domenica 16 novembre 2025

IL "BALLETTO" DI GIORGIA MELONI

A Napoli, in chiusura del comizio elettorale per le prossime Regionali, la Signora Giorgia Meloni è riuscita per l'ennesima volta a sorprenderci.

Ovviamente, in negativo.

Invitare le personalità presenti sul palco e il pubblico a cantare "Chi non salta, comunista è" e quindi a saltellare rappresenta una caduta di stile che dimostra a che punto di degrado è giunta la classe dirigente di questo Paese.

Innanzitutto, perché in una democrazia e in un Paese autenticamente civile, l'avversario politico va sempre rispettato e mai deriso.

Fare politica non è tifare per una squadra di calcio, ma difendere e argomentare le proprie posizioni in un confronto costruttivo con chi non la pensa come te.

Questa si chiama democrazia.

Ma viste le origini e convinzioni politiche della Premier, non ci si poteva di certo aspettare che agisse diversamente.

D'altro canto ci sono alcuni aspetti fondamentali che denotano la superficialità estrema della Signora Meloni per quanto riguarda i "comunisti", che ovviamente lei non può non considerare come il "male" assoluto.

Innanzitutto, sarebbe doveroso ricordarle che al contrario di quanto avvenuto nei paesi dell'Est, il PCI è stato fra i garanti principali e fondamentali della democrazia in Italia e che al di fuori del tentativo grossolano di Pajetta, non hanno mai minimamente tentato di operare un colpo di Stato con lo scopo di imporre un regime analogo a quelli presenti nel Patto di Varsavia.

L'unico regime totalitario che ha conosciuto il nostro Paese è stato quello del Ventennio fascista, diretto da quel Benito Mussolini, che la Signora Meloni anni fa non esitò a definire nel corso di un'intervista come il più grande statista italiano.

In secondo luogo, i comunisti hanno sempre rappresentato soltanto una delle varie espressioni di quello che si può definire con la denominazione di "popolo di Sinistra" costituito anche da socialisti (nati ben prima dei comunisti), anarchici, ambientalisti, pacifisti, femministi, altermondialisti, ecc...

Oggi, di fatto i comunisti (al di fuori forse di alcuni elementi isolati di Sinistra Italiana) non sono praticamente più rappresentati in Parlamento.

Il PD è ormai un partito di Centrodestra (o al massimo di Centro) che non ha proprio nulla a che vedere con quello che fu il PCI mentre ciò che rimane del M5S si riduce ad una compagine dominata da posizioni populiste confuse che solo a tratti si possono definire di Sinistra.

La fortuna della Signora Meloni è che oggi la Sinistra non è più rappresentata a livello istituzionale (salvo in alcune liste civiche locali) e che il grosso dell'astensionismo odierno è formato proprio da cittadini che non hanno più un vero e proprio referente politico capace e (soprattutto) intenzionato ad impegnarsi nel rivendicare e difendere i capisaldi ideologici e programmatici di quello schieramento.

Detto questo, la performance della Signora Meloni oltre che dimostrare per l'ennesima volta che è più portata nel fare campagna elettorale che nel governare in modo costruttivo ed efficiente il Paese, ha evidenziato le notevoli lacune che la contraddistinguono nella conoscenza effettiva di quella Sinistra che di fatto sta ormai fuori dal Parlamento e che si ritrova ormai soltanto in iniziative e azioni di lotta condotte da sindacati di base, comitati di cittadini e associazioni impegnate nel sociale e nel volontariato.


Yvan Rettore






lunedì 10 novembre 2025

NON TUTTI POSSONO DIVENTARE TEX WILLER!

 In questo periodo uno dei grandi dibattiti è quello relativo al ricorso alla legittima difesa. Certo, i fatti di cronaca a riguardo sono piuttosto significativi e deprecabili per la violenza con cui sono avvenuti diversi furti (o tentativi di furto) nelle case di cittadini spesso inermi e indifesi.

Ma il ricorso alla legittima difesa è sempre consigliabile?! Al di là del fatto che dovrebbe sempre essere proporzionata alla minaccia (cosa difficilissima da stabilire in archi di tempo brevissimi), è davvero così sicuro che possa effettivamente bastare per scongiurarla e che non potrebbe in caso di fallimento perfino peggiorare radicalmente la situazione in cui ci si trova?

Ciò che quasi sempre dimenticano i fautori del ricorso senza limiti alla legittima difesa è che i delinquenti che compiono simili malefatte sono spesso abituati a sguazzare quotidianamente nella violenza e che non hanno quindi molti scrupoli a reagire con azioni che possono in diversi casi provocare anche la morte delle vittime, talvolta anche dopo sevizie e torture indicibili. Per essere “Tex Willer”, bisogna essere allenati all’uso delle armi ma anche a reggere la pressione di simili situazioni e queste caratteristiche non sono proprie della gente comune, ma di persone esperte e formate che operano nelle forze dell’ordine.

La questione da porsi è semmai un’altra e non risiede di certo nel definire come dovrebbe esprimersi la legittima difesa, ma piuttosto nell’investire su un elemento che in Italia la classe dirigente è abituata ad ignorare ad oltranza, ovvero la prevenzione. Questa dovrebbe tradursi da una parte con un aumento e una suddivisione migliore delle forze dell’ordine sul territorio e dall’altra con la fornitura di equipaggiamenti e mezzi che possano essere effettivamente idonei nel combattere queste forme di criminalità. Ad esempio, non si può permettere che una volante della polizia sia un’utilitaria di cilindrata e potenza modesta rispetto ai bolidi che spesso usano i delinquenti. Operare inseguimenti con una tale sproporzione di mezzi è davvero grottesco.

D’altra parte, a fronte di forze dell’ordine che rimangono spesso encomiabili per il lavoro svolto, la magistratura vuoi per mancanza di formazione adeguata, vuoi per varie possibilità interpretative delle normative in vigore, spesso non punisce in modo adeguato questi criminali, i quali a volte dopo pochi mesi dal misfatto riescono perfino ad uscire tranquilli dalle nostre patrie galere.

La responsabilità tuttavia è soprattutto politica in quanto oltre a non investire in modo adeguato sulle forze dell’ordine le autorità formalmente competenti (governo e parlamento in primis) rimangono timide nei confronti di magistrati non all’altezza della loro professione e ultima cosa, ma non di minore gravità, emanano normative confuse o evitano di legiferare su argomenti importanti, favorendo così la diffusione concreta fra la popolazione di un’incertezza della pena che va a scapito di tutti coloro che fanno ancora affidamento sulle istituzioni di questo paese.

Yvan Rettore

domenica 9 novembre 2025

UNA CLASSE POLITICA CHE VIVE SOLTANTO DI AUTOREFERENZIALITA'

Oggi la classe politica vive soltanto di autoreferenzialità, la corsa alla poltrona è dominante rispetto a qualsiasi altra considerazione e tutto fa brodo pur di arrivarci.

Personaggi senza scrupoli, troppo spesso incompetenti ed insensibili nei confronti di coloro che dovrebbero rappresentare e che sono attenti soltanto ai bisogni dei membri di quella greppia che si sono costruiti negli anni pur di arrivare dove sono.

Oggi purtroppo c'è una vera rottura tra la classe dirigente e le istituzioni che occupa e la gente comune che deve subire ogni tipo di angherie e rimanere confinata nella loro indifferenza che viene momentaneamente accantonata soltanto in periodo elettorale per sporchi opportunismi di convenienza personale.

Continuo sempre a recarmi alle urne, perché troppi italiani si sono sacrificati in passato per poterci garantire il diritto di voto e quindi ritengo che meritino comunque questo rispetto che dovrebbe essere sempre loro dovuto.

Ma da anni ormai voto scheda nulla, perché ormai mi rendo conto che ci siamo noi cittadini da una parte e questi arrivisti che occupano saldamente ed impropriamente le istituzioni dall'altra.

Ragion per cui l'unico modo per uscirne è di cominciare a pensare di creare delle istituzioni autogestite al di fuori da quelle dello Stato che oggi non ci rappresentano più e che sono perfino nocive per la collettività vista l'assenza di riguardo e di competenze che hanno nei nostri confronti e che ingiustamente ci troviamo a dover ancora mantenere con le nostre tasse.

Yvan Rettore





FONDI PER L'ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE: COME STANNO VERAMENTE LE COSE A VEGLIE




Chiarimento sulla situazione delle barriere architettoniche a Veglie.

Come stanno veramente le cose?
 

Yvan Rettore

PAROLE, PAROLE



Sono passati quasi 16 anni, sembrava ieri, era in inverno, il nostro primo inverno insieme e tante parole furono pronunciate tra noi…"Parole, parole"....tra Yvan e Anna!

Yvan Rettore

DUE PAROLE SULL'INTERVENTO DELLA SINDACA DI VEGLIE ESPRESSO SULLA SUA PAGINA FACEBOOK IN OCCASIONE DELLA GIORNATA ODIERNA IN COMMEMORAZIONE DELLA FINE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Oggi, 4 novembre 2025, la sindaca di Veglie ha espresso sulla sua pagina Facebook quanto segue: "Il 4 novembre ci ricorda la fine di una guerra terribile e il sacrificio di milioni di donne e uomini che hanno creduto in un’idea di Paese libero, unito e in pace.

Ma ci ricorda anche che la pace non è mai un punto d’arrivo definitivo: è una responsabilità quotidiana.


Oggi non celebriamo la guerra. Celebriamo la pace costruita sulla memoria e il valore di chi ha servito e serve lo Stato con dedizione e coraggio — nelle Forze Armate, nelle forze dell’ordine, nella protezione civile, in ogni gesto di servizio alla collettività."

Detto questo, da cittadino ma soprattutto da Veneto e da nipote di un soldato del '98 che fece la Prima Guerra Mondiale in giovanissima età, mi sento di fare alcune precisazioni alla Prima cittadina.

Yvan Rettore




LA VITA A MODO MIO

 La vita cronometrata in ogni momento, scandita dall'oppressione del tempo che scorre veloce...Che tristezza!

A che punto siamo arrivati in questa società in cui tutti corrono, tutto corre e non si sa apprezzare più niente degli attimi stupendi che può offrire l'esistenza ogni giorno!

Ben vengano i bar di paese, quelli di una volta, in cui ti sedevi e nessuno ti assillava se ci restavi più di un'ora a sorseggiare un caffè e leggevi perfino un libro o ti mettevi a conversare col tuo vicino di tavolo, ci facevi conoscenza e se era una donna finiva col diventare poi addirittura tua moglie.

Io, la vita la voglio vivere a modo mio e non come intendono impormela gli altri.

E voglio camminare, fermarmi, assaporare ogni istante di questa esistenza, senza dover correre per arrivare dove, poi?


Yvan Rettore