domenica 27 maggio 2018

LA CLASSE DIRIGENTE E I POTERI FORTI NOSTRANI SONO IL VERO LIMITE ALLO SVILUPPO DELL'ITALIA

E' indubbio che vi siano poteri forti a livello globale che condizionino il nostro paese, ma questa logica tipica del neoliberismo è presente in ogni singola nazione e quindi non soltanto in Italia. 
Spesso vengono chiamati gruppi di pressione e forse la terminologia in questo caso sarebbe più giusta: grandi potentati finanziari e industriali, multinazionali, crimine organizzato, Vaticano, massoneria, ecc....ecc.... 
D'altro canto a nessuno interessa che l'Italia vada in malora, né ai poteri forti nostrani, né a quelli esteri e nemmeno alla Germania che non può fare assolutamente a meno della nostra potenza manifatturiera (la seconda in Europa) e commerciale (l'asse Milano-Francoforte è il più importante del continente). 
Il problema dell'Italia (ma anche della maggior parte dei paesi dell'area Euro) risiede nei trattati vincolanti sull'Euro conclusi in Europa da una parte e il debito pubblico nostrano dall'altra. 
Quest'ultimo da un lato andrebbe ridotto (togliendo tutta quella componente relativa a debiti da strozzinaggio) e dall'altro andrebbe rinegoziato congelando momentaneamente gli interessi (che sono la componente che grava di più sul debito). 
Ciò permetterebbe di avere in breve tempo fondi importanti per rilanciare investimenti infrastrutturali in grado di rilanciare il sistema paese e i consumi interni. 
Per questo ci vuole una vera e propria politica industriale che nessun governo ha mai più varato da inizio secolo accompagnata da misure fiscali che prevedano di recuperare denaro dall'imposizione dei redditi commerciali della Chiesa e delle basi Nato presenti sul territorio italiano, nonché da un'ottimizzazione degli investimenti nel settore militare (riducendoli sensibilmente e indirizzandoli soltanto su articoli che davvero servono per la nostra difesa). Ovviamente poi dovrebbero essere colpiti i grandi evasori (tutti conosciuti dal Tesoro) e sanzionati pesantemente. 
Dovrebbero poi essere rimpatriati tutti i militari presenti nelle missioni all'estero (spesa inutile) e dovrebbe essere avviata in politica estera la proposta di realizzare una vasta area di libero scambio nel Mediterraneo (che ci permetterebbe di avere materie prime a buon mercato e di costruire nuovi sbocchi commerciai e occupazionali). 
Si potrebbe quindi fare questo e molto altro per fare uscire l'Italia dal pantano in cui si trova, ma la classe dirigente e i poteri forti del nostro paese non sono propensi a farlo perché sarebbe la fine dei loro privilegi secolari e l'inizio di una nuova rivoluzione sociale e economica. 
Quindi, la questione è molto più italiana che dipendente da fattori esterni al paese che avrebbero tutto da rimetterci dal tracollo dell'Italia, in primis proprio la Germania che (come ebbe a dire un noto imprenditore con cui ebbi a che fare in passato) può fare a meno della Francia, ma non dell'Italia. 
E questo già la dice lunga sull'importanza tutt'altro che trascurabile del nostro paese a livello continentale!

Yvan Rettore


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