lunedì 3 giugno 2019

IL RISPETTO PER LA MORTE E' UN ATTO DOVUTO

La morte non esima dal criticare ciò che ha fatto in vita una persona. 
Offendere una persona che è morta e che quindi non può più difendersi è però un altro paio di maniche. 
E' indice di cattiveria gratuita e di vigliaccheria.
L'odio e il disprezzo non portano mai da nessuna parte (le persone intelligenti e di buon senso ne sono pienamente consapevoli), mentre la critica è sempre costruttiva (se viene elaborata sulla base di fatti e elementi concreti) anche quando viene pronunciata negativamente nei confronti di una persona di cui non si ha avuto stima in vita. 
Quindi rispettare chi è morto significa proprio riuscire a fare questa distinzione. 
Personalmente ho avuto occasione di criticare più volte personaggi anche recentemente scomparsi, ma ho sempre cercato di farlo limitandomi ad una critica fondata sulle azioni compiute nel corso della loro esistenza sulle quali ho espresso una mia posizione.
E anche se non ne avevo stima, comunque non ho mai provato odio per nessuno di loro, sia perché odiare non serve a nulla, sia perché ci fa perdere il senso di quello che dovrebbe essere un uomo civile: un essere capace di capire ed eventualmente perdonare chi si è reso protagonista delle peggiori nefandezze in vita, senza però mai dimenticare né legittimare in alcun modo tutto il male diffuso in questa valle di lacrime.
Sempre se vogliamo rimanere essere "esseri umani" in un mondo in cui esserlo diventa ogni giorno una sfida sempre più impegnativa.


Yvan Rettore

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