MARCHIONNE SE NE VA: NESSUN RIMPIANTO!

Marchionne lascia FCA dopo 14 anni per motivi di salute e tutti i personaggi altolocati a lodarne i risultati.
Allora, parliamone di questi risultati, che certo sono andati benissimo per gli azionisti e i banchieri, in primis proprio per Marchionne stesso che ha accumulato una vera e propria fortuna ovviamente bene al sicuro nei forzieri dei paradisi fiscali (fra cui spicca naturalmente la Svizzera).
Guardandola sotto altri punti di vista la situazione appare però un po' diversa.
Marchionne ha indebitato il gruppo come non mai con le banche, reso ancor più precario e incerto il futuro lavorativo di migliaia di dipendenti (specie in Italia) giungendo perfino a togliere diverse tutele a quelli impiegati a tempo indeterminato. 
Questo manager ha poi operato non poche delocalizzazioni (del tutto "legali" col trasferimento di interi reparti produttivi all'estero) e trasferito la sede legale del gruppo fuori dal nostro paese (ovviamente per motivi fiscali, dato che lui è uno specialista della questione).
Malgrado tutte queste "cure", i modelli Fiat rimangono mediocri (ad esempio la "Panda" è stato un mezzo fallimento) e la Ferrari non vince più un Mondiale da oltre due lustri.
Perché una cosa è chiara ed è che il Signor Marchionne sarà bravo a maneggiare i soldi degli altri, ma di motori ci capisce poco o nulla e manco è bravo a fare un efficace di lavoro di squadra come invece dimostrò per anni il compianto Montezemolo.
Ma i risultati del suo management sono ancora più negativi per il nostro paese: minor gettito fiscale per lo Stato sulle attività di FCA nel suo complesso, più precariato e minori tutele per i lavoratori del gruppo, delocalizzazioni che hanno ridotto le attività dell'indotto.
La gestione Marchionne da questo punto di vista per la nostra collettività si può tradurre solo con due termini: "Maggiore impoverimento".
Nessun rimpianto quindi riguardo alla sua partenze improvvisa. 


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