domenica 25 maggio 2025

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL'EVENTO "VIVIAMO VEGLIE - BORGHI FIORITI"


Ieri mattina si è svolto un evento a Veglie dal titolo "ViviAmo Veglie- borghi fioriti", un progetto di riqualificazione e valorizzazione del centro storico, con l’obiettivo di restituire decoro, vivibilità e senso di appartenenza agli spazi pubblici del cuore cittadino.
Questo secondo gli organizzatori dell'iniziativa, ovvero l'amministrazione comunale in collaborazione con l'associazione "Plastic Free".
Sono stati piantumati diverse piante e fiori da invaso e sono state riverniciate alcune panchine nel Centro storico.
Piuttosto nutrita la partecipazione dei bambini, molto più contenuta quella dei cittadini adulti.
In tutto qualche decina di persone erano presenti, compresi alcuni assessori e Maria Rosaria De Bartolomeo, sindaco di Veglie.
Detto questo, vorrei soffermarmi su due aspetti distinti riguardanti questo evento.
Il primo è relativo ad un intervento scritto da Elisabetta Mea, una sostenitrice dell'iniziativa e pubblicato su "Controvoci" che ha suscitato alcune polemiche sui social specie nei confronti di coloro che non hanno partecipato e che si limitano sempre (a suo dire) a lamentarsi di cosa non va in paese.
Vorrei cominciare col ricordare che la libertà di espressione in Italia è garantita dall'art. 21 della Costituzione e che se non ci fosse, si vivrebbe in uno Stato totalitario e non democratico.
Anche se diversi interventi non ci possono piacere o non raccolgono il nostro consenso, vanno comunque rispettati e accettati.
E' una regola fondamentale della società civile, che dovrebbe essere naturale in ogni singolo cittadino.
Ovviamente la libertà di espressione deve concretizzarsi in modo adeguato e nel rispetto dei destinatari, ma non dev'essere mai ostacolata, né derisa e nemmeno essere oggetto di sterili quanto inutili polemiche.
Puntare il dito poi nei confronti di chi scrive sui social, pubblica articoli critici o esprime il proprio punto di vista in un luogo pubblico per il semplice fatto che poi non abbia effettivamente contribuito alla riuscita dell'iniziativa in questione o altre promosse e realizzate da quest'amministrazione non è assolutamente utile a nessuno e lascia il tempo che trova.
Prima di tutto, perché non è affatto scontato che chi è solito farlo, non si attivi costantemente e caparbiamente nella difesa dei diritti sociali, civili e ambientali.
In secondo luogo, non è detto che tali impegni si concretizzino sempre alla luce del giorno.
C'è chi si attiva a livello giudiziario, chi a livello mediatico, chi a livello informativo, chi a livello politico, sociale, formativo e culturale e non tutte le azioni svolte devono per forza suscitare un clamore tale da essere visibili dai più.
Infine va detto che chi si esprime pubblicamente sia nei social che a mezzo stampa, ci mette comunque la faccia e usa parte del suo tempo per farlo e già soltanto per via di questi due elementi merita comunque rispetto e considerazione.
Poi come esiste la libertà di espressione, esiste anche la libertà di scelta (altro aspetto fondamentale che distingue una democrazia da una dittatura) e ognuno quindi decide se intende o meno partecipare ad un evento e questo anche quando si tratta di un'iniziativa promossa e realizzata dall'amministrazione comunale.
Semmai sarebbe stato molto più interessante che l'autrice dell'articolo si fosse chiesta come mai c'è stata una così scarsa partecipazione all'evento e perché la gente comune (sempre di più) si lamenta e non aderisce a questo tipo di iniziative.
E questo ci introduce al secondo aspetto dell'evento di ieri che seppure lodevole e bello per il coinvolgimento attivo dei bambini presenti, è risultato comunque effimero e non rispondente (come ormai è purtroppo consuetudine con l'attuale amministrazione) alle tante (troppe) criticità ormai croniche presenti da anni nel Centro storico di Veglie.
Il basolato si trova in uno stato desolante quanto pericoloso per la viabilità pedonale, la carenza di alberi favorisce ulteriormente la presenza di una vera propria fornace nel periodo estivo e di una qualità dell'aria scadente in quei luoghi, la scarsità di esercizi commerciali e l'attuale passaggio veicolare hanno comportato la desertificazione della piazza principale, le strade adiacenti sono vere e proprie groviere e l'illuminazione pubblica risulta comunque insufficiente nelle ore notturne anche nelle zone limitrofe per non parlare dello stato pietoso in cui si trova la fontana di Piazza Umberto I° e per come sono state "restaurate" le fontanine presenti e adiacenti al Centro Storico, ovvero non in conformità con le regole dell'arte.
Quindi se la gente comune si lamenta, se consiglieri di opposizione denunciano ciò che non va, se pochi ma coraggiosi cittadini continuano ad impegnarsi in iniziative lodevoli per il bene comune ma che non suscitano alcun clamore mediatico, è perché le criticità di Veglie non sono mai state veramente affrontate dall'attuale amministrazione o comunque non in modo concreto, né esauriente.
Ecco perché avere abbellito il Centro storico con tanto di piante e fiori da invaso e riverniciatura di alcune panchine è apparsa più come una parata di buone intenzioni che un'azione autenticamente risolutiva dei problemi cronici ivi presenti e che permangono ancora lì oggi.
Ed è quest'ultimo tipo di interventi che i cittadini si aspetterebbero da qualsiasi amministrazione comunale, non soltanto da quella attuale.
E questo specie quando sono inerenti ad operazioni di manutenzione corrente che andrebbero comunque attuate e che non possono in alcun modo figurare in quanto tali come elementi utili a fini propagandistici tesi a lodare l'operato di un ente pubblico.

Prof. Yvan Rettore



lunedì 19 maggio 2025

CITTADINANZA SVIZZERA, UN ESEMPIO DA SEGUIRE? FACCIAMO UN PO' DI CHIAREZZA!

 


Da un po' di giorni sta circolando sui social questo post che non soltanto non riguarda tutti i richiedenti la cittadinanza svizzera ma anche i cui contenuti non costituiscono certo la garanzia primordiale della sicurezza in Svizzera (che oggi non è comunque più così garantita nemmeno lì e comunque vorrei ricordare sulla base di dati oggettivi che l'Italia risulta essere molto più sicura oggi rispetto ad una volta e chi ha vissuto gli anni '70, lo sa molto bene).
Detto questo le regole elencate nel post non valgono per chi nasce e cresce in Svizzera.
Quando il sottoscritto la richiesi a 17 anni nella prima metà degli anni '80, invece erano ben diverse.
Nonostante fossi nato e cresciuto in Svizzera, dovetti passare davanti a una commissioni di notabili del posto, sottopormi ad interrogatori sia presso una funzionaria del cantone dove allora vivevo che di quello di un ufficiale di polizia e dichiarare testualmente di non avere certe opinioni (sulla politica, l'esercito, le mie tendenze sessuali, ecc...) che potessero compromettere la mia candidatura alla cittadinanza.
Svolsero perfino a mia insaputa delle indagini su di me presso amici, compagni di scuola e vicini. Alla fine (dopo diversi mesi) mi fu finalmente concessa previo il versamento di una somma importante alle autorità da parte di mio padre.
Anche oggi comunque prima di concedere la cittadinanza, la polizia fa un'indagine accurata sulla vita del richiedente, interpellando ancora vicini e colleghi di lavoro per appurare la sua reputazione e per verificare che non abbia simpatie politiche in opposizione all'establishment bancario/finanziario svizzero (l'unico vero detentore del potere politico in Svizzera).
Poi in ogni caso, la cittadinanza si paga non poco ed è quello il principale deterrente nei confronti dei potenziali richiedenti che fa sì che la Svizzera abbia oggi circa un quarto della propria popolazione formata da immigrati.
Infine, la sicurezza della Svizzera non è dettata dalle regole sulla cittadinanza, ma piuttosto sul fatto che:
- le norme e sanzioni sono certe e uguali dovunque nel Paese
- ci sono diversi poliziotti che abitano anche nei quartieri potenzialmente a rischio e quindi con una garanzia di controllo efficace del territorio
- c'è un grande senso civico diffuso (in gran parte inesistente in Italia) e di appartenenza alla comunità oltre all'aspetto più fastidioso che hanno di solito gli svizzeri che consiste nel controllarsi (e nel caso riferire alle autorità) a vicenda nelle cose che si fanno quotidianamente.

Yvan Rettore



mercoledì 14 maggio 2025

RIFLESSIONI SULL'ULTIMA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI VEGLIE E ALTRE CONSIDERAZIONI SULL'ATTUALE AMMINISTRAZIONE

 

Come al solito la maggioranza confonde le buone intenzioni e le opinioni con i fatti e la realtà dimostra che questi latitano.

Di fronte a tale evidenza, mi domando davvero come chi ne è la guida riesca ad affermare che la maggioranza dei vegliesi si possa ancora dimostrare disposta a sostenere l'attuale amministrazione comunale.

Insomma, tante belle parole, ma in conclusione coloro che ne fanno parte non hanno detto praticamente nulla di sostanziale nella seduta odierna del Consiglio Comunale forse perché sono consapevoli di avere fatto poco o nulla fino ad oggi.

E in futuro dubito seriamente che l'andazzo possa essere diverso rispetto a quello a cui abbiamo dovuto assistere poco fa.

Fra le tante dimostrazioni di inadeguatezza, una delle più palesi è quella che riguarda il verde pubblico.

Sia l'assessore incaricato che il consigliere con la delega su tale tema hanno rivendicato i risultati conseguiti circa la piantumazione di nuovi alberi a Veglie.

Come già i fatti hanno ampiamente dimostrato (e un qualsiasi ingegnere agronomo lo sa bene), gli alberi si seminano, non si piantumano.

Continuare a farlo con piante da invaso, significa che queste devono per forze essere seguite e curate adeguatamente nei primi anni di vita, perché altrimenti si ammalano facilmente e muoiono.

Cosa che invece non avviene con quelle che crescono grazie alla semina perché prendendo direttamente confidenza col terreno in cui sono, diventano forti e resistono fin da subito ai tanti pericoli che potrebbero danneggiarle se non ucciderle.

Quindi alla fine si tratta soltanto di propaganda e ammissione di mancata conoscenza di un tema trattato con superficialità e manifesta incapacità.

A sentire quest'amministrazione, sembra veramente di avere a che fare con individui che non hanno affatto la percezione di quanto male stia andando questo paese.

E questo anche per via della loro manifesta inconcludenza nella gestione della cosa pubblica.

A Veglie, gli abitanti rimasti sono poco più di 13.000 e la previsione è che scenderanno a breve sotto questa cifra.

In realtà diversi di loro sono soltanto residenti perché di fatto hanno il proprio domicilio altrove.

Basta farsi un giro per diverse vie di Veglie, per notare quanto sia evidente lo spopolamento in atto.

Detto questo, che fare di fronte a tutto questo degrado e alla pronuncia di tanti proclami non seguiti da fatti concreti?

Per esperienza personale, ritengo sia un vero e proprio spreco di tempo ed energie interloquire con la presente amministrazione sia per le evidenti carenze ed incompetenze manifestate in ogni campo, sia perché i suoi membri si rendono attivi soltanto in materie che a loro effettivamente interessano.

E questa non è né un'accusa né un'opinione, ma una constatazione evidente della realtà delle cose.

Purtroppo il problema principale che attanaglia Veglie è che in assenza di un vero e proprio senso di comunità e di senso civico a fronte invece di un individualismo e di attitudini opportuniste diffusi quanto radicati nella popolazione, qualsiasi amministrazione comunale di turno si sente autorizzata ad adottare una posizione di potere tale da poter far prevalere comportamenti arroganti e supponenti.

Provate pure a rivolgervi agli attuali amministratori, sia recandovi personalmente in municipio, sia attraverso pec.

Nel primo caso (sempre che vi concedano un appuntamento) vi daranno le solite risposte in politichese, ovvero inconcludenti.

Nel secondo caso, manco vi risponderanno.

Ed il sottoscritto ne sa qualcosa, visto tutte le pec che ha mandato loro su vari argomenti relativi al verde pubblico e alla disabilità e di cui non ha mai ricevuto alcuna risposta, salvo una sola circa l'ultimo censimento del patrimonio arboreo comunale che è stato fatto nell'ormai lontano 2019.

Detto questo, non bisogna però arrendersi e si deve comunque continuare ad impegnarsi per il bene comune (seppure con il sostegno attivo di poche persone), sempre che si voglia che Veglie abbia ancora un futuro come comune e non finisca col diventare frazione di un altro (possibilità non tanto remota e già accaduta più di una volta nel ns Paese).

Continuando in questo modo, non è affatto un'ipotesi da escludere.

Quindi sta a noi tutti muoverci perché ciò accada.

E non per gli interessi e il bene di pochi individui o entità, ma di tutto il paese in cui viviamo.

 

Prof. Yvan Rettore





 

venerdì 2 maggio 2025

LA COERENZA COME REGOLA DI VITA



Quando io e la mia compagna, Anna, fondammo il Centro Culturale Carmelo Bene a Veglie più di due anni fa, uno degli aspetti su cui decidemmo subito di non mai transigere era (e rimane tuttora) la coerenza nei confronti degli ideali e principi che ci avevano spinti a realizzare quell'iniziativa.
Da allora, la maggior parte della gente che si è affacciata a questa realtà si è comportata con correttezza e lealtà nei ns confronti. Diversi ormai considerano il Centro Culturale Carmelo Bene come una seconda casa in cui poter crescere, confrontarsi, costruire forme di aggregazione, divertirsi, in parole povere sentirsi vivi e autentici nell'essere insieme ad altri.
Altri, una minoranza per fortuna ridotta, si sono comportati in modo opportunista, ipocrita, villano e profondamente irrispettoso nei confronti del ns impegno quotidiano profuso gratuitamente verso il prossimo.
Altri ancora hanno cercato di metterci i bastoni tra le ruote, di diffondere falsità sul ns conto e di ignorarci come se fossimo degli appestati mentre loro invece persistono tuttora a ritenersi una categoria (per fortuna ristretta) di esseri superiori.
I primi si sono autoesclusi perché ovviamente in un contesto come quello del Centro, le primedonne non possono sopravvivere alla visione collegiale e solidale che ne è alla base.
I secondi stanno declinando perché sono talmente presi nel loro delirio di onnipotenza da essere riusciti a costruirsi un deserto intorno a loro che non fa altro che aumentare giorno dopo giorno.
Rimangono da citare i voltagabbana, gente che è venuta da noi sparlando a più non posso dell'attuale amministrazione comunale e/o di entità che ruotano intorno a loro.
Ovviamente coerenti col ns spirito di inclusione li abbiamo accolti, resi partecipi delle ns iniziative, pagato e organizzato quelle proposte da loro e questo non certo per scontrarci con coloro che allora consideravano come nemici, ma soltanto perché ritenevamo giusto dar loro spazio in attività che consideravamo utili per la crescita culturale e artistica della comunità.
Poi tutt'ad un tratto, questi soggetti si sono girati verso altri lidi escludendoci completamente dalla loro esistenza e giungendo perfino a lodare esplicitamente quelle stesse entità che fino a poco tempo prima non avevano mai mancato di condannare, addirittura pubblicamente.
C'è un detto che dice che chi ha l'abitudine di escludere, alla fine rimane escluso, ma mi sembra che questo genere di individui non ne abbia ancora colto pienamente il significato.
Noi ovviamente non escludiamo, né abbiamo mai escluso nessuno, nemmeno coloro che ci hanno fatto del male (e che cercano ancora di farcene) perché la cattiveria, ma in particolare l'incoerenza non fanno assolutamente parte del ns modo di essere, né di agire nei confronti del prossimo.
Semplicemente perché non servono a nulla, se non ad autodistruggersi a fuoco lento e a sprecare tempo ed energie che potrebbero essere impiegati in modi ben più costruttivi sia per se stessi che nei confronti della comunità.
A maggior ragione riteniamo quindi doveroso affermare che qualunque percorso evolutivo che proponiamo può avvenire unicamente attraverso il rispetto reciproco dei soggetti coinvolti, la fedeltà nei propri principi (a cominciare dall'inclusione) e soprattutto nel cercare di compiere qualsiasi azione con uno spirito di coerenza che sia effettivamente compatibile con la ns identità di realtà culturale, artistica, formativa e sociale al servizio della comunità vegliese e di quelle circostanti.
Per coloro che intendono operare in tali ambiti, la coerenza non si rivela una scelta, ma una regola di vita.
La prima che ci fa crescere individualmente e come comunità di esseri umani.

Yvan Rettore




giovedì 1 maggio 2025

IL LAVORO IN ITALIA


Sindacati che non difendono più i diritti dei lavoratori o comunque troppo poco.
Ispettorati del lavoro inesistenti.
Lavoro nero dilagante.
Paghe da fame.
Orari di lavoro sempre più spesso insostenibili.
Garanzie e controlli di sicurezza sul lavoro trascurati o inesistenti.
Impoverimento generalizzato dei lavoratori.
Occupazioni precarie.
Diffusione a manetta di contratti capestro.
Primo posto in Europa per incidenti sul lavoro impuniti.
Obbligo di lavorare fino quasi a 70 anni per poi percepire pensioni da fame.
Nessuna tutela sociale per i lavoratori con Partita IVA.
Un "circo" di ingiustizie, inefficienze e chiacchiere che fanno sì da aver ridotto il lavoro in Italia ad una nuova forma di schiavitù legalizzata.
Per chi ce l'ha ovviamente!
Altrimenti si finisce in quel popolo di "invisibili" di cui non gliene frega niente a nessuno perché non esistono nemmeno come numeri da inserire nei dati ufficiali dell'ISTAT!

Yvan Rettore