L'art. 11 della Costituzione fu introdotto dai padri costituenti a suo tempo per evitare che l'Italia potesse aderire a guerre di aggressione come fu il caso durante il fascismo e quindi limitando il ricorso alla forza unicamente in un'ottica difensiva.
Vi sono poi i trattati della NATO che prevedono che, se uno stato membro viene aggredito dall'esercito di una paese esterno all'alleanza, tutti i membri di quest'ultima hanno il dovere di agire militarmente nel difendere il paese attaccato e/o di sostenerlo attraverso l'invio di armi.
L'invio di armi ad un paese in guerra come l'Ucraina configura quindi una violazione palese sia dell'art. 11 della Costituzione (l'Italia non sta agendo in difesa del suo territorio ma di quello di uno stato estero) che dei trattati NATO (l'Ucraina non fa parte della NATO).
Per superare i limiti imposti dall'art. 11 della Costituzione e dai trattati NATO, è doveroso ricordare che l'Italia si è inventata le "missioni di pace" che coinvolgono militari italiani in varie zone di conflitto nel mondo, con la scusa (per nulla credibile) di garantire la pace in quei territori quando invece si tratta essenzialmente di occupazioni tese a salvaguardare gli interessi di multinazionali ed altre entità sovranazionali.
Yvan Rettore
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