La dichiarazione di Mussolini sulla donna riportata qui sotto è illuminante sul maschilismo del personaggio (allora dominante in modo assoluto nel nostro paese) e sul fatto che la donna dovesse essere considerata unicamente un oggetto ad uso e consumo esclusivo dell'uomo!
Ovviamente, risulta facile (quanto sciocco) definire la donna in questo modo perché se non dai i mezzi necessari ad un essere umano per realizzare determinate imprese è chiaro che non riuscirà a farle!
Non ci vuole un genio per capirle questo.
Infatti, quando ne hanno avuto l'occasione ci sono state donne che si sono imposte a livello internazionale nel settore dell'architettura (prima fra tutte l'italianissima Gae Aulenti),nei settori scientifici e della medicina, nel mondo della moda e dell'industria e via dicendo.
Purtroppo il morbo del maschilismo è ancora molto presente e prevalente nella nostra società, solo che è si manifesta in modo più subdolo e i suoi sostenitori lo esteriorizzano in modo sicuramente più ipocrita rispetto ai tempi di Mussolini.
Il miglior rappresentante di questa vergogna sociale è Silvio Berlusconi che ha degradato l'immagine della donna come nessuno prima di lui.
Ma anche altri esponenti o vip non sono da meno: dai tuttologi quali Sgarbi e Fusaro, da esponenti presenti perfino a "Sinistra" (vedi il caso di LEU) fino alla maggior parte delle confessioni religiose in cui la donna è ancora largamente discriminata e considerata un essere secondario.
E pensare che il pilastro di ogni famiglia è la donna, perché anche quando un matrimonio finisce, quasi sempre i figli restano con la madre mantenendo nei fatti una struttura famigliare che altrimenti cesserebbe di esistere.
Il mio augurio personale è che un giorno nel nostro paese le donne possano finalmente raggiungere una completa emancipazione, perché quando una società non riesce in questo intento rimane malata e lascia spazio a qualsiasi tipo di involuzione.
E allora anche la democrazia e l'affermazione dei diritti regrediscono.
Ecco qui la dichiarazione di Benito Mussolini:
"La donna deve obbedire. [...] Essa è analitica, non sintetica. Ha forse mai fatto dell'architettura in tutti questi secoli? Le dica di costruirmi una capanna, non dico un tempio! Non lo può! Essa è estranea all'architettura, che è la sintesi di tutte le arti, e ciò è un simbolo del suo destino. La mia opinione della sua parte nello Stato è in opposizione ad ogni femminismo. Naturalmente essa non dev'essere una schiava, ma se io le concedessi il diritto elettorale, mi si deriderebbe. Nel nostro Stato essa non deve contare."
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