mercoledì 25 gennaio 2023

Il FESTIVAL DI SANREMO? MEGLIO FARE ALTRO!

 Non guardo più il Festival di Sanremo dalla fine del secolo scorso perché è ormai una rassegna canora scadente, lontana parente di quella che fu quando venne lanciata nel 1950. 
La strumentalizzazione a fini propagandistici è l'ennesima affermazione di quanto poco conti ormai l'aspetto musicale in tale programma. 
Quindi a maggior ragione è giusto non guardarlo, come è altrettanto salutare non guardare più gli squallidi talk show e servizi giornalistici propagandistici che ormai imperversano dovunque nella TV generalista e seguire unicamente alcuni canali e testate (poche ma buone, come si suole dire) che per fortuna vanno ancora coraggiosamente contro tale tendenza. 
A prescindere dallo scopo che si vuole ottenere è comunque un dato di fatto che la TV generalista (e ancor di più il mainstream) sta perdendo sempre più colpi in praticamente quasi tutti i programmi che propone per via della mancanza ormai cronica di capacità nell'innovarsi, la mediocrità dilagante e l'uso strumentale a fini politici delle emittenti che fanno gli ascolti maggiori. 
Ciò che non hanno ancora capito in quegli ambiti è che il "giocattolo" ormai si sta rompendo sempre di più, tanto è vero che ormai il pubblico legato alla TV generalista (e quindi al mainstream) è prevalentemente anziano, mentre la generazione di mezzo guarda altro e bazzica sempre di più la rete e quella dei giovani di oggi sta abbandonando praticamente del tutto la visione dei programmi televisivi.
Concludo dicendo che per ritrovare una televisione pubblica degna di questo nome, bisognerebbe che fosse gestita da un ente pubblico svincolato completamente dal marciume dei partiti, ma siccome ormai qualsiasi aspetto delle istituzioni (dalla magistratura alla sanità e via discorrendo) è lottizzato dagli stessi, è puramente illusorio che ciò possa veramente avvenire. 
E quindi la cosa migliore è appunto cercare di ignorarle del tutto perché non essendo più riformabili per via del marcio intrinseco di cui sono ormai costituite ad ogni livello, sono destinate comunque a morire a fuoco lento. 
Una vera ribellione a questo schifo però non può limitarsi a tale atteggiamento passivo ma dovrebbe essere accompagnata dalla costruzione di istituzioni alternative in cui la partecipazione dei cittadini fosse realmente attiva ed effettiva affinché siano davvero espressione del popolo sovrano. 
Ma a pensarla così e ad agire di conseguenza, siamo purtroppo ancora troppo pochi in Italia (al massimo 30%, non di più) e ancora meno coloro che hanno davvero la volontà di muovere il sedere affinché ciò possa diventare realtà. 
Detto questo, almeno per ora, meglio un buon film in rete o una sana lettura e spegnere la TV. 
Non si perde niente a farlo. 
Anzi!

Yvan Rettore



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