martedì 31 dicembre 2024

LA MOSTRA DI ANTONIO CARACUTA, IL "PITTORE DEI CARCERATI" AL CENTRO CULTURALE CARMELO BENE DI VEGLIE FINO AL 6.01.2025



Accogliere l'esposizione di Antonio Caracuta presso il Centro Culturale Carmelo Bene di Veglie è per noi un grande onore oltre che un grande privilegio.
Abbiamo avuto l'occasione di conoscere una personalità di notevole spessore umano e con un grado di umiltà che purtroppo di questi tempi è una qualità che risulta essere sempre più rara ma che rimane l'unica caratteristica che rende davvero grande un essere umano.
Tutto questo si rispecchia sul piano strettamente artistico in quanto le opere di Caracuta non lasciano mai indifferenti e sfuggono completamente la banalità della riproduzione o la distorsione forzata della realtà che tanto dominano il mondo contemporaneo.
Ogni volta che questo artista mette mano al pennello, la sua mente ha già ben presente cosa dovrà dipingere e questo aspetto più unico che raro è una delle caratteristiche dell'immenso talento di Antonio Caracuta.
Ma forse ciò che lo rende davvero straordinario è la capacità di creare innumerevoli sfumature, di usare i colori come se fossero "creature" vive da spalmare in un ordine caotico ma armonioso, unendosi a forme mai banali, ma capaci di esprimere un coinvolgimento così intenso da consentirci di raggiungere una spiritualità tale da farci entrare naturalmente in ogni sua opera come se fosse un orizzonte di beatitudine che spesso cerchiamo nella nostra esistenza quotidiana, ma che non sempre riusciamo a cogliere.
Invece, con Caracuta ci viene data la possibilità di fermarci e di farci accogliere in un turbinio di bellezza e di sentimenti, a volte contrastanti, ma capaci comunque di arricchire profondamente la nostra anima e di renderci la vita migliore rispetto a quando non eravamo ancora entrati in quella dimensione così piena di luce e di umanità che soltanto lui riesce a realizzare.
Grazie dal profondo del cuore ad Antonio Caracuta!

Prof. Yvan Rettore











giovedì 26 dicembre 2024

INTERVENTO IN TV DEL PROF. YVAN RETTORE SUL METAVERSO

L'opinione del Prof. Yvan Rettore sul Metaverso espressa nel corso della trasmissione "Next Generation", andata in onda sulla Rete TV Antenna Sud, in cui è ospite fisso.





martedì 24 dicembre 2024

INTERVENTO TV DEL PROF. YVAN RETTORE

 Uno degli ultimi interventi del Prof. Yvan Rettore nel corso della trasmissione "Next Generation" andata in onda sulla Rete TV Antenna Sud, in cui sono ospite fisso.





WEIDEL, LE PEN E MELONI: TRE DONNE PER UN'ESTREMA DESTRA CHE PARLA ORMAI SEMPRE DI PIU' AL FEMMINILE

 In questi ultimi lustri sempre più donne si sono affermate nelle leadership di partito sia in Occidente che nel resto del mondo.

E' stata sicuramente un'evoluzione che ha consentito un ulteriore segno di progresso civile nelle nostre società e ritengo che non pochi sperassero che una presenza così crescente di donne nelle leve del potere politico avrebbe potuto veramente costituire una svolta positiva rispetto a quanto avevano compiuto fino ad allora gli uomini.

Salvo alcuni casi da segnalare più nel Sud del mondo che alle nostre latitudini, la delusione è stata grande tanto da giungere alla conclusione che non è il genere di un individuo a decretarne le capacità e competenze, ma unicamente la sua persona in quanto tale.

Al di là della gestione approssimativa e piena di incongruenze della Commissione Europea da parte di Ursula Von der Leyen e di una politica finanziaria stantia quanto non innovativa di Cristine Lagarde, Presidente della BCE, in questi ultimi lustri si è assistito nei tre paesi più importanti dell'UE, Francia, Germania e Italia, ad una scalata ai vertici dell'Estrema Destra di donne molto scaltre quanto abili nello sfruttare slogan poveri di contenuti ma di sicura efficacia contro tutto ciò che non è conforme a ciò che considerano come dogmi intoccabili e granitici della cultura occidentale da difendere a qualsiasi costo attraverso la manifestazione di un'intolleranza costante e dichiarata verso gli immigrati extraeuropei e l'Islam, sposando un concetto di ordine pubblico fondato esclusivamente sulla logica del "bastone e carota" e non un dialogo concreto e costruttivo nei confronti di coloro che sono diversi.

Chi sono queste donne?

Giorgia Meloni in Italia, Marine Le Pen in Francia e Alice Weidel in Germania.

La prima, leader incontrastata di Fratelli d'Italia, è quella che ha avuto maggior fortuna fra le tre visto che governa l'Italia (in modo alquanto pessimo e inconcludente) da circa due anni.

La seconda, pur essendo stata sconfitta tre volte alle Presidenziali francesi e non essendo più Presidente del suo partito, rimane tuttavia un personaggio di spicco del Rassemblement National con la quale bisogna comunque fare i conti.

La terza, pur avendo il suo partito riscontrato una certa flessione al Bundestag, rimane saldamente alla guida dell'AFD, partito di Estrema Destra tedesco che ormai fa parte integrante del panorama politico tedesco.

Quest'ultima è sicuramente fra le tre la persona di maggiore spessore accademico e professionale, ma è indubbio che le prime due abbiano saputo ritagliarsi in modo spregiudicato e dirompente una visibilità tale da consentirle di arrivare alle posizioni di vertice nelle quali oggi si ritrovano.

Personalmente trovo davvero triste quanto sconfortante constatare che nei tre paesi più importanti dell'UE si siano affermate donne che predicano politiche divisive, che confondono il conformismo con la cultura e che esprimono una sensibilità molto limitata (in diversi casi si può perfino dire che è del tutto inesistente) nei confronti delle persone più deboli e dei ceti sociali maggiormente disagiati.

Si è passati nell'ammirare (per fortuna ancora in una minoranza della popolazione) in questi paesi dal culto dell'"Uomo forte al potere" a quello della "Donna forte al potere", con l'illusione per coloro che le hanno scelte nel credere che si sarebbe potuti orientarsi verso una società migliore mentre invece la gigantesca crisi sociale, economica ma soprattutto spirituale (ormai dominante nella vita della stragrande maggioranza dei cittadini dell'UE) sembra acuirsi ancor di più attraverso i loro atteggiamenti intransigenti quanto spesso incoerenti specie quando si tratta di mantenere in essere il loro potere accentrato soltanto sull'ego smisurato del loro essere.

In definitiva si tratta di personaggi mediocri quanto inconcludenti che traggono una forza apparente quanto effimera dall'aggressività verbale e dalla profusione di epiteti discriminatori quanto offensivi verso i diversi, mentre sono unicamente lo specchio del vuoto intellettivo e soprattutto umano che li pervade.

L'uomo o la donna di potere non è infatti colui o colei che urla più forte di altri e/o adotta atteggiamenti strafottenti quanto prepotenti, ma che parla soltanto quando ritiene giusto e adeguato farlo, con un linguaggio colto e corretto e nel rispetto comunque di ogni avversario e soprattutto nella ricerca costante di un dialogo nei riguardi di coloro che la pensano diversamente.

Per riuscirvi non basta essere politicamente scaltri, né avere chissà quanti titoli accademici, ma essere sufficientemente intelligenti per dimostrare saggezza, umiltà e capacità di ascolto che sono gli ingredienti fondamentali di qualsiasi politico abbia veramente a cuore la collettività di cui è incaricato di gestire le sorti attraverso il suo effimero operato.

Tratti essenziali di una civiltà, quella occidentale, ormai in profondo declino e l'affermazione di donne come quelle indicate non fa che rafforzare questo processo decadente perché sono disgregative di società che avevano fatto del rispetto dei diritti umani e sociali e quindi della democrazia in quanto tale, i loro tratti caratteristici fondamentali.


Yvan Rettore