martedì 20 giugno 2023

CENTRO CULTURALE CARMELO BENE: LA LIBERTA' COME ESSENZA DELLA NOSTRA REALTA'

 


La scelta di intitolare un Centro Culturale a Carmelo Bene non è nata per caso perché l'essere autenticamente liberi è stata una nostra priorità fin dall'inizio e lo sarà per sempre.
Il fatto che le autorità locali ci abbiano snobbato quasi del tutto (ad eccezione di un paio di consiglieri comunali, uno dell'opposizione e uno della maggioranza) e che continuino a farlo non ci tocca più di tanto e questo per diversi motivi.
Vorrei innanzitutto ricordare che il Centro Culturale non è un'associazione, né mai lo sarà.
Non ci sono vertici, presidenti, capi, capetti, assemblee, comitati direttivi o altri balzelli di stampo autoritario perché sono l'antitesi della libertà che vogliamo incarnare e che vogliamo ci sia in chiunque venga da noi.
Siamo quindi allergici a qualsiasi forma di esibizionismo e di protagonismo, perché il Centro è aperto a tutti e tutti possono entrarvi e parteciparvi senza la necessità di ricevere un qualsiasi invito ufficiale perché la nostra realtà vuole essere un dono da offrire a coloro che hanno l'umiltà di farla vivere con la loro partecipazione e/o che dimostrano di avere la volontà di darle la giusta considerazione che merita per le diverse attività culturali che sta realizzando gratuitamente dal 22 aprile scorso, con lo scopo dichiarato di fornire un contributo concreto all'evoluzione di questa comunità e di quelle limitrofe.
Se ci sono entità o persone che ritengono fondamentale essere considerati attraverso un invito ufficiale, allora è un limite che non ci riguarda e che concerne soltanto loro in quanto è un atteggiamento che va in netto contrasto con l'essenza stessa del nostro Centro che vuole essere sempre inclusivo e quindi aperto a tutti, senza dover operare differenze di trattamento in funzione dell'incarico che riveste qualcuno rispetto ad un altro.
Per questo motivo, non intendiamo soffermarci oltre su questo argomento e prendiamo atto che, se nei prossimi cinque anni le autorità istituzionali vorranno continuare ad atteggiarsi in questo modo, sarà una loro scelta esclusiva che non inficerà minimamente il percorso che avremo intrapreso fino ad allora.
Perché alla fine della fiera ciò che conta davvero sono come sempre soltanto i fatti e l'impegno e la qualità delle persone che ne consentono la realizzazione.
Concludo con un esempio comportamentale concreto che intende dimostrare quanto scritto finora.
In questi giorni, abbiamo messo a disposizione delle sedie fuori dal Centro (come fa spesso anche il bar vicino alla nostra sede) agli anziani che sono soliti sostarvi per farvi quattro chiacchiere ma non ci siamo limitati a quello.
Ci siamo fermati a parlare anche noi con loro, ad ascoltarli, ad offrire il nostro tempo per includerli nel nostro Centro anche se non vi erano materialmente entrati e se diversi di loro si imbarazzano ancora oggi nel farlo.
La cultura comincia da queste piccole cose: incontro, confronto, scambio, ascolto, accoglienza e Libertà con la L...
In parole povere quell'umanità che ci vuole davvero poco ad esprimere e che non ha di certo bisogno di inviti ufficiali per concretizzarsi e che non deve essere vincolata se si intende essere fino in fondo se stessi e non degli attori che si limitano a recitare una pagina esistenziale e poco altro.

Prof. Yvan Rettore



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