Anni fa avevo un'edicola a Padova.
Fu una bella palestra di vita, perché mi permise di conoscere tante persone, con le loro gioie e frustrazioni, con le loro differenze ed originalità, tutte brave persone che mi hanno lasciato un bellissimo ricordo di tale esperienze.
Uno dei miei clienti più cari (che purtroppo oggi non c'è più), un pensionato ultrasettantenne di nome Nando, mi raccontò che aveva imbracciato le armi a soli 17 anni per lottare contro i nazifascisti, sacrificando anni preziosi della sua gioventù per riportare la democrazia in Italia.
Nando era un comunista convinto e lo rimase per sempre.
Ma era ancor di più un cittadino che aveva creduto e lottato per far rinascere la democrazia in questo Paese.
Fu profondamente amareggiato della distruzione della Sinistra che avvenne da D'Alema in poi e non si riconosceva più in ciò per cui lui e altri avevano rischiato la vita.
E un giorno, arrivò a dirmi che lui e i suoi compagni d'armi erano stati davvero fessi ad avere rischiato così tanto per finire col vedere come era degenerato il Paese in cui tutti pretendevano ma sempre meno erano disposti a dare per la difesa di quei diritti per cui loro avevano così strenuamente combattuto.
E poi ti ritrovi come oggi con milioni di italiani che si sono astenuti sputando sui sacrifici di gente come lui e di tanti altri che morirono con le armi in pugno per consentirci di vivere in un Paese che non fosse più una dittatura.
Yvan Rettore
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