Anche
quest'anno il World Happiness Report stilato dalle Nazioni Unite, ha
esaminato lo stato della felicità globale di 156 Paesi, giungendo a
dichiarare che Finlandia, Islanda, Danimarca, Svizzera e Olanda sono i
paesi più felici del mondo.
L'Italia è al 25* posto.
Ovviamente
trattasi di una visione e di conclusioni tipicamente occidentali e
infatti non è un caso che fra i primi 10 paesi di questa speciale
classifica vi siano unicamente nazioni appartenenti a quel mondo.
Conviene
cominciare col dire che c'è un errore di fondo tipico proprio degli
occidentali, in quanto in quei lidi si parla sempre di felicità
confondendola però con la serenità.
Questo
perché la felicità non è uno stato permanente ma momentaneo che si può
raggiungere unicamente con la serenità. Quindi, contrariamente a quanto
afferma l'ONU, non si dovrebbe parlare di "diritto alla felicità" ma
piuttosto di "diritto alla serenità".
Non
a caso diversi fra i paesi presuntamente più felici del pianeta sono
fra quelli col più alto tasso di suicidi e i maggiori casi di
depressione al mondo.
Il che contraddice nettamente proprio gli esiti di tale ricerca.
A questo punto conviene però soffermarsi sui parametri sui quali si è fondata quest'ultima:
-
Livelli di PIL pro capite. Si può scoprire la felicità con poco
denaro perché spesso e volentieri è fatta di piccole cose e non dipende
certo dal PIL procapite (come al solito in Occidente tutto deve sempre
essere misurato attraverso il "Dio Denaro").
-
Supporto sociale. Se si vive in una società di tipo communitario in cui
solidarietà e condivisione sono la regola anziché l'eccezione, il tema
del supporto sociale viene in gran parte superato.
- Aspettativa di vita. Gli uomini più vecchi del mondo vivono nella
zona del Caucaso (non certo in Occidente) e chissà come mai non hanno
mai trascorso la loro vita negli agi materiali occidentali. Però
riescono a vivere molto più di noi occidentali e soprattutto meglio,
perché ciò che conta non è invecchiare, ma come si invecchia! Quindi
essere povero non significa automaticamente che non si possa scoprire la
felicità. Anzi!
-
Libertà nel prendere decisioni. Ma siamo proprio così sicuri che nel
mondo occidentale ci sia questa libertà che viene comunque fortemente
limitata dalla disponibilità di denaro?! Tale libertà si manifesta
effettivamente proprio quando sfugge a tale logica e che si riesce a
prendere decisioni indipendentemente dall'ammontare del conto in banca.
Questo è essere veramente liberi!
-
Generosità. Nella classifica del 2021 si nota che i primi posti sono
occupati (non a caso) soltanto da paesi occidentali. Strano che la
generosità vi sia così diffusa, dato che sono le sedi di diversi fra i
principali potentati finanziari e multinazionali pianeta, impegnate da
parecchi decenni a distruggere la serenità (e non solo) delle
popolazioni del Sud del mondo, sfruttando ogni risorsa dei loro paesi in
modo indiscriminato. Dove sarebbe quindi tutta questa generosità?!
-
Percezione della corruzione - Se la corruzione è endemica in gran parte
del Sud del mondo, questo è dovuto al fatto che viene alimentata da
entità sopratutto occidentali (ma ora anche cinesi) per poter continuare
ad agire in modo del tutto indisturbato nel proseguire il saccheggio
delle ricchezze di quei paesi. E poi, anche se non si percepisce, la
corruzione può essere dilagante e ben presente e attiva anche in paesi
del tutto insospettabili che però anche grazie ad un elevato senso
civico dominante riescono a rendere discreta e non visibile.
Detto
questo, questo tipo di classifica lascia il tempo che trova e serve più
per riempire i rotocalchi che per parlare seriamente del tema della
felicità che si fonda su ben altri parametri e condizioni.
Yvan Rettore
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