Chi o cosa determina ciò che è giusto?
Sono i totalitarismi che impongono concetti arbitrari di ciò che è
giusto e sbagliato, ledendo la libertà degli individui e creando una società di
oppressi.
Invece, la libertà inserita in un contesto comunitario fatto di doveri e diritti
(accettati come pilastri di una società civile da tutti i suoi membri)
significa agire in modo tale da non violare questi ultimi né su un piano
individuale, né su un piano collettivo, onde non causare danni né all'uno, né
all'altro.
È in una simile dimensione duale che si definisce di volta in volta
ciò che è giusto e ciò che è sbagliato fare e quindi la libertà di fare ciò che
si vuole in quel contesto.
È esattamente quanto avveniva nelle società dei nativi in assenza di
uno Stato ma in presenza di regole e comportamenti da adottare sia per il bene
del gruppo che per il proprio.
Un altro esempio analogo più recente è quello rappresentato dalle
società curde in cui si è affermato il concetto di un centralismo democratico
che ha consentito in ambiti fortemente comunitari di garantire pure
un'emancipazione femminile sorprendente (estranea a non poche società
mediorientali) e la conservazione di un'identità che altrimenti sarebbe stata
annientata dai rispettivi regimi in cui questa etnia si trova sparsa.
Queste esperienze umane sono esattamente agli antipodi di quanto
avviene in Occidente in cui appunto la libertà viene definita, espressa e
garantita unicamente a livello individuale, in particolare quando viene circoscritta
al raggiungimento di un profitto che rimane un concetto del tutto intoccabile e
sacro (e per la cui realizzazione è tranquillamente consentito nei fatti
trascendere qualsiasi valore umano), mentre su un piano collettivo si riassume
in un conformismo che appiattisce ogni forma di pensiero e di intelletto,
elementi che dovrebbero costituire il sale di qualsiasi evoluzione di società
umana.
Quindi il problema non è la libertà in sé, ma in virtù di come viene
concepita e applicata.
E quando si ritrova ad esserlo senza limiti e rivolta soltanto all'ottenimento
di un mero tornaconto personale allora ha un effetto distruttivo per l'insieme
della società perché appare del tutto svincolata dalla sua dimensione sociale
che a quel punto non viene manco considerata, al punto da rendere materiali i
rapporti tra ogni singolo soggetto.
Yvan Rettore
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