lunedì 28 settembre 2020

I PERCORSI SENSORIALI: CRONACA DI UNA EVOLUZIONE MANCATA

I percorsi sensoriali di cui sono l'unico orientatore operativo in Italia sono straordinari momenti di crescita individuale, di coppia o di gruppo che consentono non soltanto di dialogare con una dimensione sconosciuta del nostro essere ma permettono di infrangere una montagna di pregiudizi che si hanno sia nei confronti degli altri che di se stessi, barriere che ci fanno vivere male e che risultano essere ostacoli potentissimi alla affermazione della nostra serenità e felicità.
Non sono inquadrabili né come terapie né come discipline in quanto si plasmano su ogni persona, coppia o gruppo coinvolto e colui che aiuta questi soggetti a vivere e costruire questo percorso è un semplice orientatore o meglio un accompagnatore (che al limite suggerisce cosa è più opportuno fare in determinate fasi) che non insegna nulla.
Questi percorsi sono nati circa 30 anni fa in Svizzera e quando tornai in Italia eravamo soltanto in due a proporli.
Ora da un paio di lustri sono rimasto da solo e dato che fin dalla loro nascita non abbiamo mai voluto farne una disciplina (per timore che diventasse una attività su cui lucrare alla grande con il rischio poi di snaturarla) è decollata molto meno rispetto a pratiche molto più note al grande pubblico.
Sicuramente le azioni da me compiute non sono esenti da errori e me ne assumo pienamente ogni responsabilità.
Ho pensato tante volte di mollare tutto sia per le immancabili prese in giro (purtroppo uno dei comportamenti dominanti nella cultura di questo Paese) sia per la chiusura o i pregiudizi che vi sono spesso in Italia di fronte a situazioni in cui possono essere messe in discussione convinzioni che possono sembrare granitiche o in cui non potendo essere in grado di averne il pieno controllo si deve per forza di cosa lasciarsi andare e dialogare pienamente con il proprio essere (cosa che tante persone fanno molta fatica a fare).
Il risultato di ciò si riassume in una evoluzione dei percorsi piuttosto limitata in questo Paese e temo che lo resterà ancora per un po' di anni perché purtroppo coloro che sono davvero disponibili a viverli davvero sono ancora una esigua minoranza.
Tuttavia, ciò che mi spinge a non mollare è il bene che sono riuscito a fare a tante persone in questi anni, regalando loro momenti di vita bellissimi e molto intensi e a fornire un supporto non indifferente alla loro crescita che in più di un caso li ha fatti uscire da situazioni pessime in cui si erano trovati catapultati per via di vicissitudini varie.
Quindi anche se rimarranno comunque pochi vale la pena di proseguire con chi ci starà e per gli altri lasciamo il tempo al tempo e se questi non arriverà, va bene lo stesso.

Yvan Rettore





Nessun commento:

Posta un commento